Isole contese, sale la tensione tra Usa, Giappone e Cina
La tensione è alle stelle tra Stati Uniti e Cina dopo che il segretario alla Difesa americano, James Mattis, ha rassicurato il governo giapponese che l'alleanza tra i due Paesi continuerà a essere "una pietra miliare" per la stabilità nella regione e che Washington continuerà a stare dalla parte di Tokyo sulla questione delle Senkaku, le isole contese con la Cina. L'esecutivo di Donald Trump, insomma, rinsalda subito l'asse col Giappone ma, soprattutto, manda segnali ben precisi al Dragone, il primo dei "nemici" sulla lista del presidente.
L'alleanza - "Ho chiarito che la nostra politica di lunga data sulle isole Senkaku rimane in piedi: gli Stati Uniti continueranno a riconoscere l'amministrazione giapponese delle isole e come vi si applica l'articolo 5" dell'alleanza militare bilaterale con il Giappone, ha detto nel corso di una conferenza stampa a Tokyo con la collega giapponese, Tomomi Inada. L'articolo 5 del trattato è quello in base al quale gli Usa si impegnano a difendere il Giappone e i territori sotto l'amministrazione giapponese, incluse le Senkaku, il gruppo di isolette disabitate, che i cinesi chiamano Diaoyu, e che sono al centro della disputa con Pechino. "Le Senkaku sono sotto l'amministrazione del Giappone" e gli Usa "si oppongono a qualsiasi azione unilaterale che si opponga" a questo, ha sottolineato Mattis. Dal canto suo, Inada ha sottolineato che "la Cina è un vicino importante per il Giappone" e che "il dialogo è sempre aperto".
La reazione della Cina - Immediata la reazione del governo cinese che chiesto agli Usa di non intromettersi nella disputa. La nota del Ministero degli Esteri di Pechino è arrivata nelle ore in cui il capo del Pentagono era a Tokyo, nel suo primo viaggio in Asia dopo avere assunto l'incarico sotto l'amministrazione guidata da Donald Trump. "Le Diaoyu e le isole vicine sono parte integrante del territorio cinese sin dai tempi antichi", ha affermato il portavoce del ministro degli Esteri di Pechino, Lu Kang. "È un fatto storico inalterabile", e il trattato di cooperazione e Difesa tra Washington e Tokyo è "un prodotto della guerra fredda". La Cina, ha concluso Lu, chiede agli Stati Uniti di avere un "atteggiamento responsabile", di "smettere di fare commenti sbagliati sulla questione" e di "evitare di renderla ancora più complicata portando instabilità alla regione".
La contesa - La disputa tra Pechino e Tokyo sulle isole Senkaku/Diaoyu è riesplosa nel 2012, dopo l'annuncio da parte dell'allora governo giapponese di volere nazionalizzare l'arcipelago del Mare Cinese Orientale. Dopo mesi di tensione e di raffreddamento dei rapporti diplomatici tra Cina e Giappone, la disputa ha avuto una prima risoluzione in occasione della visita a Pechino del primo ministro giapponese, Shinzo Abe, in occasione del vertice Apec (Asia-Pacific Economic Cooperation) del novembre 2014, dove ha incontrato il presidente cinese, Xi Jinping. Cina e Giappone hanno firmato all'epoca un accordo in cui veniva riconosciuta la divergenza di vedute sulle isole contese tra i due Paesi asiatici, anche se senza reali passi in avanti sulla risoluzione della disputa. Mattis, a Tokyo, ha parlato oggi anche della posizione statunitense sul Mare Cinese Meridionale, dove Pechino ha in corso altre dispute di sovranità con i Paesi della regione, a cominciare dalle Filippine. Il nuovo capo del Pentagono ha smussato i toni dei recenti commenti statunitensi sulla questione, sottolineando che gli Stati Uniti al momento "non vedono il bisogno di marcate mosse militari" nella regione, anche se ha criticato Pechino per l'atteggiamento assertivo nell'area.
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