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martedì 7 febbraio 2017

L'agente insegue il moldavo e muore Rabbia della Polizia: l'accusa finale

Agente morto mentre inseguiva delinquente moldavo, la rabbia della Polizia



Dopo il dolore e il cordoglio è l'ora della rabbia, quella della Polizia. Lo scorso 3 febbraio il 28enne Francesco Pischedda, agente della Stradale di Bellano, è morto precipitato da un cavalcavia a Colico (Lecco) durante l'inseguimento di un ladro moldavo fuggitivo. Da quel momento su Facebook si è diffusa a macchia d'olio la protesta di amici e colleghi di divisa, che hanno accusato lo Stato assente, colpevole di non fornire uomini, armi e tutele agli agenti, per poi puntare il dito contro la Giustizia che protegge delinquenti e criminali lasciando nello sconforto i tutori della legge.

Parole durissime, condivise a migliaia, che hanno trovato sponda nell'ispettore capo alla Questura di Lecco, Alessandro Camerota, 47enne vicesegretario regionale del Coisp (Coordinamento per l'indipendenza sindacale delle forze di polizia): "Non è morto solo Francesco, con lui siamo morti tutti noi poliziotti - spiega commosso al Giorno -, perché quando un nostro collega muore in servizio è come se morisse una parte di tutti noi. Quello che è successo a lui poteva e potrebbe succedere a ognuno di noi. Ogni volta che cominciamo il turno siamo consapevoli che potremmo non terminarlo vivi". "Era giovane e per noi rappresentava un patrimonio insostituibile, come tanti di noi aveva lasciato la propria terra per servire i cittadini e lo Stato. Sapeva quello che rischiava, lo sappiamo tutti, ma quando capita quello che è capitato a lui ci si chiede se ne valga la pena...".

Giovedì scorso Pischedda aveva cominciato il turno alle 19, avrebbe dovuto terminarlo all'una ma quell'intervento dell'ultimo momento gli ha prolungato fatalmente il servizio. "Ogni criminale che riesce a scappare è una sconfitta personale per noi - spiega il collega -, un delinquente non si molla mai, se lui gira l'angolo tu giri l'angolo anche se non sai cosa trovi dietro, se lui salta anche tu salti perché se lo fa lui puoi farlo anche tu e non puoi permettere che continui a far del male a qualcuno".

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