Perché la tosse diventa patologia? “La scienza cerca ancora risposte”
di Matilde Scuderi
Un italiano su 10 è affetto da una fastidiosa condizione: la tosse persistente. Secondo i dati delle ultime ricerche la maggior parte di questo consistente gruppo di persone è costituita da donne e bambini: se per quanto riguarda il secondo gruppo, sino agli 8/10 anni, la motivazione è data dall'incompletezza di un sistema immunitario ancora in formazione - e quindi più esposto alle infezioni - per le donne si è ipotizzato che ci sia una maggiore sensibilità nel rispondere agli stimoli esterni con la tosse. Si stima inoltre che da un punto di vista geografico, i più colpiti sono gli abitanti del Nord Italia, con una percentuale del 25 per cento in più rispetto a quelli del Centro Sud, a causa delle diverse condizioni climatiche e ambientali. Da un altro studio, infine, nel Veneto è stato registrato un leggero aumento di tosse rispetto ad altre realtà regionali. Di fatto questa situazione porta a un numero molto elevato di visite, ben cinque milioni ogni anno. "Non esiste ancora un farmaco risolutivo - spiega il professor Roberto Dal Negro, responsabile del centro nazionale studi di farmacoeconomia e farmacoepidemiologia respiratoria durante il 20° Congresso nazionale sulle malattie respiratorie “Asma Bronchiale e Bpco: nuovi obiettivi, nuovi rimedi, nuove strategie" da lui presieduto e organizzato a Verona - la tosse infatti riconosce molte cause. Tuttavia, un nuovo filone di ricerca sta dimostrando come all’origine della tosse esista una condizione peculiare dell’ospite: in alcuni soggetti una esagerata risposta e reattività delle fibre nervose distribuite a livello bronchiale nei confronti dei comuni stimoli tussigeni fa sì che la tosse persista più a lungo e diventi una vera e propria condizione patologica di fondo. Le più attuali ricerche in ambito farmacologico sono infatti orientate alla conoscenza e al controllo di tali fenomeni mediante farmaci innovativi che andrebbero a spegnere tali meccanismi".
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