Matteo Renzi, il piano per andare al voto a fine aprile
Dopo il ko al referendum e le dimissioni da premier, Matteo Renzi aveva lasciato intendere senza indugi quale fosse il suo piano: il voto, il prima possibile. Un piano nel quale, ad oggi, pare seguirlo soltanto Matteo Salvini, con il quale avrebbe creato un inedito e inatteso "asse funzionale". E l'ex premier ha lavorato sodo durante queste vacanze natalizie per portare a compimento il suo piano di voto anticipato: secondo La Stampa, Montecitorio sarebbe pronta ad accogliere un blitz sulla legge parlamentare preparato a sorpresa proprio da Renzi. Obiettivo, il voto a fine aprile. L'operazione non è affatto semplice, ma neppure irrealizzabile.
Il primo passo è stato già compiuto, e consisteva nel "liberare" la Camera dai maggiori impegni. Non a caso il governo ha chiesto che il primo esame sul delicatissimo decreto sulle banche fosse affidato al Senato. Stesso destino per il Millepororoghe, che era inizialmente destinato a Montecitorio e che, invece, al termine della riunione dei capigruppo di giovedì 5 gennaio è stato smistato a Palazzo Madama. Insomma, la Camera ora è stata sgravata da due decreti di grande peso ed è pronta ad accogliere provvedimenti sui quali il Parlamento vuole accelerare. Come la nuova legge elettorale, appunto, nonostante l'attesa per la pronuncia della Corte Costituzionale sull'Italicum prevista per il 24 gennaio.
Già, perché tra quattro giorni, all'Ufficio di presidenza della Commissione Affari costituzionali, il Pd (e forse anche Lega e M5s) chiederanno di non attendere la Consulta per avviare l'iter che porterà a scrivere la riforma, il cui primo passo sono le "consultazioni" di esperti e costituzionalisti. Renzi ha in mente una tabella serratissima, che prevede l'arrivo del testo in Parlamento entrò metà marzo e, come detto, elezioni anticipate al termine di aprile. Rocco Palese, capogruppo di Conservatori e riformisti e tra i più autorevoli in tema di provvedimenti parlamentari, spiega che "dal punto di vista dei tempi l'operazione è fattibile (...). I tempi ci sono, molto più complicato il discorso sulla fattibilità".
Il problema di più difficile risoluzione è quello dell'accordo con chi - Lega e grillini - vuole altrettanto andare al voto il prima possibile: quale modello scegliere? Il Mattarellum, che Carroccio e pentastellati accetterebbero di buon grado, è per esempio osteggiato dal Pd. Insomma, la strada è tutt'altro che spianata e le possibilità di successo del piano di Renzi sono tutt'altro che assolute. Ma la prima mossa è stata fatta. Per il voto prima dell'estate, ora, c'è una piccola speranza in più.
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