Matteo Renzi flirta con Chiara Appendino, pranzo a Torino
di Elisa Calessi
Fino al giorno prima non si sapeva se si sarebbero incontrati. Invece Matteo Renzi e Chiara Appendino non solo si sono visti all'Unione Industriali di Torino, scambiandosi cortesie istituzionali dal palco. Ma hanno pranzato insieme al ristorante del Grattacielo Intesa Sanpaolo. E con ospiti poco grillini: il presidente e il ceo della banca, Gian Maria Gros-Pietro e Carlo Messina. «Hai capito i grillini?», si scherza nella cerchia del premier.
Il fatto è che la versione torinese del M5S è quanto di più distante da Virginia Raggi, ma persino da Di Maio o Di Battista. «L' incontro», ha detto Appendino alla fine, «è andato bene. Con il presidente Renzi abbiamo parlato di un patto per Torino immaginando qualcosa per la città sul modello di quello per Milano. Ora ci lavoreremo anche con il presidente Chiamparino. La disponibilità del governo c'è».
Appendino ha capito che ha bisogno del governo. Per il Salone del libro, per il secondo tratto della metro. «È una democristiana e per me è un complimento», dice Giacomo Portas, leader dei Moderati, pezzo del centrosinistra a Torino. «A noi, pur nella sconfitta, è andata meglio che ai romani». L' incontro di ieri, però, non è servito solo alla sindaca. Il rapporto con Appendino può essere, per Renzi, un lasciapassare per conquistare qualcosa del voto grillino al referendum. Tutto serve.
Anche recuperare gli amici con cui si era rotto, come Matteo Richetti. Folgorato dalla sua perfomance a Otto e mezzo, Renzi ieri gli ha telefonato, chiedendogli un impegno in prima linea.
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