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mercoledì 18 gennaio 2017

Ci riempiono di immigrati con le nozze I giudici: cosa basta per la cittadinanza

Matrimoni, la Cassazione: cittadinanza italiana anche dopo la separazione



Non importa se il rapporto coniugale fosse ormai finito, la donna si è sposata con un uomo italiano e quindi ha pieno diritto ad avere la cittadinanza. È arrivata ieri la conferma ufficiale dal Palazzo di Giustizia di Roma, secondo i giudici della corte d'appello conta più la forma del contenuto: poco importa la separazione di fatto, e ancora meno il fatto che il matrimonio sia durato poco meno di sei mesi, la donna per la legge è sposata e quindi ha diritto alla cittadinanza italiana.

"Il matrimonio ha avuto carattere di effettività", hanno dichiarato i giudici, e visto che "la legge prevede la separazione giudizialmente accertata", una separazione di fatto non ha alcun valore in tribunale. Anche la Cassazione, riporta il Tempo, ha approvato in pieno la posizione presa dalla corte d'appello e ha così respinto l'obiezione fatta dal ministero degli Interni.

Secondo il Viminale la separazione di fatto costituisce una condizione d'ostacolo alla concessione della cittadinanza, dato che solitamente con questa definizione s'intende anche una separazione personale tra i coniugi. I giudici hanno contestato proprio questo aspetto, spiegando che la donna in questione ha comunque vissuto per sei mesi con il coniuge e portando come tesi il fatto che dal giorno della separazione sono passati oltre due anni in cui la donna ha comunque mantenuto i contatti con il marito, integrandosi nel frattempo nella propria comunità. Ora, dopo la sentenza della Cassazione, per un immigrato la strada della cittadinanza attraverso nozze diventa molto più semplice.

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