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martedì 27 ottobre 2015

I nostri marò prigionieri per sempre Le carte truccate dall'India per fregarli

"L'India ha falsificato le carte". Smascherato il trucco per incastrare i Marò




Nuovi dubbi calano sulla vicenda che coinvolge i due fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvaotre Girone. I due militari italiani, dal febbraio 2012, sono accusati di aver ucciso due pescatori in acque indiane. Ma ora, come scrive Il Giorno, dalle carte depositate ad Amburgo per l'arbitrato internazionale, emerge che gli indiani hanno presentato un disegno della "scena del crimine" molto diverso dall'originale. Nello scenario falsato dagli indiani, la rotta del'Enrica Lexie, la nave su cui viaggiavano i due Marò, è stata spostata e appare diversa rispetto a quella a cui si era sempre fatto riferimento. 

La rotta - Sulla base delle rotte delle due imbarcazioni coinvolte nella vicenda, cioè quella su cui viaggiavano i fucilieri e quella su cui si trovavano i pescatori, la distanza tra i natanti sarebbe stata di circa 920 metri. La "scena del crimine" indiana, invece, sostiene che la distanza fosse di appena 50 metri. La rotta delle imbarcazioni era stata calcolata in precedenza in maniera automatica dallo Ship Security Alarm System, il sistema di allarme attivato immediatamente a bordo della nave. E anche la Guardia costiera indiana aveva confermato i dati nel 2012. La Lexie era a 340 gradi, e la distanza tra le due barche superava i 900 metri, non c'erano dubbi. Ma ora, il disegno indiano depositato ad Amburgo, cambia versione e sposta la rotta su 350 gradi. Mantenendo quella registrata dal Sistema di allarme della nave i proiettili sparati dalla Lexie avrebbero colpito il peschereccio da sinistra, e non da destra, dove sono stati trovati i fori. Ma cambiando le coordinate gli indiani giustificano i fori sul lato destro della nave e mettono in discussione quanto ricostruito fino ad ora.

I proiettili - Ma ci sono anche altri dettagli che fanno vacillare l'accusa. Primo su tutti quello dei proiettili. N.G.Nisha, responsabile balistico, il 19 aprile 2012, aveva concluso: "I proiettili sono stati sparati da fucili calibro 5 e 56". Cioè quelli in dotazione ai Marò. Ma quello che uccise il timoniere Valentine Jelestine, una delle vittime, è un proiettile molto più grande delle pallottole calibro 5 e 56. E anche la pallottola che ha ucciso il secondo pescatore, Ajish Pink, è risultata diversa da quelle in dotazione ai mitragliatori dei nostri fucilieri.

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