Libia, capo del Parlamento: il boss dei migranti ucciso dagli italiani, la Farnesina smentisce
Il presidente del Parlamento parallelo di Tripoli, Nouri Abu Sahmain, ha accusato le forze speciali italiane di essere dietro all’uccisione di Salah al-Mashkout, considerato uno tra i più importanti boss del traffico di migranti in Libia. La notizia è resa nota dal quotidiano britannico The Guardian. Nel dare la notizia il quotidiano Libya Herald aveva precisato che non sarebbero stati identificati i componenti del commando autore dell’attacco letale, nel quale hanno perso la vita anche gli otto uomini della scorta di Mashkout, un ex ufficiale dell’Esercito sotto il regime di Muammar Gheddafi. Stando al The Guardian, gli assalitori erano armati di pistole e sarebbero stati perfettamente addestrati. Sahmain è legato al governo rivale rispetto a quello internazionalmente riconosciuto, che ha sede a Tobruk.
La replica - "È tutto falso". Lo sottolineano all’Adnkronos fonti militari italiane replicando alla notizia, rilanciata da alcuni media, secondo cui forze speciali italiane sarebbero coinvolte nell’uccisione a Tripoli di Salah al-Mashkout, considerato uno dei boss del traffico di esseri umani a Zuwara, da dove partono i barconi che attraversano il Mediterraneo diretti in Europa. A puntare il dito contro gli italiani anche il presidente del Congresso libico, Nuri Abu Sahmain, che, in una nota citata dal britannico "Guardian", ha sostenuto che al-Mashkout è stato ucciso da uomini delle forze speciali del nostro Paese. Abu Sahmain, originario anche lui di Zuwara, ha detto che conosceva personalmente al-Mashkout e che era a capo di un’amministrazione rivale al governo di Tobruk, quello riconosciuto dalla comunità internazionale. Una fonte della Nato ha detto allo stesso quotidiano che nessuno dei militari dell’Alleanza è coinvolto nell’attacco che haportato alla morte di quello che era considerato un boss dei trafficanti.
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