Referendum greco, il principio di Angela Merkel: colpirne uno per educarne cento (e soprattutto l'Italia)
Nella tragedia greca, dopo qualche iniziale e pallido entusiasmo per Alexis Tsipras, Matteo Renzi si è schierato senza indugi al fianco di Angela Merkel e a sostegno del fronte rigorista, uscito sconfitto dal referendum in cui ha trionfato il "no". Certo, pur essendo doveroso stigmatizzare i comportamenti della Grecia - un paese che non onora i suoi debiti -, schierarsi così apertamente al franto della Cancelliera è un'operazione improvvida. In primis perché è un comportamento acritico nei confronti di una Ue che in queste drammatiche settimane ha dimostrato di non essere un insieme omogeneo di stati, ma una sorta di mega-Stato governato dalla cancelleria di Berlino. Inoltre perché, così facendo, Renzi non ha fatto altro che confermare il fatto che l'Italia altro non sia che una colonia dei tedeschi. Inoltre il premier, che sta vivendo uno dei momenti più difficili della sua carriera politica, inchinandosi a Frau Merkel ha pensato alla possibilità di ottenere l'appoggio di Berlino per poter restare così presidente del Consiglio, il più a lungo possibile.
Il principio - Peccato però che alla Merkel, di Renzi, poco interessi. Certo, può essere un discreto argine contro il crescente fronte anti-europeista italiano capeggiato da Matteo Salvini, ma la verità è che in caso di difficoltà, la cancelliera, non ci penserebbe più di un secondo prima di schiacciarci sotto al suo tacco, così come sta facendo con la Grecia. E questo, Renzi, non lo ha capito: nel momento storico della Ue in cui più che in ogni altra occasione avrebbe dovuto "martellare" per sottrarsi ai diktat tedeschi, altro non ha fatto che allinearsi a quegli stessi diktat. La crisi greca, insomma, non è stata sfruttata per ridisegnare le politiche europee. L'unico risultato dei disastri di Atene, nonostante il referendum, è stato quello di rendere ancor più potente la Germania. E anche questo, Renzi, stenta a comprenderlo. Come stenta a comprendere il fatto che la Grecia, per la Merkel e il fronte rigorista, debba fungere da monito per chi, un giorno, potrebbe fare la stessa fine di Atene (prima Spagna, poi Italia). La Merkel, in buona sostanza, ci sta facendo vedere come, un giorno, lascerebbe morire l'Italia travolta da un ipotetico default. Lo sta facendo con la Grecia: colpirne uno per educarne cento. Renzi, però, finge di non comprenderlo (o forse non lo ha compreso veramente). E non ha fatto nulla, zero, nisba, per cambiare quello che potrebbe essere il funesto destino del nostro Paese.
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