Varoufakis spia i ministri Ue
di Nino Sunseri
Che si trovi una soluzione per la Grecia sono sempre meno a crederci. Le Borse appaiono perplesse e per il secondo giorno consecutivo tengono il fiato sospeso. Tutto è immobile. Gli indici danzano intorno alla variazione zero segnalando l' incapacità di prendere una posizione. Anche lo spread immobile a 122 punti. Il ministro tedesco dell' Economia Wolfgang Schauble ha annunciato che il caso della Grecia sarà al centro della riunione del G7 in programma a Dresda da mercoledì a venerdì. L' annuncio sembra preludere ad una decisione definitiva. Quasi una comunicazione ufficiale ai membri non europei del direttorio (Usa, Canada e Giappone) sul probabile finale della tragedia greca.
Il livello di sfiducia nei confronti di Atene ha raggiunto un punto da cui sarà difficile tornare indietro. In una intervista al New York Times il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis annuncia di aver registrato gli interventi nell'ultima riunione dell' Eurogruppo a Riga. Solo per ragioni di privacy, non diramerà l'audio. Facile immaginare la sorpresa, e anche il disappunto, fra i ministri presenti alla riunione. Forse nemmeno ai tempi della Guerra Fredda era accaduto che uno dei partecipanti al vertice mettesse su nastro le conversazioni senza avvertire.
Il gesto di Varoufakis dimostra quanto sia elevata la diffidenza fra i membri del Club Euro. Per la memoria dei lettori ricordiamo che nella riunione di Riga il ministro greco venne accusato di essere un «incompetente», un «perditempo» e anche «un giocatore d' azzardo». Qualcuno addirittura aveva paragonato il governo di Atene a un gruppo di sfaccendati seduti ad un bar di fronte al mare che fumano e sognano la rivoluzione mondiale.
A questo punto diventa sempre più difficile scommettere sulla Grecia nell'euro. L'intervista di Varoufakis somiglia molto ad un "pizzino". Un segnale ai colleghi dell' Eurogruppo nel quale minaccia di rivelare il contenuto delle conversazioni e quindi il loro potenziale offensivo nei confronti del popolo greco. Una maniera spregiudicata per crearsi un alibi e, se dovesse finire male, indicare i colpevoli agli occhi dell'opinione pubblica: i cattivoni dell'Eurogruppo. Difficile sapere come finirà. Si parla di un possibile prestito-ponte per consentire alla Grecia di arrivare a settembre. I tedeschi, però, appaiono sempre più insofferenti. Berlino ha fatto sapere ai partner (e anche a Mario Draghi) che non saranno tollerate altre forzature sui trattati. L'euro danza sul ciglio del burrone. I mercati, come tutti, trattengono il fiato. Resta da capire come può andare avanti l'unione fra registrazioni abusive e minacce.
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