Fatto quotidiano, l'azionista magistrato Bruno Tinti scrive per email: "Quel giornale è una lettura insopportabile"
Basta un attimo di distrazione e una rubrica indirizzi un po' incasinata perché un'email vada a finire alle persone sbagliate, o almeno indesiderate, così da far emergere verità inconfessabili. La svista clamorosa è successa all'ex magistrato Bruno Tinti, collaboratore del Fatto quotidiano, di cui è stato fondatore e azionista con l'8% di quote in tasca. Un'email privata di Tinti diretta a un amico è diventata pubblica a sua insaputa, avendola ricevuta qualche migliaio di magistrati.
La gaffe - Tinti scrive rivolgendosi all'ex collega Felice Lima, riporta Dagospia, e gli comunica di averlo inserito in una ristretta cerchia di destinatari dei suoi articoli in anteprima: "Se ti va - scrive Tinti - li puoi leggere senza comprarti il Fatto che, almeno per me, è diventato una lettura insopportabile". Peccato però che l'email non sia arrivata soltanto a Lima, ma a tutti gli iscritti alla mailing list dell'Associazione nazionale magistrati. E neanche a dirlo, quando una cosa del genere finisce nelle mani delle toghe, difficile che al Fatto non lo vengano a sapere. Una bella botta di imbarazzo per il giornale diretto da Marco Travaglio, già in fibrillazione per la prossima quotazione in Borsa. Se al Fatto cercavano un testimonial per la pubblicizzare lo sbarco a piazza Affari, forse è il caso di estendere la ricerca fuori dalla cerchia degli ingrati azionisti alla Tinti.
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