Anselma Dell'Olio: "Detesto l'8 marzo, è demagogia. Il movimento femminista? Svuotato"
Buona festa della donna. Ma non per tutte. "Io detesto l'8 marzo", attacca Anselma Dell'Olio, giornalista, autrice di teatro, femminista e moglie di Giuliano Ferrara. "Lo detesto come feste e come giorno perché dimostra che gli altri 364 sono appannaggio dei maschi", spiega in un'intervista a Il Giorno. Dunque il dito puntato contro Sergio Mattarella, anche lui colpito dalla "degenerazione demagogica dell'8 marzo" (il riferimento è alla frase con cui il Capo dello Stato ha lodato il lavoro silenzioso delle donne). La signora Ferrara aggiunge: "La demagogia ha raggiunto l'acme con le proteste di Se non ora quando, che hanno cancellato una delle conquiste delle femministe della prima ora; la libertà delle donne di fare del proprio corpo ciò che vogliono".
Quale femminismo? - Secondo la Dell'Olio "bisogna ristabilire cos'è il femminismo. La verità - aggiunge - è che i maschi ci hanno scippato anche la forza propulsiva del movimento, con la teoria del gender". In che senso? "Il matrimonio gay - puntualizza - è diventato un'urgenza sociale solo quando la battaglia è stata portata avanti dai maschi. Le lesbiche non sono mai riuscite a sfondare il muro del silenzio sul problema. Quando i maschietti si sono fatti avanti, il matrimonio gay è diventato un'icona di libertà". Il femminismo dunque è morto? "E' svuotato di senso, che è peggio". La Dell'Olio conclude: "E' il movimento femminista che ha perso forza, non la spinta individuale delle donne".
Nessun commento:
Posta un commento