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venerdì 20 febbraio 2015

"Mi sbattono in galera per 15 anni" Dramma Cav: perché rischia grosso

Silvio Berlusconi di nuovo accerchiato dalle toghe: "Rischio 15 anni di galera"





Qui rischio 15 anni di carcere". Una frase pronunciata da Silvio Berlusconi e che tradisce tutta la sua paura: l'assedio delle toghe è ricominciato. E chissà che non c'entri qualcosa quanto accaduto nella corsa al Colle e che non c'entri qualcosa la conseguente "fine" (forse) del Patto del Nazareno. Ma tant'è, ora Silvio teme la gattabuia. Sul tavolo ci sono diverse questioni, a partire dalle perquisizioni eseguite ai danni delle Olgettine degli ultimi giorni: un chiarissimo segnale del fatto che le procure non indietreggiano neppure di un millimetro. Poi le accuse di aver continuato a pagare le ragazze pur di ottenere il loro silenzio. Il cerchio si stringe, insomma, tanto che il leader di Forza Italia ha preferito restare a Milano, senza mai farsi vedere negli ultimi giorni nella residenza romana di Palazzo Grazioli.

Cupo e pessimista - Chi ha avuto modo di incontrarlo, parla di un Berlusconi cupo e pessimista. E non solo per la polveriera che è il suo partito, con la rivolta di Raffaele Fitto e le dimissioni di massa delle ultime ore. Come detto, la vera paura è la condanna giudiziaria, l'eterna vendetta togata. Ma, si diceva, quella frase choc: "Rischio 15 anni di carcere". Una battuta, ma fino ad un certo punto. Oltre al processo Ruby-ter - incombente -, c'è Napoli e la presunta compravendita dei parlamentari, quindi il processo a Bari, quello di Tarantini e l'ape regina Began, tanto per intendersi. Un mix micidiale che rischia di travolgere Silvio.

Misure restrittive? - Sul calendario del leader di Forza Italia è segnata con un circoletto rosso la data dell'8 marzo, quando dovrebbe riacquistare la libertà per il termine dei servizi sociali imposti dalla condanna Mediaset. Ma solo due giorni dopo, il 10 marzo, la Suprema Corte deve pronunciarsi sull'assoluzione in Appello per il primo grado del processo Ruby (i reati contestati sono concussione e prostituzione). E le notizie degli ultimi giorni - tra pagamenti e perquisizioni - potrebbero spingere le toghe ad annullare l'assoluzione con rinvio. Infine, per il Cav, un altro incubo: teme di nuovo per la sua libertà personale. Già, perché i pm di Milano potrebbero essere orientati a chiedere ulteriori misure cautelari per evitare ogni contatto e presunto pagamento delle olgettine.

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