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giovedì 12 febbraio 2015

Fitto come Fini: "Che fai, mi cacci?" Ultimatum del Cav: "Hai 15 giorni..."

Silvio Berlusconi, ultimatum a Raffaele Fitto. E lui: "Mi cacci perché ho ragione?"





Lo scontro in Forza Italia tra Silvio Berlusconi e Raffaele Fitto si arricchisce di un nuovo drammatico capitolo. Un capitolo che ricorda molto da vicino il celeberrimo "che fai, mi cacci?" scandito da Gianfranco Fini poco prima di essere cacciato. Già, perché il Cavaliere lancia un ultimatum: "Fitto ha una settimana, due al massimo, per decidere se stare dentro o fuori da Forza Italia". Così il leader degli azzurri nel corso della riunione dei gruppi.

Nota di fuoco - Pronta la replica del dissidente: "La domanda nasce spontanea, dopo l'ipotesi di una nostra cacciata. Perché? Perché facciamo opposizione? Perché abbiamo avuto ragione sulle riforme e, purtroppo, su tutto il resto? Perché mentre era in corso il gruppo del Senato sono corso a Palazzo Grazioli per invitare Berlusconi a non dare l'ok alla legge elettorale prima del voto per il Quirinale? Perché troviamo surreale il passaggio in due giorni da Forza Renzi a Forza Salvini? Dunque, processo popolare? Caro Presidente, meglio esserti antipatico e non abile nello sport dell'ossequio a corte, ma utile e sincero. Te lo dico con amarezza: stai ancora una volta sbagliando tutto". Questa la pirotecnica nota diffusa da Fitto.

Il ruolo del Minzo - Stando alle ricostruzioni, la linea anti-Fitto del Cav inizialmente sarebbe stata ancora più dura. Erano due le ipotesi sul tavolo. La prima: avrebbe voluto deferire l'ex governatore e i suoi fedelissimi, ma per Statuto, in assenza dei probiviri, è impossibile farlo. La seconda: avrebbe ipotizzato anche di sospenderli per tre mesi, reiterabili attraverso un voto del comitato di presidenza. Come detto, poi, sarebbe passata la "linea soft", quella dell'ultimatum. E questo anche grazie all'intervento di Augusto Minzolini, che avrebbe sottolineato la necessità, in questo momento, di lavorare per l'unità ed evitare decisioni precipitose. Berlusconi avrebbe dunque accettato di affidare all'ex direttore del Tg1 il compito di fare da collettore di possibili proposte di mediazione.

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