L'asse Berlusconi - Salvini può mangiarsi metà M5S
di Tommaso Montesano
L’embrione della nuova, futura coalizione di centrodestra. Nel medio periodo in grado, attraverso il recupero di metà dell’elettorato del M5S e di parte degli astenuti, di superare il 35%. Ecco dove può arrivare, secondo i sondaggisti, la ritrovata alleanza tra Forza Italia e Lega. «Per il centrodestra è un buon inizio. Anche perché è l’unicio possibile», osserva Alessandro Amadori, direttore di Coesis Research. «Adesso il centrodestra torna a giocare la partita», aggiunge Nicola Piepoli, presidente dell’omonimo istituto di ricerca.
Solo quattro mesi fa, in campo c’era una sola squadra: quella di Matteo Renzi. «Il distacco tra il centrosinistra e il centrodestra era di quasi quattordici punti», ricorda Piepoli: «44% contro 30,5%». Ora la distanza si è assottigliata. Per merito di Matteo Salvini. «Forza Italia vale l’11,5%; la Lega e la lista Noi con Salvini si attestano al 15,5%. Aggiungendo a queste due forze il resto dei partiti di centrodestra, ovvero Fratelli d’Italia (3,5%) e Area popolare (5%), l’ipotetica coalizione arriva al 35,5%», fa di conto Piepoli. Ovvero sei punti percentuali in meno rispetto al centrosinistra, al cui interno sono però comprese le intenzioni di voto di Sel, che difficilmente confluirà nel listone unico imposto dall’Italicum.
Certo, nel centrodestra prima bisognerebbe trovare un punto d’incontro, e l’impresa oggi pare ardua, tra centristi di Angelino Alfano e Lega, ma almeno sulla carta si assiste a «un riequilibrio tra le due coalizioni grazie all’ascesa della Lega», sostiene Piepoli. Numeri che arrivano proprio nel giorno in cui Forza Italia e il Carroccio siglano l’accordo per le elezioni regionali di primavera. Un’alleanza ritrovata che potrebbe fugere da trampolino di lancio per il centrodestra che verrà. «Nel medio termine, 2016/2017, l’unica soluzione per il centrodestra si chiama modello federativo», spiega Amadori.
Berlusconi - Con Berlusconi chiamato a recitare la parte di federatore. «Serve un Ulivo di centrodestra, in cui tutti i soggetti della coalizione sono chiamati a recitare la loro parte», afferma il numero uno di Coesis Research. Il Cavaliere, tanto per cominciare, dovrebbe giocare da «king maker, progettista della nuova casa». Invece Salvini, che pur andando a gonfie vele nei sondaggi «non avrebbe comunque l’esercito per battere Matteo Renzi da solo, troverebbe posto in un contenitore più ampio dove battersi». Gli stessi partiti più piccoli della coalizione, Fratelli d’Italia e Ncd, «avrebbero convenienza ad aderire, pena la loro marginalità al di fuori della coalizione». Sondaggi alla mano, la base di partenza è buona. «Anche con i numeri attuali, da qui al 2017 il divario potrebbe essere recuperato», sostiene Amadori. «L’elettorato grillino è mobile e la dimostrazione sta nel pessimo risultato che il M5S raccoglie nelle elezioni amministrative. Metà del 18% di cui sono attualmente accreditati i grillini potrebbe essere recuperato dall’asse FI-Lega. Nel mercato politico valgono le regole del commercio: è più facile recuperare un vecchio cliente che conquistarne uno nuovo». L’unione fa la forza. «Il centrodestra è risalito grazie a Salvini, ma il leader del Carroccio da solo non basta», avverte Piepoli, secondo cui oltre Lega e Forza Italia serve «un terzo elemento catalizzatore». In serata a fotografare la situazione arrivano i numeri di Emg per La 7: la Lega è il primo partito del centrodestra con il 15,2% e Fi insegue con il 12,4%. Tra le due coalizioni, il distaccio per l’istituto di Fabrizio Masia è pari a poco meno di otto punti.
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