Il blog di Beppe Grillo è in crisi e crolla nelle classifiche internazionali
di Giovanni Ruggiero
È finita la cuccagna per il blog di Beppe Grillo. Le pagine del Blog, quello con la maiuscola che per gli attivisti del Movimento 5 stelle era una specie di Gazzetta Ufficiale, ora se lo filano in numero sempre più basso. Sembra ieri quando beppegrillo.it se la giocava nella top ten mondiale, primo incontrastato in Italia e poco distante da colossi come Cnn, Bbc e Usa Today.
Il settimanale Oggi ha confermato il picco in discesa delle visite grilline certificato da Alexa.com (gruppo Amazon), specializzato nel monitoraggio del traffico dei siti web e nello stabilire il global rank di uno sito in partnership con Google, insomma la sua popolarità nel mondo. Negli ultimi tre mesi, il Blog ha perso 1,289 posizioni nella classifica generale di alexa.com, il sito sul quale siete ora, liberoquotidiano.it, ne ha guadagnate 277 nell'ultimo trimestre ed è circa 3 mila posti più avanti del blog pentastellato. Il Corriere della sera cita i dati di un altro sito di monitoraggio del traffico web, Traffic Estimate, secondo il quale le visite sono passate da 5 milioni di giugno 2014 ai 2,2 di gennaio 2015.
La fuga di visite e quindi di click alle inserzioni pubblicitarie è evidente, il dubbio rimane sulle cause. O meglio, su cosa più di altro abbia potuto scoraggiare il "popolo della rete" a frequentare altri lidi. Le contestazioni alla gestione del sito della ditta Grillo-Casaleggio non sono mancate. Prima Milena Gabannelli ha osato fare le pulci ai fondatori del M5s chiedendo che fine facessero i soldi (ora molti meno di allora visto il traffico ridotto) frutto della pubblicità ospitata sulle pagine del blog. Ecco proprio la pubblicità potrebbe essere un'altra causa del crollo: tanta, troppa, invadente e inevitabile. Come quando si viaggia sui voli low cost mentre gli assistenti di volo cercano di venderti gratta e vinci e profumi.
C'è poi chi nel Movimento non apprezza il mix di post politici, comunicati ufficiali, avvisi perentori, post sulla parte verde della patata da non mangiare e telefonate registrate di nascosto tra parlamentari per vendetta, come è successo alla malcapitata Mara Mucci e al deputato di Scelta civica Mariano Rabino.
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