Crolla la fiducia in Renzi. E Berlusconi sorpassa Grillo
di Sergio Rame
Gli italiani hanno sempre meno fiducia nel premier: perde altri due punti. Nuovo balzo in avanti della Lega che schizza al 9,4%. Ma solo il 39% degli elettori del centrodestra lo vorrebbe come leader. E l'83% degli italiani silura Grillo: "Siamo stufi anche del M5S". Gli italiani non si fidano più di Matteo Renzi. Secondo un sondaggio di Ixè trasmesso oggi da Agorà, in una sola settimana il gradimento del premier è sceso dal 43 al 41% perdendo così un altro paio di punti.
Lo scorso 10 ottobre veleggiava oltre il 50%. Percentuali ancora alte, per carità, ma che aprono una crisi tutta interna al governo e al Partito democratico che devono fare i conti con questo crollo nelle quotazioni del frontman fiorentino. Ma la vera novità del sondaggio è il crollo di Beppe Grillo e sorpasso di Silvio Berlusconi. Per la prima volta da mesi la fiducia nel comico genovese è, infatti, inferiore a quella in Silvio Berlusconi: il 15% contro il 16%.
Dopo l’ottimo risultato nelle elezioni regionali in Emilia Romagna, la Lega Nord continua a crescere nelle intenzioni di voto. Ora è data al 9,4%. Nell'ultima settimana è cresciuta di un altro 0,4%. Pressoché stabili il Pd (38%), i Cinque Stelle (19,6%) e Forza Italia (14,8%) mentre cresce sensibilmente la quota del "non voto" che, in sette giorni, è passata dal 35,9% al 38,2%. A fare da contraltare alla stima elettorale c’è il calo di due punti nella fiducia in Renzi e nel governo. L'Esecutivo gode, infatti, la fiducia del 39% contro il 41% registrato la scorsa settimana. Quanto alla classifica sulla fiducia nei leader, Renzi resta primo con il 43%, seguito da Giorgio Napolitano con il 39%, Matteo Salvini con il 24%, Berlusconi con il 16% (+1%), Grillo con il 15% (-1%), Alfano con il 13%.
Mentre continua a crescere il "partito del non voto", Ixè ha interrogato gli elettori dell’Emilia-Romagna sulle ragioni dell’astensione. Secondo il sondaggio è stata in larga parte causata da una sfiducia complessiva nella politica. Il 48% dei non votanti ha, infatti, spiegato in questo modo la scelta del non voto di domenica scorsa. Quanto all’approccio che Renzi dovrebbe tenere sulle riforme a fronte dell’astensionismo, il 49% degli elettori totali e il 48% di quelli del Pd chiede al premier più determinazione nelle riforme. Leggermente nferiore la quota di chi chiede più concertazione: il 41% degli elettori totali e il 45% dei democrat.
Da notare anche il risultato del sondaggio sull’eventuale leadership del centrodestra di Salvini e sulla frattura nel M5S. Il leader della Lega ottiene il sì del 39% degli elettori di centrodestra, del 42% di quelli di Fi e un sonoro 88% di quelli leghisti, mentre i "no" sono rispettivamente il 48, il 55 e il 9%. Quanto ai Cinque Stelle l’83% degli elettori totali e il 22% degli elettori pentastellati concorda con il sindaco di Parma Federico Pizzarotti che qualche giorno fa ha dichiarato: "Gli italiani sono stufi anche del Movimento 5 Stelle". Insomma, sembra che l'aria stia cambiando.
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