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venerdì 17 ottobre 2014

L'olfatto dei moscerini per riconoscere esplosivi e droghe

L'olfatto dei moscerini per riconoscere esplosivi e droghe



Uno studio britannico ha evidenziato la capacità della drosofila di riconoscere, tramite il fiuto, la presenza di bombe e droghe: si cerca di riprodurre un naso elettronico i cui sensori siano ispirati alla capacità dell'insetto. 

Andare al supermercato o al mercato per comprare la frutta per tutta la famiglia risulta un'abitudine salutare e apprezzabile: tuttavia occorre fare attenzione se viene lasciata per troppo tempo in cucina a fermentare e maturate poiché, oltre al problema della possibile putrefazione che induce a sprecare e gettare nell'immondizia alimenti gustosi e nutrienti se consumati freschi, in breve si può ritrovare la casa invasa dai fastidiosi moscerini della frutta. Conosciuti anche come drosofila, questi minuscoli insetti riconoscono nell'uva, nei datteri, nei limoni e nelle prugne in decomposizione l'ambiente naturale per cibarsi e deporre le larve: per questo, tali animaletti sono considerati particolarmente sgradevoli oltre che piuttosto pericolosi per la nostra salute.

Ciò nonostante, non tutti sanno che la drosofila rappresenta da un po' di tempo un prezioso alleato per la ricerca. Il moscerino della frutta è infatti un organismo modello, ovvero sia uno dei più studiati in biologia: il sequenziamento del suo genoma è stato completato nel 1998, risultando a sorpresa piuttosto simile a quello umano. Il 60% delle patologie genetiche che colpiscono gli esseri umani possono presentarsi anche in questo insetto, rendendolo un modello per studiare i processi dei meccanismi neurodegenerativi tipici del morbo di Parkinson, morbo di Alzheimer, corea di Huntington, ma anche diabete e tumori.

Qualche mese fa, i moscerini della frutta erano stati protagonisti di uno studio condotto dai ricercatori dell'Università di Tor Vergata, in collaborazione con i colleghi tedeschi dell'Università di Costanza e pubblicato sulla rivista Nature: secondo questa sperimentazione l'olfatto della drosofila, opportunamente modificata geneticamente, sarebbe in grado di identificare la presenza di tumori. Il fiuto dell'insetto assurge al ruolo di primo attore anche in una nuova ricerca, concepita dagli scienziati britannici dell'Università di Sussex e pubblicata sulla rivista Bioinspiration & Biomimetics, che vorrebbero metterlo a disposizione per la creazione di nasi elettronici che possano individuare e riconoscere armi terroristiche come bombe, ma anche droghe e vini.

Tale studio ha scoperto, con innegabile sorpresa, che l'olfatto della drosofila risulta molto sensibile all'odore di esplosivi e stupefacenti, poiché piuttosto simile a quello della frutta in fermentazione: questo grazie a venti diversi recettori, individuati in una specifica parte del suo cervello, che riescono ad identificare 36 sostanze chimiche legate al vino e 35 sostanze chimiche legate a materiali pericolosi presenti nelle droghe, negli esplosivi e nei prodotti di combustione in generale. L'applicazione a lungo termine di tale scoperta sarebbe quella di concepire appunto un naso elettronico in grado di svolgere vari compiti, tra cui il riconoscimento della qualità degli alimenti e la rilevazione della presenza di stupefacenti o bombe come strumento antiterrorismo: si tratterebbe di un sensore biologico notevolmente più preciso di quelli attualmente in utilizzo e in commercio, creati a partire da ossidi di metalli. Nonostante la peculiarità dello studio, non si tratta del primo esperimento che tenta di sfruttare il fiuto degli animali: da tempo la comunità scientifica ha confermato che i cani, opportunamente addestrati, possono odorare la presenza di cellule cancerogene all'interno dell'organismo, tanto che alcuni cuccioli sono da tempo impiegati in corsia a fini diagnostici. 

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