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martedì 14 ottobre 2014

Grillo contestato a Genova: "Vieni per farti fare le foto"

Grillo contestato a Genova: "Vieni per farti fare le foto"

di Sergio Rame 


Gli angeli del fango: "Qui c’è tanto da fare, vieni a spalare". Il comico: "Ci sono già i parlamentari". E si becca un "vaffa"



Grillo cavalca l'alluvione e fa una passerella al Museo di Storia naturale di Genova. L'ira dei volontari: "Mettiti a spalare anziché parlare oppure vattene". Lui ribatte: "Siamo dalla stessa parte". Ma si prende i "vaffa" dai volontari. "Vieni qua, ti metti un po' di fango e ti fai fare le foto...". Quello degli "angeli del fango", chini nella melma e nei detriti fino alle ginocchia, affaticati a spalare il liquame limaccioso che devasta la città, è uno schiaffo che brucia.

Perché nasce dalla disperazione della gente. Quella disperazione di chi non ne può più di uno Stato inefficente e incapace. Quando aveva deciso di visitare le strade della "sua" Genova infestate dall'ultima alluvione, Beppe Grillo non avrebbe mai pensato di essere travolto da una sacrosanta contestazione. Perché, agli occhi dei volontari che da giorni combattono contro il maltempo d'autunno, il leader del Movimento 5 Stelle non è da meno degli altri: sfrutta una tragedia per un paio di fotografie da lanciare sui quotidiani.

"Non sono qui per fare passerelle", assicura Grillo a bordo dello scooter. Eppure non è così. Lo circondano i flash dei fotografi e gli obiettivi dei cameramen. E, quindi, è inevitabile che agli "angeli del fango", i volontari che stanno ripulendo Genova da cima a fondo, saltino i nervi. Non gli va di fare da sfondo a un servizio giornalistico, mentre si spaccano la schiena a spalare fango e destriti. Non se la sono cercata, loro, l'ennesima alluvione. Sono anni che chiedono, inascoltati, aiuto allo Stato. In tutta risposta ricevono promesse, lungaggini burocratiche, premi in denaro ai dirigenti che dovrebbero controllare ma non controllano, fondi da decine di milioni di euro bloccati dal Tar. Grillo ci ha provato, a metterci la propria faccia sugli "angeli del fango" mentre faticano per strada. All'ingresso del Museo di Storia naturale in via Brigate Partigiane un giovane volontario lo blocca subito: "Qui c’è tanto da fare, vieni a spalare anziché parlare". "Siamo dalla stessa parte, ci sono già i nostri parlamentari - replica il comico genovese - piuttosto andate a fare spalare Renzi". Una frase che non piace affatto ai giovani chini nel fango: "Vaffanculo".

Nonostante i "vaffa", Grillo non si sporca le mani. Non impugna la pala, non aiuta i volontari. Se ne guarda bene. "Che devo fare? Io ho mobilitato persone, mi sono preso i 'perché non spali?' - replica, stizzito, il guru dei Cinque Stelle - ci sto, se vi fa piacere prendervela con la politica - si batte le mani sul petto - io sono la politica. Sfogatevi con me". E a quelli gli fanno osservare che vorrebbero un corretto funzionamento delle istituzioni, ciascuna nel proprio ambito, ribatte: "Ma non lo fanno...". "È la mia città, siete i miei concittadini" è il refrain di Grillo che, più volte, rischia di perdere la pazienza con i giovani che lo contestano più apertamente. "Siamo dalla stessa parte", ripete mentre rimette in moto lo scooter. Ma non è così. Lui, il comico, scappa via. Loro, i volontari, rimangono lì. A sudare nel fango.

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