Ocse e S&P bocciano l'Italia: "La ripresa non arriverà"
Per l'Italia una bocciatura dietro l'altra. L'ultimo schiaffo a Matteo Renzi è quello dell'Ocse, che ha drasticamente tagliato le stime di crescita del Belpaese. Nel rapporto economico diffuso oggi, l'organizzazione prevede per il 2014 un calo del Pil della penisola dello 0,4% contro il +0,5% indicato nell'outlook semestrale dello scorso maggio. Anche per il 2015 la revisione al ribasso è drastica: le stime puntano ora a +0,1% contro il +1,1% pronosticato la scorsa primavera. Nel dettaglio, quelle relativa al Pil italiano sono le revisioni più pesante del rapporto (che è un aggiornamento tra gli outlook semestrali) e l'Italia è l'unico paese in recessione tra i big. L'Ocse ha tagliato per altro le prospettive anche degli altri paesi del G7. Il Pil tedesco è atteso in crescita dell'1,5% sia quest'anno (dall'1,9% indicato a maggio), sia il prossimo (dal +2,1%). Per l'insieme dell'Eurozona la crescita attesa quest'anno è ridotta a +0,8% (da +1,2%) e a +1,1% (da +1,7% il prossimo).
Il report vede nero - L'organizzazione, nel bollettino, rimarca: "Vista la debolezza della domanda, la flessibilità all'interno delle regole europee dovrebbe essere utilizzata per sostenere la crescita". Inoltre, per l'Ocse, in parallelo "il continuo fallimento dell'economia globale nel generare una crescita forte, equilibrata ed inclusiva sottolinea l'urgenza di sforzi di riforma ambiziosi". Resta deludente anche il recupero dell'Eurozona, "specialmente nei Paesi più grandi: Germania, Francia, Italia". Nel report si legge anche che "la ripresa in alcune economie periferiche è incoraggiante, altri Paesi fronteggiano ancora sfide strutturali e di bilancio, insieme al peso di un alto debito".
Schiaffo pure da S&P - Altre cattive notizie arrivano da Standard & Poor's, che taglia le stime di crescita del'Eurozona e prevede che l'economia italiana resterà al palo nel 2014. Se prima stimava un +0,5% del Pil italiano, ora abbassa l'asticella a zero. Al ribasso vengono riviste anche le stime di Francia (a +0,5% da +0,7%) e Olanda (a +0,8% da +1%), mentre restano invariate quelle di Germania (+1,8%), Spagna (+1,3%) e Belgio (+1,1%). Infine, per Renzi, gli schiaffoni del Financial Times, secondo il quale "l'Italia teme il vento freddo della deflazione". Con questo titolo il quotidiano della City londinese riassume la situazione dello Stivale in un'analisi sulle sofferenze dell'Eurozona. "La comparsa della deflazione in Italia - continua il Ft - suggerisce una preoccupante diffusione dalla Spagna, un'altra economia perimetrale dell'Eurozona, che ha rialzato la testa quest'anno".
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