Governo, ecco il piano di Renzi dopo i dati sulla recessione
Dopo il disastro si corre ai ripari. Il dato della crescita negativa che inchioda il governo alla recessione all'orizzonte arriva come una doccia fredda sulla testa di Renzi. Così è inevitabile l'arrivo di tagli e risparmi per 16 miliardi per prevenire le critiche dell’Europa e andare eventualmente a elezioni anticipate senza il peso di una vera, vistosa, manovra correttiva. Sarebbe questo il piano di Matteo Renzi per reagire a un quadro economico che potrebbe farlo saltare dalla poltrona di palazzo Chigi. Non sarà una vera e propria manovra, ma le misure che prepara il governo le pagheranno caramente gli italiani. I punti del piano di "rientro" del governo secondo alcune indiscrezioni raccontate da Dagospia sono chiari.
Tagli a detrazioni e pensioni - La prima mossa sarà il taglio delle detrazioni fiscali che tradotto in italiano significa aumento delle tasse. Poi sarà il turno dei pensionati. La seconda macro-misura sarà un intervento sulle pensioni più ricche a cominciare da quelle che superano i 3mila euro. Si tratta di un terreno scivoloso, perché non è facile per nessuno indicare quali sono gli assegni “d’oro” e poi limarli di, si ipotizza, un 5-10%. La terza mossa sarà probabilmente una spending review nei ministeri. Renzi darà a ogni singolo dicastero il compito di tagliare una certa percentuale del proprio bilancio e saranno obiettivi ognuno diverso dall’altro. Ma dopo il fallimento del piano Cottarelli è difficile prevedere l'esito dei tagli a Palazzo.
Strada in salita - Con tutti questi interventi, Palazzo Chigi mira a risparmiare 16 miliardi, tenere i conti in ordine ed evitare che da Bruxelles arrivino tirate d’orecchie o, peggio, ultimatum. La figuraccia ormai è fatta. Renzi è a un bivio: fare marcia indietro sulle promesse di crescita e continuare a governare, oppure chiedere il voto anticipato. Ma l'appuntamento col rigore a quel punto sarebbe solo rimandato.
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