Depardieu: i registi italiani sono tutti comunisti
Gérard Depardieu intervistato dal Corriere della Sera, sarà protagonista al Festival di Spoleto con lo spettacolo Love Letters di Gurney. "E' uno spettacolo molto intimista, siamo solo in due sul palco, Anouk Aimée e ol sottoscritto". Poi parla di tasse e dell'accusa di aver preso la cittadinanza russa per evitare di pagare le tasse: "Non sono andato a Mosca per evadere le tasse ma perché Putin mi ha dato un passaporto e perché mi piace la letteratura russa. Non è una questione di soldi, io vengo dalla terra, sono nato povero sai che me ne frega dei soldi. Amo più di tutto l'Italia e la Russia dove non conosco nessuno, specialmente i giornalisti. In Francia dicono che Putin è un dittatore, io dico solo che cerca di fare il meglio per il suo Paese. Intanto in Francia hanno ucciso i piccoli agricoltori, quanto alla cultura ad Avignone gli attori protestano...Non ci sono più i Festival in Francia, solo bagarre.. Bisogna viverci in un Paese prima di criticarlo". Poi l'affondo sui registi italiani.
La politica - Parlando di Ettore Scola che lo ha accusato di essere un evasore fiscale e che per lavorare insieme deve esserci stima reciproca, lui risponde. "Abbiamo un progetto per un film, una bellissima storia di cui non voglio parlare. Prima Scola non voleva farlo perché lo produceva Berlusconi e ora non so. Non credo che troveremo i soldi. Amo Ettore Scola anche se mi ha crtiticato. Io non sono né di destra né di sinistra glielo dissi tanto tempo fa a Bertolucci, voi registi italiani siete tutti comunisti, avete case dappertutto. Mi rispose che in Russia è pieno di Mercedes. Io sono un essere vivente, mi piace la vita. Sono un cittadino del mondo, in Russia sono un viaggiatore e basta".
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