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giovedì 29 maggio 2014

Riforma del catasto, stangata in arrivo

Riforma del catasto, stangata in arrivo

di Francesco De Dominicis 




Circa 62 milioni di immobili che oggi, per lo Stato, valgono 36 miliardi di euro. Stiamo parlando delle case degli italiani (imprese e famiglie) che a stretto giro saranno passate ai raggi X dal fisco per una delle operazioni più attese e complesse della storia italiana. E quella cifra potrebbe crescere sensibilmente, con tutto quello che ne consegue sul versante delle tasse (in più) da pagare. Entra infatti nel vivo a giorni la «riforma del catasto» che sulla carta è a «costo zero», nel senso che non aumenterà il gettito complessivo, ma nel cambio degli equilibri (prelievo maggiore per alcuni immobili, in calo per altri) qualcuno potrebbe essere vittima di fregature.

Fatto sta che manca davvero poco. Il velo sta per essere alzato. L’agenzia delle Entrate e il governo metteranno nero su bianco il provvedimento (un decreto attuativo della legge delega approvata dal Parlamento) col quale saranno formalmente create le commissioni censuarie incaricate di elaborare l'algoritmo necessario, appunto, alla revisione delle rendite catastali. Nel dare l’annuncio, il numero uno del Catasto italiano, Gabriella Alemanno, ieri ha spiegato che l’operazione potrebbe durare fino a 5 anni: vanno censiti, come accennato, milioni di immobili, 1,8 milioni dei quali definiti «speciali» (uffici pubblici, capannoni industriali, conventi) e per questi non si ricorrerà all’algoritmo, ma saranno necessarie stime dirette. Dei 36 miliardi complessivi, 24 miliardi riguardano il patrimonio immobiliare ordinario mentre 12 miliardi si riferiscono quello speciale.

L’obiettivo è stoppare i furbetti del mattone, a esempio i proprietari di case popolari nei centri storici delle grandi città. Tutto questo con un meccanismo che porterà alla determinazione della rendita grazia a una formula matematica che metterà in relazione tutte le caratteristiche dell’immobile, dal valore di mercato alla posizione. Le manovre saranno coordinate dall’amministrazione finanziaria, ma nelle commissioni entreranno le associazioni dei consumatori e, soprattutto, Confedilizia (associazione che tutela i proprietari di casa) che avrà il compito, tra altro, di vigilare sulla definizione degli algoritmi e, laddove ci saranno squilibri, potrà «impugnare valori patrimoniali e rendite». Il rischio per famiglie e imprese è una colossale stangata. E gli ingredienti sono pronti: tra tasi, imu e nuovo catasto il mix fiscale può diventare esplosivo.

C’è un altro aspetto su cui si interrogano gli addetti ai lavori. La riforma si sovrappone alla rivalutazione catastale che in alcune grandi città è già partita. A Roma, in particolare, in quartieri prestigiosi come Parioli, Trastevere, Appia Antica, fino a poco tempo fa era ancora possibile trovare case dai valori di mercato alti, ma accatastate come ultra popolari: sono stati allineati al mercato, ma si è trattato di soli 175mila immobili. Una fetta piccolissima nel gigantesco patrimonio immobiliare italiano. Ora nel mirino del fisco.

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