Fisco, da qui a giugno 33 miliardi di tasse: la guida per sopravvivere
di Sandro Iacometti
Sfuggire al fisco, come abbiamo visto nei giorni scorsi, è assai difficile. Soprattutto per chi le tasse cerca di pagarle, facendo i dovuti conti con i morsi della crisi e la giungla di adempimenti a cui la legislazione italiana sottopone tutti i contribuenti. L’inchiesta di Libero partita con le confessioni del finanziere delle Fiamme Gialle sulle direttive imposte a funzionari e pubblici ufficiali incaricati degli accertamenti ha dimostrato che lo stato di polizia fiscale in vigore nel nostro Paese prescinde spesso dalla volontà di combattere l’evasione, ma risponde più all’obbiettivo di raggiungere soglie di incasso predefinite a tavolino. Detto questo, però, conoscere le norme può aiutare a cavarsela. E, in alcuni casi, anche a risparmiare qualcosa. Nei prossimi mesi il lavoro dei contribuenti per ottemperare alle disposizioni di legge sarà duro e intenso. Da qui alla metà di giugno imprese e famiglie dovranno versare nelle casse di Stato e comuni qualcosa come 33 miliardi di euro.
Le scadenze - Due gli appuntamenti principali con cui dovremo fare i conti: la dichiarazione dei redditi (Irpef, Ires e Irap) e la tassazione sugli immobili (Tasi e Imu). Per la prima è prevista una raffica di scadenze. La prima, ieri, per la presentazione del 730 all’ente previdenziale o al sostituto d’imposta. Entro il 3 giugno si dovrà invece consegnare il modello al Caf, mentre il 16 giugno sarà la volta di Unico, la cui presentazione telematica da parte del dell’intermediario dovrà poi avvenire entro il 30 settembre. La data del 16 giugno è quella in cui si incrocia il primo pagamento della nuova tassa sugli immobili. Andranno, infatti, in scadenza, sia l’acconto Tasi che quello Imu, escluse le abitazioni principali. Per Ires e Iarp valgono le stesse scadenze dell’Irpef, con il saldo del 2013 da pagare sempre entro il 16 giugno.
Mobili e case - Risparmiare qualcosa di questi 33 miliardi che dovranno essere versati non sarà facile. Ma qualcosa si può fare, soprattutto sul fronte del meccanismo delle deduzioni e detrazioni. Tra le novità fiscali del 2014 c’è sicuramente il nuovo bonus mobili, in base al quale si potrà portare in detrazione il 50% delle spese sostenute dal 6 giugno 2013 (10 rate, importo massimo 10mila euro) per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici destinati all’arredo di immobili oggetto di interventi di recupero edilizio. Per il bonus ristrutturazioni si tratta di una conferma, con la detrazione prevista al 50% per un importo massimo di 96mila euro (sempre in 10 rate). Non tutti sanno che rientra in questa tipologia di agevolazione fiscale anche il box auto di nuova costruzione, che si potrà portare in detrazione purché reso di pertinenza dell’immobile e acquistato direttamente dal costruttore. Infine, la detrazione per gli interventi di rispermio energetico passa dal 50 al 65%.
Cedolare secca - Sconticino anche per i redditi da affitto. Per i contratti con cedolare secca a canone concordato l’aliquota sostitutiva è scesa dal 19 al 15%. E il prossimo anno si ridurrà fino al 10%. Si tratta di misure compensate dall’incremento della tassazione per chi non opta per la cedolare secca, con la deduzione forfettaria prevista per i redditi da locazione che scende dal 15 al 5%, e il ritorno dell’Irpef sulle seconde case, che sarà pagata nella misura del 50%.
Sgravi - In materia di detrazioni, la buona notizie riguarda sicuramente quella per i figli, che passa da 800 a 950 euro per quelli di eta superiore a tre anni e da 900 a 1.220 euro per gli altri. Per quest’anno entra poi in vigore l’aumento dal 19 al 24% della detrazione per le erogazioni liberali in denaro a onlus e partiti politici. Per il resto, però, la situazione peggiora. Ferme restando tutte le tipologie di spese (sanitarie, interessi passivi del mutuo prima casa, rette asili nido, abbonamenti a palestre) che restano con una detrazioe al 19% e quelle (contributi previdenza complementare e obbligatoria, contributi colf) che sarà possibile dedurre dall’imponibile, da quest’ anno non sarà più possibile abbattere il reddito con il contributo al servizio sanitario inserito nell’Rc auto. Altra novità negativa riguarda le polizze vita, con il limite dell’importo da portare in detrazione che scende da 1.291 a 630 euro.
Tasi e Imu - Sarà un vero e proprio inferno, invece, il capitolo immobili. A pochi settimane dalla scadenza, infatti, nessuno sa ancora nulla. Per capire se il 16 giugno si dovrà pagare o meno la prima rata Tasi e Imu 2014 occorre attendere e vedere se il Comune dove è ubicato l’immobile provvede a fare una nuova delibera oppure no. Per i Comuni che entro il 23 maggio 2014 non delibereranno e pubblicheranno entro il 31 maggio le aliquote Imu i proprietari delle prime case non di lusso non pagheranno l’Imu e salteranno la prima rata Tasi di giugno. A dicembre pagheranno la Tasi in base alle aliquote (tra l’1 e il 3,3 per mille) decise dal Comune. Se invece il Comune delibera l’aliquota Tasi prima del 31 maggio, allora i proprietari di prime case pagheranno al 16 giugno la prima rata con le nuove aliquote. I proprietari di seconde case e altri immobili pagheranno, invece, il 16 giugno il 50% dell’imposta Tasi (quella base dell’1 per mille) e Imu (fino all’11,6% cumulato con la Tasi), indipendentemente dal fatto che ci sia stata o meno, la delibera del Comune.
Redditometro - Discorso a parte meritano le nuove armi in mano al fisco per scovare le dichiarazioni incongruenti. Da qualche settimana sono in viaggio le prime 20mila lettere ad altrettanti contribuenti che, sulla base del nuovo redditometro, sono considerati in odore di evasione fiscale. Si tratta di contribuenti per i quali è stato rilevato uno scostamento superiore al 20% tra reddito dichiarato e spese sostenute nel corso dell’anno. Con la promessa degli agenti del fisco che i controlli non partiranno se lo scostamento sarà inferiore a 12mila euro. Per difendersi da questo strumento l’unico modo è conservare tutto il più a lungo possibile. Dagli scontrini alle ricevute fiscali, fino ad un taccuino in cui annoterete anche la paghetta di vostro figlio o il regalo ricevuto dal lontano parente. Un contributo nell’individuazione delle spese effettuate dai contribuenti arriverà dal nuovo spesometro entrato in vigore il 22 aprile per i commercianti e il 30 per le banche. Da allora i soggetti passivi di Iva dovranno comunicare al fisco tutte le operazioni superiori a 3.600 euro. Per chi non ottemperasono previste sanzioni che vanno da 258 a 2065 euro.
Cartelle - Per chi finirà comunque, malgrado le cautele, nella morsa del fisco ci sono alcuni piccoli «contentini». Il primo è che da oggi, sulla base della media dei tassi bancari, gli interessi di mora dovuti in caso di pagamento delle cartelle esattoriali oltre i 60 giorni dalla notifica scenderanno dal 5,22 al 5,14% su base annua. Poi, con il decreto salva Roma Ter approvato ieri è stata prorogata al 31 maggio la possibilità di pagare le cartelle in un’unica rata senza interessi di ritardata iscrizione a ruolo e senza mora.
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