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giovedì 2 febbraio 2017

Terremoto Pd, licenziati tutti i dipendenti Un disastro: quanti finiscono per strada

Caos Pd, licenziati tutti i dipendenti. Casse vuote, quanti finiscono per strada



"Come è noto la situazione economico-finanziaria della federazione non è solo grave, ma soprattutto irreversibile". Inizia così la lettera inviata oggi ai dodici dipendenti della Federazione di Roma in cui si comunica la decisione di procedere "al licenziamento collettivo. Abbiamo in questi due anni - si spiega nella missiva - tagliato la gran parte dei costi dalle utenze, alla sede della Federazione, ma purtroppo oggi si rende necessaria una misura anche per far fronte alle conseguenze del ritardo accumulato sul pagamento degli stipendi". Il Pd Roma nella missiva che ha la data di oggi spiega che per chi lavora nell’organismo cittadino non ci sono altre alternative. "D’intesa con il Tesoriere nazionale abbiamo avviato la procedura di licenziamento collettivo utile a richiedere la cassa integrazione per i dipendenti della Federazione del Pd Roma, l’unico strumento ormai utile - si legge - a limitare le conseguenze del suddetto ritardo".

Nella comunicazione, firmata dal tesoriere Carlo Cotticelli, si spiega che ci sarà un incontro proprio per spiegare i motivi dell’attivazione della procedura. "Con la legge n.13/2014 e la conseguente abolizione del finanziamento pubblico ai partiti politici si ha l’assoluta necessità di rimodulare l’intera attività con un piano - si aggiunge nella lettera visionata dall’Agi - atto a riequilibrare la precaria situazione economico-finanziaria e ci si trova costretti ad avviare la procedura di licenziamento collettivo"

"Peraltro - si spiega ancora - oltre alla cancellazione del finanziamento pubblico ai partiti, la drastica riduzione delle entrate presenti e future derivanti dalla contribuzione degli eletti all’Assemblea capitolina e degli assessori, esclude la possibilità di attivare l’adozione di strumenti alternativi al licenziamento".

"Abbiamo trovato un milione e pezzo di debiti. Una federazione vive di tessere. Purtroppo il risanamento si fa anche rinunciando ai dipendenti - osserva un dirigente dem del partito a Roma - E comunque questo è l’unico modo per attivare la Cig". Una parte dei dipendenti è composta di parlamentari e consiglieri regionali: "Ci sono - raccontano le stesse fonti - alcuni dipendenti che erano in aspettativa, solo quattro sono realmente in servizio. A Roma c’è una situazione economica del partito che riguarda anche ai circoli - riflette un altro esponente capitolino dem - Alcuni di loro dovranno chiudere per la difficoltà nel pagare gli affitti".

I dirigenti capitolini del partito attendono di capire quando ci sarà il congresso e quale sarà il regolamento. "Al momento - riferisce un deputato dem - si sta chiudendo il tesseramento del 2016, ma è chiaro che un calo di iscritti, legato anche alle difficoltà del partito, si registra come in altre situazione territoriali. La difficoltà economica comunque riguarda tutti i partiti".

La mossa disperata di Matteo Renzi Cosa dà a Bersani per non sparire

Pd, dopo le minacce di Bersani, Matteo Renzi apre alle primarie



Passi il "no" al congresso, che inevitabilmente salterebbe se Matteo Renzi continuasse sulla strada del voto prima dell'estate. C'è una questione di tempi, ma non solo. In questa condizione di caos sia all'interno del partito (sinistra, minacce di scissione, ecc...) sia al di fuori di esso (legge elettorale), Matteo Renzi a dimettersi dalla carica di segretario del Pd non ci pensa nemmeno. E senza le sue dimissioni, dice lo statuto del Pd, niente congresso. Ma la sinistra del partito preme e minaccia: "Ora, dico io, chiamalo come vuoi: congresso, primarie, ma un luogo di confronto e di contendibilità lo chiedo" attacca Brsani.

Insomma, l'ex segretario  Pd e i suoi vogliono contarsi e ad andare al voto così, col segretario Renzi "naturale" candidato alla guida del governo, non ci pensano nemmeno. E così, nella tarda serata (ieri) di una giornata dai toni a tratti drammatici, ecco l'apertura di Renzi, affidata alle parole del fidatissimo Matteo Orfini ospite su Rai3 della trasmissione di Bianca Berlinguer: "Qualora ci dovesse essere una accelerazione nella direzione del voto non faremmo in tempo a fare il congresso, ma se c'è l'esigenza di ridiscutere con quale candidato (premier, ndr) andiamo alle elezioni, come chiede Bersani, potremmo tranquillamente trovare il modo di fare le primarie".

Ufficialmente, nelle ore successive all'apertura, non è giunta alcuna replica. Ma se primarie saranno, è assai probabile che possa essere il governatore della Puglia il "naturale" avversario di Renzi. L'obiettivo realistico non è tanto quello di vincerle, quelle eventuali primarie, ma la minoranza spera di prendere una percentuale più alta dell'ultima volta, ottenendo così più seggi sicuri.

Caos immigrazione, l'Europa si sveglia: "Dobbiamo bloccare la rotta dalla Libia"

Immigrazione, l'Europa si sveglia: "Dobbiamo bloccare la rotta dalla Libia"



L'Unione europea prova a mostrare il pugno duro contro l'immigrazione irregolare. Nel mirino del presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ci sono le ondate di clandestini in arrivo dalla Libia soprattutto sulle coste italiane: "L'Ue ha provato di essere in grado di bloccare le rotte irregolari dell'immigrazione - ha detto da Malta, dove stanno per riunirsi i leader europei - Ora è tempo di chiudere la rotta dalla Libia all'Italia. Ne ho parlato a lungo con il primo ministro italiano Gentiloni ieri e garantisco che possiamo riuscirci. Ci serve la piena determinazione per farlo". 

L'ex premier polacco ha incontrato questa mattina il primo ministro libico Fayez Mustafa Al-Sarraj con il quale ha discusso di un possibile accordo di cooperazione per frenare i flussi migratori: "Abbiamo condiviso l’interesse e la determinazione a ridurre il numero dei migranti irregolari che rischiano la propria vita attraversando il Mediterraneo centrale. Questo non è sostenibile per l’Europa né per la Libia, mentre i trafficanti lasciano annegare la gente e minano l’autorità dello Stato libico per il proprio profitto".

Lo scandalo: Napolitano intercettato Sfregio a Cairo e "dritte" all'indagato

Giorgio Napolitano intercettato con Bazoli: le mani sul Corriere della Sera



Nel marzo 2016 Giorgio Napolitano organizza un incontro tra il suo successore Sergio Mattarella e Giovanni Bazoli, all’epoca presidente di Intesa e attivo nella battaglia per il controllo del Corriere della Sera. Lo rivela Panorama in edicola oggi, riportando i contenuti di un’intercettazione sull’utenza di Bazoli, indagato nell’inchiesta su Ubi banca. La telefonata parte da un’utenza in uso al Quirinale (Napolitano si era dimesso da due mesi). L’incontro Bazoli-Mattarella avrebbe dovuto affrontare "alcuni argomenti urgenti", scrive la Guardia di Finanza che riassume la conversazione.

Tra questi argomenti, la lotta per il controllo del Corriere. Scrivono le fiamme gialle: "Napolitano specifica di aver fatto riferimento (con Mattarella, ndr) anche al dialogo di questi anni tra loro (e cioé tra Napolitano e Bazoli, ndr) e prima ancora con Ciampi. Napolitano dice che questi (Mattarella) ha apprezzato, ed ha detto che considera naturale avviare uno stesso tipo di rapporto schietto, informativo e di consiglio. (...) Napolitano dice speriamo bene, anche perché ha sentito fare (riguardo al Corriere) un nome folle, ovvero di quel signore che si occupa o meglio è il factotum de La 7". Quell'Urbano Cairo che poi le ha messe, le mani sul Corsera.

Dopo la conversazione, il banchiere, passando per la segreteria del Quirinale, fissa un incontro con Mattarella: il faccia a faccia avviene il 27 marzo. Dieci giorni prima, il 17 marzo, l'ex Capo dello Stato è anche oggetto di una conversazione tra Bazoli, azionista del Corsera, e l'allora direttore di Repubblica, Ezio Mauro, la concorrenza: "Se tu lo tieni in mano (il Corsera, ndr) io sono tranquillo", afferma Mauro. Dunque l'invito a Bazoli a "non lavarsene le mani di queste scelte". Poi spunta Napolitano: "La situazione ha ancora un margine di incertezza e ti spiegherò se ci vediamo perché, niente, devo vedere Napolitano...insomma, devo, tengo rapporti con lui".

Sempre lui. Sempre Re Giorgio, che dimostra di avere rapporti consolidatissimi con Bazoli. I due infatti si incontrano al Colle il 13 marzo 2014, quando Napolitano è ancora Capo dello Stato. E ancora, il 15 aprile dello stesso anno, in una telefonata tra il patron di Intesa San Paolo e Gian Maria Gros-Pietro, presidente del consiglio di gestione della stessa banca, Bazoli, notano gli inquirenti, "fa presente che giovedì sarà al Colle per un tema diverso dalle banche". Tre giorni dopo, sempre al telefono con Gros-Pietro, Bazoli "riferisce di essere stato a Roma e di aver avuto un incontro col Colle ed aggiunge 'io gli ho chiesto espressamente ed ho avuto da lui l'assicruazione che quantomeno fino alla fine dell'anno lui rimane. Mi pare una notizia molto rassicurante'...". Le mani di Napolitano, insomma, erano ovunque: Colle, banche, Corriere della Sera.

Perchè un Nutraceutico? La parola al Dott. Francesco Pellegrino / Video

Perchè un Nutraceutico? La parola al Dott. Francesco Pellegrino


di Antonio Licito



Dott. Francesco Pellegrino

Nel video, il Dott. Francesco Pellegrino, spiega le ragioni per considerare un Nutraceutico un'opportunità di salute (i Nutricentici sono principi nutrienti contenuti negli alimenti che hanno effetti benefici sulla salute. Si trovano in natura, ma la trasformazione industriale tende ad azzerarli. I nutraceutici possono essere estratti, sintetizzati e utilizzati per gli integratori alimentari, oppure addizionati negli alimenti. Più raro è trovarli negli alimenti in maniera naturale e in quantità sufficienti ad ottenere dei benefici). Il video è stato commissionato da un' Azienda di Nutraceutici per affermare le ragioni di una confidenzialità radicata della salute riconducibile ad un buon introito nutrizionale.

È ‘Kemioamiche’ il docureality che dà voce alla voglia di vivere

È ‘Kemioamiche’ il docureality che dà voce alla voglia di vivere


di Matilde Scuderi



Raccontare la lotta delle donne contro il tumore al seno: questo è lo scopo di 'Kemioamiche', un docureality di sei puntate in cui le protagoniste si raccontano con un pizzico di ironia e con grande coraggio. Il programma è stato prodotto da Kimera Produzioni per Tv2000 - canale 28, 140 Sky, 18 Tivùsat - e Real Time, canale 31 del Gruppo Discovery Italia. La prima puntata andrà in onda su entrambe le emittenti, alle 22.10, sabato 4 febbraio in occasione della giornata mondiale contro il cancro mentre le successive verranno trasmesse da Tv2000 in prima serata il martedì a partire dal 7 febbraio e su Real Time a marzo.

'Kemioamiche' è il nome della chat whatsapp creata da  Laura per condividere le proprie sfide quotidiane con Alessandra, Carmen, Elisabetta, Giulia, Laura, Manuela, Stefania, Valentina e Vanda - tutte protagoniste della serie - nella convinzione che i momenti più difficili possono e devono essere affrontati insieme, perché l’unione fa la forza. Sono donne che hanno vite diverse, ognuna con la propria famiglia e il proprio lavoro, ma sono accomunate dalla scoperta di un cancro al seno. A 'Kemioamiche' raccontano lo smarrimento che segue la diagnosi della malattia, la paura che accompagna l’inizio di un percorso non facile, il terrore di non farcela, la speranza della guarigione. Le loro storie si intrecciano durante la chemioterapia, passaggio efficace e fondamentale per la cura del tumore al seno ma che le espone a ulteriori prove: la debolezza fisica, i malesseri, la sospensione temporanea della normale vita quotidiana. Tra le prove più dure c’è la perdita dei capelli provocata dalla terapia, un’ulteriore mutilazione della femminilità per chi ha già subito l’asportazione dei seni, ma anche per chi non ha fatto ancora l’operazione. E’ come mettersi a nudo, perdere ogni difesa, e nel programma provano a spiegarlo anche attraverso la musica. Dinanzi alle telecamere che le seguono fin all’interno del policlinico Gemelli per il consueto trattamento di chemio, le donne di 'Kemioamiche' si cimentano in veri e propri intermezzi di musica e ballo in cui, con energia e ironia, non senza esibire la propria fragilità, cantano la voglia di farcela.

“'Kemioamiche' - dichiara Paolo Ruffini, direttore di Tv2000 - è per me un piccolo gioiello. E’ la dimostrazione che un modo diverso di fare tv è possibile. Che i nuovi linguaggi non ci condannano per forza a una spettacolarizzazione superficiale, urlata, finta. Il programma è bello perché è vero, nasce da un’esperienza che si fa collettiva senza perdere la sobrietà, direi anche il pudore, di ogni storia singola. E insegna che è possibile sfidare il tabù della malattia, che è possibile raccontarla senza cedere alla tv del dolore; che si può guardarla in faccia, nei volti di chi la sta combattendo, e non averne paura; che si può vincerla, che la cura riguarda innanzitutto le persone, la loro anima, il loro spirito, e non solo un organo del loro corpo. Di tutto questo sento il dovere di ringraziare Chiara Salvo, che lo ha pensato, nei giorni in cui in cura era lei stessa, e poi prodotto, il Policlinico Gemelli ed il professor Riccardo Masetti, che hanno creduto nel progetto e in Tv 2000, e Discovery che ha sposato insieme a noi un progetto che, mi auguro, potrà avere nuovi sviluppi”.

Laura Carafoli, SVP programming & amp e content discovery Italia, sottolinea: “Siamo molto orgogliosi della partnership con TV2000 per 'Kemioamiche', un progetto che rispecchia in pieno l’attenzione di Real Time per le tematiche sociali. Come media, sentiamo la responsabilità di fare arrivare a più spettatori possibili messaggi positivi come quello di questa serie e insieme a Tv2000 abbiamo l’opportunità di raggiungere in modo trasversale tutte le fasce di pubblico femminile, da quelle più giovani a quelle più adulte”. 

“Il tumore è democratico - osserva Chiara Salvo, autrice della serie - e se deve colpire non fa caso al tuo ceto sociale, età, nazionalità o sesso. Tutti lo affrontano, ognuno con il suo carattere, con la sua storia, con il suo sguardo sulla vita, perché l’istinto più umano è la sopravvivenza. Lo ha fatto Wondy, Francesca del Rosso, con la grinta di una madre; lo ha fatto Giusy, anche lei mamma. Lo ha affrontato mio padre, a 84 anni con la voglia di vivere di un trentenne. Loro non ce l’hanno fatta. Ed è a loro che ho voluto dedicare 'Kemioamiche'. La serie parla di donne che non solo hanno avuto vissuto, lavorato, fatto le madri e le mogli durante la chemio, ma hanno avuto anche il coraggio di raccontarsi e farsi riprendere mentre cadevano i capelli, mentre avevano la nausea, mentre piangevano e mentre risorgevano. Grazie al professor Riccardo Masetti, alla dottoressa Ida Paris, a Paolo Ruffini e Laura Carafoli, siamo riusciti a trasformare in musica un momento di sofferenza, con in testa un solo obiettivo: gridare al mondo che con la prevenzione, dal tumore del seno si può guarire”.

Il programma è di Chiara Salvo, scritto con Sabrina Bacalini, Isacco Donato e Francesca Fabbri. Regia di Giuliano Capozzi. Realizzato in partnership con la onlus Susan G. Komen Italia e il policlinico A. Gemelli con la partecipazione del professor Riccardo Masetti, direttore della chirurgia senologica del policlinico A. Gemelli. La puntata del 4 febbraio è introdotta, su Tv2000, da uno speciale di prima serata de 'Il mio medico', condotto da Monica Di Loreto. In esclusiva un videomessaggio della cantante statunitense Gloria Gaynor per le 'Kemioamiche' che nella serie cantano e ballano il suo grande successo 'I will survive'.

Orrore di Stato su un padre e suo figlio: terremotati? Ecco come li hanno ridotti

Fabriano, padre e figlio terremotati: no al bonus fiscale



Il danno oltre la beffa. A volte i detti popolari non tradiscono. Qui più che altro si tratta di dramma nel dramma. Ha colpito padre e figlio di Fabriano, una delle città messe ko del sisma. I due signori Serafini avrebbero avuto diritto alle agevolazioni fiscali, da gennaio a settembre, in quanto residenti in una casa devastata dal terremoto, invece si ritrovano ad avere in coppia il "sostituto d'imposta" in località esterne al cratere sismico.

Come riferisce Il Giorno il padre, Sergio, è in pensione ma con il domicilio fiscale Inps a Roma: rischia di non avere alcun bonus secondo le ultime interpretazioni della legge che pone come discriminante proprio la località in cui è riconosciuta la cabina di regia dell' ente erogatore.

A Fabrizio, il figlio, è andata ancora peggio. Da tempo lavora in banca a poche centinaia di metri dalla sua residenza pre-sisma, ma fino ad alcuni anni fa l'istituto di credito si chiamava Carifac e aveva sede legale proprio a Fabriano. Ora però la sua banca è stata fusa per incorporazione in Veneto Banca, la cui casa madre è a Montebelluna, dunque ampiamente fuori dal perimetro delle agevolazioni. Si sfoga così: "Per questo motivo l' azienda ha già inviato una nota in cui evidenzia che è costretta ad applicare la legge in essere e dunque il sottoscritto non ha diritto alla paga maggiorata per dieci mesi nonostante ormai da fine ottobre abbia l' abitazione inagibile".

"Insieme ad altri beffati abbiamo contattato alcuni politici", continua Serafini, "riferendo loro che di fronte a una così evidente stortura basterebbe modificare una sola riga di testo e tutto si può mettere a posto, ponendo come vincolante la città di residenza del soggetto fisico e non il domicilio fiscale del datore di lavoro. Anche le stesse imprese ne sarebbero felici, perché a enti e aziende non viene chiesto alcun esborso economico, ma potrebbero accogliere le richieste di sostegno dei dipendenti in difficoltà. Mi auguro che la politica, senza distinzioni di bandiere, possa aprire gli occhi e provvedere a sanare la stortura".