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mercoledì 28 dicembre 2016

Colpaccio di Carlo Conti a Sanremo Super Big all'Ariston: chi acchiappa

Tiziano Ferro super ospite a Sanremo 2017



Annunciato il primo superospite della prossima edizione del Festival della Canzone Italiana di Sanremo, dal 7 all’11 febbraio in diretta su Rai1. E’ Tiziano Ferro, che tornerà a calcare il palcoscenico del Teatro Ariston dopo la straordinaria esibizione del 2015 che ottenne una lunga “standing ovation”.

“Sono felicissimo che Tiziano torni a Sanremo per la seconda volta dopo la bellissima performance che fece due anni fa, al mio primo festival. In quell’edizione, fu lui il primo grande ospite ad esibirsi sul palco dell’Ariston”, dice il direttore artistico e conduttore Carlo Conti, per il terzo anno alla guida della kermesse e al lavoro, in queste settimane, per comporre il cast. Tiziano Ferro si esibirà nella prima serata del festival, martedì 7 febbraio, ed è solo il primo di una serie di superospiti che i telespettatori potranno apprezzare durante le 5 giornate dell’edizione 2017.

Delitto di Garlasco: "Non l'ho uccisa..." La frase del nuovo indagato Sempio

Delitto di Garlasco, come si giustificò Sempio nel 2008



Andrea Sempio, il nuovo indagato per l'omicidio di Garlasco, poco dopo l'omicidio di Chiara Poggi aveva allontanato i sospetti che lo sfioravano giustificandosi con la sua età: nel 2007 infatti aveva solo 19 anni mentre Chiara ne aveva 26, e in questo modo aveva deviato le ipotesi sul suo conto. "Escludo categoricamente di averla frequentata vista la nostra differente età. Non abbiamo mai avuto amici in comune. La conoscevo solo perché ero amico del fratello Marco". Sempio dichiarava questo nel 2008, e portava inoltre come prova uno scontrino di un parchimetro di Vigevano: "13 agosto 2007, ore 11.18", questa la data sul pezzo di carta, e a quell'ora Chiara Poggi era stata già uccisa. Già, perché Sempio era già finito nel mirino degli investigatori, che sospettavano che potesse avere qualcosa a che fare con l'omicidio. Magari per motivi passionali. Quei motivi che aveva respinto spiegando che la differenza anagrafica era troppa.

Secondo Il Giorno, in quella seduta d'interrogatorio, il ragazzo - che è tuttora uno dei migliori amici di Marco Poggi, il fratello della vittima-, ricostruì ciò che fece pomeriggio nel giorno dell'omicidio. "Il 13 agosto 2007 ricordo di aver aspettato mia madre che era andata a fare la spesa e verso le 10 mi sono recato in Vigevano, con l’unica macchina a disposizione della mia famiglia, per andare alla libreria che si trova in piazza Ducale. Ricordo di aver parcheggiato prima della piazza Ducale. Ho conservato lo scontrino del parcheggio, che vi consegno. Giunto alla libreria l’ho trovata chiusa. Verso le 15 circa, sempre insieme a mio padre, siamo ritornati presso la nostra abitazione; nel transitare per via Pavia, giunti all'altezza di via Pascoli, notavo la presenza di un’ambulanza e delle persone".

Il giovane venne convocato dai carabinieri per alcune chiamate fatte a casa Poggi, partite dal suo cellulare il 4, il 7 e l'8 agosto. E ora sorgono diversi dubbi su queste chiamate, visto che l'amico Marco era partito il 5 con i genitori per le vacanze. "Non ricordo il giorno in cui Marco mi diede la notizia della partenza". Per questo motivo Sempio avrebbe chiamato fino a che Chiara non rispose e gli spiegò la situazione.

Il dramma della campionessa italiana "Sto morendo, nessuno mi aiuta / Guarda

Sicari, dalle Olimpiadi alla paralisi in ospedale: "Aiutatemi, sto morendo"



Ieri atleta azzurra, oggi bloccata su di un letto d'ospedale, senza cure, vicina alla morte. Questa è la triste storia di Vincenza Sicari, 37 anni, che nel 2008 aveva raggiunto il picco della sua carriera, classificandosi 29esima nella maratona delle Olimpiadi di Pechino. Oggi, purtroppo, la sua vita è molto diversa. Come racconta il Tempo, Vincenza è su un letto dell'ospedale Sant'Andrea a Roma, senza possibilità di guarigione. Tutto è iniziato nel 2013 quando l'atleta ha cominciato ad accusare affaticamento muscolare, febbri spossanti e frequenti formicolii: i sintomi di un tumore al timo. Il lungo calvario è iniziato proprio dall'operazione per rimuovere il brutto male che è stato seguito da una polmonite e che l'ha portata, in seguito, ad essere paralizzata dal tronco in giù. A Milano, dal professor Mariani è arrivata una terribile sentenza: si tratta di un problema neuromuscolare del quale non si conoscono le cause. Niente diagnosi, niente cura.

Quello di Vincenza oggi è un grido di aiuto, un aiuto per la sua lotta continua, per la sua maratona più difficile, quella per la sopravvivenza: "Ho una mutazione genetica che sembrerebbe il primo caso in Italia, secondo quanto emerge dalle biopsie ma nessuno fa niente per curarmi. Ho 37 anni, sono ridotta a pesare 30 chili e non mi muovo più. [...] Spero che qualcuno dall'alto si renda conto di quello che sta succedendo e prenda in mano questa situazione. [...] Io voglio solamente ripetere gli esami, poi se qualcuno ha sbagliato in passato se la vedrà con gli avvocati. Sono sicura di non avere una malattia rara, questa è l'unica cosa che mi dà la forza di andare avanti". Vincenza, nonostante lo sconforto, non è sola: sono tantissime le iniziative per raccogliere fondi ogni anno, lo stesso presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha preso a cuore la vicenda, così come la Fidal (Federazione Italiana di Atletica Leggera) e l'onorevole Matteo dell'Osso del Movimento 5 Stelle, affetto da sclerosi multipla. Ora si aspetta solo pazientemente che la domanda di Vincenza di essere trasferita al Policlinico di Tor vergata, per poter ripetere gli esami, venga accolta. 

Poletti, la gaffe gli costa la carriera? La scelta "terminale" sul suo futuro

Gentiloni "commissaria" Poletti: Nannicini sottosegretario al Welfare?



Si attendono le (lentissime) nomine dei sottosegretari del governo Gentiloni, 44-45 caselle che, forse, verranno riempite giovedì. E altrettanto forse, Denis Verdini la spunterà, ottenendo quegli incarichi che sono una pregiudiziale per l'appoggio di Ala al governo. Ma il punto, qui, è un altro. Il punto ha un nome e cognome: Giuliano Poletti, il ministro del Lavoro protagonista della scintillante gaffe sui giovani, il titolare del dicastero che si è rallegrato del fatto che i ragazzi italiani fuggano all'estero. Un disastro, quello di Poletti.

Un disastro al quale Paolo Gentiloni pensa di rimediare proprio con questo giro di nomine: il premier starebbe pensando di spostare il sottosegretario Tommaso Nannicini dalla presidenza del Consiglio al Welfare. Una mossa che, come sottolinea La Stampa, corrisponde a una sorta di "commissariamento" di Poletti. Una scelta che sarebbe dovuta tanto alla gaffe del ministro quanto al fatto che Gentiloni vorrebbe mettere in sicurezza il Jobs Act. Inoltre, su Poletti pende la mozione di sfiducia presentata da M5s, Lega Nord e sottoscritta da Sinistra italiana, una mozione di fiducia che potrebbe essere votata anche dalla minoranza Pd, rendendo Poletti sempre più a rischio e scricchiolante.

Interrogato il braccio destro di Renzi Due ore davanti ai pm: cos'ha detto

Luca Lotti, il ministro dello Sport interrogato a Roma dai pm



Si è concluso a Roma l’interrogatorio, condotto dai magistrati della Capitale, del ministro dello Sport, Luca Lotti, indagato nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti della Consip. Rispondendo alle domande del pm, Mario Palazzi, il ministro, a quanto si apprende, avrebbe negato di essere a conoscenza delle indagini e, quindi, non avrebbe in alcun modo potuto rivelare circostanze sull’inchiesta. Lotti avrebbe, inoltre, affermato di "non frequentare" l’amministratore delegato della Consip, Luigi Marroni, che, già sentito dai magistrati come persona informata dei fatti, avrebbe fatto il nome del ministro. Lotti avrebbe precisato di aver visto Marroni "solo due volte nell’ultimo anno".

Pensioni, il dramma del 2017: quanti soldi ti ruberanno ancora

Pensioni, salta la rivalutazione anche nel 2017



Un recente decreto dal ministero dell'Economia ha stabilito sia il tasso definitivo di adeguamento all'inflazione delle pensioni erogate nel 2016 sia il tasso provvisorio da applicare dal prossimo 1 gennaio. Entrambi i valori sono pari a zero: la deflazione ha annullato, per il secondo anno di seguito, ogni centesimo di aumento per assegni e trattamenti previdenziali. Come l'anno scorso, le pensioni non subiranno nessuna positiva variazione. Le brutte notizie purtroppo non sono finite qui: a causa dell'andamento dell'inflazione del 2015, che ha registrato un saldo negativo dello 0,1 per cento, dal prossimo gennaio si attuerà un taglio tra i 16 e i 20 euro per chi incassa pensioni lorde mensili tra 1.400 e 3 mila euro.

Non bisogna però dimenticare che, in ogni caso, anche nel 2017 avrebbero continuato a valere le fasce di perequazione delle pensioni introdotte nel 2013, dopo la sentenza sui rimborsi della Corte Costituzionale, e quindi la conseguente previsione dell'adeguamento pieno delle pensioni fino a tre volte il trattamento minimo. Ma, almeno per il 2017, niente si muoverà.

Renzi lavora alla nuova squadra Chi fa fuori e chi si tiene: i nomi

Matteo Renzi lavora alla nuova segreteria del Pd: i nomi dei papabili



"Un partito molto rinnovato in grado di parlare al Paese ed estraneo alle polemiche di Palazzo". E' il Pd al quale sta lavorando Matteo Renzi. Il luogo in cui elaborare la strategia per quelle elezioni che l'ex premier ancora spera si tengano prima della naturale scadenza della legislatura. Cambiare, dunque, ma non tutto. Come riporta Il Corriere della Sera, due nomi su tutti resteranno: quelli di Lorenzo Guerini e Matteo Orfini. E anche Deborah Serracchiani dovrebbe essere della partita, nella prossima segreteria.

I nomi nuovi che il leader ha in mente dovrebbero comprendere quello di Maurizio Martina, che sancirebbe l'intesa con la cosiddetta "sinistra per il sì", che non per caso è stata premiata anche nella formazione del governo Gentiloni con Valeria Fedeli e Anna Finocchiaro entrate a Palazzo Chigi. Un altro che ci sarà è Graziano Delrio, con quale i rapporti sono stati recuperati per dimostrare che i renziani non sono solo quelli del "Giglio Magico". Tra i papabili potrebbe esserci un clamoroso ritorno di Pierluigi bersani. E poi nomi come quelli del sottosegretario Tommaso Nannicini, sindaci come Giuseppe Falcomatà (Reggio calabria) e Ciro Bonaiuto (Ercolano). Quello di Bari, Antonio Decaro, potrebbe entrare nel ruolo dell'anti-Emiliano.