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giovedì 30 aprile 2015

Fedez difende i vandali anti-Expo Salvini: pagali tu i danni. E Facci...

Expo, dopo le devastazioni dei NoExpo rissa su Twitter tra Fedez, Salvini e Facci





Come uno strascico delle devastazioni dei No Expo alla vigilia dell'inaugurazione del 1 maggio dell'esposizione, su Twitter scoppia la rissa tra il rapper Fedez, il segretario della Lega Matteo Salvini e un terzo sopraggiunto nella mischia, il giornalista di Libero Filippo Facci. A poche ore da una mattinata difficile per Milano, con negozianti e cittadini impegnati a quantificare i danni dopo il passaggio del corteo, Fedez pubblica un elenco degli obiettivi colpiti dai manifestanti. Secondo il rapper, il fatto che ci siano la sede della Consob, di diverse banche, dell'Inps e dell'agenzia Manpower spiegherebbe: "perché - quelli dei manifestanti - sono atti di protesta e non di vandalismo".

A stretto giro la reazione di Salvini: "Fedez difende quelli che oggi hanno danneggiato e imbrattato strade e vetrine, palazzi e negozi? Paga di tasca tua i danni, fenomeno!". L'artista accusa Salvini di strumentalizzare tutto e poi si lancia in un: "Vi faccio così paura?" e in uno slancio di megalomania si rivolge agli artisti che devono inaugurare la manifestazione, Andrea Bocelli e Antonella Clerici, e chiede a un cantante e a una presentatrice: "Cosa ne pensate delle infiltrazioni mafiose e del lavoro sottopagato?".

Tra le critiche a Fedez sono arrivate a bomba anche quelle di Filippo Facci che ha scritto un tweet lapidario: "È ufficiale: Fedez è un cretino". La risposta del rapper riporta il clima ai tempi delle medie: "Detto da chi si fa le foto in giacca e cravatta dentro il Naviglio mentre parla al telefono - ha scritto - lo prendo come un complimento".

Jobs Act, il fallimento è totale: la disoccupazione cresce ancora

Jobs Act, nessun beneficio: la disoccupazione continua a crescere





Un fuoco di paglia. Il Jobs Act di Matteo Renzi non sembra aver portato i benefici promessi: dopo la lieve crescita di febbraio, a marzo il tasso di disoccupazione in Italia sale ancora di 0,2 punti percentuali, arrivando al 13%. Lo rileva l’Istat. I disoccupati aumentano su base mensile dell’1,6% (+52 mila). Nei dodici mesi il numero di disoccupati è cresciuto del 4,4% (+138 mila) e il tasso di disoccupazione di 0,5 punti. Contemporaneamente calano anche gli occupati: a marzo 2015 sono diminuiti dello 0,3% (-59 mila) rispetto al mese precedente, tornando sul livello dello scorso aprile. Il tasso di occupazione, pari al 55,5%, cala nell’ultimo mese di 0,1 punti percentuali. Rispetto a marzo 2014, l’occupazione è in calo dello 0,3% (-70 mila) e il tasso di occupazione di 0,1 punti. A marzo il numero di occupati diminuisce rispetto a febbraio sia per la componente maschile (-0,4%) sia, in misura minore, per quella femminile (-0,1%). Il tasso di occupazione maschile, pari al 64,5%, diminuisce di 0,2 punti percentuali, mentre quello femminile, pari al 46,7%, rimane invariato.

Inattività - In termini tendenziali, tra gli uomini si osserva un calo del tasso di occupazione (-0,2 punti) a fronte di una crescita del tasso di disoccupazione (+0,2 punti) mentre il tasso di inattività resta stabile. Per la componente femminile, la crescita del tasso di disoccupazione (+0,9 punti) si accompagna al calo del tasso di inattività (-0,5 punti) e ad un lieve calo del tasso di occupazione (-0,1 punti). Nella media del periodo gennaio-marzo, il tasso di occupazione maschile risulta stabile rispetto ai tre mesi precedenti, mentre quello femminile mostra un calo (-0,1 punti percentuali). Sempre su base trimestrale, la disoccupazione diminuisce sia per gli uomini (-0,2 punti) sia per le donne (-0,3 punti). L’inattività è in crescita per entrambe le componenti di genere, con il tasso di inattività che sale per gli uomini di 0,2 punti percentuali e per le donne di 0,3 punti.

Disoccupazione giovanile - Secondo i dati snocciolati dall'Istat a marzo vola la disoccupazione giovanile. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni italiani, cioè la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati e disoccupati), è pari al 43,1%, in crescita di 0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente. I giovani disoccupati under 25 sono 655 mila. Su base annua il tasso di disoccupazione giovanile si è invece ridotto di 0,4 punti percentuali.

Corteo No Expo, disordini in strada L'assalto dei black bloc alla città

No Expo, rischio infiltrazioni nel corteo. I fermati possono partecipare





A poche ore ormai dall’avvio di Expo i controlli della polizia nei confronti degli antagonisti che hanno annunciato proteste e manifestazioni, si infittiscono con l’obiettivo di evitare disordini il giorno in cui l’Italia avrà gli occhi del mondo puntati addosso. C’e infatti grande attenzione per segnali concreti di effervescenze interne legate all’area del disagio sociale, agli ambienti antagonisti e alla galassia anarco-insurrezionalista. Lo avrebbe riferito il direttore generale del Dis, Giampiero Massolo, nel corso di una audizione davanti al comitato parlamentare di sicurezza della Repubblica. Non ci sarebbero allarmi concreti nè preoccupazioni particolari, ma l’intelligence monitora costantemente la situazione anche attraverso un'attenta analisi dei messaggi pubblicati sui social network che preannunciano una "chiamata", come si legge su Repubblica, ai black bloc internazionali. E così sono attesi gli antagonisti di Francia, Germania, Grecia, ma anche dai Paesi Balcani che avrebbero intenzione di "trovare rifugio" nel corteo dei NoExpo. Un corteo che i vertici milanesi delle forze dell'ordine definiscono "di difficile lettura", non diviso in spezzoni, una massa di almeno 20mila persone che si muove lungo un percorso lineare, "da cui potrebbero staccarsi gruppi che sfasciano e poi tornano a nascondersi tra la folla".

I fermati parteciperanno al corteo - La Questura di Milano ha avuto difficoltà ad identificare, in collaborazione con le autorità francesi, la quindicina di cittadini d’Oltralpe che erano stati portati in via Fatebenefratelli dopo il blitz della Digos di ieri nel quartiere Giambellino. Nei loro confronti è stato preso un provvedimento ordinario di espulsione e avranno quindi dieci giorni per lasciare l’Italia. Potranno quindi partecipare alla manifestazione No Expo del primo maggio. La legge prevede infatti che l’identificazione debba essere effettuata entro 24 ore per poter chiedere l’espulsione d’urgenza con accompagnamento alla frontiera, così come è stato fatto per tre tedeschi che, poi, ieri, il giudice Olindo Canali ha ritenuto di non dover convalidare. Su un analogo provvedimento di espulsione, ripresentato nei loro confronti, i giudici milanesi decideranno oggi.

Caivano (Na): Sabato 2 Maggio 2015 Sirico e l'On. Pittella saluteranno i candidati al consiglio comunale

Caivano (Na): Sabato 2 Maggio 2015 Sirico e l'On. Pittella saluteranno i candidati al consiglio comunale 


di Gaetano Daniele 





Sabato alle 16.30 nella sede del PD di Caivano l’on. Gianni Pittella, vicepresidente vicario del Parlamento Europeo e il candidato sindaco Luigi Sirico saluteranno i candidati al Consiglio Comunale, per augurare loro una campagna elettorale vincente e proficua per Caivano e per i caivanesi. Sarà un momento di festa corale tra tutti i candidati dei partiti della coalizione che sostengono la mia candidatura. Così il candidato sindaco Sirico ai nostri microfoni, e nota: Ma come è nel nostro stile, sarà anche una occasione di riflessione politica e di informazione tecnica per i candidati. Infatti con l’eurodeputato Pittella si farà il punto della situazione sui fondi strutturali messi a disposizione dalla Comunità Europea per i prossimi anni per i comuni. Infatti queste risorse comunitarie rappresenteranno una occasione irripetibile per lo sviluppo e la crescita economica e sociale dei nostri territori.

La stoccata - Noi - continua Sirico - in questa campagna elettorale continueremo a parlare di cose concrete da fare e di occasione di crescita da cogliere, lasciando ad altri candidati le solite chiacchiere e le solite polemiche personali. Come al solito chi non ha argomenti, chi non ha una idea e una visione del futuro, chi non è attrezzato culturalmente, chi non ha competenze sufficienti, cerca di nascondersi dentro un polverone di parole in libertà, di trascinarci sul terreno inutile dello scontro a tutti i costi. Noi ai cittadini proponiamo i fatti, delle chiacchiere non sanno che farsene. C’è infatti un candidato, un certo dott. Monopoli, che da oltre dieci anni svolge attività politica senza saperlo. Bisognerebbe che qualcuno lo informasse che in questi dieci anni, mentre io facevo tutt’altro, egli è stato consigliere e assessore a  Caivano, consigliere provinciale negli ultimi cinque anni, cambiando cinque o sei partiti. Con quali risultati?

Memorie - Glielo ricordiamo visto che continua a svolgere attività politica a sua insaputa? Il campo sportivo Faraone chiuso dal 2008 mentre era assessore allo sport. A Caivano nel 2011 la provincia scarica 4.800 tonnellate di spazzatura mentre era consigliere provinciale di maggioranza con il famoso presidente Luigi Cesaro (Forza Italia). Il liceo Braucci di Caivano chiude perché la provincia a cui è affidata la gestione non paga la bolletta della corrente. La provincia da anni non mette a bilancio e non paga al Comune di Caivano quanto dovuto per la presenza dello stir. Ora però basta. Voglio solo parlare del futuro, di quello che si può fare per questo paese. Tutto il resto sono fesserie che durano il tempo di una campagna elettorale. Abbiamo qualche idea per la rigenerazione urbana del Parco Verde; abbiamo qualche idea per lo sviluppo commerciale a partire dal risanamento dell’SS 87 da Caivano a Marcianise; abbiamo qualche idea sull’agricoltura; abbiamo qualche idea sull’utilizzo dei FSE per il sostegno alle famiglie, abbiamo qualche idea per le agevolazioni fiscali per le nuove attività commeciali. Di questo vogliamo parlare. Per questo non perderò altro tempo a parlare di persone che neanche conosco.

Invito - Invito infine tutti i candidati sindaci ad un dibattito pubblico per discutere dei problemi di Caivano, e conoscendo la correttezza , l’educazione e la preparazione di Papaccioli, di  Del Gaudio  e di Peppe Ziello e di eventuali altri che si aggiungeranno, so che accetteranno di buon grado. Perché sono convinto che loro come me sapranno posporre la polemica politica al bene del paese. Ovviamente è invitato anche Monopoli, anche se fino ad oggi si è sempre negato. 

Imu, guida per risparmiare (o evitare del tutto di pagare)

Imu, ecco tutti i trucchi per pagare di meno o non pagarlo affatto






L'Imu su un capannone industriale può costare fino a 80mila euro all'anno. Troppo per chi fa fatica a far quadrare i conti. L'alternativa per non pagare? Scoperchiarlo. Stesso discorso per vecchie case da ristrutturare magari ereditate: le tasse sono troppo alte e molti hanno deciso di disfarsene. In che modo? Donandole ai parenti o, addirittura, radendole al suolo. Alcune coppie arrivano perfino a separarsi pur di non pagare l'Imu per la seconda casa. Gli italiani tartassati ne inventano una più del diavolo per evitare il salasso e gli escamotage finiscono in alcune guide nelle quali vengono descritti i pro e contro di queste operazioni di "equilibrismo" fiscale.

Ruspe in azione - Ad esempio il ricorso alla ruspa per cancellare il proprio immobile. La demolizione, spiega Gian Maria De Francesco sul Giornale, salva dal pagamento delle imposte, ma è costosa perché bisogna chiedere un permesso e rivolgersi a ditte specializzate. In alcuni casi il gioco vale la candela. Secondo Confedilizia, in alcune province le richieste di questo tipo di permessi sarebbero aumentate del 20 per cento negli ultimi anni.

La coppia scoppia - Altro trucco usato è quello della cessione a titolo gratuito di un bene immobile, che è un po' costoso perché bisogna andare dal notaio, ma largamente usato. Secondo l'Istat tra il 2011 e il 2012 le donazioni sono aumentate del 44,4% a oltre 127mila. Poi c'è la separazione: due coniugi scelgono di porre fine fittiziamente al loro matrimonio in modo da risultare ntestatari ognuno di un'abitazione e pagare le aliquote più basse relative alla prima casa. Le spese legali non sono basse, ma si corre il rischio, avverte De Francesco, di essere indagati per il reato di falsa testimonianza.

La rivoluzione della Telecom Occhio alla fregatura-tariffe

Telecom diventa Tim: la rivoluzione delle tariffe





Una vera e propria rivoluzione quella che scatterà il 1° maggio per le tariffe Telecom Italia: Tim diventerà l’unico marchio commerciale non solo per l’offerta mobile e Internet, ma anche per la telefonia fissaa.  Il piano prevede il passaggio in massa dei clienti “a consumo” alla tariffa flat “Tutto Voce”.  Il passaggio sarà automatico ma i clienti pssono chiedere di sottarsi alle nuove tariffe chiamando il servizio clienti 187 e rinunciando espressamente al nuovo profilo tariffario. Su questa questione era intervenuta prontamente l'Agcom, che nei giorni scorsi aveva “ripreso” l'ex monopolista telefonico a causa della “poca chiarezza” su questo aspetto della rinuncia.  Ailla Telecom viene contestato dall'Autorità il fatto di aver fatto poca pubblicità e di non aver adeguatamente informato i clienti della possibilità di poter sfuggire alle nuove tariffe. 

Le tariffe - In base alle nuove tariffe tutti i  clienti che finora pagavano il canone mensile di 18,54 euro mensili più una tariffa al consumo di 10 centesimi al minuto, passeranno al piano “Tutto Voce” che prevede una tariffa fissa di 29 euro e traffico sia verso fissi sia verso cellulari illimitate. Una tariffa, quella del traffico al consumo di dieci centesimi al minuto conviene a quelli che hanno un un traffico telefonico di almeno 10 euro, pari a circa 90 minuti di chiamate. Questo importo, aggiungendosi al canone consentirebbe infatti di recuperare la tariffa fissa di 29 euro. Non è conveniente invece per tutti gli utenti che non effettuano molte chiamate.  Esiste  anche la tariffa nternet Adsl e prevede una connessione in rete illimitata e chiamate senza limiti ad una tariffa di 44,9 euro al mese.

mercoledì 29 aprile 2015

Italicum, prima fiducia e conta Pd Gogna: "Ecco chi non ha votato"

Italicum, prima fiducia alla Camera: 352 sì all'articolo 1. I conti del Pd: "Ecco chi non ha votato"





Fiducia "molto alta", "nessuno strappo" nel Pd e "no alle espulsioni" dei dissidenti. Matteo Renzi e i suoi uomini hanno passato indenni la prova del primo voto di fiducia sull'Italicum e già festeggiano, o quasi. Alla Camera il governo ha incassato 352 sì sull'articolo 1 della nuova legge elettorale, contro i 207 i no. La maggioranza "ufficiale" è di 396 voti, quindi mancano all'appello 44 voti. E qui tra i renziani è già partita la conta. 

Vanno considerate le assenze giustificate, e infatti dai calcoli effettuati dal Pd, sulla base dei tabulati del voto di fiducia, risultano essere 38 gli esponenti della minoranza interna che non hanno votato. Questo perchè ai 36 già considerati, vano aggiunti Roberto Speranza e Guglielmo Epifani, considerati in missione, ma entrambi hanno annunciato pubblicamente che non avrebbero partecipato al voto. Dalla presidenza del gruppo Pd della Camera spiegano che sono state 4 le assenze "giustificate": Vaccaro, Beneamati, Genovese e Pistelli. Da qui, viene ancora spiegato, il calcolo di 36 esponenti Pd che non hanno partecipato al voto di fiducia, tra cui Pier Luigi Bersani, Alfredo D'Attorre, Enrico Letta, Gianni Cuperlo, Pippo Civati e Rosy Bindi., a cui come detto si devono aggiungere Speranza ed Epifani.

"Il voto di fiducia è molto alto, il secondo più alto di tutta la legislatura. Si è contenuto anche lo strappo nel Pd", è il commento a caldo del vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini, renziano di ferro. "La linea che abbiamo presentato alla Camera è stata appoggiata in maniera significativa, dopodichè è chiaro che c'è un tema politico sul quale dovremo lavorare nei prossimi giorni". "Non espelliamo mai nessuno", è la replica secca di Guerini a chi gli chiede se i deputati Pd che non hanno votato la fiducia verranno espulsi: "Ci confronteremo politicamente nei prossimi giorni, lavoreremo con molta responsabilità e intelligenza". Soddisfatta anche la ministra delle Riforme Maria Elena Boschi, che martedì si è sorbita a Montecitorio la durissima contestazione delle opposizioni: "Un primo passo, siamo in linea con il numero di voti delle altre fiducie. Il più alto era stato 354".