Italicum, prima fiducia alla Camera: 352 sì all'articolo 1. I conti del Pd: "Ecco chi non ha votato"
Fiducia "molto alta", "nessuno strappo" nel Pd e "no alle espulsioni" dei dissidenti. Matteo Renzi e i suoi uomini hanno passato indenni la prova del primo voto di fiducia sull'Italicum e già festeggiano, o quasi. Alla Camera il governo ha incassato 352 sì sull'articolo 1 della nuova legge elettorale, contro i 207 i no. La maggioranza "ufficiale" è di 396 voti, quindi mancano all'appello 44 voti. E qui tra i renziani è già partita la conta.
Vanno considerate le assenze giustificate, e infatti dai calcoli effettuati dal Pd, sulla base dei tabulati del voto di fiducia, risultano essere 38 gli esponenti della minoranza interna che non hanno votato. Questo perchè ai 36 già considerati, vano aggiunti Roberto Speranza e Guglielmo Epifani, considerati in missione, ma entrambi hanno annunciato pubblicamente che non avrebbero partecipato al voto. Dalla presidenza del gruppo Pd della Camera spiegano che sono state 4 le assenze "giustificate": Vaccaro, Beneamati, Genovese e Pistelli. Da qui, viene ancora spiegato, il calcolo di 36 esponenti Pd che non hanno partecipato al voto di fiducia, tra cui Pier Luigi Bersani, Alfredo D'Attorre, Enrico Letta, Gianni Cuperlo, Pippo Civati e Rosy Bindi., a cui come detto si devono aggiungere Speranza ed Epifani.
"Il voto di fiducia è molto alto, il secondo più alto di tutta la legislatura. Si è contenuto anche lo strappo nel Pd", è il commento a caldo del vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini, renziano di ferro. "La linea che abbiamo presentato alla Camera è stata appoggiata in maniera significativa, dopodichè è chiaro che c'è un tema politico sul quale dovremo lavorare nei prossimi giorni". "Non espelliamo mai nessuno", è la replica secca di Guerini a chi gli chiede se i deputati Pd che non hanno votato la fiducia verranno espulsi: "Ci confronteremo politicamente nei prossimi giorni, lavoreremo con molta responsabilità e intelligenza". Soddisfatta anche la ministra delle Riforme Maria Elena Boschi, che martedì si è sorbita a Montecitorio la durissima contestazione delle opposizioni: "Un primo passo, siamo in linea con il numero di voti delle altre fiducie. Il più alto era stato 354".
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