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venerdì 27 marzo 2015

La sparata sciacalla di Grillo sulla strage "Renzi come Lubitz, ci farà schiantare"

Tragedia Germanwings, Beppe Grillo paragona Matteo Renzi ad Andreas Lubitz: "L'uomo solo al comando ci farà schiantare"





Dopo una tragedia come lo schianto dell'Airbus della Germanwings arrivano gli sciacalli. In prima fila c'è Beppe Grillo che non perde l'occasione per cavalcare la vicenda dell'Airbus per lanciarsi in un intrepido paragone tra il copilota autore della strage Andreas Lubitz e il presidente del Consiglio Matteo Renzi. "Ci sono inquietanti analogie tra i due - scrive il fu comico sul blog - Si tratta in entrambi i casi di uomini soli al comando".

Il paragone - Il delirio grillino prova ad argomentare l'analogia tra il copilota tedesco e il premier: "Entrambi si sono chiusi dentro eliminando ogni interferenza esterna. Dall'interno della cabina di pilotaggio Lubitz ha azionato il cockpit door, Renzie ha eliminato il Senato e ogni opposizione interna e ridotto il Parlamento a un ratificatore di decreti legge. I passeggeri dell'Airbus - continua Grillo - hanno capito solo all'ultimo che il copilota li stava portando al disastro, dopo otto lunghi minuti. L'Italia lo capirà anche'essa all'ultimo, quando non ci sarà più niente da fare".

Un sondaggio spinge Salvini e Cav Operazione rimonta: tutti i numeri

Sondaggio Ixè, crescono Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Matteo Renzi cala di un punto





Salvini e Berlusconi a braccetto nei sondaggi per guidare la rimonta del centrodestra (possibile? Probabile?) sul centrosinistra di Renzi. Secondo la rilevazione Ixè per Agorà su Raitre il Pd guadagna leggermente e si porta al 38,9% (+0,1) ma Lega Nord e Forza Italia fanno meglio, salendo rispettivamente al 13,7% (+0,3) e al 12,7% (+0,2). Davanti a loro c'è ancora il Movimento 5 Stelle, sia pure in lieve flessione (-0,1, ora al 18,5%). A sinistra cala Sel di Vendola (-0,2, ora al 4,2%), anche per l'effetto del "debutto" quasi ufficiale del leader Fiom Maurizio Landini sulla scena politica e anti-renziana. A destra, invece, prosegue la crescita di Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale, che molti istituti danno oltre la soglia del 4% ma che secondo Ixè è al 3,5%, +0,2. Al centro perdono tutti: Ncd è al 2,5% (-0,1), Udc allo 0,8% (-0,2), Scelta civica ormai confluita in Parlamento nel Pd vicino all'inesistenza (0,1%). 

Berlusconi sorpassa Grillo - Resta stabile la fiducia nel governo (al 32%) mentre cala leggermente quella nel presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la cui riservatezza e basso profilo hanno fatto perdere un punto (ora al 71%) e il premier decisionista e pigliatutto Matteo Renzi (al 40%, -1, ma ancora significativamente superiore alla sua squadra). Alle loro spalle continua a salire il leader leghista Matteo Salvini (al 23%, +2) mentre Silvio Berlusconi torna davanti a Beppe Grillo, 15% (+1) contro 14%. Invariato invece il 13% di Angelino Alfano, alle prese con i guai e lo sfaldamento del suo Nuovo Centrodestra.

Antiterrorismo, Renzi cancella la norma che voleva spiare i nostri computer

Decreto anti-terrorismo: Renzi stralcia la norma che controlla i privati cittadini 





Il decreto anti- terrorismo è approdato nell'Aula della Camera, dopo  un passaggio nelle Commissioni di merito che lo hanno arricchito di norme. Il premier Matteo Renzi ha chiesto, in particolare, lo stralcio del passaggio che autorizzerebbe il controllo privato dei Pc dei cittadini. Il teme è particolarmente delicato, in quanto fa parte dell'eterno dilemma tra privacy e sicurezza. "L'emendamento che prevedeva l'acquisizione di dati da remoto è stata stralciata dal decreto anti-terrorismo, si ritiene infatti, che tale norma debba essere trattata nell'ambito del provvedimento sulle intercettazioni telefoniche", dichiara il viceministro dell'Interno, Filippo Bubbico. "Rimane confermata la volontà del governo su un rafforzamento delle misure di prevenzione e contrasto al terrorismo, oggi più che mai urgenti e necessarie - spiega - ma abbiamo la necessità di contemperare le esigenze di sicurezza nella lotta al terrorismo con quelle di tutela della privacy, per questo motivo è utile approfondire il confronto e la riflessione sulla intercettazioni telematiche da remoto". 

I dubbi del garante - Quello che fa dubitare di più il garante della privacy, Antonio Soro, sono le norme che autorizzano la polizia a effettuare intercettazioni preventive dei sospettati sulle reti informatiche, utilizzando dei programmi per acquistare da remoto le comunicazioni via "whatsapp" o altre piattaforme. Inoltre, il termine di conservazione dei dati sale a due anni, mentre attualmente è di un anno e due mesi. E' previsto anche un coordinamento delle indagini, che verrà affidato al Procuratore nazionale anti- mafia.  Infine, su proposta del relatore Andrea Manciulli , è stata introdotta una misura per scoraggiare i viaggi in aree a rischio, chiamata informalmente "norma Anti Greta e Vanessa". Il decreto si è inceppato su un punto, ovvero la previsione di assunzioni di nuovi allievi ufficiali dei carabinieri, che costerebbe 4 milioni di Euro. A domani il responso. 

Primo sì al Senato per le coppie gay Ok alle adozioni, schiaffo Pd ad Alfano

Unioni civili, primo sì del Senato alle coppie omosessuali: possibili anche le adozioni se c'è già un figlio





Il Partito Democratico ha scavalcato al Senato il Nuovo Centro Destra sulle unioni civili. La commissione Giustizia di Palazzo Madama ha approvato il testo base del disegno di legge che regolamenta anche le unioni civili tra persone dello stesso sesso, basato sul testo della relatrice Pd Monica Cirinnà. Il testo apre la strada alle adozioni per le coppie gay, attraverso l'istituto dello Stepchild adoption.

Le novità - Grazie ai voti del Movimento 5 stelle - contrari Lega, Ncd e Forza Italia - il Pd ha introdotto le unioni civili fra persone dello stesso sesso, alle quale saranno riconosciuti gli stessi diritti sociali delle coppie eterosessuali sposate, compresa la pensione di reversibilità.

Le adozioni - Le coppie gay non possono ancora adottare direttamente un bambino, ma con una scappatoia formale è possibile adottare nella coppia il figlio del partner. Porte aperte anche ai matrimoni celebrati all'estero, che nel caso di persone dello stesso sesso potranno essere riconisciute come unioni civili.

L'ultimatum di Alfano alla De Girolamo: "Nunzia, stai attenta altrimenti ti caccio"

L'ultimatum di Alfano alla De Girolamo: "Non può attaccare i suoi amici di governo"





Angelino Alfano scende in campo per frenare l'inquietudine Nunzia De Girolamo. Non cede spazio ai malumori dentro il partito e così avverte l’ex ministro dell’Agricoltura: “Se Nunzia vuole restare nel partito come minoranza, con paletti chiari e invalicabili, va bene. Ma se pensa di potersela giocare a tutto tondo, attaccando i suoi amici al governo come ha fatto a Ballarò martedì lo dica e chiudiamo la partita”. Come evidenzia il Giorno, il ministro dell’Interno sa che la De Girolamo non può contare su pochi deputati e nessun senatori. Gaetano Quagliariello prova a mediare per capire se si può ricompattare la frattura, convoca la De Girolamo che prende tempo. Molti sospetti adesso si addensano su Nunzia: il primo tra tutto quello secondo cui dietro di lei ci sarebbe Berlusconi che le avrebbe chiesto di creare confusione. Intanto una conseguenza, salvo colpi di scena, ci sarà: non sarò più capogruppo alla Camera, al suo posto arriverà Lupi: “Siamo al governo, non ci può essere un presidente che ha una posizione ostile”, dice al Giorno Sergio Pizzolante.

La replica - Ieri mattina, giovedì 26 marzo, l'ex ministro ha continuato ad andare sulla sua strada: ad Agorà, su Rai Tre, Nunzia De Girolamo, ha spiegato: “Alfano come ministro dell’interno e leader di Ncd credo dovrebbe essere più efficace più calzante, nel rapporto con Renzi. Anche sulle Forze di Polizia, quando Renzi si intesta i suoi 80 euro, Alfano dovrebbe chiedere misure altrettanto strutturali e forti, che sono parte del nostro programma. Un partito si caratterizza per le idee, non per le poltrone”. E ancora: “Io sono per l’unità del centrodestra.  “Questo sembra un governo monocolore del Pd. Renzi è abile mediaticamente, tende a schiacciarci. Combatterò dentro al partito per farlo rimanere un partito di centrodestra”. Ma non sarà facile per la De Girolamo portare avanti la sua battaglia, visto l'altolà che le è arrivato da Alfano. Cosa farà davanti alla minaccia di essere cacciata via da Ncd?

giovedì 26 marzo 2015

"Chi mi ha salvato al processo..." Luciano Moggi racconta Calciopoli

Luciano Moggi racconta Calciopoli: "Ho vinto io. Mi ha salvato Padre Pio"

di Luciano Moggi 



Era la vigilia di una partita a Palermo, non ricordo se nel 2004 o 2005, avevo ricevuto da tempo una lettera da una signora di quella città in cui era scritto che mi avrebbe voluto incontrare per raccontarmi una cosa strana ma bella capitata a lei, preavvisandomi che non mi avrebbe chiesto nessun favore. Preso dalla curiosità l’ho fatta venire nell’albergo dove eravamo in ritiro e mi sono trovato di fronte una signora anziana alla quale le figlie avevano spiegato chi io fossi. Questo il racconto: «Signor Moggi, ho sognato di essere in compagnia di Padre Pio, davanti a noi un gregge di pecore con vicino un pastore. Padre Pio mi disse: “Vedi quel pastore? È Luciano Moggi, io gli voglio tanto bene”». Rimasi impietrito e quasi incredulo, mi congedai dalla signora e quella domenica pensai più al sogno che alla partita.

Nel 2006, al sorgere di Calciopoli, preso dalla disperazione di passare per quello che non sono mai stato, pregai tanto Padre Pio e in una notte di quel terribile mese di maggio ebbi in sogno una visione, era Padre Pio che diceva: «Lotta con tutte le tue forze, dimostrerai la tua innocenza e salverai tante vittime innocenti, non aver paura io sarò sempre con te, Dio ti ha voluto sottoporre a questa grande prova». Queste parole mi incendiarono l’anima e mi dettero il coraggio di affrontare il grande imbroglio. Il resto è di questi giorni.

Alle 1.40 di lunedì, dopo sei ore di Camera di Consiglio la Cassazione ha emesso il verdetto; alle 2 andando con alcuni amici verso l’auto dopo le interviste di rito, ho trovato l’ex arbitro Bertini, con il suo avvocato Messeri, seduto su una panchina di piazza Cavour che piangeva: non si era ancora ripreso, era incredulo, stava ripensando alle torture a cui, incolpevole, ha dovuto sottoporsi per 9 lunghi anni. Alle 2.38 mi ha inviato questo sms: «La gioia per la mia assoluzione si stempera al pensiero che alcuni amici, che hanno condiviso con me questo calvario, non hanno avuto la stessa fortuna. Ti mando un abbraccio grande».

Su queste parole devono riflettere in tanti, in primis la Gazzetta dello sport che anche ieri ha avuto il coraggio di titolare «Calciopoli finisce in prescrizione, ma c’erano associazione e frodi» e anche il Corriere della sera. Senza vergogna, votati, come sono sempre stati, a sostenere la tesi dell’accusa nonostante siano di fronte a evidenze incontrovertibili.

A questi signori, e a chiunque altro si nasconda dietro una penna, do la mia disponibilità ad incontrarli in un dibattito pubblico affinché la gente sappia le verità su questa farsa. Ma nessuno avrà il coraggio di presentarsi e tutti voi, amici lettori, potrete cosi capirne il perché. Non basta che siano state distrutte famiglie intere, capifamiglia che hanno perduto il lavoro perché indagati, il povero Dattilo che addirittura era stato condannato senza aver mai arbitrato la Juve, solo perché facendo Udinese-Brescia che precedeva Udinese-Juve aveva ammonito tre giocatori friulani, cosa che Auricchio e Narducci pensarono di trasformare in capo d’accusa: per loro quelle erano ammonizioni «mirate», sostenendo che i predetti calciatori non avrebbero giocato contro la Juve: al contrario, giocarono tutti. Nell’occasione fu espulso Jankulovski per aver dato un pugno ad un avversario ma Camerota, l’assistente di linea che collaborava con Dattilo in quel match, convocato come teste sotto giuramento, disse che il giocatore fu segnalato da lui all’arbitro che non aveva visto il fallo. Questo per quanto riguarda Dattilo «assolto», gli altri sono Auricchio e Narducci.

La Cassazione ci ha assolti da due capi d’accusa “non prescritti”, sono stati assolti tutti gli arbitri del rito abbreviato e del rito ordinario è rimasto soltanto il povero De Santis che aveva rinunciato alla prescrizione e per un capo d’accusa in cui non c’entra affatto la Juve, la gara Fiorentina-Bologna. Così De Santis è rimasto nostro sodale, pur avendoci quell’anno arbitrato 5 partite di cui 4 perse e una pareggiata. Addirittura, in una di queste, ko in casa con l’Inter, siamo stati raggiunti in vetta dal Milan. Se a De Santis si fosse aggiunto un altro sodale come lui avremmo anche potuto perdere il campionato.

Per quanto concerne la prescrizione, non siamo stati noi a volerla raggiungere ma chi evidentemente sapeva che il processo avrebbe preso direzioni diverse da quelle agognate da Narducci, Auricchio e altri sparsi nel territorio (come sono soliti scrivere nei loro 415). Basterebbe citare le due ricusazioni alla dottoressa Casoria nel primo processo ordinario, fatte da Narducci e i due giudici a latere, per ipotizzare 7 mesi di black-out, mentre noi per rendere più scorrevole il processo, proprio per evitare la prescrizione, dei 150 testi a difesa ne abbiamo fatti escutere solo 24 risparmiando alla corte un anno abbondante di tempo. La prescrizione quindi è servita solo a quanti si erano inventati un processo e non a noi.

Il processo era iniziato con una fantomatica associazione a delinquere che doveva portare la Juve a vincere i campionati per mezzo di una trentina tra arbitri e guardalinee, tutti assolti meno De Santis. Difficile perciò parlare di associazione con gli arbitri. Allora è stata intrapresa una nuova strada, quella degli interessi personali del sottoscritto in correlazione con la Gea.

Non ci è mai stato dato però di sapere di quali interessi si parlasse, visto che la Gea è stata assolta da ogni onere penale. Di me si può solo dire che in 12 anni di gestione, con Giraudo e Bettega: l’azionista non ha mai fatto aumenti di capitale; la Juve è stata l’unica società a rinunciare allo spalmadebiti; abbiamo portato la Signora a vincere ovunque fino a diventare campione del mondo di club; abbiamo contribuito con i nostri ragazzi al Mondiale 2006. Sarebbe interessante sapere quali interessi potrebbero essere ipotizzabili. In quasi 10 anni di indagini sono riusciti a capire che il campionato era regolare, il sorteggio era regolare, le comunicazioni esclusive con i designatori non esistevano. E questo, cari lettori, è il vero motivo delle prescrizioni.

Un caro pensiero a quanti ci sono stati vicini, meno ovviamente all’avvocato Zaccone difensore a quel tempo della Juve: se dovesse rileggere quelle carte che disse di aver letto in una settimana e dovesse per caso guardarsi allo specchio, chissà quali reazioni potrebbe avere. Le nostre già le conosce.

Marino perde la Panda, ma non il vizio Il nuovo imbarazzo arriva dalla moglie

Roma, la moglie di Ignazio Marino parcheggia la panda in divieto di sosta





Niente da fare, parcheggiare l'automobile in divieto di sosta è un vizio di famiglia, almeno per quella del sindaco di Roma Ignazio Marino. I giornalisti del Tempo hanno beccato di nuovo una Panda rossa parcheggiata sotto casa del sindaco, naturalmente in divieto di sosta. Il chirurgo regalato alla politica ce la stava quasi facendo a lasciarsi alle spalle le polemiche per la sua Panda rossa piazzata un po' ovunque nel centro storico di Roma. Dopo che a gennaio 2013 aveva comprato la Panda per 14mila euro da una concessionaria, era scoppiato un putiferio per le multe accumulate e il caos sui permessi di accesso nella Zona a traffico limitato. Marino esausto aveva deciso di vendere l'auto che "portava sfiga". E così è stato: il 20 febbraio scorso la Panda è stata venduta alla generosa cifra di 900 euro. Nessun affarone dietro il prezzo basso, a comprare l'auto è stata la moglie di Marino, Rossana Parisen Toldin, con tanto di targa nuova e nuovo permesso Ztl. Tutto regolare stavolta, se non fosse per quel vizietto duro a morire, ma del quale almeno è noto l'autore: a parcheggiare in divieto di sosta la Panda della famiglia Marino stavolta è stata la moglie.