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venerdì 13 gennaio 2012

Napoli. Comune e Provincia OK.... l'Olanda pronta a ricevere i rifiuti della Campania.


NAPOLI: RIFIUTI IN OLANDA....

di Sabatino Laurenza
Sono state avviate qualche giorno fà le operazioni di carico dei rifiuti dallo stir di Caivano a bordo della nave "Nordsten". Dopo l'accordo raggiunto dal comune e dalla provincia di Napoli, la spazzatura dal Golfo si trasferirà in Olanda. È previsto il trasferimento di un carico alla settimana: circa 3.000 tonnellate di rifiuto secco a viaggio per un costo, come ha riferito il presidente della Provincia, Luigi Cesaro, di circa 109 euro a tonnellata. Sulla vicenda il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, ha così commentato: "La partenza del primo carico verso i Paesi Bassi rappresenta un passo avanti per superare la precarietà del momento. È una soluzione transitoria che serve a noi per avere uno-due anni di tempo per completare gli impianti di cui ha bisogno la città e la Campania. È un contributo ad evitare che la Campania possa tornare in emergenza”. Tonnellate di pattume made in Naples che, fanno sapere dall'Olanda, produrranno energia per 35 milioni di docce calde. Si, perchè grazie a noi avranno modo di convertire monnezza in energia per il riscaldamento. Restiamo sempre un po' a bocca aperta, e un tantino umiliati, a sentire queste cose, ma tant'è!


giovedì 12 gennaio 2012

Vaticano: La Polemica Infinita.!


ATTUALITA'. CHIESA, LA POLEMICA INFINITA!

di Sabatino Laurenza
La manovra Salva-Italia ha riaperto una ferita mai chiusa: quella delle esenzioni fiscali della Santa Sede Spa. Per fare informazione in modo completo bisogna partire da un dato che molti dimenticano: la Chiesa paga già l’Ici su molte strutture con finalità commerciali. Ma altrettanto viene da chiedersi......quanto vale il patrimonio immobiliare della Chiesa? Una stima reale non esiste. I beni del Vaticano sfuggono a qualsiasi radiografia catastale. L'Amministrazione del patrimonio della sede apostolica, l'ombrello ufficiale del mattone di Dio, ha a bilancio beni per soli 50 milioni, ma si tratta di valori storici inattuali. Il gruppo Re, una società che gestisce immobili per gli enti ecclesiastici, ha calcolato qualcosa come 115mila immobili, quasi 9mila scuole e oltre 4mila tra ospedali e centri sanitari. A Roma sotto il cappello del Santa Sede ci sono 23mila tra terreni e fabbricati, 20 case di riposo, 18 istituti di ricovero, 6 ospizi. Beni che non diminuiscono, ma che aumentano in modo considerevole: solo nella Capitale ogni anno sono almeno 10mila i testamenti a favore del clero. Mettere mano al catasto clericale, dunque, non è semplice. Non tutto è riconducibile ad un unico ente, dato che parte dei beni sono di proprietà delle Congregazioni che li ricevono direttamente dai cittadini. Prima di sparare a zero in modo populistico e ottuso, sbandierando lo slogan “la Chiesa paghi l’Ici“, però, ci si dovrebbe ricordare delle attività socio-assistenziali portate avanti dal Vaticano in via del tutto gratuita e che quasi sempre suppliscono un sistema di accoglienza di poveri e migranti del tutto assente a livello cittadino e comunale. La mensa dei poveri, ad esempio, è un’attività fondamentale per sostenere italiani e stranieri che vivono in povertà. Intanto una stima, approssimativa, ha calcolato che il pagamento dell'Ici da parte della Chiesa potrebbe fruttare fino a tre miliardi l'anno all'Erario. Passata la tempesta la Chiesa può tirare un sospiro di sollievo. Alle parole di apertura sul pagamento dell’Ici, come sempre, non sono seguiti i fatti. Così, votata la manovra, anche per il 2012 la Chiesa è salva. O meglio: continuerà a camuffare attività commerciali in attività no profit, in modo da continuare ad evadere il fisco e a fare concorrenza sleale. Alla faccia di Cortina e di tutti i “poveri” con il Suv. Ma, al di là dell’Ici non pagata, la Chiesa gode di privilegi ben più grandi. In primo luogo l’acqua. Il Concordato prevede che lo Stato italiano provveda “che alla Città del Vaticano sia assicurata un’adeguata dotazione di acque”. Così tocca al Comune di Roma fornire acqua gratis al Vaticano attraverso la sua (oramai ex) municipalizzata Acea. Dal 1999 ad oggi la Chiesa si rifiuta di pagare appellandosi al diritto internazionale. Così, mentre i romani hanno pagato e pagano tutt’ora l’acqua del Papa (l’azionista di maggioranza di Acea è il Comune di Roma), il resto degli italiani pagano lo smaltimento dei liquami del Vaticano. E di acqua il Vaticano ne usa anche molta, decisamente troppa: ben 5 milioni di metri cubi l’anno, secondo Acea. Ma facciamo due conti. Il fabbisogno personale è di circa 54 metri cubi l’anno, pari a 150 litri al giorno. In Vaticano vivono 832 abitanti per un fabbisogno totale di acqua pari a 45mila metri cubi. Dove finisce tutta l’altra acqua? Servizi igienici dei musei vaticani, qualche fontana. Ma è presumibile che molta vada sprecata. Alla faccia di chi, in Africa, fugge dalla siccità, alla faccia di chi muore in guerre per il controllo delle "oasi blu". Alla faccia di tutti quegli italiani che si sono visti tagliare l’acqua, la luce, il gas e il telefono quando non riescono a pagare le bollette. Non ci si dimentichi che se uno Stato, nel nostro caso il Vaticano, usufruisce di esenzioni e privilegi, significa che qualcuno, ovvero il Parlamento italiano, glieli ha concessi. Un particolare quasi sempre dimenticato da quanti guardano, strillano e urlano solo rivolti Oltretevere.

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Caivano. L'irriducibile Cainao. A cura di Padre Maurizio Patriciello..


Caivano. La Parola a Padre Maurizio Patriciello


Hanno un nome i due uomini uccisi e dati alle fiamme la scorsa notte davanti al cimitero di Melito, grosso centro alle porte di Napoli.  Si tratterebbe di Raffaele Stanchi e Luigi Mondò di Scampia, il famigerato quartiere crocevia della droga che attraversa l’Italia e che vede, da anni, contrapposti in una terribile faida, il clan della famiglia Di Lauro e l’ala ribelle, i cosiddetti scissionisti. Nessuna pietà per coloro per i quali era stata decretata la condanna a morte. Delitto eclatante, da servire da esempio per chi, in futuro, avesse intenzione di tradire la “famiglia”, i patti, le alleanze. La storia è sempre la stessa. Questi uomini pure. Si confessano eterno amore. Si chiamano fratelli. Si dicono disposti a dare la propria vita per l’altro.  Fanno patti, riti, giuramenti. Tengono a battesimo i piccoli rampolli dei compari. Poi, quando i soldi cominciano a girare a palate, quando si sentono corteggiati da chi prima nemmeno li degnava di uno sguardo, vengono invasi, posseduti da una strana mania di grandezza. Non capiscono più perché debbano continuare a sottostare ai patti, né il motivo per cui dividere il guadagno con chi è perdente in quel momento. Si convincono che da soli possono ottenere tutto, si incaparbiscono che riusciranno là dove gli altri hanno fallito. 
E si consegnano a quella maledetta frenesia che si impossessa di loro e delle loro facoltà mentali. La prudenza lascia il posto a una lucida follia. Succede così che iniziano, caparbiamente, a scavarsi la fossa nella quale finiranno per essere sepolti. Intanto sembra che gli altri abbiano paura o che dormano. Fino al momento in cui scatta la trappola. Allora tutto cambia. Tutto diventa buio. Tutto diventa morte. È allora – ma ormai è tardi - che si svegliano dal torpore in cui erano caduti e si accorgono che i loro nemici, sono invasi dalla stessa forza maledetta che li tiene prigionieri e, come a loro, non concede tregua. 
Una febbre li fa delirare. Un delirio li consuma. Una sete di sangue e di vendetta che si placa solo con la morte – esemplare, eclatante – di chi ha tradito.  Di lui, se possibile, non deve rimanere nemmeno il corpo. Chi gli ha voluto bene deve patire una sofferenza atroce. La storia si ripete. Vecchia. Sempre uguale. Noiosissima e terrificante. E, cosa alquanto strana, sempre trova chi è disposto a scommettere sulla sua efficacia. 
Caino non si arrende. Caino ancora insanguina le strade. I mille clan che si spartiscono gli affari illeciti della città, non hanno mai smesso di essere sul piede di guerra. Gli odi viscerali che contrappongono interessi milionari e persone divampano più del fuoco. 
Non sono trascorse che poche ore dal ritrovamento dei due cadaveri bruciati e, sempre a Melito, viene consumato un altro delitto. A cadere sotto i colpi di pistola stavolta è il 52enne Patrizio Serrao. Il 5 gennaio fu la volta di Rosario Tripicchio. L’anno nuovo, a Napoli, è iniziato sotto i peggiori auspici. Gli inquirenti non hanno dubbi. Nemmeno la gente comune. È di nuovo guerra tra il clan dei Di Lauro e gli scissionisti. Non bisogna abbassare la guardia, oggi più che mai. Occorre tenere gli occhi bene aperti soprattutto in questi tempi di crisi nei quali tanta gente versa in condizioni di estrema povertà. Sotto le case di tanti camorristi c’è chi fa la fila per ottenere un qualsiasi posto di “lavoro” per poter continuare a vivere. Coloro non sanno più dove “posare il capo” interpellano la società politica e civile. Sono là. Nelle nostre città, nelle nostre periferie. Non possiamo ignorarli. Melito è a pochi passi dall’Agro Aversano, da Secondigliano, da Miano, da Scampia. Terre di camorra, di espedienti, di imbrogli milionari per pochi e di vite bruciate per sempre per tanti altri. La recrudescenza della camorra – non occorre dimenticarlo mai - avviene là dove lo Stato è debole, pigro o completamente assente.

mercoledì 11 gennaio 2012

Economia. Decreto Salva Italia: Addio Contanti...


DECRETO SALVA-ITALIA: ADDIO CONTANTI!

di Sabatino Laurenza
Oltre a promuovere la crescita e lo sviluppo, la Fase Due del governo Monti si è promessa di combattere apertamente l'evasione in ogni modo. In tal senso, a spiccare tra le misure del Decreto Salva Italia, è indubbiamente l’abbassamento della soglia massima per i pagamenti in contanti. Dal 1° febbraio 2012 sarà disposto la riduzione da 2.500 a 1.000 euro del limite che vieta l’utilizzo dei contanti, dei libretti e dei titoli al portatore come mezzi di pagamento. Ciò significa che se volessimo comprare un computer, una fotocamera o un telefonino di ultima generazione superiore alla sopracitata cifra saremo costretti a scegliere, a seconda dei casi, tra un bonifico, un assegno non trasferibile o una carta di credito. L'obiettivo è rendere tracciabile ogni pagamento, in maniera da creare maggiori complicazioni a chi paga in nero, poiché la nuova disposizione obbliga l’utilizzo di strumenti di pagamento, che devono lasciare, appunto, traccia delle transazioni. Le transazioni di 1.000 e più euro effettuate in contanti verranno punite con una multa di minimo 3 mila euro e una segnalazione al fisco. Gli unici strumenti permessi saranno: bonifici bancari, carte di credito, bancomat, assegni bancari e circolari non trasferibili. E' inoltre, giusto ricordare, che la multa è applicabile non solo al soggetto che effettua il trasferimento in contante superiori al limite disposto ma anche a colui che lo riceve.


Cronaca: La Petroliera Caylyn Finalmente a Casa..


CAYLYN. EQUIPAGGIO FINALMENTE A CASA!

di Sabatino Laurenza
Sono arrivati in Italia i cinque marittimi della Savina Caylyn, la petroliera sequestrata dai pirati somali l'8 febbraio 2011 vicino l'isola yemenita di Socotra, e liberata dopo lunghe trattative il 21 dicembre scorso. Ad attenderli a Fiumicino la calorosa accoglienza dei familiari più stretti giunti ad accoglierli. «Bentornati lupi di mare», una delle frasi che i familiari gli hanno gridato gettandogli le braccia al collo. Le scene di commozione, svoltesi in un angolo riservato della sala, hanno comunque richiamato al curiosità e l'attenzione di tanti viaggiatori in transito. "È finito un incubo: ancora una volta hanno vinto l'amore sull'odio, la vita sulla morte. È stato terribile, ci sono stati vari momenti bruttissimi ma ne siamo usciti fuori: ringrazio di cuore tutti gli italiani che ci hanno aiutato. Un grande ringraziamento al Governo, al ministero degli Esteri, a tutti". Sono le parole, commosse, del comandante della nave Savina Caylyn, Giuseppe Lubrano Lavadera. Il rilascio dei membri dell'equipaggio della petroliera italiana, è avvenuto tramite il pagamento di un "riscatto" che ammonterebbe a circa 11,5 milioni di dollari.

martedì 10 gennaio 2012

Cardito: Crolla Palazzo, Tragedia Sfiorata...


CARDITO: CROLLA PALAZZO IN CENTRO

di Sabatino Laurenza
Tragedia sfiorata a Cardito. Il corpo centrale di una palazzina a due piani è crollato nella mattinata del 7 gennaio, in piazza Garibaldi. La sera precedente gli abitanti dello stabile preoccupati da alcuni segnali, avevano chiamato i vigili del fuoco. Date le condizioni della struttura era stata disposta la collocazione di una recinzione di sicurezza intorno alla zona da evacuare e lo sgombero della palazzina. Dopo qualche ora è avvenuto il crollo nel quale nessuno è stato coinvolto, nonostante al pian terreno la struttura fosse dotata di un bar abitualmente frequentato da diverse persone nella zona centrale della cittadina a nord di Napoli. Ancora una volta un episodio dove le autorità locali dimostrano la loro superficialità, dato che lo stabile versava in uno evidente stato di abbandono e la mancata manutenzione avrebbe potuto provocare una disgrazia non tollerabile.