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sabato 24 settembre 2011

Cardito: Non Solo Tabacco di Francesco e Stefania Donatellis

Tabaccheria: Non Solo Tabacco  
di Francesco e Stefania Donatellis

-Tabacchi-Ricevitoria del Lotto-


Ricariche:













Valori Bollati-Contributi Unificati-Marche per Passaporto-Digitale Terrestre-Portachiavi, Ciondoli e Accessori Calcio Napoli, Profumerie. Si effettuano Fotocopie e Servizio Fax.

Non Solo Tabacco di francesco e Stefania Donatellis è ubicato in Cardito, alla ViaPietro Donadio, inizio Corso Umberto 1. di Caivano. Per Info: 081.830.2316

Caivano: Padre Maurizio Interviene sul Problema Rifiuti


Riportiamo un articolo di Padre Maurizio Patriciello Pubblicato il 21 Settembre su  "Avvenire".. Un articolo che vale la pena leggere...  

UNO SCEMPIO SENZA COLPEVOLI
Sicché alla fine nessuno pagherà per l’ occultamento dei rifiuti tossici  nelle campagne del Casertano. La notizia che  i reati di cui erano accusati 95 imprenditori del Nord Italia sono caduti in prescrizione, ci ha raggiunto come una pugnalata al cuore. Chi ha subito e continuerà a subire danni da quelle orribili valanghe di scorie velenose – si parla di un milione di tonnellate! – che lasciavano il Piemonte, la Lombardia, la Toscana, l’ Emilia Romagna, il Veneto per essere sversate illegalmente in Campania, con la complicità della camorra nostrana e di tanti politici collusi o incapaci, non otterrà giustizia alcuna. Cade il sipario – un vero drappo funebre – sulla “ Operazione Cassiopea”, che aveva dato speranza a tanta gente onesta. Incredibile, ma vero: non ci sarà colpevole per lo scempio delle nostre terre. Nessuna condanna per lo sfacelo che sta mandando al Creatore, prima del tempo, giovani vite desiderose di giocare, vivere, amare. Lo sconforto ha coinvolto tutti.  Chi già faceva fatica a fidarsi della giustizia, sprofonda ancora di più nelle sue convinzioni. È difficile farsene una ragione, ma è così: per lo scempio dei rifiuti che ha portato la Campania sulle pagine dei giornali di tutto il mondo non c’è, per la giustizia italiana, nessun colpevole. Tutto prescritto. Tutti innocenti. Chi glielo dirà ai nostri bambini che si impegnano a separare la carta dalla plastica? Chi avrà il coraggio di affrontare la rabbia e la delusione dei giovani impegnati che hanno rischiato la vita per  stare sempre e comunque dalla parte della legalità?
Da domenica non si parla d’altro. Quanta delusione, mio Dio, si legge sui volti della gente. Quanta sofferenza, quanta impotenza. Riuniti sul sagrato, dopo la Messa, mi guardano come se fossi io il responsabile,  come per dire: “ Ti abbiamo seguito, ti abbiamo creduto, e adesso? Non ci hai sempre detto di fidarci  dello Stato, della magistratura? Continuerai a dirci che dobbiamo rimanere inchiodati qui, quando ci viene voglia di scappare lontano? Non è vero, padre, non è vero che la legge è uguale per tutti. Alla fine sono sempre i poveri, siamo sempre noi a pagare il prezzo più alto…”.
Ho sempre pensato che i rifiuti urbani gettati per le strade non erano solamente un atto di inciviltà, ma anche il grido di ribellione di chi non aveva altra possibilità per attirare l’attenzione sul problema vero: i rifiuti tossici. Un grido da intercettare e interpretare. La gente sapeva bene che non erano le bucce di patate e i residui della cena a fare paura, ma i mille tir che attraversavano l’Italia per fermarsi nelle province di Napoli e Caserta. L’ alleanza malefica tra le cosche della camorra campana e alcuni industriali senza scrupoli del ricco Nord alla fine ha vinto. “ Un popolo e l’altro sul collo vi sta…”. Ci sentiamo offesi. Siamo addolorati. Non riusciamo a credere che sia potuto accadere. Il cuore dell’uomo è un pozzo senza fondo. Quando non è Dio a colmarlo, lo si riempie di mille cose che sempre lo lasciano insoddisfatto. Il falso dio,  il denaro, a questa gente non basta mai. Per esso sono disposti a tutto, anche a svendere la vita dei loro fratelli in umanità. Anche a rinunciare alla loro stessa dignità.  E noi che attendevamo che giustizia fosse fatta,  stiamo qui, oggi, a leccarci le ferite. Noi, Chiesa di Gesù Cristo in questo territorio, dobbiamo saper resistere per stare accanto ai giovani. Per ridonare loro il gusto di fare bene, di lottare ancora, di non cedere, di non tirare i remi in barca. Non ci interessa sapere quale meccanismo si è inceppato, in questo processo, ma giustizia non è stata fatta. Non doveva accadere. Invece è accaduto. E noi dobbiamo aiutare la nostra gente a riprendere il cammino. A continuare a sperare contro speranza.

Consiglio Provinciale: Lunedì 26 e Martedì 27 Settembre

Lunedì 26 e Martedì 27 Settembre si terrà il Consiglio Provinciale di Napoli.

venerdì 23 settembre 2011

Caivano: Ultime Indiscrezioni

Caivano: Non mancano le indiscrezioni, le ultime arrivano proprio dal Partito Democratico, in una brevissima riunione, pare che il PD, abbia detto no all'ex Sindaco Falco, per la loro e futura entrata in Giunta. Non potrà mai esserci un ripristino e un azzeramento totale della Maggioranza, i portatori di voti da un lato sbattono i pugni sul tavolo, dall'altro si tengono la posta... meglio un Sindaco amico, meglio un appoggio indiretto, che il centro destra del leader indiscusso Pippo Papaccioli.. Troppi gli intoppi, troppe le richieste di chi resta. Ormai quei pochi consiglieri rimasti in maggioranza giocano al rialzo, a chi alza di più la posta, si sentono Re.... hanno il coltello dalla parte del manico, il sindaco è sotto ricatto politico.. Ma nonostante ciò sa muoversi, sa trattare.... pur di rientrare con la fascia a tracollo.. Le opposizioni locali rappresentate dal segretario Alessio Vanacore, attendono la fine del film entro il 4 ottobre.... Sono pronti, uniti e compatti, si sente aria di elezioni, qualche altro consigliere già prepara il bidone con la colla, per affiggere i propri manifesti! Noi attendiamo di scrivere qualcosa di positivo e di propositivo, portato avanti da qualche amministrazione comunale protesa solo ed esclusivamente nell'interesse unico collettivo... ma questo appare giorno dopo giorno un sogno sempre più lontano.... 

Ricordando Giancarlo Siani

Il Nostro Blog, ricorda il grande Giornalista Giancarlo Siani.
Nato in una famiglia della Borghesia Napoletana del quartiere Vomero, frequentò il liceo Vico, partecipando ai movimenti studenteschi del 1977. Iscrittosi all'università, iniziò a collaborare con alcuni periodici napoletani, mostrando particolare interesse per le problematiche dell'emarginazione. Proprio all'interno delle fascie sociali si annidava, infatti, il principale serbatoio di manovalanza della criminalità organizzata. Scrisse i suoi primi articoli per il mensile "il lavoro nel sud" testata dell'organizzazione sindacale CISL. E poi iniziò la sua collaborazione come corrispondente da torre annunziata per il quotidiano il mattino. Le vigorose denuncie del giovane giornalista, lo condussero ad essere regolarizzato nella posizione di corrispondente, art. 12 del contratto di lavoro giornalistico. Le sue inchieste scavavano sempre più in profondità, tanto da scoprire la moneta con cui i boss mafiosi facevano affari. Siani con un suo articolo accusò il clan nuvoletta, alleato dei coorleonesi di totò riina. E il clan Bardellino. esponenti della nuova famiglia, di voler spodestare e vendere alla polizia il boss valentino gionta. divenuto scomodo della stessa camorra. Da quell'articolo, iniziarono i primi problemi per il giornalista Siani. Olre a questa inchiesta condotta da Siani ce ne furono tante altre... Fino al giorno 23 Settembre del 1985, 4 giorni dopo aver compiuto 26 anni, appena giunto sotto casa Siani venne Brutalmente Ucciso. L'agguato avvenne verso le 20.50.  nel suo quartiere, il Vomero. 
Nel 1997 la resa dei conti, la magistratura, con precisione la seconda sessione della corte dei conti, condannò  i mandanti i fratelli lorenzo e angelo nuvoletta... ed i suoi esecutori materiali: Ciro cappuccio e Armando del core.. all'ergastolo... 
RICORDANDO UN GRANDE GIORNALISTA SALUTIAMO GIANCARLO SIANI...

Lo Stato Italiano Vuole il Bavaglio...!!!

Nessun telegiornale ha avuto il permesso di diffondere questa notizia . Ieri il Senato ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza (D.d..L. 733) tra gli altri con un emendamento del senatore Gianpiero D'Alia (UDC) identificato dall'articolo 50-bis: "Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet"; la prossima settimana Il testo approderà alla Camera come articolo nr. 60. Questo senatore non fa neanche parte della maggioranza al Governo... il che la dice lunga sulle alleanze trasversali del disegno liberticida della Casta. In pratica in base a questo emendamento se un qualunque cittadino dovesse invitare attraverso un blog (o un profilo su fb, o altro sulla rete) a disobbedire o a ISTIGARE (cioè.. CRITICARE..??!) contro una legge che ritiene ingiusta, i providers DOVRANNO bloccarne il blog o il sito. Questo provvedimento può far oscurare la visibilità di un sito in Italia ovunque si trovi, anche se è all'ESTERO; basta che il Ministro dell'Interno disponga con proprio decreto l'interruzione dell'attività del blogger, ordinandone il blocco ai fornitori di connettività alla rete internet. L'attività di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro 24 ore; pena, per i provider, sanzioni da 50.000 a 250.000 euro. Per i blogger è invece previsto il carcere da 1 a 5 anni oltre ad una pena ulteriore da 6 mesi a 5 anni perl'istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all'ODIO (!) fra le classi sociali. MORALE: questa legge può ripulire immediatamente tutti i motori di ricerca da tutti i link scomodi per la Casta. In pratica sarà possibile bloccare in Italia (come in Iran, in Birmania e in Cina) Facebook, Youtube e la rete da tutti i blog che al momento rappresentano in Italia l'unica informazione non condizionata e/o censurata. ITALIA: l'unico Paese al mondo in cui una media company (Mediaset) ha citato YouTube per danni chiedendo 500 milioni euro di risarcimento. Con questa legge non sarà più necessario, nulla sarà più di ostacolo anche in termini PREVENTIVI. Dopo la proposta di legge Cassinelli e l'istituzione di una commissione contro la pirateria digitale e multimediale che tra meno di 60 giorni dovrà presenterà al Parlamento un testo di legge su questa materia, questo emendamento al "pacchetto sicurezza" di fatto rende esplicito il progetto del Governo di "normalizzare" con leggi di repressione internet e tutto il sistema di relazioni e informazioni che finora non riusciva a dominare. Mentre negli USA Obama ha vinto le elezioni grazie ad internet, l'Italia prende a modello la Cina, la Birmania e l'Iran. Oggi gli UNICI media che hanno fatto rimbalzare questa notizia sono stati la rivista specializzata "Punto Informatico" e il blog di Grillo. Ancora una volta lo stato fallisce, una rappresentanza Istituzionale democratica non può consentire alle parti avverse il silenzio, anzi dovrebbe garantire l'esatto contrario.... VIGILARE... Ed INFORMARE giorno per giorno l'andamento Politico-Amministrativo...... del resto, questa legge è stata votata da un rappresentante dell'udc nazionale, a caivano l'ex Maggioranza Falco ha querelato non sappiamo ancora se dai cc, o solo verbalmente, le opposizioni locali per essere stati troppo eccessivi, sottovalutando, che le opposizioni non hanno fatto altro che raccontare quanto accadeva all'interno della maggioranza..... è proprio vero non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere........ peggior sordo di chi non vuol sentire......  Anche se in questo caso L'amministrazione locale ha visto e sentito benissimo............

giovedì 22 settembre 2011

Rapporto Giovani e la Politica





Con l’avvicinarsi delle ultime elezioni politiche abbiamo potuto notare come tutti i mass media abbiano dato sempre maggior spazio alla pagina politica, dando risalto alle opinioni di ciascuno schieramento e cercando così di informare e di orientare gli italiani verso la scelta più opportuna. Nonostante ciò bastava uscire per la strada e fare quattro chiacchiere con la gente per capire come le questioni politiche del nostro Paese hanno avuto come maggiore effetto la diffusione di un clima di malcontento, disillusione ed incertezza, evidente soprattutto tra la popolazione giovanile. Non è difficile capire le ragioni di questo fenomeno: i giovani d’oggi devono, infatti, scontrarsi con una realtà dominata da fattori che rendono difficili le condizioni sociali, e negli ultimi anni si sono dimostrati essere i destinatari di iniziative governative che hanno prodotto solo incertezza e precariato.
Da numerosi studi condotti sulla popolazione italiana emerge come i ragazzi di età compresa tra i 18 e i 35 anni, qualsiasi sia il ceto sociale cui appartengono, avvertono chiaramente tutti i difetti della nostra società e si sentono ricordati dai politici solo durante le campagne elettorali, aspetto questo che non crea in loro nessuna passione per i partiti e alimenta una crescente insofferenza per la lentezza dei tempi e l’incapacità di azione. I pochi giovan
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i, poi, che tentano di accostarsi alla vita politica italiana sono così pochi e scarsamente considerati da formare una classe in concreto inesistente: da un lato infatti quelli che hanno coltivato degli ideali politici sono decisamente rari, potremmo definirli “mosche bianche” in una società dominata da valori vuoti e preconfezionati, pratiche realtà “mordi e fuggi” create ad hoc per limitare l’uso del cervello; dall’altro invece quelli che cercano di impegnarsi attivamente in politica vengono raramente ascoltati dai leader di partito, pochi dei quali sanno raramente prendere in considerazione nuove proposte.
Non ci si può quindi meravigliare se molti giovani hanno un’opinione negativa della politica, provano sentimenti di rabbia, diffidenza e noia verso la politica tanto da allontanarsene del tutto. Il mensile Help! ha voluto approfondire questo importante aspetto della realtà in cui viviamo attraverso la voce di sei giovani differenti per età, professione e stile di vita, i quali hanno voluto raccontare che cosa pensano della politica italiana e che cosa si aspettano davvero da chi ci governa.
Che cosa ne pensi del quadro politico italiano?
Giulia, 26 anni, laureata in Giurisprudenza e impiegata comunale: “Direi che il nostro quadro politico ha un aspetto devastante: i politici sono in grado di fare solo promesse che poi non sanno mantenere. La sensazione che ho è che il loro unico scopo sia quello di raggiungere e soprattutto mantenere il potere conquistato”.
Martino, 34 anni, avvocato penalista: “Penso che ci sia ancora molta confusione perché non c’è stato ancora un ricambio generazionale della politica. Saremo pronti a un vero bipolarismo solo quando verranno rimosse le figure politiche di vecchia data che hanno una mentalità inadatta ai tempi del Paese”.
Petra, 23 anni, estetista: “Attualmente siamo governati da soggetti che agiscono con il solo scopo di fare i propri interessi e non quelli del popolo italiano, evitando accuratamente di tradurre in fatti concreti tutto quello che viene promesso in campagna elettorale”.
Emiliano, 25 anni, tecnologo alimentare: “Penso che la politica italiana sia dominata sempre dalle solite persone, che ricoprono inesorabilmente le stesse cariche e che mirano solo a conservare la posizione ottenuta. Con questo però non voglio dire che i giovani rappresentino per forza l’alternativa migliore, né che tutti i politici italiani siano persone negative: ci sono anche leader di partito molto validi che sanno dare prova di grandi capacità anche e soprattutto in virtù della loro esperienza”.
Adriana, 33 anni, segretaria: “Credo che la situazione sia poco chiara e che nessun cittadino si possa definire rappresentato dai politici del Paese”.
Filippo, 26 anni, studente di Ingegneria: “Il mio giudizio è totalmente negativo: l’incapacità si somma a una mancanza di volontà e talvolta alla malafede di personaggi che hanno costruito un sistema a loro uso e consumo. Non mi sento comunque vicino alle idee di quanti puntano il dito contro la classe politica: secondo me la colpa di questa crisi non è da attribuire solo ai parlamentari ma anche agli italiani, perché il panorama politico è espressione diretta di un degrado sociale e morale della società della quale tutti noi facciamo parte. A ciò si aggiungono altri pessimi fattori, come un sistema elettorale privo di senso, un’ampia (ma per fortuna non unica) categoria di giornalisti che non collabora per favorire l’informazione del cittadino, un sistema giudiziario allo sbando che accresce la distanza tra le persone e lo Stato, minando lo spirito civico dei singoli”.
Ti interessi alle notizie politiche?
Giulia: “Sì, cerco di informarmi guardando la televisione o leggendo i giornali, ma trovo che i programmi dei partiti siano poco convincenti e scarsamente comprensibili”.
Martino: “Sì perché la politica è una componente fondamentale della vita del Paese, senza la quale non c’è economia e quindi non c’è ricchezza”.
Petra: “No, ormai le notizie politiche non mi interessano più. Ho sempre cercato di avvicinarmi a questo mondo attraverso i dibattiti che vengono trasmessi in televisione, ma ormai ho capito quanto sia inutile assistere al modo in cui i politici italiani cercano di prenderci in giro… così cambio canale ed evito di rovinarmi la giornata”.
Emiliano: “Sì perché sento la necessità di tenermi informato su una realtà che inevitabilmente interessa e condiziona la mia vita presente e futura”.
Adriana: “Sì, ma superficialmente, perché ormai ho maturato una vera repulsione verso un mondo governato dall’omologazione e privo di ideali in cui riconoscersi”.
Filippo: “In passato mi sono sempre interessato alla situazione politica italiana, comprando riviste e seguendo trasmissioni televisive a tema; adesso, nonostante credo che questi mezzi svolgano ancora un servizio di qualità per il cittadino, sto manifestando un totale disinteresse motivato da un sentimento di profonda sfiducia. Penso comunque che sia difficile rimanere completamente estranei a questa realtà, in quanto siamo quotidianamente sottoposti ad un attacco mediatico da cui è complicato difendersi e che spesso genera più confusione che consapevolezza: nel mio caso tutto ciò ha generato una crisi di rigetto”.
Che cosa i politici italiani dovrebbero cambiare nel loro modo di agire?
Giulia: “Secondo me dovrebbero rispecchiare di più la mentalità giovanile, liberandosi da forme mentali antiche, e sarebbe giusto che ci fossero leader politici più giovani in grado di fare i nostri interessi”.
Martino: “Quando salgono al potere dovrebbero ricordarsi più spesso delle idee e soprattutto dell’identità che avevano prima di entrare in politica”.
Petra: “Dovrebbero imparare a conoscere più da vicino la realtà del Paese, cercando di ascoltare le difficoltà e i desideri della gente”.
Emiliano: “Dovrebbero pensare un po’ meno a mantenere la poltrona e mettere al primo posto l’interesse del Paese e quindi del cittadino, anche a costo di andare controcorrente e di sembrare impopolari: alla gente in fondo interessa vivere bene, e se ciò comporta la necessità di prendere decisioni che sembrano ingiuste bisogna farlo, imparando a motivarle con un’informazione più corretta”.
Adriana: “Dovrebbero riuscire ad essere più sinceri. I politici si comportano in maniera scorretta, non sono in grado di promettere nulla né di proporre qualcosa di buono”.
Filippo: “L’aspetto più fastidioso è dato dall’incapacità dei politici di ammettere che sono state fatte delle scelte sbagliate. Non sanno assumersi le responsabilità delle loro azioni, tant’è che da quando ho iniziato a votare mi sono reso conto che troppi sono quelli che dovrebbero fare il mea culpa e che tutti o quasi si rifiutano di farlo”.
Quanto sono comprensibili per te le parole e le azioni dei politici?
Giulia: “Molto poco, o meglio trovo che parlino in un modo ma che agiscano diversamente. La loro ipocrisia è inaudita, come i paradossi cui si affidano pensando di imbrogliare la gente… come se questa fosse formata da individui totalmente stupidi”.
Martino: “Le parole sono comprensibili, le strategie ancora no perché abbiamo un sistema politico ed elettorale che serve il partito e non il cittadino. Quando questa situazione cambierà avremo risolto il 40% dei problemi della politica italiana”.
Petra: “Poco, d’altra parte è chiaro come i politici italiani non facciano altro che perdersi in discorsi vuoti senza mai affrontare i reali problemi della gente”.
Emiliano: “Secondo me le parole sono poco comprensibili perché i politici non sanno comunicare e spiegare quello che fanno; ogni volta che avrebbero l’opportunità di farlo riducono il tutto al solito scontro fra partiti, con l’unico risultato di non arrivare ad alcuna conclusione e far perdere al confronto tutto il suo valore costruttivo”.
Adriana: “Credo che le parole e le azioni siano anche troppo comprensibili: non è vero che la gente non è informata e non capisce ciò che viene fatto o detto. Purtroppo ognuno di noi ormai sa bene cosa i politici sanno ma soprattutto non sanno o non vogliono fare…”.
Filippo: “Sono molto comprensibili. I politici parlano per luoghi comuni e fanno molta demagogia rivendicando soprattutto una superiorità morale rispetto al proprio avversario, sentimento tanto finto quanto inutile. Pongono l’attenzione sui temi caldi del momento senza però proporre effettive soluzioni, e realizzano programmi che sembrano una coperta corta: coprono da una parte e scoprono dall’altra! Sembra che ormai non capire un politico sia diventato un vantaggio”.
Se potessi rivolgerti al Presidente del Consiglio, cosa gli domanderesti?
Giulia: “Gli chiederei di aiutare i giovani a trovare un lavoro sicuro, consentendo loro di realizzare i progetti per il proprio futuro: basta con il precariato!”.
Martino: “Gli chiederei di detassare il reddito dei giovani lavoratori (dipendenti e liberi professionisti) per i primi 7-10 anni di impiego: solo così sarà possibile spingerli a investire di più”.
Petra: “Gli chiederei di trascorrere mezza giornata nella mia attività: solo così potrebbe rendersi conto delle responsabilità e delle problematiche che i lavoratori italiani devono affrontare ogni giorno per guadagnarsi da vivere”.
Emiliano: “Gli farei presente che chi ricopre una carica come la sua non deve agire con il solo scopo di essere rieletto, ma deve credere realmente in ciò che fa, senza piegarsi alle logiche di potere e ai dietrologismi tipici dell’ambiente politico”.
Adriana: “Gli chiederei di porre fine agli scontri di basso livello e di incentivare più confronti costruttivi fra gli schieramenti politici, un maggior aiuto per i giovani, che sono il nostro futuro e devono avere la possibilità di realizzarsi pienamente, e infine di smetterla con il clientelismo continuo, tipico del nostro Paese e responsabile di molti problemi che purtroppo lo caratterizzano”.
Filippo: “Gli farei questa domanda: «Lei è sicuramente consapevole della difficile situazione italiana e la sua scelta di candidarsi non può che rispecchiare la convinzione di avere le capacità per migliorarla. Qualora durante il suo mandato non ci fossero miglioramenti per il Paese, se la sente di assumersi l’obbligo morale di ammettere il suo fallimento e di non dare la colpa alla situazione creata dai governi precedenti?»”.