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sabato 24 settembre 2011

Caivano: Padre Maurizio Interviene sul Problema Rifiuti


Riportiamo un articolo di Padre Maurizio Patriciello Pubblicato il 21 Settembre su  "Avvenire".. Un articolo che vale la pena leggere...  

UNO SCEMPIO SENZA COLPEVOLI
Sicché alla fine nessuno pagherà per l’ occultamento dei rifiuti tossici  nelle campagne del Casertano. La notizia che  i reati di cui erano accusati 95 imprenditori del Nord Italia sono caduti in prescrizione, ci ha raggiunto come una pugnalata al cuore. Chi ha subito e continuerà a subire danni da quelle orribili valanghe di scorie velenose – si parla di un milione di tonnellate! – che lasciavano il Piemonte, la Lombardia, la Toscana, l’ Emilia Romagna, il Veneto per essere sversate illegalmente in Campania, con la complicità della camorra nostrana e di tanti politici collusi o incapaci, non otterrà giustizia alcuna. Cade il sipario – un vero drappo funebre – sulla “ Operazione Cassiopea”, che aveva dato speranza a tanta gente onesta. Incredibile, ma vero: non ci sarà colpevole per lo scempio delle nostre terre. Nessuna condanna per lo sfacelo che sta mandando al Creatore, prima del tempo, giovani vite desiderose di giocare, vivere, amare. Lo sconforto ha coinvolto tutti.  Chi già faceva fatica a fidarsi della giustizia, sprofonda ancora di più nelle sue convinzioni. È difficile farsene una ragione, ma è così: per lo scempio dei rifiuti che ha portato la Campania sulle pagine dei giornali di tutto il mondo non c’è, per la giustizia italiana, nessun colpevole. Tutto prescritto. Tutti innocenti. Chi glielo dirà ai nostri bambini che si impegnano a separare la carta dalla plastica? Chi avrà il coraggio di affrontare la rabbia e la delusione dei giovani impegnati che hanno rischiato la vita per  stare sempre e comunque dalla parte della legalità?
Da domenica non si parla d’altro. Quanta delusione, mio Dio, si legge sui volti della gente. Quanta sofferenza, quanta impotenza. Riuniti sul sagrato, dopo la Messa, mi guardano come se fossi io il responsabile,  come per dire: “ Ti abbiamo seguito, ti abbiamo creduto, e adesso? Non ci hai sempre detto di fidarci  dello Stato, della magistratura? Continuerai a dirci che dobbiamo rimanere inchiodati qui, quando ci viene voglia di scappare lontano? Non è vero, padre, non è vero che la legge è uguale per tutti. Alla fine sono sempre i poveri, siamo sempre noi a pagare il prezzo più alto…”.
Ho sempre pensato che i rifiuti urbani gettati per le strade non erano solamente un atto di inciviltà, ma anche il grido di ribellione di chi non aveva altra possibilità per attirare l’attenzione sul problema vero: i rifiuti tossici. Un grido da intercettare e interpretare. La gente sapeva bene che non erano le bucce di patate e i residui della cena a fare paura, ma i mille tir che attraversavano l’Italia per fermarsi nelle province di Napoli e Caserta. L’ alleanza malefica tra le cosche della camorra campana e alcuni industriali senza scrupoli del ricco Nord alla fine ha vinto. “ Un popolo e l’altro sul collo vi sta…”. Ci sentiamo offesi. Siamo addolorati. Non riusciamo a credere che sia potuto accadere. Il cuore dell’uomo è un pozzo senza fondo. Quando non è Dio a colmarlo, lo si riempie di mille cose che sempre lo lasciano insoddisfatto. Il falso dio,  il denaro, a questa gente non basta mai. Per esso sono disposti a tutto, anche a svendere la vita dei loro fratelli in umanità. Anche a rinunciare alla loro stessa dignità.  E noi che attendevamo che giustizia fosse fatta,  stiamo qui, oggi, a leccarci le ferite. Noi, Chiesa di Gesù Cristo in questo territorio, dobbiamo saper resistere per stare accanto ai giovani. Per ridonare loro il gusto di fare bene, di lottare ancora, di non cedere, di non tirare i remi in barca. Non ci interessa sapere quale meccanismo si è inceppato, in questo processo, ma giustizia non è stata fatta. Non doveva accadere. Invece è accaduto. E noi dobbiamo aiutare la nostra gente a riprendere il cammino. A continuare a sperare contro speranza.

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