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martedì 4 luglio 2017

NEONATO INCURABILE Charlie, l'ospedale italiano "Portatelo qui da noi" Che cosa vogliono fargli

Charlie, l'ospedale Bambin Gesù di Roma: "Portate il piccolo qui da noi"



Pochi giorni fa Papa Bergoglio si era interessato al caso del piccolo Charlie Gard, il bambino con un male incurabile ricoverato a Londra e per il quale i medici avevano disposto l'interruzione delle cure. E oggi l'ospedale Bambin Gesù di Roma, che dal Vaticano dipende, ha chiesto che il piccolo sia trasferito lì da Londra.

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È quanto chiesto dalla presidente dell’ospedale, Mariella Enoc, al direttore sanitario del nosocomio londinese dove il bambino versa in condizioni disperate. "Difendere la vita umana, soprattutto quando è ferita dalla malattia, è un impegno d’amore che Dio affida ad ogni uomo", sottolinea Enoc. "Le parole del Santo Padre, riferite al piccolo Charlie, ben riassumono la mission dell’ospedale Bambino Gesù. Per questo motivo - annuncia - ho chiesto al direttore sanitario di verificare con il Great Ormond Street Hospital di Londra, dove è ricoverato il neonato, se vi siano le condizioni sanitarie per un eventuale trasferimento di Charlie presso il nostro ospedale. Sappiamo che il caso è disperato e che, a quanto risulta, non vi sono terapie efficaci. Siamo vicini ai genitori nella preghiera e, se questo è il loro desiderio, disponibili ad accogliere il loro bambino presso di noi, per il tempo che gli resterà da vivere»

Ferite, sangue, avvistamenti? Tutto falso. La vera storia di Igor il russo: così è sparito nel nulla

Igor il russo sparito da tre mesi: così ha fatto perdere le sue tracce



Tre mesi esatti. Da quando Norbert Feher, alias Igor Il Russo, ha fatto perdere le sue tracce dopo aver ammazzato il barista di Budrio Davide Fabbri. Del killer non c'è traccia, nonostante l'imponente schieramento di uomini, un migliaio che ruotavano su più turni tra poliziotti, carabinieri e soldati che gli ha dato la caccia per settimane nelle campagne a sud di Ferrara, tra avvistamenti, segnalazioni, un altro omicidio (quello della guardia Valerio Verri). Igor è ancora uccel di bosco, con ogni probabilità lontano da quelle terre che per 90 giorni hanno vissuto nella paura del fuggiasco armato e pericoloso.

Ma come ha fatto un uomo solo a fregare centinaia di professionisti? Prova a spiegarlo, partendo dalla cronaca di questi giorni, lo scrittore Donato Carrisi in un lungo articolo-racconto sul Corriere della Sera. Una fuga iniziata su un furgone rubato usato per allontanarsi da quel bar di Budrio ma abbandonato presto, prima che la targa sia segnalata ai posti di blocco. La strategia vincente è stata quella di dare l'impressione di non avere un piano, di sembrare agli occhi di chi lo cerca un balordo allo sbando. Rientra, forse, in questa strategia il sangue lasciato sui sedili di quel furgone, che ha dato ai cacciatori l'idea che la preda è ferita e che per questo non potrà andare lontano.

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Ma, forse, racconta Carrisi, quei tagli Igor se li è fatti apposta, visto che non pare aver riportato ferite nella sparatoria in cui è morto il povero barista di Budrio. Il suo obiettivo è raggiungere l'europa dell'Est, ma chi gli dà la caccia dovrà pensare che lui è ancora lì, in quei 40 chilometri quadrati di campagna romagnola. Così prenderà un vantaggio che gli altri non potranno più colmare. "Per questo, deve 'marcare' il territorio, nascondendosi tra casolari e sterpi, spostandosi solo di notte, bevendo l'acqua dei fossi e cercando il cibo tra i rifiuti. Coi propri escrementi crea false piste olfattive per fuorviare i cani molecolari e per una settimana riesce ad apparire pur rimanendo invisibile, come uno spettro. L'ottavo giorno incrocia due guardie ecologiche: una la uccide, l'altra, ferita, la risparmia lasciando in vita un testimone prezioso che col proprio racconto possa contribuire all'inganno. Nessuno avrà più in mente di cercarlo altrove, perchè il fatto che lui sia ancora in zona fa pensare ai suoi cacciatori che non sia in grado di fuggire". E' l'ultima volta che lo vedono. Da allora Igor è sparito davvero

Noi sganciamo miliardi e loro... Ville e shopping: la bella vita dei banchieri del crac

Banche, come se la godono i signori del crac



Hanno distrutto, o contribuito a bruciare, centinaia di miliardi. Hanno rovinato, o contribuito a rovinare, decine di migliaia di risparmiatori. E ci sono costati, coi danni che hanno provocato o che hanno contribuito a provocare, decine di miliardi di soldi pubblici. Sono i banchieri responsabili dei fallimenti e delle grandi crisi degli istituti di credito italiani. Alcuni, come scrive il quotidiano Il Giornale, sono stati pessimi manager, altri hanno anche commesso reati. Oggi, nessuno di loro è in carcere, anche se cause, richieste di danni e processi sono solo all'inizio e alla fine il conto qualcuno lo dovrà pagare.

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Per intanto, però, continuano a fare la bella vita che hanno sempre fatto. Come l'ex numero 1 di Mps Giuseppe Mussari, che va a a cavallo con l'amico fantino Aceto e cucina per gli amici nella villa di proprietà della moglie a due passi da Siena. Gianni Zonin, patron per quasi 20 anni di Pop Vicenza, è stato avvistato nei giorni scorsi con la moglie mentre faceva shopping di lusso in via Montenapoleone a Milano. Quando non fa spese, Zonin se ne sta nella sua tenuta di Ca' vescovo,a due passi dalla laguna di Grado, una fortezza con siepi altre tre metri, telecamere e vetri antisfondamento. L'ex presidente dei Carige Giovanni Berneschi, per ora, è stato condannato a otto anni e due mesi di reclusione, ma nel frattempo si divide tra il suo attico in centro a Genova e la campagna spezzina, con una ricca pensione da 200mila euro solo di Inps più il fondo integrativo della banca.

Fiorella Mannoia sul lastrico: conto prosciugato in un secondo, la sciagura in banca. Non ha più nulla

Fiorella Mannoia ridotta sul lastrico: spariscono i soldi in banca, le tolgono tutto



Prosegue l'annus horribilis di Fiorella Mannoia. Dopo essere stata sconfitta a Sanremo da uno scimmione (quello di Francesco Gabbani) adesso la cantautrice è nei guai con il conto in banca. 

I soldi dal conto sono spariti in un attimo e Fiorella si è trovata col conto prosciugato.

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La cantante ha prontamente fatto denuncia e ha raccontato su Facebook la sua spiacevole esperienza. "Un giorno ci scrive la banca avvertendoci che avevano riscontrato movimenti che lasciavano sospettare una clonazione della carta di credito". "Risaliamo e scopriamo che vi erano centinaia di acquisti (tutte piccole e medie cifre) fino a un ammontare di 7000 euro. Chiamiamo la banca, presentiamo tutto quello che ci era stato richiesto".

Il conto, come la stessa Mannoia ha riferito, era stato aperto per le spese del tour. Ma alla fine la banca non ha rimborsato la cantante: "Insomma morale della favola, ci hanno risposto dopo 4 mesi di telefonate di sollecito, che non ci rimborsano perché secondo loro non era possibile che i truffatori fossero riusciti a impossessarsi di tutti i dati. In sostanza insinuando il sospetto che non sia vero". La cantautrice conclude con una denuncia: "Le banche servirebbero a custodire i nostri soldi in maniera sicura. Forse a volte sarebbe meglio rispolverare il vecchio materasso. Tutto questo per dirvi: state attenti".

lunedì 3 luglio 2017

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Un gruppo di bambini ha scoperto il gelato del futuro. Il risultato è sconvolgente! 

ESCLUSIVA IL NOTIZIARIO - ACERRA Il Consigliere Andrea Piatto ai nostri microfoni punta il dito contro Monopoli: "In quel Campo Rom..."

Il Consigliere Andrea Piatto ai nostri microfoni: "In quel Campo Rom..."


di Gaetano Daniele



Andrea Piatto
Consigliere comunale

Siamo ad Acerra, in provincia di Napoli. Incontriamo il Consigliere comunale, Andrea Piatto, che alle scorse comunali ha ottenuto un boom di preferenze, più di 1300. Insomma, una voce imponente e determinante per la politica a nord di Napoli. 

Consigliere Piatto, puzze. Perchè ha puntato il dito contro Caivano? 

Innanzitutto grazie per lo spazio che mi concede sul suo portale d'informazione il Notiziario sul web. Il mio era un riferimento specifico. Parlo del Campo Rom: in quel campo Rom ci sono rifiuti di ogni genere (pneumatici, frigoriferi, mobili, oltre ai rifiuti urbani) non raccolti da mesi e mesi. Che si incendino o vengano incendiati è un fatto scontato. 

Per questo ha puntato il dito contro Caivano e contro il Sindaco Simone Monopoli? 

Certo. Per questi motivi il Sindaco di Caivano, Simone Monopoli, dovrebbe ordinare a chi ha autorizzato il campo di smaltire i rifiuti e, se non eseguisse, farlo lui in danno. 

Per lei ci sono altre strade? 

Non c'è altra strada.

Secondo lei come si combatte questo fenomeno?

E' difficile ma non impossibile. Innanzitutto bisogna fare una distinzione basilare, per le piccole combustioni per recuperare rame: chi lo fa va arrestato, italiano o straniero che sia. Con Caivano tre anni fa abbiamo avuto uno stesso problema per un campo rom non autorizzato, nato ai confini con Acerra. Anche in quel caso non ci fu collaborazione e ho la sensazione che i cittadini fecero da soli.

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