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giovedì 29 giugno 2017

Clamoroso: Kim Jong sparito Retroscena: "Lo decapitiamo" Per lui una fine terrificante?

L'ULTIMO ASSEDIO Corea del Nord, Kim Jong-un terrorizzato non si fa più vedere: Usa, il piano per decapitarlo. Peggio di Bin Laden



Da tempo Kim Jong-un si fa vedere sempre meno per le strade di Pyongyang. Il Rispettato Maresciallo secondo l'intelligence sudcoreana "è molto nervoso", come hanno riferito gli 007 in un'audizione a porte chiuse con i parlamentari di Seul. Secondo il rapporto, da mesi Kim avrebbe stravolto le sue abitudini a causa dell'ossessione per l'"operazione decapitazione", captata dallo spionaggio nordcoreano alle intelligence di Seul e Washington.

Con l'imminenza di un conflitto nella regione coreana, il piano si sarebbe delineato con un programma ben definito. La priorità è di tagliare la testa al regime, eliminando in qualsiasi modo Kim Jong-un. Il leader nordcoreano sarebbe quindi terrorizzato - e con lui l'intera schiera di capi militari che lo affiancano - tanto da intensificare gli esperimenti missilistici, come rivelato dagli Stati Uniti.


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Il piano per colpire al cuore il regime nordcoreano è quasi del tutto top-secret. Le uniche indiscrezioni arrivano sulla strategia di massima decisa da Sud Corea e Usa. Seul avrebbe messo in piedi una unità di uomini selezionatissimi dal suo esercito che dovrà infiltrarsi a nord del trentottesimo parallelo. Da parte sua Donald Trump ha dato il via libera per imbarcare sulla portaerei Carl Vinson, già impegnata vicina la penisola coreana, i famigerati Navy Seal Team 6, gli stessi impiegati per la mitica operazione che ha permesso di uccidere Osama Bin Laden.

NON LASCIA, RADDOPPIA "Potete anche punirmi, ma l'islam lo odio lo stesso" Facci a valanga: "Chi sono davvero i musulmani"

Filippo Facci: "Ecco perché odiavo l'islam e adesso continuo a odiarlo"


di Filippo Facci




Ho scritto che odiavo l’Islam, circa un anno fa, e voglio chiarire che lo odio ancora. Molti lettori sapranno che il 15 giugno scorso l’Ordine dei giornalisti della Lombardia (meglio: il Consiglio di disciplina territoriale, composto dai colleghi Paolo Colonnello e Anna Migotto più l’avvocato Claudia Balzarini) ha deliberato una mia sospensione di due mesi dalla professione e dallo stipendio. La ragione non è chiarissima, e neanche chiara: nasce da un esposto fatto da una collega (che non so chi sia) e ogni procedimento dell’Ordine viene inviato anche alla Procura generale presso la Corte d'Appello, e questo significa che, se fossero stati ravvisati reati - tipo la violazione della Legge Mancino, che tratta l’incitazione alla violenza e alla discriminazione razziale-etnico-religiosa - la Procura avrebbe dovuto procedere. Non lo ha fatto. Certo, non c’è solo la legge dello Stato, c’è anche la legge professionale dei giornalisti che regola la deontologia: tuttavia nella sentenza è citato vagamente solo «l’articolo 2, punto b» che parla della necessità di tutelare «la persona umana e il rispetto della verità sostanziale dei fatti, principi da intendere come limiti alle libertà di informazione e di critica». Ora: io di singole «persone umane» non ho parlato, ho parlato solo di idee, le quali, certo, non nascono sugli alberi perché sono elaborate da uomini, ma allora qualsiasi idea - e dottrina, ideologia, religione, filosofia - non dovrebbe essere criticabile perché elaborata da uomini. Quanto al «rispetto della verità sostanziale dei fatti», nel mio corsivo non si parlava di fatti. Comunque sia: la sanzione non scatterà subito perché ho proposto appello, ma in ogni caso ne è nata una reazione insperata che ha visto molti miei colleghi scagliarsi contro l’esistenza stessa dell’Ordine (io non sono tra questi) o comunque difendere la libertà di espressione da una decisione che a molti è parsa assurda logicamente e giuridicamente.

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LE CASTRONERIE
Ma non di questo volevo parlare. Il punto è che molti colleghi hanno ritenuto di dover difendere la mia libertà di opinione pur considerando - hanno detto - una porcheria quello che avevo scritto, anzi, «castronerie», «una stronzata illeggibile», cose così. Pazienza: lungi da me volerli convincere del contrario, ma ai lettori di Libero vorrei perlomeno far sapere che io, di quell’articolo, non cambierei una virgola o quasi. Mettersi a fare l’esegesi di un proprio scritto, ora, è un po’ da toccati, anche perché qualcuno potrebbe interpretare che la scrittura non fosse chiara: quando il problema, semmai, è che lo era troppo. Forse fa eccezione la prima parte: che nessuno cita mai anche se speravo restituisse il senso dell’articolo che perlomeno io avevo in mente, che è il senso dell'invettiva, della provocazione liberatoria allo stato puro: «Odio l’Islam. Ne ho abbastanza di leggere articoli scritti da entomologi che osservano gli insetti umani agitarsi laggiù, dietro le lenti del microscopio: laddove brulica una vita che però gli entomologi non vivono, così come non la vivono tanti giornalisti e politici che la osservano e la giudicano dai loro laboratori separati, asettici, fuori dai quali annasperebbero e perirebbero come in un’acqua che non è la loro. È dal 2001 che leggo analisi basate su altre analisi, sommate ad altre analisi fratto altre analisi, commenti su altri commenti, tanti ne ho scritti senza alzare il culo dalla sedia: con lo stesso rapporto che ha il critico cinematografico coi film dell’esistente, vite degli altri che si limita a guardare e a sezionare da non-attore, da non-protagonista, da non vivente. Ma non ci sono più le parole, scrisse Giuliano Ferrara una quindicina d’anni fa: eppure, da allora, abbiamo fatto solo quelle, anzi, abbiamo anche preso a vendere emozioni anziché notizie. Eccone il risultato, ecco alfine le emozioni, le parole: che io odio l’Islam, tutti gli Islam, gli islamici e la loro religione più schifosa addirittura di tutte le altre, odio il loro odio che è proibito odiare».

Ecco: voleva essere una premessa, anzitutto, che criticava come i quindici anni seguiti all’11 settembre, dopo una fiammata iniziale, ci avessero celermente riportato a un cerebralismo parolaio e a una «correttezza» che avevano soltanto caricato a molla molti di noi, così come l’iper-correttezza statunitense intanto avevano a molla tanti americani che poi avrebbero votato Trump. La mia morale, dopo 15 anni, è che odiavo l’Islam, tutti gli Islam, e odiavo il loro odio che è proibito odiare. Quanto alla «religione più schifosa addirittura di tutte le altre», mi riporto a posizioni che a molti lettori di Libero non piaceranno: quelle che furono di Bertrand Russell e più di recente di Christopher Hitchens, secondo le quali le religioni «pubbliche» avvelenano ogni cosa, temi che ora non v’interessano. Ma l’Islam - tutti gli Islam - rappresentano qualcosa di peggiore e invasivo perché respinge la separazione tra Stato e religione, non contempla la democrazia, respinge l’equivalenza di altre religioni e culture, esclude la parità giuridica e di genere, nega l’eguaglianza, ammette le pene corporali e la tortura, contempla e pianifica la sottomissione del nemico, e simpatizza - essa sì - per l’odio. Tutta roba che si può trovare su quel Corano che ho serenamente definito «manualetto militare» e nondimeno «libro di merda»: problemi miei. Nessuno può impedirmi di non sopportare anche le moschee, la cultura aniconica, il muezzin, l’ipocrisia sull’alcol e sulle vergini, soprattutto certa permalosità sconosciuta alla nostra cultura e le loro povere donne rinchiuse in quei sarcofaghi. «Odio l’Islam», scrissi, «perché l'odio è democratico esattamente come l'amare, odio dover precisare che l’anti-islamismo è legittimo mentre l’islamofobia no, perché è solo paura: e io non ne ho, di paura. Io non odio il diverso: odio l’Islam, perché la mia (la nostra) storia è giudaica, cattolica, laica, greco-latina, rousseauiana, quello che volete: ma è la storia di un’opposizione lenta e progressiva e instancabile a tutto ciò che gli islamici dicono e fanno». Non si smette mai di imparare, ma ho studiato quanto basta, ho viaggiato quanto basta, e posso volerlo ripetere sinché mi pare: «Odio l’Islam ma gli islamici non sono un mio problema: qui, in Italia, in Occidente, sono io a essere il loro». L’ho scritto e lo ripeto.

LE LEGGI VIOLATE
C’è una frase del mio articolo, molto contestata, che riletta oggi non piace molto neanche a me, ed è questa: «Un calcio ben assestato contro quel culo che occupa impunemente il mio marciapiede è il mio miglior editoriale». Non la riscriverei così, e non solo perché quel «culo» mi sembra una volgarità ridondante, ma perché distrae dal termine «impunemente» che è quello a cui tenevo di più: prega dove vuoi - volevo dire - ma non sul marciapiede che a noi serve per camminare; non trasformare un tuo-vostro problema (la religione) in un problema mio, perché qui da noi non ci sono solo la democrazia e la tolleranza, ci sono anche le leggi, che se non rispetti, alla decima volta, spingeranno il mio piede verso il tuo sedere e mi farai passare dalla parte del torto. Ma ci passerò, prima o poi.

FINITA LA PACCHIA La sentenza che svuota le casse del Vaticano Rovinati: quanti soldi devono

Corte di giustizia Ue, esenzioni fiscali alla Chiesa sono aiuti di Stato



Arriva una notizia pericolosissima per il Vaticano dalla Corte di giustizia europea. I giudici hanno stabilito che ogni esenzione fiscale a favore di un'organizzazione religiosa possono essere considerati come aiuti di Stato, quindi incorrere in sanzioni per i Paesi membri dell'Ue. Nel mirino quindi potranno presto finire tutte quelle attività commerciali che si svolgono in luogo considerati di culto e che per questo godono, sia in Italia che in diversi altri Paesi, di un regime fiscale agevolato.

La sentenza è partita da un'incauta richiesta da parte di un'organizzazione religiosa della Chiesa cattolica spagnola che, riporta il Giorno, ha preteso il rimborso delle imposte comunali pagate sulle costruzioni, impianti e opere su una scuola vicino a Madrid. Prima che la Spagna entrasse nell'Ue, era stato sottoscritto con il Vaticano un accordo per concedere una tassazione più leggera per le attività gestite dalla Chiesa cattolica. Quella istanza però si è ritorta contro i preti spagnoli, dopo una serie di sconfitte in patria, è arrivata fino alla Corte di giustizia Ue.

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L'Italia da questa sentenza potrebbe solo andarci a guadagnare. Una delle grande questioni irrisolte con il Vaticano è il mancato versamento delle imposte sugli immobili della Chiesa dove si svolgono palesi attività commerciali, da negozi a strutture ricettive. Come ricorda il Giorno, proprio su questo punto la Corte aveva respinto un ricorso lo scorso anno. Ma questa nuova sentenza potrebbe rappresentare un precedente fondamentale per la svolta attesa da anni dai contribuenti italiani.

RELAZIONI PERICOLOSE Sciarelli-Woodcock, tutta la verità sul loro rapporto Quella volta in cui Federica...

SOGNO, SON DESTO O SON GOSSIP? Federica Sciarelli ed Henry John Woodcock, il loro rapporto tra indizi e gossip: dal caso Anna La Rosa fino a "Chi"



Federica Sciarelli ed Henry John Woodcock si ritrovano indagati per il caso Consip. L'ipotesi di reato formulata dalla procura di Roma è quella di fuga di notizie riservate. E così, i due, si ritrovano anche al centro del gossip: stanno insieme? Dicono di sì, anche se i diretti interessati affermano il contrario. "Solo amici", dice lui. Per certo - nel caso - sono riservatissimi. Di foto che li ritraggono insieme ce ne sono ben pochi.

Ad alzare il velo sul loro legame fu il solito Chi, diretto da Alfonso Signorini, con servizio dal titolone cubitale: "La strana coppia". Già, il pm e l'amatissima conduttrice di Chi l'ha visto, una vita trascorsa in Rai, fianco a fianco. I due furono immortalati dal rotocalco nel corso di un fine settimana a Potenza, mentre facevano jogging. All'epoca, per onor di cronaca, fu lei a ribadire la versione proposta oggi dal pm-prezzemolino: "Solo amici", appunto.

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Ma il loro legame, come nota Il Tempo, si manifestò indirettamente già nel 2003. Quantomeno, si manifestò una identità di vedute. All'epoca, Woodcock indagò la giornalista Anna La Rosa: l'accusa era quella di aver ricevuto doni di lusso per favorire un imprenditore. Tre anni dopo, l'Ordine dei giornalisti regionale, di cui la Sciarelli faceva parte in veste di consigliere, avviò un procedimento contro la giornalista televisiva e conduttrice del rotocalco TeleCamere, dunque sospese la La Rosa per quattro mesi, sospensione diventata operativa nel febbraio 2008.

All'epoca, Woodcock, chiese addirittura gli arresti domiciliari per la giornalista, formulando accuse gravissime: dalla corruzione all'associazione per delinquere. Come spesso accade nei suoi casi, però, il gip respinse la richiesta d'arresto (per lei e per altri personaggi noti coinvolti nell'inchiesta). Gli atti furono poi trasferiti a Roma, che - puntualmente - archiviò l'inchiesta della toga di origini british.

Restano le due "coincidenze". Le foto pubblicate da Chi e lo spinoso caso di Anna La Rosa. E due coincidenze, si dice, fanno un indizio. E all'indizio si aggiungono i rumors e le indiscrezioni che si rincorrono da anni. Qual è, dunque, la verità su Henry John e Federica...?

"Ufficiale: Giletti lascia la Rai" Lo schiaffo del conduttore: ecco quale tv se lo prende

Oggi, Massimo Giletti lascia la Rai: il settimanale lo dà per certo



Massimo Giletti lascia la Rai. Il conduttore non accetta la cancellazione de L'Arena e se ne va, rifiutando le prime serate "riparatori" che Viale Mazzini, come un contentino, gli ha offerto su Rai1. È quanto afferma il settimanale Oggi in edicola del 29 giugno. Il settimanale dà la notizia per certa e racconta anche i dettagli della decisione del conduttore, che avrebbe delle trattative in corso con altre reti. A contenderselo, ovviamente, Mediaset e La7: la competizione è serratissima.

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L'INCHIESTA Indagata Chiara Appendino La sindaca in grossi guai, spunta una denuncia...

Torino, indagata Chiara Appendino per gli incidenti in piazza San Carlo



La sindaca di Torino, Chiara Appendino, sarebbe indagata per gli incidenti del 3 giugno in piazza San Carlo. Ma dal Comune smentiscono: "Non abbiamo ricevuto nulla, nessuna comunicazione dalla Procura. Smentiamo categoricamente", risponde Luca Pasquaretta, portavoce della sindaca pentastellata.

La Appendino sarebbe iscritta nel registro degli indagati per i disordini durante la finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid che hanno provocato più di 1.500 feriti, fra cui una donna che è morta dopo alcuni giorni in seguito a un arresto cardiaco. Si tratterebbe di un atto dovuto conseguente alle denunce fatte nei confronti della sindaca. Interpellato in merito, il procuratore Antonio Spataro risponde: "Non confermo né smentisco".

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È tempo di rinfrescare i muri di quattro città con la tua creatività, è tempo di #REFRESHTHECITY: scegli la... 

mercoledì 28 giugno 2017

Caivano (Na): "Cilea-Mameli-Rodari" Grest 2017 Momenti di condivisione in presenza del Vescovo, Mons. Angelo Spnillo

 "Cilea-Mameli-Rodari" Grest 2017 Momenti di condivisione in presenza di Mons. Angelo Spnillo All'incontro anche il Consigliere, Giuseppe Mellone


di Gaetano Daniele




Mercoledì 28 Giugno - In mattinata è stato vissuto un bel momento di condivisione e di gioia presso il plesso scolastico "Cilea-Mameli- Rodari" di Pascarola, nella frazione di Caivano, in provincia di Napoli, alla presenza del Vescovo della diocesi di Aversa, Monsignor Angelo Spinillo.

Il parroco del paese don Salvatore Verde e l'azione Cattolica della comunità parrocchiale San Giorgio M. in occasione del Grest (oratorio estivo) organizzato per l'occasione presso la scuola, messa a disposizione dalla presiede, la dottoressa Rosaria Peluso

Erano presenti, il consigliere comunale, Giuseppe Mellone, sempre attento ai problemi del territorio, e a quelli della sua frazione, Pascarola; la vice preside della scuola la professoressa Marina Mutuo e i volontari  della Croce Rossa della sezione di Napoli, guidata dal signor Raffaele Polese responsabile della sala operativa di Napoli. 

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Circa 160 i partecipanti al Grest tra animatori e bambini della comunità, i quali hanno avuto la possibilità di vivere due settimane di attività laboratoriali, di preghiera, di formazione riflettendo e lavorando sul tema della "speranza". 

Non sono mancati momenti di divertimento e gioco attraverso attività ludiche, tra cui il bagno nelle piscine, montate per l'occasione e giochi e balli di gruppo. Il Vescovo monsignor Angelo Spinillo nel suo intervento ha detto: "la "speranza" è impegnarsi a realizzare quanto di buono abbiamo nel cuore". 



Giuseppe Mellone
Consigliere comunale
Grato al Signore per quanto vissuto, il parroco don Salvatore Verde, ha ringraziato tutti coloro che hanno collaborato a questa iniziativa che certamente ha offerto ai piccoli della comunità un'esperienza di condivisione che certamente li aiuta a crescere nella dimensione del confronto e della relazione. Un ringraziamento speciale alla preside, al consigliere comunale Giuseppe Mellone, che ha donato le magliette a tutti i partecipanti, alla presidente dell'azione Cattolica, Susy Fera, alla fornitrice dei giovani Antonella Giordano e sopratutto agli adulti e adulte dell'associazione per il prezioso contributo offerto nei giorni del Grest.  

Uno affettuoso e sincero ringraziamento ai giovani animatori ed animatrici che con spirito di sacrificio hanno reso possibile la realizzazione dell'evento e per i quali è programmato un campo scuola a luglio a Salerno presso i padri Salesiani. Il momento si è concluso in "dolcezza" e gioia, consumando un gelato offerto dalla ditta "Eismann" di Nino Navas.