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martedì 20 giugno 2017

IN FAVOR DI TELECAMERA Cosa ha detto (davvero) il super-boss su Berlusconi: la clamorosa intercettazione

Silvio Berlusconi, l'intercettazione del boss Graviano? Sapeva delle cimici. E sui giudici: "Pronti a tutto per farlo fuori"


Silvio Berlusconi, l'intercettazione del boss Graviano: sapeva delle cimici

Le dichiarazioni "bomba" del boss Giuseppe Graviano che ha tirato in ballo Silvio Berlusconi sulle stragi del '93 sono false. Il Tempo ha pubblicato le intercettazioni ambientali dalle quali emerge uno scenario inquietante: il mafioso sapeva di essere circondato dalle microspie tanto da parlare sempre guardando in camera. Di più: da quanto si evince il boss Graviano e il camorrista Alberto Adinolfi sapevano anche quanto gli inquirenti gradissero da parte loro delle accuse sul Cavaliere e Marcello Dell'Utri.

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Telecamere - Nella registrazione del 3 febbraio 2016, infatti, Adinolfi dice a Graviano: "Giuse', ma stanno riprendendo tutte cose...ah!". Il boss chiede: "Tutto?". Adinolfi: "Tutto, sì (...). Comunque...dobbiamo (...), ci stanno rovinando, non possiamo parlare". Annotazione della Dia: "Alza la testa e guarda in alto in direzione della nuova telecamera". Gli stessi inquirenti poi spiegano che "al minuto 01.50 Graviano gli spiega, così come già gli aveva detto in precedenza, che avevano messo le telecamere nel passeggio dove vanno loro, che i lavori che stanno effettuando servono a passare dei fili per il rifacimento di un impianto che servirebbe per ascoltare le loro conversazioni, così come stanno facendo in questo momento, poiché sono degli spioni...".

Incastri - Nel colloquio del 24 giugno 2016 i due boss parlano degli errori commessi da pm e giudici nel processo Borsellino e sospettano che dietro l'inchiesta ci sia una precisa intenzione. Adinolfi: "Quando è che hanno detto che hanno sbagliato l'indagine, con Borsellino lo hanno detto e hanno trovato le scuse di tutte le maniere, per il fatto che hanno scoperto... hanno detto che i magistrati non hanno sbagliato". Graviano: "Perché volevano... volevano arrestare a Berlusconi, perché lo hanno detto Umbe'?». E Adinolfi: "Perché andavano trovando chi accusava a quello". "A chi?", domanda il boss: "A Berlusconi", risponde Adinolfi. Graviano conferma: "Spatuzza lo accusava ed andavano accusando che io ci andavo a confermare (...). Lo volevano accusare delle stragi, Umbe'...del '93 e delle cose del '94".

lunedì 19 giugno 2017

Napoli: Area mercato di via Bologna, l’associazione Napoli in Sinergia: «Panini si arrampica sugli specchi e dice inesattezze»

Area mercato di via Bologna, l’associazione Napoli in Sinergia: «Panini si arrampica sugli specchi e dice inesattezze»



 di Antonio Folle
per il Notiziario sul web


Armando Coppola
Presidente "Napoli in Sinergia"

«Apprendiamo che oggi è stata ripristinata l’area mercato di via Bologna. L’assessore Enrico Panini, nell’annunciare il ripristino dell’area mercatale, ha affermato delle cose completamente errate. La Giunta Comunale, contrariamente a quanto afferma l’assessore, non può istituire nessuna area mercatale dal momento che le istituzioni dei mercati devono passare per il consiglio comunale. E’ il consiglio comunale che ha la facoltà di deliberare l’istituzione del mercato a via Bologna. Il Comune non può andare contro la delibera delle aree mercati del 2015 a meno che non vi siano motivazioni di carattere tecnico che giustifichino lo stravolgimento dei piani delle municipalità».

Così Armando Coppola, presidente dell’associazione Napoli in Sinergia che ha duramente stigmatizzato la riapertura dell’area mercato di via Bologna.

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«Ci sono delle ben precise ragioni di carattere regolamentare - ha spiegato ancora Coppola - che impediscono la permanenza dei mercatali a via Bologna. Il regolamento regionale del 2014 prevede che, in prossimità di un’area mercatale, non ci possa essere la presenza di un altro mercato a meno di 500 metri di distanza. A poche decine di metri da via Bologna c’è il mercato di via Ferrara, le due aree vanno, così, in conflitto tra di loro. La Giunta Comunale - prosegue ancora Armando Coppola - prevedeva l’istituzione di un mercato etnico non alimentare. A via Bologna viene meno la mission del mercato perché non si vende merce etnica prodotta nei paesi di provenienza dei mercatali stranieri e perché, se si fa eccezione per le giornate dove vengono effettuati i controlli, a via Bologna si vendono abitualmente generi alimentari privi di etichette e di indicazione di origine che potrebbero potenzialmente danneggiare la salute dei cittadini».

Sulla questione inerente la prossima apertura del parcheggio del progetto “Grandi Stazioni” proprio a via Bologna, Mariolina Formisano precisa:

«Ci troviamo di fronte ad una riapertura dettata dal populismo di palazzo San Giacomo. Via Bologna è stata individuata come area d’accesso del mega parcheggio di Grandi Stazioni. Non riusciamo a comprendere come potrebbero coincidere gli interessi dei mercatali e quelli del parcheggio che verrà realizzato prossimamente. I regolamenti che disciplinano le aree mercato sono ben chiari in proposito - prosegue Mariolina Formisano - e parlano di aree che devono essere esclusivamente pedonalizzate. A questo fatto vanno aggiunte le illegalità quotidiane che si registrano in quel mercato, a cominciare dalla sistematica violazione degli orari di chiusura. Il mercato alle 15 dovrebbe essere chiuso e la strada dovrebbe essere liberata. Invece non è raro vedere i mercatali occupare la strada fino anche alle 17. Tutto, ovviamente, nel silenzio assoluto di chi avrebbe il compito di controllare il rispetto delle leggi».

CHI ACCOGLIAMO Isis al centro d'accoglienza "Tagliare la gola agli italiani" Toh, ecco chi finisce in galera

Crotone, arrestato richiedente asilo sostenitore dell'Isis: "Agli infedeli..."


Crotone, arrestato richiedente asilo: "agli infedeli andrebbe tagliata la gola"

Un iracheno di 29 anni è stato arrestato dalle forze dell'ordine a Crotone, in uno Sprar (Centro Accoglienza Rifugiati e Richiedenti Asilo). Stando alle indagini, istigava gli ospiti della sede di assistenza a compiere atti violenti e a convertirsi all'Islam per abbracciare i dogmi dell'Isis. Il 29enne, si è appreso, aveva perfino esultato per l'attentato di Manchester.

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Da una serie di telefonate con la sorella, intercettate dalla polizia, è emerso che l'uomo aveva deciso di rimanere in Italia "per redimere gli infedeli - affermava -. A queste persone dovrebbe essere tagliata la gola".  Le indagini sono state svolte dalla Digos e coordinate da Nicola Gratteri, della DDA di Catanzaro. L'uomo dovrà rispondere alla accuse di associazione con finalità di terrorismo internazionale e istigazione a delinquere. 

La sfida senza precedenti Bongiorno attacca il Papa "Mi vuole dire perché..."

Dubbi sulla scomunica a mafiosi e corrotti: "In base a cosa si decide?"



"Corrotti e mafiosi? Scomunica subito, fuori dalla Chiesa". A lanciare la sfida è monsignor Galantino. E a raccoglierla è Giulia Bongiorno, avvocato, che dice la sua al riguardo della proposta vaticana in un'intervista a Il Messaggero. "Corruzione e mafia reati abominevoli, ma la scomunica su cosa si basa - s'interroga prima su Twitter -? Sulle sentenze definitive? Giustizia umana non è giustizia divina". Dunque, al quotidiano capitolino spiega meglio il suo pensiero: "Perché tanti dubbi? Il messaggio diffuso è ampiamente condivisibile, perché è contro l'ambiguità di chi vuole vivere due vite diverse, da cattolico e da mafioso o corrotto. La corruzione è un reato che pregiudica il principio sacrosanto del merito, e penalizza gli umili, quindi è giusto che la chiesa li protegga. Il dubbio nasce sul fatto che il Papa focalizzi l'attenzione solo su questi due reati, pensando a un vademecum con delle regole che permetteranno di applicare la scomunica di volta in volta, o forse si farà un decreto. Perché - sottolinea la Bongiorno - allora non inserire anche la pedofilia e il femminicidio?". Dubbi, in effetti, più che legittimi...

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Emanuela Orlandi, Vaticano: spunta il dossier segreto "Sviluppi clamorosi": 34 anni dopo, la tragica verità?

I RISVOLTI DEL CASO VATILEAKS Emanuela Orlandi, la famiglia chiede il dossier segreto custodito in Vaticano: 34 anni dopo, la tragica verità?


Emanuela Orlandi

Tra tre giorni saranno 34 anni da che è scomparsa Emanuela Orlandi, uno dei casi più spinosi nella storia vaticana. E proprio ora la famiglia fa una mossa che potrebbe, come sottolinea Il Corriere della Sera, portare "a risultati clamorosi": presenta un'istanza di accesso agli atti per poter visionare i documenti conservati dalla segreteria di Stato. E non solo, chiede un'audizione con il segretario Pietro Parolin per conoscere "in che modo e da chi è stata seguita la vicenda".

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In buona sostanza, per la prima volta nella richiesta che verrà depositata oggi, lunedì 19 giugno, in Vaticano, si parla esplicitamente di un "dossier" custodito in Vaticano. Una circostanza che è emersa nel corso del processo Vatileaks ma che, finora, era stata tenuta riservata. Eppure, di quel carteggio - viene specificato nel ricorso - hanno parlato più fonti, le quali sono arrivato ad elencare la natura di alcuni scritto. L'ultimo mistero di una vicenda che pare non avere termine.

A dare battaglia è Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, che aveva 15 anni quando scomparve. Lui, infatti, non ha mai smesso di cercare la verità. E un appiglio, fondamentale, per trovarla, come detto, è arrivato da Vatileaks: dal 2012, si era infatti tornati a parlare con insistenza di un dossier dedicato esclusivamente alla scomparsa della ragazza. Un plico che potrebbe contenere resoconti di attività inedite almeno fino al 1997. E proprio su questo, ora, si cerca di fare leva per risolvere uno dei grandi misteri italiani: chi ha ostacolato la ricerca della verità sulle sorti della figlia del commesso della Casa Pontificia?

Nell'istanza si fa esplicito riferimento ad "alcune fonti che riferiscono dell'esistenza presso la segreteria di Stato del dossier con dettagli anche di natura amministrativa dell'attività svolta dalla segreteria di Stato ai fini del ritrovamento". E tra gli atti elencati già acquisti dalla procura, se ne cita uno, datato 22 aprile 1994, nel quale si ammetteva che "tutta la dolorosa vicenda fu seguita a fondo direttamente dalla segreteria di Stato". Ecco perché, dunque, viene ritenuto fondamentale il colloquio con Parolin: lui è espressione del nuovo corso vaticano, scelto da Papa Francesco in persona al posto di Tarcisio Bertone. Un prelato che potrebbe parlare e offrire una svolta, storica, e decisiva, sul mistero di Emanuela.

domenica 18 giugno 2017

Caivano (Na): Ponticelli, Buonfiglio, Mellone e Frezza Arriva la smentita a Minformo: "Caro Mario, stai attento ai tuoi informatori"

Avevano ragione loro Aveva ragione Gaetano Ponticelli, Cinzia Buonfiglio, Lorenzo Frezzo e Giuseppe Mellone. "Caro Mario, attento ai tuoi informatori"




Le indiscrezioni non sempre sono veritiere. Qualcuno credeva di detenere il monopolio della verità. Le loro indiscrezioni erano, per detta loro, invincibili. Ma la notizia non ha fatto nemmeno il giro del palazzo che arriva la netta smentita, questa volta con serietà ed eleganza: "Caro Mario, attento ai tuoi informatori e verifica le tue fonti" 

PERCHÉ È IMPORTANTE INTEGRARE LA VITAMINA D?

Recenti studi hanno rilevato una diminuzione dei livelli di Vitamina D nella popolazione europea. Le principali cause? Minore esposizione al sole ed impoverimento della dieta.



Per una questione di privaci e di rispetto nei confronti della persona che ha smentito o meglio chiarito la sua posizione, intendiamo, per sua volontà rispettarne l'anonimato, come da sua richiesta. Per non coinvolgerlo ulteriormente in fatti politici che non lo riguardano. Per rispetto. Perchè prima di pubblicare indiscrezioni, ma soprattutto prima di scrivere a nome di qualcuno, ne chiediamo conto. L'informazione a ruota libera non fa bene al Paese, ma soprattutto alla politica. 

Ecco. Così dovrebbe funzionare. L'informazione o meglio la comunicazione, valuta le fonti, soprattutto cerca di essere originale, non di parte, schietta ed evita smentite continue. Quando questo non fa smette di essere comunicazione o informazione per diventare romanzo che è tutt'altro mestiere. Chi vuole scrivere libri di fantasia magari dovrebbe smettere di pubblicare fandonie facendole passare per notizie vere, il tempo di Orson Wells è trapassato remoto né più né meno come questo tipo di informazione e spero nella mia magnanimità che non divenghi trapassato anche lo spazio web così divertente da diventare spunto di film di fantapolitica. Si dice chi si loda si imbrodola, questo brodo stavolta è pieno di grasso che rimarrà appiccicato a lungo, mi dispiace, poteva essere spunto per un bel film splatter stile anni '80. 

A casa di Di Battista volano insulti per Di Maio: "Un piccolo testa di c...". Il nemico interno / Guarda

M5s, il papà di Di Battista contro Di Maio: "Se ha mentito su Salvini è..."



Papà ingombranti anche nel Movimento 5 Stelle. È quello di Alessandro Di Battista, Vittorio, che a Radio24 non solo ha confermato le sue preferenze di estrema destra ("Io non ho un passato fascista, sono assolutamente fascista") ma soprattutto ha picchiato duro su Luigi Di Maio, l'uomo che insieme a suo figlio incarna il grillismo di governo, ora istituzionale ora più "piazzarolo". "Se per caso Di Maio avesse mentito sull'incontro con Salvini non si tratterebbe solo di non candidarsi a premier ma di un piccolo testa di cazzo". 

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