L'intervista di Daniele all'On. Enrico Zanetti, già Vice Ministro all'Economia
intervista a cura di Gaetano Daniele
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On. Enrico Zanetti Segretario Nazionale Scelta Civica già Vice Ministro Economia e Finanze |
On. Zanetti, cosa ne pensa di quanto accaduto in Parlamento in merito alla Legge Elettorale. Franchi tiratori si franchi tiratori no, ma chi sono i traditori che hanno creato questo nuovo flop?
In realtà l'accordo non esisteva in partenza. Se uno dei contraenti del patto, nello specifico i 5 Stelle, accettano un testo di compromesso, ma poi si riservano di portare comunque al voto alcuni emendamenti, vuol dire che non esiste in partenza un testo blindato. Hanno quindi ragione quelli del PD a lamentarsi dell'atteggiamento in Aula dei 5 Stelle, ma dovrebbero prima ancora lamentarsi con se stessi per aver lanciato un treno a mille all'ora che con dal primo voto si capiva sarebbe deragliato alla grande. Ora è lecito chiedersi chi è più dilettante di chi.
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On. Zanetti, come legge il responso di queste ultime elezioni amministrative? Chi perde, chi non vince, chi vince?
La verità è che ne escono con le ossa rotte, chi più (5 Stelle, PD e Forza Italia) chi meno (Lega) tutti i fantastici quattro del defunto accordo elettorale. C'è una fetta non maggioritaria, ma molto ampia del Paese che, se gliene viene data l'occasione, non mette la "x" sul simbolo di grandi partiti che inseguono il consenso con leader che fanno la politica del "vaffanculo" (Grillo), che si fanno fotografare mentre dormono nei centri di accoglienza (Salvini), che promettono dentiere gratis a tutti (Berlusconi) o che dicono "cucù Equitalia non c'è più" (Renzi). Io faccio parte di quella ampia minoranza. Sia chiaro: rispetto i grandi partiti a vocazione maggioritaria e comprendo le difficoltà dei loro leader a non cadere nel populismo di opposizione o di governo, ma c'è una fetta importante di italiani che vuole partecipare al governo del Paese e delle città con partiti e liste civiche più identitarie e meno proiettate alla raccolta del consenso di massa a tutti i costi. Per questo serve un sistema che, come per le amministrative, consenta anche alle politiche coalizioni e spazi di agibilità politica a partiti minori a fianco dei più grandi.
On. Zanetti, Fisco. Ma veramente siamo nelle mani di Bersani?
Non vi è dubbio che l'area politica che più in assoluto ha compenetrato le dinamiche gestionali interne della macchina fiscale italiana sia quella che era prima riconducibile alla minoranza PD e ora in buona parte a MDP. Vincenzo Visco è stato l'unico Ministro alle Finanze e poi Viceministro all'Economia con delega alle Finanze con peso politico vero e reale competenza in materia. Gli altri ci hanno sempre capito poco o nulla e a me, quando sono stato fatto Viceministro da Renzi, il Ministro Padoan ha volutamente dato o proposto deleghe di ogni tipo tranne le uniche che avrebbe avuto senso darmi e che ho più volte chiesto: quelle fiscali.
On. Zanetti, secondo Lei, questo Governo (papocchio) durerà fino alla fine del suo mandato?
Un governo che prende la fiducia al Senato su una manovra finanziaria con la miseria di 144 "sì" è un governo inaffondabile. È evidente che non ha una maggioranza palese, ma è altrettanto evidente che chi deve vergognarsi sono le finte opposizioni di Forza Italia, della Lega e del Movimento 5 Stelle che, con le loro numerosissime e consapevolissime assenze, fanno a pieno titolo parte della maggioranza occulta. I 5 Stelle e la Lega, in particolare, da oggi abbiano la decenza di tacere su intese, inciuci, compromessi e cotillon.
On. Zanetti, qual è la posizione di Scelta Civica?
Speriamo si vada a votare il prima possibile, ma con una legge maggioritaria. Il 22 giugno sarò a Bruxelles per il vertice annuale dei leader Alde e sono confidente che, dopo la manifestazione di Milano dello scorso 6 maggio, possa arrivare l'investitura a costruire anche in Italia l'alleanza dei liberal-democratici e cioè dei liberali, dei repubblicani, dei radicali e dei riformisti, rivolgendosi a quel ceto professionale, imprenditoriale e impiegatizio del pubblico e del privato che costituisce la spina dorsale di questo Paese e di quella ampia minoranza di cui parlavamo prima. Scelta Civica è pronta a mettere a disposizione di questo progetto, che avrà ovviamente nuovo nome e simbolo, le proprie strutture organizzative e le proprie prerogative di partito che non deve nemmeno raccogliere le firme per presentare le liste. Io per primo farò duecento passi indietro se serve, mi va benissimo occuparmi delle politiche economiche del movimento, non ho alcun bisogno di guidarlo. Possiamo davvero fare un grande servizio al Paese, perché di un'area politica così, che può andare dal 3 al 10 per cento ed essere determinante nella sua autonomia nel governo del Paese, ce ne è un bisogno enorme tra noeuro-deliri, dentiere e sparizioni e riapparizioni di Equitalia.