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mercoledì 14 giugno 2017

"Berlusconi va arrestato" Un'altra bomba sul Cav: chi lo vuole in cella / Foto

Antonio Ingoria: Silvio Berlusconi va arrestato



Il lupo perde il pelo, ma non il vizio. O meglio, perde la toga ma non il vizio di sparare contro Silvio Berlusconi. Si parla dell'ex pm Antonio Ingroia, il giudice che ha lasciato l'aula per la politica e schiantarsi, nel 2013. E oggi, Ingroia, torna a parlare in un'intervista al Fatto Quotidiano, dove si concentra sulle intercettazioni del boss Giuseppe Graviano, il quale ricopre di fango il Cavaliere accusandolo, de facto, di essere il mandante delle stragi di mafia tra il 1992 e il 1993.

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"Dalle parole intercettate - ecco la sentenza di Ingroia - sembra emergere con chiarezza che il capomafia di Brancaccio tra il 91 e il 94, data del suo arresto, ebbe rapporti con Berlusconi. Ma anche che dietro alle stragi di mafia di quegli anni ci furono mandanti politici. Immagino che le conversazioni captate dalle microspie della Dia siano oggi materia di approfondimento per le procure di Caltanissetta e Firenze che indagano sulle stragi 92-93 e debbano determinare la riapertura delle indagini per concorso in strage nei confronti di Silvio Berlusconi". Ingroia non cambiera mai: il suo unico sogno? Berlusconi in galera...

Inferno a Londra: brucia un grattacielo di 27 piani Terrificante sospetto: cosa ha scatenato le fiamme

Rogo alla Grenfell Tower: i sospetti sulle cause dell'incendio. "Diverse vittime"



Un violento incendio è scoppiato in un grattacielo di Londra, il Grenfell, a Latimer Road, nella zona occidentale della capitale inglese. Molte persone tra i 500 residenti dello stabile sono state fatte evacuare e almeno cinquanta persone sono rimaste ferite e sono state ricoverate in ospedale. Altre sono state viste affacciate alle finestre in attesa dei soccorsi e molte di loro potrebbero essere rimaste intrappolate tra le fiamme. Il bilancio infatti è in costante aggiornamento. Ora i soccorritori parlano di "molti morti". E la causa di questa tragedia è ancora ignota, spiega il responsabile dei vigili del fuoco di Londra, Dany Cotton: "Questo è un incidente senza precedenti. Nei miei 29 anni come pompiere non ho mai visto nulla di questa portata. I vigili del fuoco lavorano duramente". Forse si è trattato di un corto circuito, partito da un frigorifero.

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Primi sospetti - Impossibile vedendo le immagini del grattacielo in fiamme e il fumo il cielo non pensare alle Torri gemelle di New York. Impossibile non pensare al terrorismo. Sul web iniziano a circolare le prime voci che si possa trattare di un attentato. Ma sono solo sospetti. Semplici suggestioni. Di certo, ora, c'è che l'intero palazzo rischia di crollare: l'intera zona è stata infatti messa in sicurezza. Il crollo rischierebbe di coinvolgere anche le palazzine che sorgono nei paraggi. La situazione è in costante evoluzione.

Tutto previsto - Di certo invece il comitato degli inquilini del grattacielo aveva previsto quello che poi è tragicamente accaduto in un dossier in cui lamentava il cattivo stato di manutenzione della struttura, nonostante una ristrutturazione dello scorso anno. Grenfell Action Group aveva denunciato la vetustà degli estintori dei vani ascensori, in quelli caldaie e al piano terra. Nel novembre del 2016 infatti l'organizzazione dei residenti affermava: "E' un pensiero agghiacciante, ma crediamo fermamente che solo un evento catastrofico" come "un incendio di grandi dimensioni possa portare ad un cambiamento" della situazione. 

Testimonianze - Alcune persone raccontano di aver visto con i loro occhi alcuni residenti saltare dalla finestra per sfuggire alle fiamme. Nel dettaglio, una ragazza citata da SkyNews ha affermato di aver visto una persona lanciarsi dalla finestra per sfuggire alle fiamme. E poi ancora: invocazioni d’aiuto, e anche bambini lanciati dalla finestra per sottrarli al fuoco. A parlare alla Bbc è Tamara: "Si sentiva gente gridare: aiutatemi, aiutatemi. E gente che lanciava i propri bambini urlando, salvate i miei figli", nonostante i pompieri "dicessero di stare fermi e che sarebbe arrivati loro a prenderli".

Fiamma, la fascista-sexy fa saltare le teste: chi perde il lavoro dopo il "raptus" della Boldrini

Fiamma Negrini, il prefetto di Mantova rimuove i funzionari 



Il caso di Fiamma Negrini, la sexy-fascista di 20 anni eletta in Consiglio comunale a Sermide-Fellonica, nel Mantovano, continua a tenere banco. Dopo l'exploit alle urne con la lista Fasci del lavoro, ha preso il 10,42%, è esplosa la polemica, capeggiata, ovviamente, da Laura Boldrini, la quale ha mostrato di non apprezzare, affatto, la democrazia. La presidenta ha infatti scritto a Marco Minniti per dire che no, così non va. La Boldrini ha espresso "forti perplessità sul piano giuridico" per l'ammissione di una lista "che si richiama dichiaratamente a nomi e immagini del partito fascista".

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E la risposta del Viminale non si è fatta attendere. Il prefetto di Mantova, infatti, "ha revocato le designazioni dei funzionari competenti della settima sottocommissione elettorale circoriandale di Mantova, competente per quel Comune". La loro colpa è stata quella di aver ammesso la lista fascista: il combinato disposto Fiamma Negrini-Laura Boldrini, dunque, fa cadere delle teste. Il provvedimento, però, non avrà riflesso sull'esito delle elezioni nel Comune: la revoca dei funzionari riguarderà le prossime tornate elettorali.

Contro rom e mendicanti La lettera della Raggi: vuole cacciarli tutti

Virginia Raggi, moratoria su rom e immigrati: la lettera della sindaca al Viminale


di Brunella Bolloli



Il tempo di analizzare il voto di domenica, constatare che «davvero sono stati puniti dagli elettori i sindaci che hanno accolto i migranti», e il vertice del Movimento Cinquestelle ha dettato la linea: basta accoglienza. Stop ai mendicanti e chiusura dei campi rom. In città serve più sicurezza, altrimenti si rischiano tensioni.

Alla sindaca di Roma, Virginia Raggi, sotto accusa per la gestione fallimentare della Capitale, è stato detto di «correre ai ripari subito», anziché trovare giustificazioni e dire che «il flop di domenica non è colpa mia e che in due città della provincia di Roma siamo al ballottaggio». Ci vuole ben altro per risollevare un Movimento strapazzato dalle urne e in caduta libera al centrosud. Di questo hanno ragionato negli uffici della Casaleggio Associati ieri mattina, nelle girandole di telefonate tra Milano, Genova e Roma. Il vertice grillino ha passato in rassegna città dopo dopo città l’andamento del voto del primo turno: l’analisi non è stata solo sulle percentuali (scarse) del M5S, ma soprattutto sulle cifre degli avversari di centrodestra, che hanno eroso consensi al Movimento. Quindi si è deciso di silenziare i discorsi sulla legge elettorale e di imprimere una svolta dai territori a cominciare dalla Capitale, mediaticamente sempre sotto i riflettori.

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Virginia ha preso carta e penna e ha scritto al prefetto Paola Basilone per frenare l’ondata di migranti da collocare. Vista la «forte presenza migratoria e il continuo flusso di cittadini stranieri», è l’esordio della grillina, «serve una moratoria sui nuovi arrivi in città. Trovo impossibile, oltre che rischioso», prosegue la missiva, «ipotizzare ulteriori strutture di accoglienza, peraltro di rilevante impatto e consistenza numerica sul territorio comunale». Ovviamente, per la prima cittadina se la situazione è diventata a tal punto insostenibile è a causa di mafia capitale, dell’emergenza ereditata dai vecchi partiti e «aggravata anche dall’inerzia di chi negli anni si sarebbe dovuto occupare dell’assistenza dei migranti. Non permetteremo più a nessuno di mangiare sui più deboli», promette l’inquilina del Campidoglio. La sua virata a destra («oggi è la settimana leghista della Raggi», hanno ironizzato i consiglieri del Pd), a nemmeno due settimane dall’annuncio del piano per l’inclusione dei rom, con tanto di benefit e sussidio per la casa popolare, è stata subito rilanciata dal blog di Beppe Grillo.

«Chiusura dei campi rom, censimento di tutte le aree abusive e le tendopoli. Chi si dichiara senza reddito e gira con auto di lusso è fuori», ha tuonato il leader. «Chi chiede soldi in metropolitana, magari con minorenni al seguito, è fuori». Per Matteo Renzi si tratta di «classiche dichiarazioni a presa in giro degli italiani». Raggi, però, insiste nel chiedere un incontro al Viminale «per intervenire sul tema degli arrivi incontrollati» e Luigi Di Maio, in cerca di riscatto ma blindato da Grillo e Casaleggio (oggi vedrà 27 ambasciatori dei Paesi Ue in Italia), applaude: «Brava Virginia. Siamo con te». Critico, invece, Stefano Fassina, mentre Giorgia Meloni, presidente di Fdi, giudica la richiesta di moratoria del sindaco «sensata finché le altre città non saranno al passo. È quello che avrei fatto anche io», aggiunge Meloni, «magari però un anno fa».

Attualmente sono 8.600 i migranti ospitati in 70 strutture di Roma e provincia, ma a questi se ne aggiungono molti che arrivano nella Capitale da soli: circa 500 nuovi arrivi al mese, secondo Baobab Experience. E il fenomeno è in aumento.

La ricerca internazionale di Merck sui disturbi femminili della tiroide

La ricerca internazionale di Merck sui disturbi femminili della tiroide


di Eugenia Sermonti



Presentati i risultati di un sondaggio internazionale, commissionato da Merck in collaborazione con la Thyroid Federation International (Tfi), che rivela come molte donne associno i  sintomi quali il cambiamento di peso, l’irritabilità, l’ansia, l’insonnia e l’eccessiva stanchezza ai loro stili di vita frenetici, non rendendosi conto che un disturbo della tiroide potrebbe essere la causa sottostante. I disturbi della tiroide interessano circa 200 milioni di persone in tutto il mondo e in alcuni paesi quasi il 50 per cento delle persone non ricevono una diagnosi. I disturbi della tiroide sono 10 volte più comuni nelle donne, il 17 per cento delle quali, all'età di 60 anni, potrebbe sviluppare l’ipotiroidismo, il più comune tipo di disturbo della tiroide. Se gli squilibri dell'ormone tiroideo non sono diagnosticati e trattati, possono avere un effetto dannoso sulla salute e sul benessere di una persona. È pertanto fondamentale che le persone siano a conoscenza dei sintomi che, se scoperti, non devono essere ignorati.

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Recenti studi hanno rilevato una diminuzione dei livelli di Vitamina D nella popolazione europea. Le principali cause? Minore esposizione al sole ed impoverimento della dieta.



L'indagine ha coinvolto le donne di sette paesi differenti e ha evidenziato la tendenza ad associare le loro scelte di stile di vita a sintomi che potrebbero essere invece causati da un disturbo della tiroide. Circa la metà (49 per cento) delle intervistate ha dichiarato di aver attribuito la causa del proprio stato d’inquietudine o della difficoltà a dormire allo stile di vita scelto, mentre il 40 per cento ha dato la colpa allo stile di vita per la sensazione di depressione, gli stati d’ansia e la sensazione di stanchezza. In realtà, questi sono sintomi comuni di un disturbo della tiroide. Questa tendenza a dare la colpa allo stile di vita per i sintomi potrebbe essere ulteriormente evidenziata dal fatto che quasi un quarto (23 per cento) delle intervistate ricorda di aver raccontato ad un amico o ad una persona cara di aver accettato la sensazione di essere depressa, ansiosa o irritabile come parte della vita, mentre il 19 per cento delle intervistate avrebbe detto di accettare di sentirsi stanca o fiacca ogni giorno .

Ashok Bhaseen, presidente della Tfi, ha dichiarato: "I risultati dell'indagine evidenziano un'importante ragione per la quale milioni di persone vivono la loro esistenza senza che sia loro diagnosticato o trattato un disturbo della tiroide, con conseguente scarsa qualità della vita. Ciò rivela che i disturbi della tiroide possono essere la causa che si nasconde dietro i sintomi che molti di noi attribuiscono al frenetico stile di vita di oggi. Speriamo che questo incoraggi più persone a parlare con il proprio medico piuttosto che accettare i sintomi come parte ordinaria della vita quotidiana ". L'indagine ha sottolineato perchè può essere molto difficile individuare un disturbo della tiroide. I sintomi come sensazione di incapacità di concentrazione (29,6 per cento), difficoltà a rimanere incinta (30 per cento), intestino pigro e costipazione (29 per cento) non sono stati comunemente associati ai disturbi della tiroide dalle intervistate. Una caratteristica dei disturbi della tiroide che li rende difficili da individuare è che gli ormoni prodotti dalla ghiandola tiroidea aiutano a regolare molte funzioni diverse nel corpo. I sintomi possono quindi essere diversi e non sono specifici o unici.

In occasione della presentazione dell’indagine, inoltre, Merck lancia il sito ‘Non sei tu. È la tua tiroide’con l’obiettivo di aiutare le persone a non attribuire esclusivamente a se stessi e al proprio stile di vita alcuni  sintomi delle patologie tiroidee, Nel sito sono disponibili una brochure e un quiz interattivo che mostrano le idee sbagliate sui sintomi dei disturbi della tiroide e fornisce informazioni per aiutare le persone a comprenderli meglio. Tra i sintomi più importanti  della carenza di ormone tiroideo (ipotiroidismo) la stitichezza, la mancanza di motivazione, la mancanza di concentrazione, la depressione o l’aumento di peso. I sintomi dell'eccesso di ormone tiroideo (ipertiroidismo) includono la perdita di peso e l'irritabilità. Ipotiroidismo e ipertiroidismo possono anche portare ad ansia, disturbi mestruali e difficoltà a dormire. 

NUOVI INCARICHI AZIENDALI Cambio al vertice di Amgen Italia Nuovo AD è André Tony Dahinden

Cambio al vertice di Amgen Italia Il nuovo AD è André Tony Dahinden


di Eugenia Sermonti



André Tony Dahinden nuovo amministratore delegato della affiliata italiana succede a Francesco Di Marco promosso vice president e general manager in Canada. André Tony Dahinden assume l’incarico di general manager della affiliata locale di Amgen, multinazionale americana leader delle biotecnologie. Succede a Francesco Di Marco che, dopo sei anni di successi in questo incarico, viene promosso vice president e amministratore delegato in Canada, segno concreto dell’attenzione al percorso di carriera e alla valorizzazione dei talenti. Nel suo nuovo ruolo Dahinden sarà responsabile della direzione strategica dell’azienda, guidandone lo sviluppo e la crescita in Italia che per Amgen rappresenta il terzo mercato europeo e il sesto nel mondo in fatturato. “Sono orgoglioso di poter guidare Amgen in uno dei Paesi più importanti a livello mondiale, particolarmente in un momento storico così sfidante per i sistemi sanitari nazionali. L’Italia è sempre stata capace di esprimere innovazione e di offrire nuovi stimoli, sono entusiasta di poter proseguire il percorso di collaborazione con le molte eccellenze di cui questo Paese è ricco,facendo in modo che la scienza all’avanguardia dai nostri laboratori arrivi ai tanti pazienti che ne hanno bisogno”.

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Porta in Azienda una lunga esperienza internazionale nel settore farmaceutico, maturata in Svizzera, Francia e Germania. Il suo percorso in Amgen inizia nel 2015 come general manager dell’affiliata svizzera e direttore della Business Unit Immuno-oncologia a livello europeo. Comincia la sua carriera professionale in Roche prima e come consulente per il Boston Consulting Group poi; prosegue lavorando 11 anni in Bristol-Myers Squibb ricoprendo ruoli locali, regionali e globali di crescente responsabilità in ambito marketing, vendite e strategia in ambito cardio-metabolico, in virologia, malattie infettive e oncologia. Dopo una laurea in farmacia e un Ph.D conseguito alla ETH di Zurigo, Dahinden prosegue il suo percorso di studi completando con successo il programma post universitario in general management presso la prestigiosa CEDEP INSEAD di Fontainebleau. André Dahinden di origine svizzera parla quattro lingue. E’ anche un appassionato di sport di montagna, in particolare di sci, snowboard e scalate. Grazie a questo suo grande interesse ha conquistato più di 30 vette al di sopra dei 4 mila metri nelle Alpi.

CORSO PER GIORNALISTI I vaccini a un punto di svolta: ”I rischi della disinformazione”

I vaccini a un punto di svolta: ”I rischi della disinformazione”


di Eugenia Sermonti



Un incontro di altissimo livello, e che ha visto decine di giornalisti della salute interessati e coinvolti direttamente, il Corso di Formazione Professionale ‘Comunicare i vaccini. L’importanza delle combinazioni vaccinali in pediatria e del vaccino anti-Papillomavirus’ promosso dal Master di I livello ‘La Scienza nella Pratica Giornalistica dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma con il supporto non condizionante di MSD e magistralmente organizzato da ProformatComunicazione. Obiettivo - assolutamente ‘centrato’ - quello di contrastare i pericolosi e crescenti fenomeni di cattiva informazione e trasmettere all’opinione pubblica la corretta informazione sul valore dell’immunizzazione, grazie ad un confronto tra una settantina di giornalisti ed esperti di igiene pubblica, pediatri, storici della medicina, sociologi e rappresentanti di associazioni nate spontaneamente per promuovere le vaccinazioni.

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Le ‘cattive’ notizie. Una preoccupante epidemia di morbillo si è diffusa nel nostro Paese, con 2.851casi negli ultimi 5 mesi e mezzo. Un’altra minaccia che si riteneva consegnata al passato, la poliomielite, potrebbe riaffacciarsi dopo anni anche in Italia, uno dei paesi ritenuto da tempo ‘polio-free’. Solo 7 Regioni superano la soglia del 95 per cento per la vaccinazione anti-poliomielite (Piemonte, Lazio, Abruzzo, Molise, Basilicata, Calabria, Sardegna), con un valore medio nazionale del 93,33 per cento. La riacutizzazione, però, riguarda anche altre malattie infettive, come difterite,tetano, epatite B, meningite purulenta da Haemophilus influenzae di tipo b. In Italia, secondo i dati pubblicati dal Ministero della Salute lo scorso 8 giugno, nessuna vaccinazione raggiunge la soglia di sicurezza del 95 per cento. Nel 2016 le coperture vaccinali a 24 mesi per anti-difterica (93,56 per cento), anti-tetanica (93,72 per cento), anti-epatite B (92,98 per cento) e Haemophilus influenzae (93,05 per cento) sono ancora ben al di sotto del valore del 95 per cento. In calo anche la copertura media per pneumococco (88,35 per cento nel 2016 vs 88,7 per cento nel 2015), mentre aumenta quella per il meningococco C (76,6 per cento nel 2015 contro 80,67 per cento nel 2016). Secondo i dati del rapporto OMS ‘World Health Statistics’ 2017, in Italia la copertura vaccinale per tetano, pertosse e difterite,nel 2015, è stata del 93 per cento, fra le più basse della regione europea, superata anche dai paesi africani, quali Rwanda e Tanzania, che sono al 98 per cento, seguiti da Eritrea, Botswana e Algeria che sono al 94 per cento. E ancora l’OMS stima che in tutto il mondo ogni anno 1,5 milioni di bambini muoiano ancora a causa di malattie prevenibili con le vaccinazioni, eppure nel nostro paese non sembra cessare la disinformazione che circola tra web e televisioni, malgrado gli appelli delle istituzioni e della comunità scientifica nazionale ed internazionale.

Le ‘buone’ notizie. La prima, riguarda il ‘Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-2019’ (Pnpv), pubblicato in Gazzetta ufficiale il 18 febbraio 2017. Il Pnpv per la prima volta inserisce nei Lea (Livelli Essenziali di Assistenza), ovvero come diritto di tutti i cittadini italiani il nuovo calendario vaccinale che:

  • introduce nuove vaccinazioni: meningococco B, rotavirus e varicella nei nuovi nati; HPV nei maschi undicenni; Meningococco tetravalente ACWY135 e richiamo antipolio con IPV negli adolescenti; pneumococco e Zoster nei sessantacinquenni;
  • definisce gli obiettivi di copertura vaccinale per ogni vaccinazione;
  • identifica l’età alla quale vaccinare la popolazione in gratuità;
  • richiede alle Regioni di introdurre l’anagrafe vaccinale informatizzata e di effettuare la chiamata attiva (la lettera di invito alla popolazione) per tutte le vaccinazioni inserite nel calendario.

La seconda novità è il decreto legge 73 del 7 giugno 2017, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, che prevede l’obbligo per l’iscrizione a scuola nella fascia 0-6 anni, di 12 vaccinazioni, gratuite e obbligatorie a partire da settembre 2017 per i nati nel 2017: antidifterica, antitetanica, antipoliomielitica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti-meningococco B, anti-meningococco C, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite, anti-varicella e anti-Haemophilus influenzae. Queste vaccinazioni sono da somministrare secondo il ‘Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-2019’ attraverso i vaccini combinati esavalente e MPR/V-MPRV e due vaccini anti-Meningo B e anti-Meningo C. Le combinazioni vaccinali sono oggetto di una seria programmazione e di approfondite ricerche scientifiche. I numerosissimi studi clinici su ampi numeri dimostrano con estrema chiarezza che la somministrazione contemporanea di più antigeni presenti nei vaccini combinati, immessi in commercio dopo accurati studi biomedici, offre una protezione efficace pari a quella dei vaccini somministrati singolarmente, non indebolisce né sovraccarica il sistema immunitario dei piccoli e offre molti altri vantaggi tra cui una migliore compliance della famiglia, minore trauma per il bambino, una vaccinazione più tempestiva e minori accessi al centro vaccinale.