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domenica 11 giugno 2017

Orrore a Genova: il prete celebra messa poi s'impicca Lascia un bigliettino: "L'ho visto due volte", da brividi

Si suicida un prete a Genova. Motivazione choc: "Ho visto il Demonio"



"Ho visto due volte il Diavolo. Chiedo scusa a tutti, non posso più andare avanti". Su un biglietto scritto a mano, trovato sulla scrivania della sua stanza da letto, il messaggio del sacerdote di una comunità di Genova, appena quarantenne, che venerdì mattina ha deciso di togliersi la vita. Il corpo è stato trovato nei locali della biblioteca dell'istituto dove operava: era impiccato ad una trave. Il sacerdote si era chiuso nella biblioteca dopo aver celebrato la Santa Messa della mattina. "Non riuscivamo a metterci in contatto con lui, così abbiamo deciso di cercarlo", è ancora sotto choc il confratello che per primo ha trovato il corpo del sacerdote di Genova. Sull'accaduto è stata aperta un'inchiesta affidata al procuratore Maresca. 

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È dopo aver interrogato i conoscenti del sacerdote, per capire le ragioni del gesto, che i militari della compagnia Genova Centro - si apprende da Il Secolo XIX - hanno trovato il biglietto in cui il prelato diceva addio e chiedeva scusa a tutti, poco prima di suicidarsi. Ma a cosa si riferiva quando parlava del Diavolo? Sarà questa la domanda a cui cercar di dare risposta, anche per escludere il coinvolgimento di terzi, che avrebbero potuto spingere il sacerdote a compiere il gesto estremo. 

"Era tranquillo e sereno, come tutti i giorni. Non ha lasciato trapelare nulla", spiega un dei religiosi molto amico del prete, ovviamente sconvolto dalla morte del confratello. Tutte le persone ascoltate hanno detto che il sacerdote non ha manifestato alcun segno che facesse pensare ad una conseguenza del genere. Anzi, non aveva nessun problema di salute, non era depresso ed era molto rispettato e stimato nella comunità religiosa dove da anni operava.

TRAFFICANTI D'UOMINI Sbarchi: i libici sputtanano le Ong Cos'hanno sentito trenta minuti prima dell'arrivo dei barconi

Naufragio nel canale di Sicilia, 8 migranti morti. La Libia accusa le Ong: in...



La Marina libica accusa le Ong di essere in contatto con persone a bordo dei barconi. Venerdì 9 c'è stato un nuovo naufragio, i morti sono 8 e un centinaio i dispersi. È stata l'ennesima giornata di tensione nal canale di Sicilia, la zona di soccorso e ricerca in cui navigano le navi delle Ong. La marina della Libia ha intimato alle imbarcazioni umanitarie di andar via dalle acque territoriali libiche, e di non restare schierati in attesa dei gommoni con i migranti a bordo. 

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Il fatto di specie riguarda 570 migranti, che sono stai poi riportai indietro. In una nota - scrive La Repubblica-  il portavoce libico Ghasem, dice che "sono state rilevate chiamate wireless, mezz'ora prima dell'individuazione dei barconi, tra organizzazioni non-governative che sostenevano di voler salvare i migranti illegali in prossimità delle acque territoriali libiche. Sembra che queste Ong aspettassero i barconi per abbordarli. Le Guardie costiere hanno preso contatto con queste Ong e hanno domandato loro di lasciare le acque territoriali libiche". L'ammiraglio Ghasem non ha aggiunto altro né specificato dettagli e fatto nomi. Fra le navi umanitarie presenti ieri, c'era la Vos Prudence di Msf: approderà a Palermo con 716 persone migranti tra cui 50 bambini.

Nuove polemiche quindi sull'operato delle navi delle Ong, le accuse libiche si aggiungono a quelle di Frontex. "Il loro comportamento - ha aggiunto il portavoce - accresce il numero di barconi di migranti illegali e l'audacia dei trafficanti che sanno bene che la via verso l'Europa è agevolata grazie a queste ong e alla loro presenza illegittima e sospetta in attesa di poveri esseri umani". 

ROSSELLA ORLANDI Renzi la caccia, lei lo umilia: "Io andarmene? No, mai..." Lady Fisco, scelta clamorosa

Orlandi silurata da Renzi: non va al Tesoro, resta all'Agenzia delle Entrate



Era stata fatta fuori da Matteo Renzi, ora Rossella Orlandi si vendica così. L'ex numero uno di Agenzia dell'Entrate, sostituita dal "renziano" Ernesto Maria Ruffini proprio su pressing del segretario Pd, sceglie ancora l'Agenzia e assumerà l'incarico di vice direttore dell'area Territorio. La Orlandi ha deciso di restare con i suoi "colleghi" e nell'amministrazione in cui lavora da oltre 30 anni. Orlandi, infatti, è un dirigente generale di ruolo interno e, in base alle norme, ha diritto a un incarico. Il comitato di gestione ha quindi deciso di assegnarle la casella del Territorio, attualmente vacante e in precedenza occupata da Gabriella Alemanno, sorella dell'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno. La Orlandi non andrà quindi a fare la consulente per la lotta all'evasione fiscale al ministero dell'Economia, il "ripiego" pensato per lei dal governo di Paolo Gentiloni.

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POLITICA INDECOROSA "Non ci resta che il golpe": il siluro su Palazzo Chigi Uno scenario terrificante

Veneziani: "Se questa è la democrazia non ci resta che il golpe"



Il titolo dell'articolo, certo, è di quelli provocatori: "se la democrazia è questa, non ci resta che il golpe". Ma chiunque abbia anche solo un minimo seguito lo spettacolo indecoroso offerto, per l'ennesima volta, dalla politica italiana nella vicenda della legge elettorale, non può non aver pensato, anche nel retro del cervello, alla parola "dittatura".

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La scrive, la parola impronunciabile, Marcello veneziani in un fondo sul quotidiano Il Tempo. Magari, aggiunge, "una dittatura a tempo". (...) "Ci vorrebbe qualcuno che prendesse le decisioni indipendentemente da tutto e da tutti, e non per restare al potere, ma qualcuno che che sia al di sopra delle parti e che rispondesse al bene comune". Ma, prosegue Veneziani, "sappiamo pure che di dittatori non ce ne sono in giro, di capaci e affidabili tantomeno, e il prezzo delle dittature di solito è troppo alto su altri piani. Allora, come scriveva Longanesi, per mancanza di dittatori, si replica la democrazia. . Come ripiego che garantiva la sopravvivenza, ma ora manco quella".

C'è anche chi ricorre a "protesi, come Berlusconi che ha indicato come ottimo premier il governatore della banca centrale europea, Mario Draghi". Ci si chiede ora cosa accadrà a "Trump, eletto dal popolo e frenato ora dalla minaccia dell'impeachement". "(...) "Di golpe bianchi è piena la storia recente della nostra democrazia (...) leader osannati e poi vituperati nel giro di sei mesi...". "Non è da escludere che il processo sia pilotato ad arte o quantomeno favorito da chi vuole indebolire la sovranità politica, ridurla a pappetta di coalizione per poi lasciare le decisioni vere altrove: ai tecnocrati, alla finanza, alle troike".

Il calcio italiano è nel caos Diritti tv, la voce-bomba: "Se Mediaset...", il ribaltone

CALCIO ITALIANO NEL CAOS Diritti tv, la Lega di Serie A indice nuovo bando. De Siervo lancia la bomba su Mediaset-Vivendi-Telecom



Entro fine anno la Lega di Serie A procederà con un nuovo bando per i diritti tv. L'assemblea ha deciso all'unanimità di non assegnare a nessuno dei concorrenti i diritti tv per il triennio 2018-2021 ritenendo che le offerte arrivate non rappresentino il valore reale del calcio italiano. Sky aveva presentato due offerte, entrambe inferiori alle basi d'asta: 230 milioni per il pacchetto satellite (base minima 200 milioni) e 210 milioni per l'esclusiva, il pacchetto più ambito (base minima 400). Avevano disertato invece Mediaset e Telecom, non senza polemica. 

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"Nessuno può pensare di prendere per la gola la Lega calcio", ha attaccato Luigi De Siervo, ad di Infront advisor della Lega sui diritti tv, prima di lasciare la sede di via Rossellini. "Siamo aperti a tutte le possibilità, il valore resta. Chi ha offerto, Sky in particolare, ha fatto la scelta di non investire sul calcio e di puntare sulla altro. Noi siamo fiduciosi di trovare la quadra. Non esistono spaccature, il clima è sereno. Nessuno può pensare di prendere per la gola la Lega oggi, non si arretra di una virgola". Poi si è lasciato sfuggire una previsione: "È in fase di definizione la situazione complessa di Vivendi, Telecom e Mediaset: a un certo  punto arriverà a maturazione" e "al colosso Sky si contrapporrà quello Vivendi-Mediaset-Telecom. Quindi non sono preoccupato". Una prospettiva industriale che rischia di sconvolgere l'economia italiana ben oltre la questione calcio. De Siervo ha aggiunto in ogni caso che, se non andasse in porto il polo Vivendi-Telecom-Mediaset, "il canale della Lega sarebbe l’unica ipotesi plausibile". 

L'ENNESIMA PROMESSA MANCATA 1"Strozzino e ladro. La sua colpa più grave" Vittorio Feltri scatenato: Renzi demolito

Vittorio Feltri: "Stato strozzino e ladro"


di Vittorio Feltri



Polemizzare con Renzi e denigrarlo è diventato quasi obbligatorio. Tutti i mali del Paese dipenderebbero da lui e dal suo governo affondato il 4 dicembre dello scorso anno. Gli attacchi contro Matteo saranno eccessivi, ma non completamente gratuiti. L'ex premier ha sbagliato a rottamare gli avversari, compresi quelli del suo stesso partito, i quali hanno reagito nella maniera peggiore, tentando invano di distruggere la casa comune del Pd.

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Queste però sono inezie, non incidono granché sulla vita degli italiani. Renzi infatti ne ha combinata una che nessuno gli rimprovera benché sia la più grave. Egli, entrando a Palazzo Chigi da trionfatore, fece una dichiarazione incauta. Era il 13 marzo 2014 quando disse urbi et orbi che avrebbe saldato i debiti della pubblica amministrazione nei confronti di imprenditori privati per forniture varie. Qualcuno, animato da ottimismo francamente ingiustificato, gli credette e attese che il miracolo si compisse. Non si è compiuto, manco per niente. A tre anni e oltre dalla solenne promessa, verifichiamo, osservando dati statistici ufficiali, che i crediti vantati dalle aziende sono rimasti invariati: ammontano ancora a 64 miliardi di euro. Una cifra enorme che, non essendo stata sborsata, ha messo in ginocchio parecchie ditte, sommerse in un mare di difficoltà.

Un conto erano i buoni (e superficiali) propositi del giovane Matteo e un altro è la cruda realtà, che rimane oggi drammatica quanto ieri.

Lo Stato in poche e brutali parole si conferma strozzino e ladro: perseguita chi gli deve del denaro, lo minaccia, lo rincorre e lo spreme con spietatezza, mobilita gli aguzzini di Equitalia, pignora ogni bene (persino i depositi bancari) che gli viene a tiro, sbatte sul lastrico qualunque persona colta in fallo. Intendiamoci, è giusto rispettare le ingiunzioni del fisco (nonostante sia rapace) e non contestiamo i metodi sbrigativi degli agenti delle tasse.

Ma, perdio, allo stesso modo il medesimo Stato sarebbe costretto a essere sollecito nel versare alle imprese da cui si è servito, come un cliente qualunque, la cifra spettante loro. Invece non è così. La Pa esige dal cittadino puntualità e precisione nel pagare il "pizzo", ed è lenta e tardiva allorché le tocca onorare gli impegni assunti con le aziende erogatrici di servizi. Ciò è intollerabile. Disgustoso.

La burocrazia è spietata con noi e si comporta da cialtrona se si tratta di sganciarci quattrini sacrosanti. È noto che il passivo accumulato da decine di governi spendaccioni è tra i più pesanti del mondo, pertanto non avanzano euro allo scopo di ridurlo, ma è anche vero che non si è fatto nulla per contenere le spese, tagliando quelle superflue. Gli specialisti assunti dagli esecutivi con l'incarico di procedere a una seria spending review sono stati oggetto di una vicenda grottesca: anziché segare le uscite, essi sono stati licenziati con la sega in mano.

Renzi si è adattato come i propri predecessori allo stile del Palazzo: scialacquare sempre e chiudere il rubinetto se occorre saldare le fatture alle ditte creditrici. L'Italia non necessita di oratori brillanti né di statisti illuminati, bensì di un ragionier Rossi in grado di dare a chi merita e di togliere ai parassiti.

OLANDA Auto sui pedoni ad Amsterdam Panico e feriti alla stazione La polizia: investitore arrestato

Amsterdam, auto investe pedoni di fronte alla stazione: cinque i feriti



Sabato sera, la stazione affollata di gente in arrivo per trascorrere il tempo libero in città, tra locali e ristoranti. All'improvviso, un'auto sbanda, investe diversi pedoni sulla grande piazza, provocando almeno 8 feriti, due dei quali in gravi condizioni. E così, anche ad Amsterdam è scattato l'allarme che nei mesi scorsi ha riguardato tante altre città europee, a partire da quel tremendo giorno di luglio dello scorso anno a Nizza sulla Promenade des Anglais.

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Nata dalla collaborazione con la divisione sportiva DS, ricca di stile, con personalizzazioni e interni con... 



Numerose ambulanze a auto della polizia sono giunte sul posto e il conducente dell'auto è stato arrestato, secondo quanto riportato dalla polizia. L'auto si sarebbe trovata in una zona di divieto e quando i poliziotti si sono avvicinati per farla spostare, la persona al volante avrebbe acceso il motore e avrebbe accelerato all'improvviso, finendo la sua corsa contro un muretto dopo aver investito otto persone. Sarebbe quindi da escludersi l'ipotesi dell'attacco terroristico.