Veneziani: "Se questa è la democrazia non ci resta che il golpe"
Il titolo dell'articolo, certo, è di quelli provocatori: "se la democrazia è questa, non ci resta che il golpe". Ma chiunque abbia anche solo un minimo seguito lo spettacolo indecoroso offerto, per l'ennesima volta, dalla politica italiana nella vicenda della legge elettorale, non può non aver pensato, anche nel retro del cervello, alla parola "dittatura".
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La scrive, la parola impronunciabile, Marcello veneziani in un fondo sul quotidiano Il Tempo. Magari, aggiunge, "una dittatura a tempo". (...) "Ci vorrebbe qualcuno che prendesse le decisioni indipendentemente da tutto e da tutti, e non per restare al potere, ma qualcuno che che sia al di sopra delle parti e che rispondesse al bene comune". Ma, prosegue Veneziani, "sappiamo pure che di dittatori non ce ne sono in giro, di capaci e affidabili tantomeno, e il prezzo delle dittature di solito è troppo alto su altri piani. Allora, come scriveva Longanesi, per mancanza di dittatori, si replica la democrazia. . Come ripiego che garantiva la sopravvivenza, ma ora manco quella".
C'è anche chi ricorre a "protesi, come Berlusconi che ha indicato come ottimo premier il governatore della banca centrale europea, Mario Draghi". Ci si chiede ora cosa accadrà a "Trump, eletto dal popolo e frenato ora dalla minaccia dell'impeachement". "(...) "Di golpe bianchi è piena la storia recente della nostra democrazia (...) leader osannati e poi vituperati nel giro di sei mesi...". "Non è da escludere che il processo sia pilotato ad arte o quantomeno favorito da chi vuole indebolire la sovranità politica, ridurla a pappetta di coalizione per poi lasciare le decisioni vere altrove: ai tecnocrati, alla finanza, alle troike".
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