Visualizzazioni totali

mercoledì 7 giugno 2017

Totò Riina, vergogna totale Sapete dove vive adesso? Altro che fuori dal carcere...

Totò Riina, scandalo italiano: vive in un centro di eccellenza medico



Da circa due anni Totò Riina non di fatto rinchiuso in carcere, ma ricoverato all'ospedale Maggiore di Parma. Il dettaglio non da poco era stato chiarito dal suo avvocato, Luca Cianferoni, durante la trasmissione L'aria che tira su La7, nel pieno del dibattito scatenato dalla sentenza della Cassazione sul diritto a "una morte dignitosa" per i detenuti. In attesa che il tribunale di sorveglianza di Bologna si esprima sull'eventuale scarcerazione, Riina resta in una sorta di stanza segreta della clinica universitaria di Parma, dove è ricoverato dal 5 novembre. 

UN GIORNO IDEALE A NEW YORK.

Segua i consigli di viaggio di grandi esperti. 



Come riportato da Repubblica, la stanza di Totò 'u Curtu è sostanzialmente una cella blindata, dove l'accesso è consentito solo a medici, infermieri e guardie. Ampia solo cinque metri per cinque, la stanza gode di un affaccio sulla città di Parma. Negli ultimi tempi il boss avrebbe chiesto una radiolina e un calendario. Una richiesta che non potrà vedere soddisfatta, perché nella cella sono ammesse solo apparecchiature mediche.

Il capo di Cosa Nostra è tenuto sotto stretta osservazione dai medici, a causa di diverse patologie che si sono aggravate nel corso degli anni.  Al di là della "morte dignitosa" e del diritto a curarsi e non peggiorare le condizioni in carcere, che è un sacrosanto diritto costituzionale, stona un po' che il boss sia così "coccolato", mentre spesso e volentieri per un cittadino libero qualunque le liste di attesa negli ospedali pubblici sono lunghissime, spesso in edifici fatiscenti. Così come stona un po' che un paziente le cui condizioni "sono ormai gravissime", prenda parte ad ogni tappa processuale (in collegamento video in barella) e sia l'unico degli imputati o teste a non assentarsi mai, a non fermarsi per pranzare o bere.

In ogni caso la permanenza di Riina nell'ospedale di Parma non ha turbato la vita della struttura. L'ordine è quello di passare inosservati. Niente militari in divisa, niente mitragliette in vista. Gli spostamenti senza sirene. Adesso il Capo dei capi è in attesa del colloquio con i familiari, previsto una volta al mese. Ma il regime del 41bis vale anche in ospedale. La visita avverrà a un metro di distanza e non saranno permessi contatti fisici. Sarà tutto videoregistrato. Per i magistrati, Totò Riina è ancora in grado di mandare messaggi, è ancora riconosciuto come capo di Cosa Nostra.

‘Ndrangheta: e il bacio fra il boss e il senatore diventa spot

‘Ndrangheta: e il bacio fra il boss e il senatore diventa spot: affissioni e pubblicità virale contro il silenzio dei media e tv sul processo a Reggio Calabria


di Danilo Loria



Sfondo bianco e contorni neri che definiscono in modo inconfondibile gli insoliti testimonial. Si tratta di Paolo Rosario de Stefano, super boss della ‘Ndrangheta, la mafia più potente del mondo, e del senatore della Repubblica Antonio Caridi, secondo le accuse, uno dei tanti interlocutori della criminalità organizzata calabrese nello Stato. Sulla scia già tracciata dal colosso Benetton, a puntare ora su queste immagini forti è il giornalista Klaus Davi che si è affidato al pluripremiato creativo Pasquale Diaferia, coordinatore della realizzazione del concept realizzato per mano della nota artista di Zurigo Patrizia Pfenninger, la quale ha prestato volentieri la propria opera su questo tema. La campagna avrà una versione virale sul web e sono in programma anche una serie di affissioni in Calabria, a Roma e a Milano. Non è la prima volta che Klaus Davi e il suo coautore Alberto Micelotta si affidano ai guru del marketing per operazioni completamente autofinanziate. Qualche settimana fa, infatti, dei poster giganti invasero Milano con i nomi dei boss calabresi residenti nel capoluogo lombardo. Ora è il canovaccio degli annunci a spiegare la motivazione di questa nuova iniziativa: “A Reggio Calabria si celebra un processo epocale, denominato Gotha, al quale lavora da anni un magistrato coraggioso come Giuseppe Lombardo, secondo cui l’abbraccio mortale Stato e Mafia ha coinvolto anche membri molto influenti delle Istituzioni. Tra gli indagati il senatore Antonio Caridi che, secondo numerosi accertamenti, è stato uno degli ‘angeli custodi’ della latitanza del boss Paolo Rosario de Stefano. Uno dei tanti episodi di contaminazione fra organi istituzionali e crimine organizzato. L’evento giudiziario, però, si svolge nel quasi più totale silenzio mediatico, grazie al patto ‘Ndrangheta-Massoneria-Politica che sembra condizionare interi pezzi dei mezzi di comunicazione”. Klaus Davi si dice deciso ad andare avanti su questa strada: ”Sono inviso ad alcuni politici perché ricordo che la ‘Ndrangheta condiziona e orienta la loro agenda. Ma non temo ritorsioni. Per quanto possano tentare di soffocare una voce, ci sarà sempre un canale aperto attraverso il quale dare spazio alla verità. Confido, infatti, nelle parti sane della Repubblica che fortunatamente conservano la loro integrità”.

COMMENT APPRENDRE UNE LANGUE EN 3 SEMAINES

Vous allez tomber amoureux de cette appli pour apprendre une langue étrangère 

"Italiani di merda. Questa è..." Trieste, immigrati all'opera: cittadini presi a sprangate

Trieste, gli immigrati contro il corteo: "Italiani di merda, questa è Kabul"



Momenti di guerriglia urbana, paura, insulti, tensione. Tutto "merito" di un gruppo di immigrati infastiditi dall'iniziativa di Stop prima Trieste e Noi nazionalisti forconi, una manifestazione a cui hanno preso parte i cittadini per protestare contro l'invasione. Gli immigrati, infatti, hanno offeso e minacciato i triestini al grido di "Qui è Kabul, non è Italia" e "italiani di merda". Armati di spranghe metalliche, i richiedenti asilo - che stazionano in alcuni fatiscenti capannoni - hanno anche provato ad allontanare i cittadini.

POWERBOT: LA POTENZA CONQUISTA ANCHE GLI ANGOLI.

Samsung POWERbot™ VR7000: connesso, efficace, incredibilmente potente. Pulisce perfettamente anche negli... 



Giacomo Sturniolo, di Stop prima Trieste, a Il Gazzettino ha sottolineato che "non siamo qui per fare ronde o manifestazioni ma da privati cittadini, Caritas e Ics sono tanto bravi nel parlare di umanità nell'accogliere le persone mentre qui c'è un albergo a cielo aperto, volevamo parlare con un gruppetto e il risultato, dopo dieci minuti, è che stavano venendo alle mani". Dunque la testimonianza di Marco Prelz, dello stesso gruppo: "Cinque ragazzi ci hanno affrontato con delle spranghe dicendo Qui non è Italia, questo è Kabul. Non è ammissibile perchP significa che lo Stato ha fallito. Hanno anche tentato di colpire le due donne della comitiva. Non vogliono aiuto, sono volgari e offensivi".

"Ha fatto soldi portando immigrati e jihadisti in Italia" Va in galera: clamoroso, sapete chi è questa donna?

Simonetta Sodi, la donna arrestata: "Trasportava immigrati e jihadisti in Italia"



Una donna fiorentina è finita nell’inchiesta della Finanza di Palermo sull’organizzazione che trasportava persone clandestinamente dalla Tunisia alle coste siciliane della zona di Marsala. Simonetta Sodi, questo il suo nome, 55 anni, ora si trova in carcere. La donna aveva sposato nel gennaio scorso un immigrato tunisino, Jabranne Ben Cheikh di 28 anni, del quale secondo le accuse era diventata socia in affari.

NUOVO SUV 7 POSTI PEUGEOT 5008

Entrate in una nuova dimensione. Con Nuovo Peugeot i-Cockpit®, Advanced Grip Control®, Extended Modularity.  



Secondo La Repubblica Jabrannee sarebbe stato a capo di un gruppo che trasportava migranti disposti a pagare migliaia di euro per viaggiare a bordo di gommoni velocissimi, che facevano la traversata dal nord Africa alla Sicilia in meno di 4 ore. Nei viaggi venivano trasportate anche sigarette di contrabbando. La donna avrebbe portato il denaro necessario, 10mila euro, per acquistare un’imbarcazione.

Quando Jabranne Ben Cheikh è finito in carcere per una storia di droga, lei lo ha sostituito in alcuni compiti, tenendo i contatti con alcune delle persone finite nell’inchiesta. Jabranne nel 2016 fu accusato di traffico di stupefacenti con una condanna a 6 anni di reclusione e 30mila euro di multa.

Ma il particolare grave è un altro. Secondo gli inquirenti, tra gli immigrati trasportati dall’organizzazione c’erano anche potenziali jihadisti, definiti "una seria minaccia alla sicurezza nazionale, poiché, in grado di fornire ai suoi utenti un transito marittimo sicuro, occulto e rapido".

In un'intercettazione tra un membro dell’associazione a delinquere, Amine Ben Alaya, e uno dei potenziali passeggeri in attesa di imbarcarsi, si ascoltano i timori di quest'ultimo di "essere arrestato dalla polizia tunisina" e "respinto dalle autorità di polizia italiane per ragioni di contrasto al terrorismo di matrice jiahdista”.

Il ruolo di Simonetta Sodi? La donna, fan e sostenitrice pubblicamente del Movimento 5 Stelle (come si vede nel suo profilo di Facebook), sarebbe stato cruciale quando il compagno è finito in gattabuia. Tramite la donna, "il giovane riusciva a dare indicazioni per proseguire l’attività criminosa". Simonetta Sodi "risulta aver svolto un ruolo fondamentale nel coadiuvare il marito nella direzione e promozione dell’organizzazione criminale investigata, operando attivamente nelle fasi di acquisto del gommone utilizzato per i traffici illeciti, del trasporto dei contanti utilizzati per la transazione e dell’intestazione del natante e del relativo posto barca, ed occupandosi della gestione dei natanti per conto del marito dopo l’arresto di quest’ultimo”.

La pagina di Facebook della Sodi è piena di foto romantiche di lei con il marito tunisino. Rivendica il suo amore contro tutti: "Quando decidi di stare accanto ad una persona, ti assumi la responsabilità di renderla felice, nonostante le sue debolezze ed i passi falsi nonostante la gente, i giudizi, nonostante tutto". Convinta lei.

Caivano (Na): L'amministrazione non cade Maggioranza a rischio

Giunta Politica? Monopoli temporeggia Maggioranza a rischio 


di Gaetano Daniele



Appare evidente, ad esempio, che il Sindaco di Caivano, Simone Monopoli, ha dovuto tenere conto delle richieste dei partiti che lo sostengono pur di restare abbracciato mani e piedi alla sedia. 

Come dicono gli inglesi - sempre che si possa ancora citarli dopo il caso Brexit - per sapere se il budino è buono bisogna assaggiarlo. Allo stesso modo per dare un giudizio sul nuovo accordo politico (Partiti-Sindaco), bisognerà vederla all’opera. Ma quando? Speriamo non siano altri 9 mesi di travaglio come la prima Giunta politica, poi rispedita a casa non tenendo conto nemmeno del duro lavoro di candidati e militanti, per poi appunto, nominarne una a propria immagine e somiglianza, guarda caso a scaldare la sedia. Infatti, passeranno alla storia per non aver fatto quasi nulla. Anche perchè il risultato dalle tasse ai massimi storici alla spazzatura è sotto gli occhi di tutti i caivanesi, incontrovertibile.

LE PLUS GRAND CHOIX D’ANNONCES IMMOBILIÈRES

Trouvez votre bien immobilier parmi 1,4 millions d’annonces 



Ma la designazione della nuova giunta politica tarda ad arrivare. Voci di corridoio sussurrano che comunque è questione di ore. Anche perchè il Sindaco Monopoli, non ha nessuna intenzione di farsi mandare a casa, come il suo predecessore, Falco. 

Pare, sempre da indiscrezioni, che potrebbe rientrare in gioco qualcuno della prima ora, impegnato nella prima giunta, così come si è cercato di coinvolgere ricevendo un netto sì, personalità di esperienza amministrativa provenienti da Forza Italia, che potrebbero, questa volta, realmente dare una sterzata al Paese, fermo al palo sotto tutti i punti di vista grazie al dissesto finanziario voluto fortemente dal primo cittadino, Monopoli. 

In fondo è difficile accettare di partecipare ad un’esperienza politica fallimentare, così definita oramai da tutti i partiti, compresi gli oppositori. Monopoli, è riuscito, come Falco, a spaccare tutti i partiti e a stravolgere il quadro politico scaturito dalle elezioni amministrative. In verità anche i consiglieri comunali o i parlamentari fanno a gara per ottenere il premio della nomina nelle giunte, quasi come fosse l’unico interesse politico. Poche o quasi nulle le proposte o gli indirizzi politici. Tanta confusone e capriccio politico, proprio per dispetto incrociato. 

Insomma, alle porte due soluzioni, o la mozione di sfiducia o la nuova Giunta politica voluta fortemente da Forza Italia. 

TEHERAN SOTTO ATTACCO Iran, strage in Parlamento Kamikaze si fa esplodere Raid e morti pure al museo

Iran, attacco e kamikaze in Parlamento: almeno sette morti. Raid anche al museo



Inferno-Isis in Iran, con diversi attacchi terroristici nella capitale. Spari, feriti, numerosi morti, ad ora si parla di dieci vittime, per un doppio attacco improvviso a Teheran di ancora incerta matrice, anche se tutti gli indizi conducono al gruppo dei tagliagole. Un commando ha fatto irruzione nel Parlamento dove era in corso una seduta di deputati e avrebbe catturato alcuni ostaggi, quasi in contemporanea, un altro attacco è avvenuto nel santuario dell’Imam Khomeini a sud della capitale dove un gruppo armato ha sparato tra la folla dei pellegrini e uno di loro, si parla di una donna, si è fatto saltare in aria. Un kamikaze si è fatto esplodere al quinto piano del Parlamento.

PRODOTTI RICONDIZIONATI A PREZZI IMBATTIBILI

Su eBay trovi la migliore tecnologia ricondizionata al prezzo che vuoi tu: smartphone, pc, stampanti, ma anche... 



Dal Parlamento, comunque, le notizie sono confuse, con gli attentatori ancora dentro, una presa di ostaggi e teste di cuoio in azione. Secondo il giornale online Shargh, un terrorista si sarebbe barricato in una stanza del complesso molto ampio del Parlamento e avrebbe detto di indossare una cintura esplosiva. Potrebbe essere quello che si è poi fatto saltare in aria. La tv iraniana Alo Alham riferisce dell'arresto di un aggressore nel parlamento, un altro era stato catturato alla tomba del padre della rivoluzione.

Secondo altri media, colpi di arma da fuoco sarebbero stati esplosi anche nell'area riservata ai giornalisti. Secondo le diverse fonti, i terroristi dovrebbero essere tre o quattro.

Quasi in contemporanea, come detto, il blitz al mausoleo di Khomeini da parte di un commando di quattro persone, incluso un attentatore suicida, forse una donna, che si è fatta esplodere all'interno. Lo riporta la tv statale iraniana e anche l'agenzia semiufficiale Fars. Successivamente, dal museo, è stata data la notizia dell'arresto di due terroristi.

Juve, la truffa dei biglietti "Andiamo a vedere la finale" Cardiff, la sorpresa orribile

Juve, i tifosi truffati: mille euro per vedere la finale, ma non c'era neppure l'aereo



Un uomo del legnanese, in provincia di Milano, ha truffato centinaia di concittadini offrendosi di procurare un pacchetto vantaggiosissimo per raggiungere Cardiff in occasione della finale di Champions League. Meno di mille euro per il viaggio andata e ritorno e il biglietto per accedere allo stadio. Peccato però che sabato 3 giugno, a poche ore dal match contro il Real Madrid, i tifosi della Juventus si sono recati all'aeroporto di Malpensa per partire alla volta del Regno Unito. Ma non c'era alcun aereo. Gli uomini, una volta capito di essere stati truffati, hanno presentato denuncia presso i Carabinieri che sono riusciti a risalire al colpevole. Il raggiratore è sotto sorveglianza perché ha subito pesanti minacce. Per i tifosi, oltre al danno, poi, la beffa. Ovvero la sonora sconfitta per 4-1 nella partita che in molti - in troppi - davano già per vinta.

SCEGLI ENEL

Scopri 100x100 luce. Enel Energia per il mercato libero.