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giovedì 1 giugno 2017

INDAGINE GFK EURISKO Animali domestici e da allevamento Prevenzione, due pesi e due misure

Animali domestici e da allevamento Prevenzione, due pesi e due misure


di Eugenia Sermonti



L’affezione verso gli animali sembra essere inversamente proporzionale alla cura che riserviamo loro. Lo conferma una ricerca GfK Eurisko - ‘Human&Animal Health: prevenzione e benessere per l’animale e per l’uomo’ - presentata da Isabella Cecchini alla Fondazione Feltrinelli, che ha stretto l’obiettivo sulla salute e sulla prevenzione in campo veterinario da parte degli italiani. L’indagine, commissionata da MSD Animal Health, l’azienda leader mondiale nella ricerca, sviluppo e distribuzione di una vasta gamma di prodotti e soluzioni dedicati alla prevenzione, trattamento e controllo della salute animale, è stata condotta in Italia su un campione di 1.000 persone over 18. Se infatti è vero che in Italia il 34 per cento della popolazione adulta (pari a 7.700.000 famiglie) possiede un animale domestico, solamente il 46 per cento dichiara di ‘far vaccinare regolarmente il proprio pet’ e ben il 17 per cento ‘non sottopone il proprio animale da compagnia ad alcun tipo di profilassi’. Tutto questo nonostante cane o gatto vivano esattamente come ‘uno di famiglia’: nel 54 per cento dei casi la casa è l’habitat consueto degli animali da compagnia che trascorrono oltre la metà del proprio tempo tra letto e divano, nel caso dei felini, e circa un quarto se parliamo di cani.

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“Il cambiamento è stato epocale - sottolinea Marco Melosi, presidente dell’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (Anmvi) - Il trend di cani e gatti ‘in-door’ è sempre più un’abitudine anche nelle aree rurali del nostro Paese. Se pensiamo a come i mutamenti climatici hanno influito sulla diffusione di parassiti e vettori, allora è sicuramente positiva la riduzione dell’esposizione del pet alla vita esterna, specie di notte. Ma in casa, qualche volta, la condivisione sconfina e tende a eccedere: tutto questo non è sempre segno di buon accudimento”. Questo perché gli italiani ritengono che la salute dei propri animali da compagnia sia essenziale solamente per il benessere dell’animale stesso (31 per cento) e non per motivi legati ‘al bene di tutta la famiglia’. Non sono in molti, infatti, quelli che hanno la buona abitudine di pulire le zampe al cane (44 per cento) o al gatto (17 per cento) dopo la passeggiata o una scorrazzata sui tetti e ancora meno si preoccupano di controllare il pelo (26 per cento cane, 15 per cento gatto). “L’atteggiamento più sbagliato e foriero di conseguenze sanitarie per tutto il nucleo familiare - specifica Melosi - è quello di chi investe l’animale da compagnia di un ruolo strumentale al soddisfacimento di bisogni e aspettative ‘umane’. Anche un’eccessiva idealizzazione zoofila può perdere di vista l’animale stesso”. Secondo l’indagine, comunque, il trend non potrà che essere di miglioramento, considerato che ben il 61 per cento del campione dichiara di fidarsi in primis del consiglio del proprio veterinario.

La faccenda cambia del tutto quando parliamo di animali da allevamento. In questo settore gli italiani ritengono nel 48 per cento dei casi che ‘se l’animale sta bene, è più sano anche l’uomo che ne utilizza il prodotto’. Il 97 per cento del campione intervistato dichiara inoltre che ‘quando si parla di animali da allevamento, la prevenzione è davvero importante’. Controlli regolari, alimentazione sana, ambiente curato: aspetti che per gli italiani sono imprescindibili. Cosi come imprescindibile è che i prodotti di origine animale siano ‘made in Italy’: il 69 per cento non acquisterebbe mai carni non italiane e l’80 per cento lavorate fuori dai nostri confini. La grande paura rimane l’uso degli antibiotici, temuta dal 36 per cento degli italiani: “Gli antibiotici hanno permesso, dal dopoguerra in poi, di mantenere un buono stato di salute degli animali, contenere i costi di produzione e rendere accessibili le proteine di origine animale a tutte le classi sociali - sottolinea Roberto Villa, ordinario di Farmacologia e Tossicologia Veterinaria presso l’Università degli Studi di Milano - negli allevamenti non si può evitare di somministrare del tutto gli antibiotici. Si può però limitarne le prescrizioni a situazioni mirate e utilizzarli in maniera appropriata”. E specifica ancora: “tuttavia la prevenzione rimane il punto essenziale, in grado non solo di garantire il benessere all’animale, ma anche - e di conseguenza - delle persone e di tutto l’ecosistema”.

L’industria in questo senso gioca un ruolo fondamentale. “La nostra missione è quella di mettere la scienza al servizio degli animali per garantire la loro salute - dice Paolo Sani, Amministratore Delegato di MSD Animal Health - Se pensiamo a MSD Animal Health, le parole chiave sono: ricerca, innovazione e prevenzione. L’attenzione allo sviluppo di prodotti innovativi ci ha permesso di creare un portfolio di oltre 250 prodotti, di cui il 72 per cento è focalizzato sulla prevenzione, disponibili su oltre 150 mercati in 50 Paesi in tutto il mondo”. “Il nostro nuovo posizionamento è La nostra ricerca, la salute di tutti - continua Paolo Sani - Un animale non curato non solo non vive in una condizione di benessere ma ha un impatto negativo sul benessere del proprietario stesso e sull’ambiente circostante. Di contro, un animale ben accudito riduce notevolmente il rischio di diffusione di malattie, rende appagato il proprietario e diventa parte integrante di un ecosistema in salute”. 

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Fini e Tulliani, altra storiaccia Presente questa Ferrari? Chi l'ha pagata veramente

Tulliani, l'indiscrezione: "Si è fatto pagare anche la Ferrari"



Giancarlo Tulliani è stato visto più volte mentre guidava la sua Ferrari per Montecarlo, località presso la quale ha la residenza. Secondo il Tempo la Procura di Roma, dopo una serie di indagini dovute al fatto che Tulliani si dichiara nullatenente, ha verificato in che modo abbia comprato la sua F458. La risposta? Con i soldi dell'imprenditore catanese Francesco Corallo. Corallo è stato accusato di essere a capo di un'associazione a delinquere finalizzata al peculato a livello internazionale, al riciclaggio e alla sottrazione fraudolenta del pagamento delle imposte. Persino l'ottenimento della residenza a Montecarlo era stata opera dell'imprenditore, il quale gli aveva procurato al cognato di Gianfranco Fini la liquidità per acquistare un appartamento.

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Un gruppo di bambini ha scoperto il gelato del futuro. Il risultato è sconvolgente! 

IL PRESENTATORE Caso Insinna, la decisione della Rai: dove lo vedremo e che cosa gli faranno fare

La Rai difende Insinna: Futuro doppio incarico?



La Rai difende e premia Flavio Insinna. Dopo la bufera mediatica sul conduttore il direttore di Rai1 Andrea Fabiano lo difende pubblicamente. "Insinna non subirà sanzioni o richiami, ma sarà regolarmente nei palinsesti Rai della prossima stagione", scrive dal suo profilo Twitter il direttore. Può tirare un sospiro di sollievo il conduttore tv, che dopo gli attacchi di Striscia la Notizia e i fuori onda diventati virali trova solidarietà pubblica nei vertici dell'azienda di Viale Mazzini. Secondo Dagospia.com a sorpresa potrebbe esserci addirittura un doppio impegno per Insinna per la prossima stagione televisiva. Ma come reagirà l'opinione pubblica? Il caso ha egemonizzato per giorni social e tv, dividendo in due schieramenti opposti le persone.

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IL LEADER PD DA VESPA "Anni da ministro di tutto..." Renzi termina Alfano: la frase, umiliato davanti a tutta Italia

IL LEADER PD DA VESPA Matteo Renzi umilia Angelino Alfano: "Se dopo essere stato ministro di tutto non arrivi al 5 per cento..."



Nessuno, forse nemmeno Silvio Berlusconi quando di lui aveva detto che difettava  del "quid", lo aveva umiliato in questo modo. Ma allora il leader di Forza Italia aveva appena subito il tradimento di quello che per anni era stato il suo "delfino". Invece, oggi, lo sfregio ad Angelino Alfano è arrivato nientemeno che da Matteo Renzi, da anni, e oggi ancora, suo alleato di governo. Il senso è lo stesso delle parole del Cav: c'entra sempre quel "quid" che non c'è, anche se renzi quella parola non l'ha usata esplicitamente. Ha detto, però, ben di peggio. E di fronte a una platea virtualmente nazionale come quella rappresentata dagli spettatori di "Porta a Porta".

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Nello studio tv di Bruno vespa, infatti, renzi ha spiegato che "se dopo anni che sei stato al governo, hai fatto il ministro di tutto, non riesci a prendere il 5%, è evidente che non possiamo bloccare tutto per questo. E comunque, è un fatto positivo che i piccoli partiti rimangano fuori". Parole che sono state anche una replica alle accuse del leader di Alleanza popolare: "Io impaziente  - aggiunge Renzi - io potevo restare a Palazzo Chigi e invece me ne sono andato. Ho l'impressione che sono loro che hanno paura, ma non è accettabile il veto dei 'piccoli'". "Ci vediamo in Parlamento" è stata la contro-replica di Alfano. Forse, il governo, al prossimo autunno nemmeno ci arriva. Altro che 2018...

Elezione della Camera Cambiati tutti i collegi: guarda quello in cui sei

Legge elettorale, la lista dei collegi plurinominali per la elezione della Camera



L'elenco delle circoscrizioni plurinominali previste in occasione delle prossime elezioni politiche, così come riportate nel decreto del relatore della legge Emanuele Fiano.

Circoscrizione Piemonte

Collegio plurinominale 1
1. TORINO 1, TORINO 2, 
2. TORINO 3, TORINO 4, 
3. TORINO 5, TORINO 6, 
4. TORINO 7, TORINO 8
Collegio plurinominale 2
1. IVREA, CHIVASSO, 
2. RIVAROLO CANAVESE, GIAVENO, 
3. COLLEGNO, VENARIA REALE, 
4. PINEROLO
Collegio plurinominale 3
1. RIVOLI, 
2. NICHELINO, 
3. MONCALIERI, 
4. SETTIMO TORINESE
Collegio plurinominale 4
1. SAVIGLIANO, 
2. FOSSANO, 
3. CUNEO
Collegio plurinominale 5
1. ALBA, CANELLI
2. ACQUI TERME
3. ALESSANDRIA, NOVI LIGURE
4. ASTI, CASALE MONFERRATO
Collegio plurinominale 6
1. VERCELLI, BIELLA
2. COSSATO, VERBANIA,
3. NOVARA, 
4. TRECATE, BORGOMANERO

Circoscrizione Lombardia

Collegio plurinominale 1
1. MILANO 1, MILANO 4, 
2. MILANO 2, MILANO 3 
3. MILANO 5, MILANO 8
Collegio plurinominale 2
1. MILANO 6, MILANO 11
2. MILANO 7 
3. MILANO 9, MILANO 10
Collegio plurinominale 3
1. ABBIATEGRASSO
2. BUSTO GAROLFO
3. ROZZANO, CORSICO
4. LEGNANO
Collegio plurinominale 4
1. RHO
2. BOLLATE, LIMBIATE
3. PADERNO DUGNANO, CINISELLO BALSAMO
4. DESIO
Collegio plurinominale 5
1. SEREGNO
2. MONZA, VIMERCATE
3. SESTO SAN GIOVANNI, COLOGNO MONZESE
4. AGRATE BRIANZA
Collegio plurinominale 6
1. MELZO
2. PIOLTELLO, SAN GIULIANO MILANESE
3. CREMA
4. SORESINA, CASTIGLIONE DELLE STIVIERE
Collegio plurinominale 7
1. PAVIA
2. VIGEVANO, MORTARA
3. VOGHERA
4. LODI
Collegio plurinominale 8
1. CREMONA, SUZZARA
2. MANTOVA
Collegio plurinominale 9
1. VARESE, OLGIATE COMASCO,
2. LUINO, SESTO CALENDE, 
3. TRADATE, BUSTO ARSIZIO, 
4. GALLARATE
5. SARONNO
Collegio plurinominale 10
1. COMO, ERBA
2. CANTU`
3. LECCO, MORBEGNO
4. SONDRIO, ZOGNO
Collegio plurinominale 11
1. MERATE,
2. BERGAMO, PONTE SAN PIETRO
3. SERIATE, COSTA VOLPINO, 
4. TREVIGLIO, 
5. ALBINO
Collegio plurinominale 12
1. GHEDI,
2. ORZINUOVI, 
3. CHIARI, 
4. LUMEZZANE, DARFO BOARIO TERME
Collegio plurinominale 13
1. DALMINE, 
2. BRESCIA-FLERO, BRESCIA-RONCADELLE, 
3. REZZATO, 
4. DESENZANO DEL GARDA
Collegio plurinominale 13
1. DALMINE, 
2. BRESCIA-FLERO, BRESCIA-RONCADELLE, 
3. REZZATO, 
4. DESENZANO DEL GARDA

Circoscrizione Veneto

Collegio plurinominale 1
1. VERONA EST, VERONA OVEST, 
2. BUSSOLENGO 
3. SAN MARTINO BUON ALBERGO, ARZIGNANO 
4. VILLAFRANCA DI VERONA, LEGNAGO
Collegio plurinominale 2
1. SAN GIOVANNI LUPATOTO
2. ESTE, ROVIGO, ALBIGNASEGO, 
3. DUEVILLE
4. VICENZA
Collegio plurinominale 3
1. BASSANO DEL GRAPPA
2. THIENE
3. SCHIO
Collegio plurinominale 4
1. PADOVA-SELVAZZANO DENTRO, PADOVA-CENTRO STORICO
2. PIOVE DI SACCO, ADRIA
3. CITTADELLA
4. VIGONZA
Collegio plurinominale 5
1. VENEZIA-SAN DONA` DI PIAVE, PORTOGRUARO
2. VENEZIA-SAN MARCO, VENEZIA-MESTRE
3. VENEZIA-MIRA, CHIOGGIA
Collegio plurinominale 6
1. MIRANO, TREVISO
2. CASTELFRANCO VENETO
3. ODERZO
4. MONTEBELLUNA
Collegio plurinominale 7 
1. VITTORIO VENETO
2. CONEGLIANO
3. BELLUNO, FELTRE

Circoscrizione Friuli-Venezia Giulia

Collegio plurinominale 1
1. TRIESTE-CENTRO, MUGGIA
2. GORIZIA, CERVIGNANO DEL FRIULI
3. UDINE, CODROIPO
Collegio plurinominale 2
1. CIVIDALE DEL FRIULI, GEMONA DEL FRIULI
2. SACILE
3. PORDENONE

Circoscrizione Liguria

Collegio plurinominale 1
1. SAN REMO, IMPERIA,
2. ALBENGA,
3. SAVONA
4. GENOVA-VARAZZE, GENOVA-SESTRI
Collegio plurinominale 2
1. GENOVA-CAMPOMORONE, GENOVA-SAN FRUTTUOSO
2. GENOVA-PARENZO, GENOVA-NERVI
3. RAPALLO, CHIAVARI
4. SARZANA, LA SPEZIA

Circoscrizione Emilia-Romagna

Collegio plurinominale 1
1. RIMINI-SANT'ARCANGELO DI ROMAGNA, 
2. RIMINI-RICCIONE, 
3. FORLI`, CESENA, 
4. SAVIGNANO SUL RUBICONE, FAENZA
Collegio plurinominale 2
1. RAVENNA-CERVIA, RAVENNA-LUGO, 
2. COMACCHIO, 
3. FERRARA-VIA BOLOGNA, FERRARA-CENTO, 
4. MIRANDOLA
Collegio plurinominale 3
1. IMOLA, SAN LAZZARO DI SAVENA, 
2. BOLOGNA-MAZZINI, BOLOGNA-PIANORO, 
3. BOLOGNA-S. DONATO, BOLOGNA-BORGO PANIGALE
Collegio plurinominale 4
1. CASALECCHIO DI RENO, SAN GIOVANNI IN PERSICETO, 
2. VIGNOLA, 
3. MODENA-CENTRO, MODENA-SASSUOLO, 
4. CARPI
Collegio plurinominale 5
1. REGGIO NELL`EMILIA, 
2. GUASTALLA, 
3. SCANDIANO,
4. FIDENZA
Collegio plurinominale 6
1. PARMA-CENTRO, 
2. PARMA-COLLECCHIO, 
3. PIACENZA, 
4. FIORENZUOLA D`ARDA

Circoscrizione Toscana

Collegio plurinominale 1
1. FIRENZE 1, FIRENZE-PONTASSIEVE, 
2. FIRENZE 2, FIRENZE 3, 
3. SCANDICCI, SESTO FIORENTINO, 
4. PRATO-MONTEMURLO, PRATO-CARMIGNANO
Collegio plurinominale 2
1. AREZZO, 
2. BAGNO A RIPOLI, MONTEVARCHI, 
3. EMPOLI, MONTECATINI TERME, 
4. PISTOIA 
Collegio plurinominale 3
1. MASSA MARITTIMA, GROSSETO, 
2. CORTONA
3. SIENA
Collegio plurinominale 4
1. CARRARA, MASSA,
2. VIAREGGIO, 
3. CAPANNORI, 
4. LUCCA
Collegio plurinominale 5
1. PISA, 
2. CASCINA, 
3. LIVORNO-COLLESALVETTI, LIVORNO-ROSIGNANO MARITTIMO
4. PONTEDERA, PIOMBINO

Circoscrizione Umbria

Collegio plurinominale 1
1. PERUGIA-CENTRO, PERUGIA-TODI, 
2. CITTA` DI CASTELLO
Collegio plurinominale 2
1. GUBBIO, 
2. FOLIGNO, 
3. TERNI, ORVIETO

Circoscrizione Marche

Collegio plurinominale 1
1. ASCOLI PICENO, SAN BENEDETTO DEL TRONTO, 
2. MACERATA, CIVITANOVA MARCHE, 
3. FERMO,
4. OSIMO, ANCONA
Collegio plurinominale 2
1. PESARO, 
2. URBINO, FANO, 
3. SENIGALLIA ,
4. JESI

Circoscrizione Lazio

Collegio plurinominale 1
1. ROMA-CENTRO, ROMA-TRIESTE, 
2. ROMA-TOMBA DI NERONE, ROMA-DELLA VITTORIA, 
3. ROMA-TRIONFALE, ROMA-PRIMAVALLE, 
4. ROMA-ZONA SUB GIANICOLENSE, ROMA-GIANICOLENSE
Collegio plurinominale 2
1. ROMA-MONTE SACRO, ROMA-PRENESTINO LABICANO, 
2. ROMA-COLLATINO, ROMA-PRENESTINO CENTOCELLE, 
3. ROMA-VAL MELAINA, ROMA-PIETRALATA
Collegio plurinominale 3
1. ROMA-TUSCOLANO, ROMA-DON BOSCO, 
2. ROMA-APPIO LATINO, ROMA-ARDEATINO, 
3. ROMA-TORRE ANGELA, ROMA-CIAMPINO
Collegio plurinominale 4
1. ROMA-LIDO DI OSTIA, 
2. ROMA-FIUMICINO, 
3. ROMA-OSTIENSE, ROMA-PORTUENSE
Collegio plurinominale 5
1. CIVITAVECCHIA, 
2. MONTEROTONDO, 
3. VITERBO, 
4. TARQUINIA
Collegio plurinominale 6
1. GUIDONIA MONTECELIO, 
2. RIETI, 
3. TIVOLI, 
4. COLLEFERRO
Collegio plurinominale 7
1. POMEZIA
2. APRILIA, 
3. MARINO, 
4. VELLETRI
Collegio plurinominale 8
1. SORA, CASSINO, 
2. TERRACINA, FORMIA, 
3. FROSINONE, ALATRI, 
4. LATINA

Circoscrizione Abruzzo

Collegio plurinominale 1
1. L`AQUILA, AVEZZANO, 
2. SULMONA, ORTONA, 
3. TERAMO, 
4. GIULIANOVA
Collegio plurinominale 2
1. CHIETI, PESCARA, 
2. LANCIANO, VASTO, 
3. MONTESILVANO

Circoscrizione Molise

Collegio plurinominale 1
1. ISERNIA, CAMPOBASSO, 
2. TERMOLI

Circoscrizione Campania

Collegio plurinominale 1
1. NAPOLI-ISCHIA 
2. NAPOLI-FUORIGROTTA, POZZUOLI, 
3. NAPOLI-VOMERO, NAPOLI-ARENELLA
Collegio plurinominale 3
1. NAPOLI-PIANURA, NAPOLI-SECONDIGLIANO, 
2. NAPOLI-SAN CARLO ARENA, CASORIA, 
3. NAPOLI-SAN LORENZO, NAPOLI-PONTICELLI
Collegio plurinominale 3
1. GIUGLIANO IN CAMPANIA, 
2. MARANO DI NAPOLI, ARZANO, 
3. AVERSA, CASAL DI PRINCIPE, 
4. SANTA MARIA CAPUA VETERE
Collegio plurinominale 4
1. AFRAGOLA, 
2. ACERRA, 
3. CASERTA, MADDALONI, 
4. POMIGLIANO D`ARCO, SAN GIORGIO A CREMANO
Collegio plurinominale 5
1. NOLA, SAN GIUSEPPE VESUVIANO 
2. TORRE DEL GRECO, PORTICI 
3. TORRE ANNUNZIATA 
4. CASTELLAMMARE DI STABIA
Collegio plurinominale 6
1. SESSA AURUNCA, CAPUA
2. BENEVENTO, SANT`AGATA DE` GOTI 
3. ARIANO IRPINO, MIRABELLA ECLANO 
4. AVELLINO
Collegio plurinominale 7
1. GRAGNANO
2. SCAFATI
3. CAVA DE` TIRRENI, NOCERA INFERIORE,
4. SALERNO-CENTRO, SALERNO-MERCATO SAN SEVERINO
Collegio plurinominale 8
1. ATRIPALDA, 
2. BATTIPAGLIA, 
3. EBOLI, 
4. SALA CONSILINA, VALLO DELLA LUCANIA

Circoscrizione Puglia

Collegio plurinominale 1
1. SAN SEVERO, SAN GIOVANNI ROTONDO 
2. FOGGIA-LUCERA, FOGGIA-CENTRO
3. CERIGNOLA, MANFREDONIA
Collegio plurinominale 2
1. BARLETTA, ANDRIA, 
2. TRANI, 
3. MOLFETTA, BITONTO 
4. ALTAMURA
Collegio plurinominale 3
1. MAGLIE, GALATINA,
2. TRICASE, CASARANO, 
3. LECCE, SQUINZANO, 
4. NARDO`, MANDURIA
Collegio plurinominale 4
1. BARI-SAN PAOLO STANIC, MODUGNO, 
2. BARI-LIBERTA' MARCONI, BARI-MOLA DI BARI, 
3. TRIGGIANO 
Collegio plurinominale 5
1. FRANCAVILLA FONTANA, 
2. BRINDISI, MESAGNE, 
3. MARTINA FRANCA 
4. TARANTO-SOLITO CORVISEA, TARANTO-ITALIA MONTE GRANARO
Collegio plurinominale 6
1. PUTIGNANO, 
2. MASSAFRA, 
3. MONOPOLI

Circoscrizione Basilicata

Collegio plurinominale 1
1. POTENZA, 
2. MELFI, MATERA, 
3. PISTICCI, LAURIA

Circoscrizione Calabria

Collegio plurinominale 1
1. PAOLA 
2. RENDE 
3. COSENZA, LAMEZIA TERME
Collegio plurinominale 2
1. CASTROVILLARI, CORIGLIANO CALABRO, 
2. ROSSANO, CROTONE, 
3. CATANZARO, ISOLA DI CAPO RIZZUTO
Collegio plurinominale 3
1. REGGIO DI CALABRIA-VILLA SAN GIOVANNI, 
2. VIBO VALENTIA, SOVERATO, 
3. SIDERNO, PALMI 
4. LOCRI, REGGIO DI CALABRIA-SBARRE

Circoscrizione Sicilia

Collegio plurinominale 1
1. TRAPANI, ALCAMO 
2. MARSALA, MAZARA DEL VALLO 
3. PARTINICO 
4. BAGHERIA
Collegio plurinominale 2
1. CEFALU`, TERMINI IMERESE, 
2. CANICATTI', 
3. AGRIGENTO, SCIACCA, 
4. CALTANISSETTA
Collegio plurinominale 3
1. PALERMO-CAPACI, PALERMO-RESUTTANA 
2. PALERMO-ZISA, PALERMO-LIBERTA' 
3. PALERMO-VILLAGRAZIA, PALERMO-SETTECANNOLI
Collegio plurinominale 4
1. GELA, LICATA, 
2. ENNA, 
3. NICOSIA, CALTAGIRONE
4. PATERNO`, GIARRE
Collegio plurinominale 5
1. MESSINA-MATA E GRIFONE, MILAZZO, 
2. MESSINA-CENTRO STORICO,
3. TAORMINA, BARCELLONA POZZO DI GOTTO
Collegio plurinominale 6
1. CATANIA-PICANELLO, CATANIA-CARDINALE, 
2. CATANIA-MISTERBIANCO, 
3. GRAVINA DI CATANIA, 
4. ACIREALE
Collegio plurinominale 7
1. AUGUSTA, SIRACUSA, 
2. AVOLA, 
3. MODICA, 
4. RAGUSA, VITTORIA

Circoscrizione Sardegna

Collegio plurinominale 1
1. SASSARI, ALGHERO, 
2. PORTO TORRES, NUORO 
3. OLBIA
Collegio plurinominale 2
1. TORTOLI`, MACOMER, SERRAMANNA 
2. ORISTANO, IGLESIAS
Collegio plurinominale 3
1. CARBONIA, 
2. QUARTU SANT`ELENA, 
3. CAGLIARI-ASSEMINI, CAGLIARI-CENTRO

Powerbot: la potenza conquista anche gli angoli.

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Papa Francesco, ormai è guerra a Ratzinger Colpo bassissimo: la frase con cui lo cancella

Antonio Socci: Papa Francesco attacca Ratzinger, il colpo basso


di Antonio Socci



Il «vescovo vestito di bianco» (come Bergoglio si è definito a Fatima), ieri ha attaccato frontalmente il papa, Benedetto XVI che - per restare alla visione del «Terzo segreto» - somiglia molto all'altro protagonista di quella profezia: «mezzo tremulo, con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena». Durante l'omelia di Santa Marta - quella in cui lancia messaggi, fulmini e avvertimenti - Bergoglio ha preso spunto da una lettura della messa, che parlava del congedo di san Paolo dalla comunità Efeso, per scagliarsi contro «il pastore che non sa congedarsi e si crede il centro della storia». 

Così ha sintetizzato la Radio Vaticana. E Vatican Insider - sito ultrabergogliano - ha titolato allo stesso modo: «Il vescovo deve sapersi congedare, non è il centro della storia». Sottotitolo: «Il Papa a Santa Marta: il pastore deve lasciare bene, non "a metà" e "senza appropriarsi del gregge"». Vatican insider ha provveduto a illustrare l'articolo con una foto dove si vede Bergoglio in elicottero: è un richiamo esplicito al volo in elicottero con cui il 28 febbraio 2013, dopo la «rinuncia», Benedetto XVI lasciò il Vaticano per Castelgandolfo. I due titoli sintetizzano bene la durissima omelia dove in effetti il papa argentino se l'è presa (senza nominarlo) con Ratzinger, «il pastore che non impara a congedarsi». Bergoglio indica l'esempio di san Paolo che «non ha fatto del suo gregge un' appropriazione indebita». Come l'apostolo - dice Bergoglio - non bisogna credersi «il centro della storia, della storia grande o della storia piccola», ma solo «un servitore».

Perché ha rivolto questo duro attacco contro Benedetto XVI? In altre occasioni aveva citato proprio il silenzio del papa emerito come esempio di distacco e di discrezione. Ma in questi giorni Benedetto XVI ha parlato. Perciò è diventato il bersaglio da colpire. Infatti la conclusione dell'omelia bergogliana è eloquente: «preghiamo per i pastori, per i nostri pastori, per i parroci, per i vescovi, per il Papa, perché loro non si credano che sono al centro della storia e così imparino a congedarsi». Questa omelia è un colossale autogol. Perché Bergoglio ha sempre conquistato poltrone ecclesiastiche senza mai lasciarle e addirittura contravvenendo al voto fatto (come gesuita) di non accettare cariche. Del resto se c'è un papa che si crede «al centro della storia» (perfino con l'ambizione di cambiare in modo «irreversibile» la Chiesa) è proprio lui, non certo il mite e umile Benedetto. Così pure fa pensare allo stesso Bergoglio l'immagine del pastore che «si appropria» del gregge, focalizzandolo su se stesso.

La “Cittadella della Pace”

A La Spezia, seguendo le parole di Papa Francesco, è nato un rifugio per chi fugge dalla guerra.



Peraltro l'episodio di san Paolo da cui egli ha tratto spunto - a leggerlo bene - ci dice qualcosa di opposto rispetto al messaggio bergogliano. Infatti l'Apostolo chiama a sé gli anziani della Chiesa di Efeso e li saluta dopo che è dovuto fuggire da quella città a causa di una sommossa orchestrata contro di lui dagli orafi che lucravano sulla fabbricazione di idoli pagani. È stato dunque cacciato via, non si congeda di sua volontà. E dunque il raffronto con Benedetto XVI fa riflettere. Del resto san Paolo, in quel saluto agli anziani della comunità, ricorda loro come si è comportato fin dal primo giorno del suo arrivo e usa parole che si adattano perfettamente al pontificato di papa Ratzinger: «ho servito il Signore con tutta umiltà, tra le lacrime e tra le prove», cioè tra molte ostilità e «non mi sono mai sottratto a ciò che poteva essere utile, al fine di predicare a voi e di istruirvi, scongiurando Giudei e Greci di convertirsi a Dio e di credere nel Signore nostro Gesù Cristo». Paolo dice poi di sapere che «mi attendono catene e tribolazione». Infine l'Apostolo dichiara: «io so che dopo la mia partenza entreranno fra voi lupi rapaci, che non risparmieranno il gregge; perfino di mezzo a voi sorgeranno alcuni a insegnare dottrine perverse per attirare discepoli dietro di sé. Per questo vigilate, ricordando che per tre anni, notte e giorno, io non ho cessato di esortare fra le lacrime ciascuno di voi». 

Di tutto questo non c'è traccia nell'omelia di Bergoglio, a cui interessava solo affermare che un pastore deve «congedarsi bene, non congedarsi a metà». È chiaro che pretende l'oscuramento totale di Benedetto XVI invece di mettere a tema la sua misteriosa e inspiegabile «rinuncia» e il suo «papato emerito». Se lo facesse dovrebbe riconoscere che effettivamente è ancora papa, come qui andiamo scrivendo da tre anni, prendendoci gli anatemi dei fan bergogliani.

Tantissimi sono gli indizi. Ne riassumo tre: la decisione (del tutto inedita) di restare «papa emerito», dentro il recinto di san Pietro, con la veste, i simboli e il titolo pontificio. 

Poi le parole esplicite con cui egli ha spiegato la sua scelta: «La mia decisione di rinunciare all'esercizio attivo del ministero, non revoca questo. Non ritorno alla vita privata». Infine basta rileggere l'esplosiva conferenza fatta dal segretario di Benedetto XVI, alla Gregoriana, il 22 maggio 2016. Già il canonista Stefano Violi, studiando la «declaratio» di papa Benedetto, concluse: «(Benedetto XVI) dichiara di rinunciare al "ministerium". Non al Papato, secondo il dettato della norma di Bonifacio VIII; non al "munus" secondo il dettato del can. 332 2, ma al "ministerium", o, come specificherà nella sua ultima udienza, all'esercizio attivo del ministero"».

Mons. Georg Gaenswein, nella conferenza di un anno fa, approfondì questa lettura, evocò uno «stato d'accezione»« che aveva provocato questa situazione unica, e, fra molte altre clamorose affermazioni, disse: «non vi sono dunque due papi, ma de facto un ministero allargato - con un membro attivo e un membro contemplativo. Per questo Benedetto XVI non ha rinunciato né al suo nome, né alla talare bianca. Per questo l'appellativo corretto con il quale rivolgerglisi ancora oggi è "Santità"; e per questo, inoltre, egli non si è ritirato in un monastero isolato, ma all'interno del Vaticano - come se avesse fatto solo un passo di lato per fare spazio al suo successore e a una nuova tappa nella storia del papato».

Lo stesso card. Gerhard Müller, Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, ha fatto suo questo clamoroso affresco dichiarando: «Per la prima volta nella storia della Chiesa abbiamo il caso di due legittimi papi viventi (). Questa situazione inedita deve essere affrontata teologicamente e spiritualmente. Su come farlo, ci sono diverse opinioni. Io ho mostrato che pur con tutte le diversità che riguardano la persona e il carattere, tuttavia anche il legame interno deve essere reso visibile». Quale legame? Il cardinale risponde: «Si tratta del confessare \ Gesù Cristo, che è la "ratio essendi", il vero fondamento del Papato, che tiene insieme la Chiesa nell' unità in Cristo». 

Proprio per questo, perché è in pericolo la fede stessa della Chiesa, Benedetto XVI, nei giorni scorsi, è uscito dal suo silenzio con la formidabile post-fazione al libro del card. Sarah. In essa, difendendo il cardinale africano, prefetto della Congregazione per il culto («con il card. Sarah la liturgia è in buone mani»), ha messo un macigno sulla strada di quell'establishment bergogliano che sta progettando la «rivoluzione» della liturgia e dell' Eucaristia, che sarebbe un colpo mortale alla sopravvivenza della Chiesa cattolica. 

La decisione di uscire così allo scoperto è dovuta dunque alla gravità della situazione e per questo (come ho scritto nei giorni scorsi) ha provocato furibondi attacchi dei bergogliani contro Benedetto XVI. Il teologo Andrea Grillo è arrivato a parlare di «rinuncia alla rinuncia» e di interferenza nelle «decisioni del suo successore». Ma più pesante è stato l'anatema di ieri di Bergoglio. Segnale di guerra. Secondo qualcuno potrebbe perfino essere letto come un guanto di sfida, in previsione di una «rinuncia» dello stesso Bergoglio. Ma lui non è uomo da mollare il potere.