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martedì 9 maggio 2017

LA VERGOGNA Il ristorante del sisma chiude Vergogna, ha sfamato gli eroi E ora lo Stato l'ha ridotto così

Chiude l'unico ristorante a Pieve Torina: "Lo Stato non paga 150mila euro"



Non c'era riuscito il terremoto a far chiudere il ristorante di Silvia Fronzi a Pieve Torina, uno dei borghi colpiti dal sisma vicino Macerata, ci riuscirò quasi certamente lo Stato con la sua ottusa lentezza. Con sua madre e sua sorella, Silvia gestisce il risorante Il vecchio mulino, l'unico a resistere al terremoto dello scorso 30 ottobre, un'oasi di salvezza per tutti i soccorritori e gli operatori della Protezione civile impegnati a risollevare quelle terre.

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L'impegndo di Silvia e dei suoi collaboratori non è mai venuto meno dopo il disastro. Prima di poter rientrare nel suo ristorante, aveva continuato la sua attività in convenzione con il Centro operativo avanzato di Macerata, ogni giorno percorreva 200 km in auto pur di garantire 200 pasti a funzionari e operatori addetti al soccorso: "e non siamo mai venuti meno al nostro impegno, nemmeno dueante le feste".

Ma come racconta La Stampa, dallo scorso dicembre i pagamenti si sono fermati. Lo Stato dovrebbe riconoscerle "circa 150mila euro di credito", lei continua a servire pasti ogni giorno, ma di quei soldi non si vede neanche l'ombra: "Abbiamo retto finora grazie a un mutuo che devo restituire alla banca e alla buona volontà dei fornitori, ma tra qualche giorno - ha detto Silvia - inizieranno a non portarmi più la merce, dovrò chiudere".

Banca Etruria, senza vergogna I risparmiatori senza un soldo, chi li denuncia ora: clamoroso

Banca Etruria, i dipendenti denunciano i risparmiatori truffati



I risparmiatori di Banca Etruria truffati, ridotti al verde e ora pure denunciati. Da chi? Dai dipendenti dell'istituto bancario toscano fallito. La storia, surreale, è raccontata dal Giornale ed è solo l'ultimo capitolo di una vergogna durata per mesi, anzi anni. Mentre i vertici dell'Istituto (in testa il vicepresidente Pier Luigi Boschi, papà della ministra Maria Elena Boschi) sono usciti praticamente indenni, è scattata la guerra tra poveri. I dipendenti dell'ex Banca Etruria, accusati dai risparmiatori di averli truffati, hanno a loro volta citato in giudizio gli ex clienti. La Cisl di Arezzo si è schierata con gli ex funzionari: "Le accuse di quegli obbligazionisti che, vistisi azzerati gli investimenti, hanno cercato un capro espiatorio nei lavoratori, facendo loro causa, si rivolteranno come un boomerang contro gli accusatori che hanno dichiarato il falso o hanno simulato reati inesistenti". Secondo il sindacato non furono quei funzionari, ma altri, a sottoporre ai risparmiatori il questionario Mifid con "ingannevole attribuzione di un profilo di rischio" al cliente.

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Briatore, enormi guai: lo vogliono far marcire in galera. Il giudice che lo azzanna: richiesta-bomba

Flavio Briatore, in appello chiesti quattro anni di reclusione per il megayacht



Grossi guai per Flavio Briatore. ll sostituto procuratore generale di Genova Giuseppa Geremia ha chiesto 4 anni di reclusione in appello per mister Billionaire, già condannato in primo grado a un anno e 11 mesi con la condizionale perché accusato, insieme a altre perone, di reati fiscali legati al noleggio dello yacht Force Blue sequestrato dalla Finanza nel maggio 2010 al largo della Spezia. Il pg ha pure chiesto l'applicazione dell'aggravante della transazionalità del reato in accoglimento dell'appello dei pm in quanto sarebbero stati utilizzati collaboratori che lavoravano in diversi Paesi stranieri. Le accuse sono quelle di avere usato il megayacht per uso diportistico in acque territoriali italiane dal luglio 2006 al maggio 2010 simulando un'attività commerciale di noleggio e quindi senza versare la dovuta Iva all'importazione per 3,6 mln di euro.

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"La Boschi? È soltanto una..." Attacco brutale contro di lei: a Palazzo Chigi ora è il caos

"Boschi è una maestrina": Palazzo Chigi, la rivolta dopo il caso della circolare



A tormentare il governo Gentiloni, che non passa uno dei suoi periodi più sereni, ora ci si è messa la circolare amministrativa interna che sta travolgendo Maria Elena Boschi. Una circolare che stabiliva una supervisione "preventiva" di tutti gli atti e schemi di provvedimenti da parte di Maria Elena. Un caso scoppiato domenica pomeriggio: già, perché a molti - nel governo e nel Pd - non è piaciuto l'atto di forza della Boschi. Anche Paolo Gentiloni, pur non commentando, è stato costretto ad intervenire sulla questione: in una nota ha sottolineato che "non commenta retroscena e polemiche surreali su normali iter procedurali interni". Una mezza smentita, quella del premier, che assume i connotati di una conferma.

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E a confermare che l'atmosfera, ora, a Palazzo Chigi è tesa, ci si mettono le indiscrezioni raccolte dal Corriere della Sera. Sul quotidiano viene dato conto di una sintesi ufficiosa che filtra dagli uffici alle dirette dipendenze di Gentiloni: "Un autogol, o se volete uno scivolone, un po' da maestrina". E la "maestrina", ovviamente, è la Boschi, la quale ha definito la ricostruzione di Repubblica una "fake news". Eppure, continua il Corsera, quando quella circolare è arrivata sulla scrivania di Gentiloni, il premier si sarebbe irritato, e non poco, in particolare con il segretario generale Paolo Aquilanti, che aveva firmato il documento.

Silvio, la frase "sbagliata" Rissa: Salvini lo massacra Poi Meloni: "Che errore"

Berlusconi: "Un bene la vittoria di Macron". Furia di Salvini: "Si scordi l'alleanza"



"La vittoria di Emmanuel Macron è una cosa buona. La Francia, tra l'altro, è il nostro più importante partner commerciale, quindi, il fatto che le merci possano continuare a passare senza vincoli di frontiera e dazi, è una cosa senz'altro positiva anche per il nostro food". Parole e musica di Silvio Berlusconi, intervistato dalle reti Mediaset in occasione della visita a TuttoFood a Rho, a Milano. Il Cavaliere, dunque, si dice felice per l'elezione del leader di En Marche! in Francia, e aggiunge: "Per quanto riguarda l'Europa è un bene, perché da alcune cose che Macron ha detto anche lui ha chiaro il fatto che l'Europa deve assolutamente cambiare".

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E ancora, ha aggiunto Berlusconi: "L’Europa della mia generazione dei padri fondatori era un faro di pace e civiltà. Oggi è un’Europa burocratica soprattutto che ha come conseguenza europei che poco la amano, qualcuno la disprezza, qualcuno vuole che finisca, qualcuno vuole addirittura uscire dall'Europa e dall'euro. La vicenda Macron ci consolida nella volontà di ricostruzione dell’Europa che è quello che diciamo da sempre".

Parole nette, quelle del leader di Forza Italia. Parole destinate ad incrinare ulteriormente il traballante rapporto con Matteo Salvini. Il leader della Lega Nord, infatti, passa subito al (violento) contrattacco: "Berlusconi festeggia Macron? Mi sembra stia in pessima compagnia, perché la pensa come Renzi, Boldrini e i 5 stelle. Chi crede di fare l’Italia schiava di quest’Europa dalle regole assurde e dall'immigrazione incontrollata, si scordi pure l’alleanza con la Lega". Parole durissime e che sembrano chiudere ogni spiraglio a una possibile futura alleanza.

A stretto giro è arrivata anche la presa di posizione di Giorgia Meloni: "Berlusconi intelligentemente ha scelto di non schierarsi con Macron prima delle elezioni francesi,spero che non voglia diventare macroniano oggi", ha dichiarato la presidente di Fratelli d’Italia. "In Francia con Macron vince la paura di cambiare - ha aggiunto -, vince la continuità e questa non è una buona notizia. In ogni caso l’Italia non è la Francia e qui ci sono le condizioni per trovare una sintesi tra sovranismo e popolarismo, è quello che noi Fratelli d’Italia chiamiamo sovranismo di governo. Speriamo che non si prediligano le larghe intese che tanto vanno di moda oggi in Europa".

Killer di Budrio, le parole che non volevamo sentire: "La scoperta su Igor". Il terrore del super-poliziotto

Budrio, parla il comandante Alfa: "Igor potrebbe aver lasciato la zona rossa"



Vanta 47 anni di servizio nei carabinieri e dal 1977 lavora sotto copertura. Nel 1978 ha costituito i Gis, il Gruppo di intervento speciale dell'Arma, prendendo parte lui stesso a numerose operazioni ad alto rischio. La sua identità è segreta e se anni fa era noto come "Il cigno" ora è il "Comandante Alfa". Da qualche settimana i suoi sono a caccia di Igor, il killer di Budrio, nelle campagne tra Bologna e Ferrara. E il Comandante Alfa, intervistato dal quotidiano Il Giornale, si dice sicuro di una cosa soltanto: "Igor verrà preso, vivo o morto".

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È da oltre un mese, però, che la caccia prosegue senza risultati, tra avvistamenti e allarmi vari nella zona. "In casi simili - procede Alfa - ci vuole pazienza. Abbiamo a che fare con un soggetto estremamente pericoloso che potrebbe uscire allo scoperto da un momento all'altro e fare fuoco". Alfa rivela che gli uomini coinvolti nelle ricerche sono in tutto tra gli 800 e i mille, non tutti nella cosiddetta "zona rossa" tra Marmorta e Consandolo ma anche su tutto il territorio nazionale perché, nonostante le segnalazioni, non bisogna trascurare nulla. E ancora: "L'essere da solo avvantaggia Igor, perché riesce a nascondersi meglio. Anche se non è escluso che abbia dei complici".

A chi abita nella "zona Rossa", il fondatore dei Gis consiglia di mantenere la calma e tenere sempre gli mocchi aperti. E in caso di avvistamenti, è fondamentale avvisare subito i carabinieri perché ogni minuto è prezioso, mentre l'ultimo avvistamento è stato comunicato solo dopo un'ora". Quando verrà preso? "Può essere questione di ore o di giorni, ma verrà preso di sicuro. L'ordine è quello di catturarlo vivo, ma la sua fine può deciderla solo lui. Di certo, se dovesse asserragliarsi e fare fuoco, chi lo cerca non esiterebbe a rispondere al fuoco".

lunedì 8 maggio 2017

ALTA TENSIONE Retroscena: Renzi fregato, ira contro il Colle Il trappolone teso da Mattarella e Boldrini

Matteo Renzi sfida Sergio Mattarella sulla legge elettorale



Con Napolitano è andata come è andata. Ma con Sergio Mattarella, i rapporti erano stati impostati su una base rigidamente istituzionale: non una parola in più da parte di Matteo Renzi su o rivolta al presidente Mattarella, non una in più da parte del Capo dello Stato sul segretario Pd ed ex presidente del Consiglio.

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Fino a ieri, durante l'Assemblea nazionale del Pd che ha re-incoronato Renzi segretario del suo partito. Dopo aver ribadito e ricordato la sua personale "stima, riconoscenza, amicizia filiale e deferenza" verso il Capo dello Stato, Renzi ha proseguito rivolgendosi al presidente della Repubblica con toni che il quotidiano La Repubblica definisce "irrituali, se non di sfida". Lo ha fatto parlando di legge elettorale: "Signor presidente della Repubblica, lo stallo sulla legge elettorale è responsabilità di chi ha la maggioranza in Senato", alludendo al voto che ha eletto qualche settimana fa presidente della Commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama in candidato non gradito al Pd.

Insomma, Renzi pare intenzionato a non voler toccare una virgola della normativa "ricavata" dalle sentenze della Corte Costituzionale. E la sua posizione si scontra con quella esplicitata il 26 aprile scorso in un incontro tra lo stesso Mattarella e i presidenti dei due rami del Parlamento, Laura Boldrini e Pietro Grasso. I quali avevano convenuto due settimane fa sulla necessità di una nuova legge elettorale, oltretutto da realizzare in tempi accelerati.

In pratica, in quell'occasione Mattarella, Boldrini e Grasso convenirono sulla impraticabilità dello scioglimento delle Camere senza una normativa che tocchi almeno due punti: preferenze e soglie difformi tra le due Camere. L'attuale normativa, infatti, secondo le tre più alte cariche dello Stato sarebbe impugnabile anche di fronte a un semplice Tar, con esiti considerati imponderabili. Approccio che non piace a Renzi, che vede sfumare la possibilità di un voto entro il 2017 (autunno) e che non vuole finire nel tritacarne di una trattativa "do ut des" con le altre forze politiche.