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venerdì 5 maggio 2017

Il dramma di Domenico Scomparso (vicino a Budrio): Igor ha colpito ancora?

Il dramma di Domenico Scomparso (vicino a Budrio): Igor ha colpito ancora?



Tutti lo chiamavano Dome. È sparito nel nulla. Ed è sparito nel nulla proprio nelle zone in cui continua, infruttuosa, la caccia a Igor il "russo", il killer di Budrio. A denunciare la scomparsa - avvenuta circa un mese fa - è l'avvocato della famiglia del ragazzo, Barbara Iannuccelli, che assiste i genitori di Domenico D'Amato, questo il nome del giovane scomparso. Ventisettenne di Molinella, nel Bolognese, l'ultima volta è stato avvistato l'8 marzo, proprio dove si concentrano le ricerche di Norbert Feher. "La denuncia di scomparsa è stata presentata il 31 marzo dal fratello ai carabinieri di Molinella - spiega il legale al Corriere della Sera - ma giovedì in Procura ho scoperto che non è stata ancora formalmente acquisita".

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I familiari, insomma, accusano: nessuno sta indagando sul caso. Della sua trasmissione si è occupata solo la trasmissione Chi l'ha visto, che ha raccolto alcune segnalazioni di avvistamenti in via Zamboni e in zona Bolognina, relative ai primi di marzo. I parenti non credono a un allontanamento volontario: "È maggiorenne e abituato a stare da solo - ha aggiunto l'avvocato -. Sarebbe bastata una telefonata a sua madre per dire che stava bene". E vi è poi un altro dettaglio preoccupante: alcuni volantini con la foto del ragazzo che la sorella aveva affisso in zona universitaria sono stati strappati e rimossi nel giro di poche ore".

Dunque la testimonianza del fratello, Tommaso, che sottolinea: "Lui non è mai andato tanto d’accordo con la gente di Molinella, era disoccupato da diversi mesi e a inizio marzo gli sarebbe cessata anche l’indennità di disoccupazione - sottolinea -. Così abbiamo creduto che si fosse allontanato per cambiare vita altrove e volesse solo andar via da qui. Ma i cellulari sono spenti da tempo e il suo profilo Facebook non è più attivo. Siamo preoccupati, vorremmo sapere dov’è finito e se ha davvero deciso di andar via a noi basta sapere che sta bene, poi il resto si sistema. Mi hanno raccontato che qualche mese fa aveva avuto una delusione in uno studio di registrazione e per quello ha iniziato a non scrivere più nulla".

Diocesi di Aversa Video / Commento alla IV Domenica di Pasqua di Mons.Angelo Spinillo, Vescovo di Aversa

Commento alla IV Domenica di Pasqua 



di don Francesco Riccio
a cura di Gaetano Daniele



Dopo la riflessione del vescovo di Aversa, Mons. Angelo Spinillo, l’incontro con don Vittorio Carpi e don Alessandro Miraglia, che saranno ordinati presbiteri sabato 6 maggio in Cattedrale.

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L’immagine del Buon Pastore, sempre presente nella devozione del popolo cristiano, è al centro del vangelo di domenica prossima, 7 maggio 2017. “È Gesù il buon pastore, Egli rappresenta la bontà e la bellezza della vita”, afferma Mons. Angelo Spinillo nel tradizionale video commento alla parola di Dio. “Questa domenica siamo invitati ad avere fiducia in colui che ha dato la sua vita per noi, come ci dice San Pietro nella Seconda lettura (‘Eravate erranti come pecore, ma ora siete stati ricondotti al pastore e custode delle vostre anime’)”. Nella resurrezione del figlio di Dio c’è la salvezza di un’umanità che, altrimenti, finirebbe per ridursi a gregge privo di guida: senza orientamento e direzione, si finisce in preda a confusione e violenza. “La voce del buon pastore, invece, traccia la via, facendoci camminare verso la speranza, verso il bene, verso la misericordia del Padre”. La IV domenica di Pasqua sarà preceduta dall’Ordinazione Presbiterale di due diaconi, don Vittorio Carpi e don Alessandro Miraglia, in programma sabato 6 maggio 2017 nella Chiesa Cattedrale di Aversa. A poche ore da quello che rappresenta uno degli eventi centrali nella vita di ogni diocesi, l’Ufficio Comunicazioni Sociali incontra i due futuri sacerdoti per raccogliere le loro sensazioni e aspettative.


La tragedia di Salvatore: uccide il ladro con la pistola? Lo Stato gli disintegra la vita. E con la nuova legge...

Migliardi, condannato a 9 anni per aver ucciso un ladro in casa: "con la nuova.."



Era il 19 settembre del 1991 quando Salvatore Migliardi, napoletano di 47 anni, uccise un uomo entrato alle nove di sera nella sua casa di Lettere con l'inganno. L'uomo si trovava con la moglie, affrontò l'intruso che a sua volta era armato di pistola ed ebbe la meglio. Ci riuscì con la destrezza: strappò la pistola dalle mani del ladro e gli sparò. "Gli sparai e lo uccisi, poi chiamai la polizia - ricorda Salvatore a Il Mattino -. Fui accusato di omicidio volontario, ebbi un processo, fui condannato. Il mio avvocato presentò in ritardo la domanda d'appello e divenne definitiva la sentenza che, con le attenuanti concesse a un incensurato, fu di 9 anni e 4 mesi. Ho scontato 6 anni, 7 mesi e 8 giorni tra Poggioreale e Secondigliano. Ora risulto con un pesante procedimento penale, abbandonato dallo Stato". Salvatore si è difeso e lo Stato gli ha rovinato la vita. La sintesi - brutale - la offre sempre il signor Migliardi: "Per difendere me e la mia ex moglie, ho perso lavoro e famiglia".

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Prima di questa vicenda, Salvatore era uno chef a Sorrento. Dopo aver scontato la pena, nel 2002, ha ricominciato facendo l'autista di camion. Non si pente di nulla: "Rifarei quello che feci allora, anche con le stesse norme. Ho dovuto difendermi da solo, dov'era lo Stato quel giorno? Difendermi - rimarca - mi è costato 40 milioni di lire di onorari per gli avvocati". E la storia di Salvatore torna di stringente attualità alla luce di quanto approvato giovedì alla Camera, la modifica alla legittima difesa secondo il quale nel caso si di furto in casa si può fare ricorso alle armi, ma solo di notte. Norma assurda, contestata da tutti, o quasi, tranne chi la approvata. Una norma che, se applicata al caso di Salvatore, probabilmente non cambierebbe la sua tragedia di una virgola: le nove di sera sono "notte"? E soprattutto, poiché il signor Migliardi non stava dormendo, avrebbe potuto sparare? Probabilmente no, perché quanto approvato assomiglia a una sostanziale farsa. Il diritto alla legittima difesa continua a non esserci e la vita di Salvatore sarebbe stata ugualmente disintegrata.

LA 22MA EDIZIONE Premio Gentleman, il 22 maggio l'edizione 2017 del premio Fairplay: ecco l'elenco dei candidati

Premio Gentleman, il 22 maggio l'edizione 2017 del premio Fairplay: ecco l'elenco



Il Premio Gentleman è pronto a scendere nuovamente in campo con la sua XXII edizione, con la guida di una coppia inedita, formata dalla bellissima Alessia Reato e da Massimo Caputi. E' pronto con l'aiuto degli appassionati ad eleggere i nuovi Signori del calcio: il 30 aprile si apriranno le votazioni del Premio che dureranno fino 10 maggio, vale a dire una decina di giorni prima della consegna dei Gentleman 2017, la cui assegnazione è prevista lunedì 22 maggio nella serata di gala, che si svolgerà, come da tradizione, presso la  prestigiosa Scuola Militare Teuliè di Milano.

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La filosofia e il prestigio di questo importante riconoscimento, unico nel suo genere, non cambiano, anzi si rafforzano. Lealtà sportiva, fair-play, e stile sono le caratteristiche prese in esame e premiate durante il Gala che la Milano sportiva ha deciso di far suo nel corso degli anni.

I premi sono rivolti ad un giocatore del Milan, uno dell’Inter e ad un calciatore del Campionato di Seria A che i tifosi scelgono tra tutte le squadre. Per la terza stagione consecutiva, inoltre, una giuria di giornalisti sportivi assegnerà il Gentleman serie B nel nome del compianto Piermario Morosini. Confermato anche il Gentleman Lega Pro assegnato dalla Presidenza della Lega Pro.

I calciatori Gentleman finalisti di Inter e Milan verranno scelti sulla base delle  preferenze arrivate al sito premiogentleman.it. Il calciatore Gentleman serie A sarà scelto invece grazie alle preferenze all’interno del sito ufficiale premiogentleman.it e dalle preferenze raccolte con il supporto di Gazzetta.it media partner dell’iniziativa.

Verranno consegnati, inoltre, il premio per il miglior gol Milan ed Inter della stagione 2016/17, in collaborazione con i canali tematici INTER CHANNEL e MILAN TV, i premi speciali tra cui, “Gentleman dello Spettacolo/TV” e “Gentleman della Musica”.  

Il Premio Gentleman sosterrà quest’anno il progetto “IN CAMPO CON IL CUORE” l’Associazione che in collaborazione con la Presidenza del Consiglio Comunale di Milano è impegnata nella diffusione dei defibrillatori nello Sport e nella Città.  Alla Fondazione Pupi sarà riservato il tradizionale spazio istituzionale.

Di seguito la lista dei candidati al Premio Gentleman Serie A da votare su Gazzetta.it, e sul sito premiogentleman.it e sulla pagina Facebook del Premio:

Alejandro GOMEZ (Atalanta)
Sergio PELLISSIER (Chievo)
Federico CHIESA (Fiorentina),
Roberto GAGLIARDINI (Inter)
Claudio MARCHISIO (Juventus)
Marco PAROLO (Lazio)
Jesus SUSO (Milan)
Marek HAMSIK (Napoli)
Alessandro FLORENZI (Roma) 
Fabio QUAGLIARELLA (Sampdoria)
Andrea BELOTTI (Torino)

L’evento, nato nel 1996 da un’idea di Gianfranco Fasan e Federico Aloisi, è patrocinato dal Coni, FIGC, Lega Serie A, Serie B, Lega PRO, A.I.P.S., Associazione Italiana Calciatori, A.C. Milan, F.C. Internazionale, FICTS, USSI, GLGS Lombardia.

Dal 2014 Javier Zanetti è stato nominato Presidente Onorario del Premio.

A CORTO DI FIATO Ipertensione polmonare: rara poco conosciuta e invalidante

Ipertensione polmonare: rara poco conosciuta e invalidante


di Eugenia Sermonti



Gli esperti l’hanno chiamata la ‘malattia dei paradossi’. I sintomi sono troppo generici per essere identificati, i pazienti sono troppo pochi - tremila in Italia - per venire intercettati da medici non esperti, le terapie ci sono ma non iniziano tempestivamente perché la diagnosi arriva sempre troppo tardi. E’ una malattia rara ma non trascurata perché il Servizio Sanitario Nazionale se ne fa carico; è rara ma non orfana di terapia perché la ricerca ha messo a punto farmaci sempre più efficaci, come per esempio il riociguat, capostipite della nuova classe degli stimolatori della guanilato-ciclasi solubile. E’ rara e per questo ‘orfana di diagnosi’: pochi la conoscono,  è difficile individuarne i sintomi,  spesso i pazienti non vengono ascoltati quando riferiscono i sintomi. E così la ‘fame d’aria’ diventa tale da non rendere possibile nemmeno fare un passo, figurarsi salire una scala. Se non si interviene il destino può essere fatale e l’ultima chance resta il trapianto di polmone. «Parlare di ipertensione polmonare significa far conoscere la malattia, aiutare chi ne soffre a riconoscersi nei sintomi e iniziare le cure il prima possibile. Non vogliamo più essere ‘orfani di diagnosi’» l’appello del presidente dell’AIPI, Leonardo Radicchi e quello dell’AMIP, Vittorio Vivenzio - le due associazioni dei pazienti presenti in Italia - è univoco: una sola voce per dare voce a tutti i malati. All’appello delle associazioni dei pazienti rispondono gli esperti che unanimemente concordano sulla necessità di favorire la diagnosi precoce e la tempestiva presa in carico del paziente da parte dei Centri altamente specializzati sin dalle fasi iniziali della patologia. Un appello congiunto lanciato alla vigilia della Giornata Mondiale dell’Ipertensione polmonare del 5 maggio, in occasione di una conferenza stampa dove è stata presentata in anteprima una pillola del cortometraggio ‘A corto di fiato’, un progetto patrocinato dalle associazioni AIPI e AMIP e reso possibile grazie al contributo non condizionante di MSD Italia.  Il cortometraggio vuole dare voce a chi, fino ad oggi, è rimasto inascoltato e diffondere il positivo messaggio che, se tempestivamente diagnosticata e trattata in modo appropriato, oggi si può offrire una buona qualità di vita alle persone con ipertensione polmonare.

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‘A corto di fiato’. «‘A corto di fiato - vivere con l’ipertensione polmonare’ è un cortometraggio realizzato da Marco Strambi che vuole raccontare un giorno nella vita delle persone con questa malattia. Ho chiesto loro di prendere parte al progetto in modo attivo, filmando la propria vita con un cellulare o una telecamera. Ho incontrato le persone con ipertensione polmonare, abbiamo subito trovato una sintonia e una comunione di intenti. E un obiettivo: far conoscere maggiormente questa patologia. Insieme siamo riusciti a coinvolgere decine di persone con ipertensione polmonare, ognuna delle quali ha dato il proprio contributo con testimonianze in video. C’è ancora tempo - fino al 31 maggio - per partecipare, mandando il proprio contributo. Tutte le indicazioni sono sul sito www.acortodifiato.it che ospiterà il cortometraggio».

L’ipertensione polmonare. E’ una condizione clinica che colpisce cuore e polmoni. E’ caratterizzata da un aumento della pressione sanguigna nelle arterie polmonari. Esistono 5 forme di ipertensione polmonare: ipertensione arteriosa polmonare, ipertensione polmonare da malattie del cuore sinistro, ipertensione polmonare secondaria a malattie polmonari, ipertensione polmonare tromboembolica cronica, ipertensione polmonare con meccanismi multifattoriali. Nei pazienti possono essere presenti diverse cause alla base dell’ipertensione polmonare che possono portare a insufficienza cardiaca e decesso. I sintomi più comuni, che possono variare da individuo a individuo, sono: dispnea, affaticamento, capogiri e crisi sincopali. Inizialmente l’ipertensione polmonare è spesso asintomatica e quando i sintomi compaiono, la malattia è spesso scambiata con altre malattie ed è solitamente già progredita. Eppure una diagnosi precoce e accurata dell’ipertensione polmonare accompagnata da un monitoraggio continuo del trattamento, possono avere un impatto sul decorso clinico del paziente. Per questo è importante che i pazienti siano indirizzati precocemente ad un centro specializzato nel trattamento dell’ipertensione polmonare. 

Arriva in Italia un nuovo farmaco per curare lo scompenso cardiaco

Arriva in Italia un nuovo farmaco per curare lo scompenso cardiaco


di Eugenia Sermonti



Arriva anche per i pazienti italiani la rimborsabilità per Entresto, farmaco innovativo composto da sacubitril/valsartan, che ha dimostrato di ridurre la mortalità per cause cardiovascolari del 20 per cento rispetto alla terapia di riferimento, determinando un prolungamento della sopravvivenza di un anno e mezzo, con punte fino a 2 anni, nei pazienti più giovani con scompenso cardiaco cronico con frazione d’eiezione ridotta. Il farmaco è il primo di una nuova classe terapeutica, gli antagonisti del recettore della neprilisina e del recettore dell’angiotensina (Arni) e rappresenta la prima grande innovazione terapeutica nel campo dello scompenso cardiaco cronico da almeno 15 anni a questa parte.

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Che cos’è lo scompenso cardiaco. Per scompenso cardiaco si intende una condizione nella quale il cuore non è capace di distribuire il sangue in misura adeguata alle richieste metaboliche dei tessuti. Le cause più comuni di questa patologia sono la malattia delle arterie coronarie (cardiopatia ischemica) e l’ipertensione arteriosa, ma vanno ricordate anche le alterazioni delle valvole cardiache, la cardiomiopatia dilatativa e le miocarditi. Lo scompenso cardiaco si manifesta con una serie di sintomi, quali la comparsa di edema ai piedi e alle gambe, profondo senso di stanchezza e mancanza di energia, dispnea prima da sforzi importanti e perdita di appetito. Nelle forme più gravi può comparire anche l’edema polmonare, che si manifesta con una grave fame d’aria e comparsa di espettorato schiumoso.

Una nuova filosofia di trattamento. Fino ad oggi la terapia dello scompenso cardiaco si basava sull’inibizione neuro-ormonale del sistema renina-angiotensina e del sistema nervoso simpatico. Sacubitril/valsartan ha un meccanismo d’azione innovativo che consente, per la prima volta, di potenziare gli effetti del sistema dei peptidi natriuretici mantenendo contemporaneamente l’inibizione del sistema renina-angiotensina. “Siamo di fronte a un cambiamento radicale del nostro approccio al paziente con scompenso cardiaco - afferma Michele Senni, direttore della Cardiologia 1 dell’Ospedale ‘Papa Giovanni XXIII’ di Bergamo - con il passaggio da un’inibizione a una modulazione neuro-ormonale”. Una strategia di successo, come dimostrano anche i risultati di PARADIGM-HF, il più grande studio clinico mai condotto fino ad ora nello scompenso cardiaco cronico a frazione di eiezione ridotta, che ha coinvolto 8.400 pazienti nel mondo. “In questo trial - spiega Senni, coordinatore per lo studio in Italia - sacubitril/valsartan è stato confrontato con enalapril, l’ACE-inibitore che rappresenta lo standard di terapia nello scompenso cardiaco. I risultati ottenuti rispetto a enalapril sono stati molto positivi sia in termini di riduzione della mortalità cardiovascolare del 20 per cento, che dell’ospedalizzazione per scompenso cardiaco, ridotta del 21 per cento, ma anche per la riduzione del 16 per cento della mortalità per tutte le cause”. Risultati questi che nella pratica clinica si traducono non solo in un allungamento dell’aspettativa di vita, ma anche in un miglioramento della sua qualità; la fame d’aria e la grave stanchezza tipiche dello scompenso, infatti, si riducono sensibilmente e il paziente può tornare gradualmente ad una vita più attiva.

La svolta nel trattamento dello scompenso cardiaco. “Nell’approccio diagnostico terapeutico al paziente con scompenso cardiaco - afferma Claudio Rapezzi, professore associato confermato presso Dipartimento di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale - DIMES, Università di Bologna e direttore dell'U.O. di Cardiologia, Policlinico Sant'Orsola Malpighi di Bologna - è necessario fare una diagnosi precisa e, se possibile, individuare e rimuovere la causa dello scompenso. Il paziente deve seguire una dieta alimentare corretta e attenersi alla terapia che gli viene prescritta. Questa è fatta di un cocktail di farmaci già ben definiti, ai quali oggi si è aggiunta la nuova classe degli Arni, che rappresenta una novità importante per la terapia dello scompenso. Sacubitril/valsartan potrebbe essere indicato per circa un terzo di tutti i pazienti con scompenso cardiaco cronico”. La vera innovazione della nuova opzione terapeutica per lo scompenso, è dunque quella di avere dentro di sè due farmaci da cui deriva un risultato finale in grado di aumentare la disponibilità dei peptidi natriuretici; tali peptidi sono in genere ormoni buoni che l’organismo secerne quando avviene lo scompenso, per averne un vantaggio, come l’aumento della diuresi, la riduzione di acqua e di sodio nell’organismo, l’abbassamento delle resistenze periferiche delle arterie. Lo specifico vantaggio, dunque, è proprio la possibilità di poter aumentare farmacologicamente tali peptidi, senza provocare contemporaneamente un’inibizione di altre sostanze.

Il futuro della ricerca Novartis nel campo dello scompenso cardiaco. Sacubitril/valsartan ha dunque tutti i numeri per diventare la terapia di riferimento dello scompenso cardiaco a frazione d’eiezione ridotta, ma la ricerca Novartis guarda già oltre, con un importante programma, il FortiHFy, comprendente oltre 40 studi clinici, già in corso o pianificati, ai quali parteciperanno ricercatori e pazienti di oltre 50 Paesi per una durata di oltre 5 anni indirizzati alla ricerca di nuove indicazioni per questo farmaco. Frutto della ricerca Novartis, Entresto viene prodotto in Italia, presso lo stabilimento di Torre Annunziata (Napoli), per tutto il mercato mondiale, con la sola eccezione degli USA. Quello di Torre Annunziata è, infatti, uno dei più importanti poli industriali del Gruppo Novartis e tra i maggiori insediamenti farmaceutici del Mezzogiorno, con circa 500 dipendenti e un indotto diretto di un altro centinaio di persone. Nel 2016 il sito ha prodotto complessivamente 89 milioni di confezioni di farmaci in forma solida (compresse), destinate ad oltre 100 paesi, e si prevede che entro il 2020 produrrà 35 milioni di confezioni di Entresto per il trattamento di 25 milioni di pazienti di 112 paesi nel mondo (con la sola esclusione degli Stati Uniti), andando così a coprire oltre il 50 per cento della domanda totale. “L’Italia offre da sempre un contributo importante alla Ricerca e Sviluppo internazionale, mettendo a disposizione risorse professionali qualificate e una solida rete di collaborazioni con le più autorevoli realtà nazionali della ricerca medica” - ricorda Giuseppe Maiocchi, responsabile medico area Cardio Metabolica di Novartis in Italia - “Ma il nostro Paese riveste anche un ruolo di primo piano nella produzione industriale in ambito cardio metabolico grazie alla presenza del nostro centro di Torre Annunziata, un’ eccellenza italiana in questo settore, oltre che un polo di rilievo per l’economia nazionale”.

Pensioni d'oro dei sindacalisti Vegogna, gonfiano gli assegni Il trucchetto (coi nostri soldi)

Inps, Boeri vuole bloccare le pensioni d'oro dei sindacalisti: Poletti non fa pa..



Più la poltrona dal presidente dell'Inps traballa e più Tito Boeri rincara la dose dei suoi attacchi. L'ultimo bersaglio colpito è stato il mondo blindato dei sindacati e quella grande vergogna delle pensioni d'oro riservate ai lavoratori in aspettativa sindacale. Da tempo Boeri avrebbe redatto il testo di una circolare - che dovrebbe diffondere il ministero del Lavoro - con la quale bloccare per sempre i privilegi che gonfiano gli assegni dei sindacalisti diretti alla pensione. Con non poca stizza, il ministro Giuliano Poletti gli ha risposto che quella circolare è al vaglio dell'ufficio legislativo.

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Per Boeri l'attacco ai sindacati potrebbe diventare letale. Già sulla sua testa da tempo pende la riforma della governance dell'istituto di previdenza, dopo la quale i suoi detrattori sono sicuri che sarà costretto a fare i bagagli. Il problema delle pensioni d'oro tra quelli che una volta difendevano i lavoratori è ben noto a tutti. Per prassi, riporta il Giorno, le organizzazioni sindacali versano contributi aggiuntivi, rispetto a quelli figurativi, a favore di chi è in aspettativa o sono in distacco sindacale e hanno finito la loro carriera. In questo modo l'importo della pensione si gonfia più o meno del 27% in più rispetto a qualsiasi altro normale lavoratore.

Boeri nello stesso giorno si è preso anche la briga di attaccare il presidente della Commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano, e la deputata del Pd maria Luisa Gnecchi, colpevoli di aver preteso trasparenza nei dati, per esempio sulle stime che non corrispondono alla realtà per la salvaguardia degli esodati. Secondo Boeri però è tutta una macchinazione per "volta sistematicamente a gettare discredito sull'Istituto che gestisce la protezione sociale in Italia e sulle statistiche che produce. Se così fgosse sarebbe un gioco pericoloso". Vero, ma nell'immediato chi sembra più a rischio di perdere il posto sembra proprio Boeri.