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lunedì 10 aprile 2017

Li accogliamo e loro ci ammazzano Feltri: "Ora reagiamo con violenza"

Noi li accogliamo e loro ci ammazzano. Feltri: "Basta, reagiamo con violenza"


di Vittorio Feltri



Non c'è verso di cambiare spartito. L'indomani di ogni attentato terroristico di stampo islamico, i media intonano le solite litanie, si leggono e si ascoltano prediche inutili. Bisogna che l'Europa - si dice - rimanga saldamente unita e adotti una politica concertata. Occorre favorire l'integrazione, convincere gli estremisti ad accettare i criteri della democrazia e della convivenza civile. Retorica, parole, bla bla senza costrutto. L'ultimo Paese colpito dai dementi dell'Isis è stato la Svezia, un paradiso sociale, ospitale e generoso con gli stranieri, pronto a estendere il proprio ricco welfare a chiunque vi metta piede. Ci si domanda. Perché i barbari di origine mediorientale sono talmente idioti da prendersela con gli scandinavi che li trattano quali principi o almeno fratelli? La logica non ci aiuta a capire. Non si afferrano i motivi per cui un popolo mite quanto quello svedese sia preso di mira con ferocia dai fanatici acefali e buzzurri di Allah. È sciocco perdere tempo in analisi sociologiche, psicologiche, politiche. Con un sistema razionale non si arriva a capo di nulla, e l'esperienza lo dimostra.

Da anni l'Occidente subisce violenze da brivido da parte di invasati barbuti, che odiano perfino le proprie donne, e noi bischeri patentati invece di rimandarli a pedate nel sedere nei loro deserti, facciamo di tutto per rabbonirli e placarli, li corteggiamo, rinunciamo alle nostre tradizioni nella speranza che ci accettino. Ma non dovrebbero essere gli islamici, nel momento in cui vengono qui a romperci le balle, e a mangiare a sbafo, ad adattarsi ai nostri costumi allo scopo di essere tollerati? Manco per niente.

Ci facciamo intimidire dai musulmani e ci assoggettiamo ai loro usi medievali per renderci simpatici. Sforzi vani, dato che lorsignori anziché esserci grati ci ammazzano con le bombe, con i kamikaze e ora - nuova moda - con i camion lanciati sulle folle. Prendiamone atto una buona volta e reagiamo secondo convenienza. Smettiamola di tenere aperte le frontiere e di farci intenerire da coloro che si presentano come poveracci, arrivando nelle nostre Patrie con barconi traballanti, poi, dopo aver goduto della nostra pietà, pretendono di insegnarci a vivere e se non impariamo in fretta ci massacrano. Siamo davvero cretini oltre che vili. O mutiamo atteggiamento o saremo sterminati. Iniziamo a sospendere i salvataggi in mare. Al terzo affondamento di carrette galleggianti per scommessa, i disperati non più soccorsi persuaderanno altri a non partire e cesseranno di incanto gli sbarchi.

Fine della occupazione. Per quanto riguarda gli immigrati, non resta che selezionare i peggiori - che conosciamo - e rispedirli con fermezza a casa. Essi non gradiscono gli stili europei? Rientrino nei luoghi da cui sono salpati. Le nostre leggi non ci consentono di arrivare a tanto? Correggiamole. Contro chi ti vuole sgozzare non puoi andare con mazzi di fiori. Meglio il mitra. È più efficace.

domenica 9 aprile 2017

FRANCESCO PELLEGRINO: "Dall’ingegneria alla biologia cambia la valutazione dei nuovi farmaci commercializzati"

FRANCESCO PELLEGRINO: "Dall’ingegneria alla biologia cambia la valutazione dei nuovi farmaci commercializzati"

di Francesco Pellegrino

Dott. Francesco Pellegrino

Probabilmente l’arrivo del nuovo direttore generale all’Agenzia italiana del farmaco ha scatenato già il primo cambiamento di rotta sulla spinosa questione della valutazione della innovazione terapeutica dei nuovi farmaci commercializzati, con le relative ricadute che questo cambiamento di rotta genererà sulla salute del cittadino italiano.
Ebbene la rivoluzione copernicana annunciata ci porta ad abbandonare definitivamente l’approccio ingegneristico dell’algoritmo che pretendeva di calcolare freddamente parametri e variabili di uso e consumo per passare ad un sistema sempre più basato sulla evidenced based medicine visto il rilievo conferito alle HTA health technology assessment riconosciute dalle maggiori agenzie sanitarie europee.
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Il sistema valuterà il bisogno terapeutico bilanciato con quanto aggiunge alle terapie già esistenti e soprattutto alla robustezza di evidenze terapeutiche. Proprio la robustezza delle evidenze terapeutiche verrà valutato recuperando il GRADE ovvero il grading of recomendations, assessment, development and evaluation.
Potremmo dire ideale ! ma ad una analisi più attenta cambiamo la valutazione sbilanciata nella considerazione finanziaria del bene farmaco e salute prodotta dall’algoritmo che cercava di esprimere pari valutazione dal Buyer rispetto al Seller ( Big Pharma ) con la criticità di essere impreparati a fornire dati di farmacoeconomia per la valutazione aggressiva del farmaco inteso quale merce al fine di tutelare l’interesse di salute dell’utente finale, il cittadino.
Oggi abbandoniamo parte di quella esasperazione finanziaria che sta portando a disumanizzare l’offerta di salute, dove i capitali dominano la commissione di salute richiesta dai sistemi sanitari pubblici, cercando di recuperare un senso scientifico del prodotto farmaco, mancando ancora una volta di coraggio nel voler svolgere un ruolo dignitoso e lucido di Buyer pubblico, con lo scopo di rendere la salute pubblica ed il Sistema sanitario nazionale una opportunità di futuro migliore.
Migliore poichè una offerta di salute che eccelle, che premia le performances sanitarie, che si dimensiona sulla soddisfazione del fruitore, che si lancia nell’innovazione esplosiva della medicina delle start up sanitarie, che dimensiona i bisogni ad un real world cambiato, che forma nuove professionalità esportandole, che si dota di opportunità di salute da sviluppare e vendere sul mercato della salute mondiale, che riesce a gestire nuove emergenze con efficienza e proattività, che si rende indipendente da vecchi moloch fornitori che condizionano con i loro capitali il cambiamento facendolo sembrare sempre impraticabile.
Questo paese ha espresso sempre le qualità migliori nei momenti bui, quasi in modo inaspettato, generando benessere e felicità, diventando il Belpaese cui tutti mirano ed in cui tutti vorrebbero vivere. Ciò che eccelle in questa terra unica è il senso del bello, del piacere e del vivere, commisurato ad una Comunità ad una famiglia od ad una relazione, insomma la vicinanza genera la scintilla del senso profondo della vita e quindi della tutela della stessa.
Cosa chiedere allora perchè questo benessere nonostante la crisi si riproponga al meglio per la Comunità, visto che la salute è un bene imprescindibile che unisce gli interessi universali rendendoci sodali sanitari nell’epoca in cui oligarchi moderni vogliono ergere muraglie moderne contro l’invasione dei barbari.
Probabilmente l’unica richiesta possibile è riacquisire la dignità di appartenenza, la considerazione reciproca e soprattutto formare generazioni di Manager che gestiscano il bene pubblico con capacità di mercato previsionali oltre che consuntivali.
Est modus in rebus, sunt certi denique fines, quo ultra citraque nequit consistere rectum.
Dott. Francesco PellegrinoVia G.A. Acquaviva, 39, 81100 Caserta.
E_mail: frankpiglrim@gmail.com
Cell: 348.8910362

Capuozzo, la verità sulle bombe Usa: "Trump? Ora vi dico io chi è davvero"

SIRIA, Capuozzo la verità sulle bombe Trump?: "Con le bombe ha dimostrato di essere come gli altri presidenti"



Il dibattito internazionale dopo il bombardamento americano all'attacco chimico in Siria ha da subito spaccato le fazioni tra chi sostiene la condanna di Donald Trump contro Bashar al Assad e chi invece accusa i ribelli jihadisti in linea con la posizione di Vladimir Putin e del presidente siriano. Non per tutti però la vicenda siriana ha toni bianchi o neri, salvo le dichiarazioni delle diverse agenzie di intelligence e degli osservatori di parte, ad oggi non esiste una versione che si possa definire del tutto attendibile su come siano andati i fatti.

E su questa linea si schiera il giornalista Toni Capuozzo che da osservatore esperto e attento analizza con estrema razionalità quanto successo: "Se mi chiedi se Assad è capace di usare armi chimiche contro la popolazione civile - ha detto in un'intervista - rispondo di sì. Rispondo di sì anche se mi chiedi se i ribelli sono capaci di mettere bombe vicino alle abitazioni civili".

C'è una verità però che emerge più forte delle altre, dal sapore più politico. Sulla mossa decisa da Trump, Capuozzo ha le idee chiare: "È tornato a essere il presidente degli Stati Uniti. Anzi, questa è una mossa alla Clinton. Il che dimostra che anche per Trump le campagne elettorali sono una cosa e la politica interna e internazionale un'altra. Anche lui si è omologato al fatto che gli Stati Uniti sono quelli che bombardano".

La classifica definitiva delle pensioni Toh, ecco quanto incassano i preti

La classifica totale delle pensioni. Preti, piloti, idraulici: quanto incassano


di Francesco De Dominicis



Sarà pure un posto sicuro, ma non garantisce un futuro prospero. «Fare il prete», in parecchie zone d'Italia, per decenni è stata quasi un' ambizione. La speranza che molte madri nutrivano per i loro figli. Una «professione» prestigiosa (basta pensare al potere e al ruolo dei parroci, specie nei piccoli centri) e dunque cercata. Considerazioni che, evidentemente, prescindevano da scrupolosi calcoli sullo stipendio e, soprattutto, sulla pensione di «domani». E in effetti gli ex sacerdoti (e più in generale gli ex ministri di culto di varie confessioni religiose) sono in coda alla classifica degli assegni Inps: stiamo parlando di 13.539 soggetti che ogni mese incassano in media solo 623 euro. Davvero una miseria: il 30 per cento in meno rispetto ai 978 euro (e non parliamo di cifre da ricchi) che ricevono in media gli ex lavoratori dipendenti. I dati emergono da un documento pubblicato pochi giorni fa dalla Corte dei conti, grazie al quale è possibile costruire la mappa delle pensioni del Paese e scoprire, conseguentemente, quali lavori garantiscono (o di sicuro hanno garantito) un assegno alto. Una fotografia che non contempla alcune categorie legate ad altri istituti di previdenza, dai medici ai giornalisti, dai commercialisti a molte altre libere professioni. I numeri della mappa previdenziale si riferiscono a gennaio 2016: qualcosa, dunque, potrebbe essere cambiato nei successivi 15 mesi.
Per trovare una pensione più bassa rispetto a quella pagata ai sacerdoti a riposo, bisogna arrivare ai coltivatori diretti: 1.537.691 assegni da 603 euro ciascuno. Al di sotto di queste due categorie ci sono solo le 857mila pensioni e assegni sociali oltre che i quasi 3 milioni di prestazioni per invalidi civili: in entrambi i casi, stiamo parlando di appena 422 euro mensili.

Diamo uno sguardo ai «paperoni» Inps. A guidare la classifica - ma questa non è una sorpresa - ci sono gli ex dirigenti di aziende industriali (quelli che per anni hanno versato i contributi all' Inpdai): la media dei 127.161 assegni staccati dall' istituto di previdenza ai «vecchi» manager è pari a 3.870 euro al mese. Si tratta di una cifra poco più alta rispetto agli ex lavoratori del comparto «volo»: in ballo ci sono 6.857 ex piloti ed ex hostess, ai quali l'Inps versa ogni 30 giorni 3.505 euro. Si cala sensibilmente a 2.022 euro con i 74mila ex lavoratori del comparto telefonico e poi ancora più giù a 1.997 euro con i 98mila ex dipendenti di aziende «elettriche».

C'è un altro gruppetto che va da 1.600 euro a 1.800 euro: assegno medio da 1.651 euro ai 105mila pensionati del comparto trasporti, 1.688 euro ai 222mila ex ferrovieri, 1.846 euro ai 5.371ex addetti del comparto gas, 1.811 euro ai 5.566 ex esattori delle tasse. Solo altre tre categorie galleggiano sopra i mille euro al mese: i 144mila ex postini (1.392 euro), gli 8.0479 vecchi dazieri (1.390 euro), i 6.363 ex minatori (1.198 euro).

Tolto il clero e le minime, finora abbiamo snocciolato le cifre del milione di pensionati che si becca più di 1.000 euro al mese. Che rappresenta, tuttavia, solo il 5% degli oltre 18 milioni di assegni «staccati» ogni mese dall' ente presieduto da Tito Boeri. Le fetta maggiore - ovvero la metà delle prestazioni (47%) corrisponde agli ex lavoratori dipendenti ai quali mediamente viene erogata una pensione da 978 euro. Di qui si cala sistematicamente: agli 1,6 milioni di ex artigiani vanno 882 euro, agli 1,3 milioni di commercianti vanno 813 euro, ai 13.539 ex preti, come già raccontato, 623 euro, agli 1,5 milioni di contadini 603 euro.

Mentre 422 euro è la cifra pagata per gli assegni sociali 857mila) e per gli invalidi (2,9 milioni). Ancora più giù - e qui si completa la mappa - restano solo i 166 euro pagati a 356mila ex parasubordinati (gestione separata), i 60 euro erogati alle 1.318 ex casalinghe, i 48 euro riconosciuti per le pensioni «facoltative». Sulle pensioni dei preti, negli ultimi anni, c'è stata polemica a più riprese, anche in Parlamento. Polemica legata al fatto che lo Stato copre una parte dei versamenti per coprire il deficit del «Fondo clero»: i contributi previdenziali versati dalle tonache sono piuttosto esigui. Tant' è che, se si legassero gli assegni a quanto effettivamente versato, il 61% dei sacerdoti subirebbe un taglio superiore al 50%, mentre il 37% vedrebbe ridotto l' assegno mensile tra il 45% e il 50%. Occhio alle eccezioni: alcuni sacerdoti sono di «serie A» e oltre all' assegno del fondo clero, ne portano a casa un altro che in media si aggira sui 1.000 euro. E per qualcuno il bis supera addirittura quota 2.000 euro. Pure dietro gli altari ci sono i privilegiati.

Carneficina in diretta mentre pregano L'esplosione, la scena tremenda

Egitto, l'orrore in diretta: il momento dell'esplosione in chiesa




In un video pubblicato su Twitter il momento esatto dell'esplosione nelle chiesa copta di San Giorgio a Tanta, a nord del Cairo. Oltre 20 morti. Si sente lo scoppio e immediatamente saltano le immagini della diretta della tv di Stato. Poco dopo, un kamikaze si è fatto esplodere davanti a un'altra chiesa copta ad Alessandria di Egitto, provocando altri morti.

I dati del Rapporto della Croce rossa: al mondo 1 donna su 3 subisce abusi

I dati del Rapporto della Croce rossa: al mondo 1 donna su 3 subisce abusi


di Matilde Scuderi



Stupri, mutilazioni genitali, matrimoni forzati, schiavitù, sfruttamento sessuale, abusi, aborti indotti, incesti: sono queste le realtà che si celano dietro a espressioni come 'violenza sulle donne' o 'violenza sessuale', espressioni indeterminate, ampie, comprensive che sono quasi un eufemismo rispetto agli atti concreti cui alludono. Per questo motivo non basta più dire che una donna su tre nel mondo è vittima di violenza sessuale. Bisogna dire che una donna su tre nel mondo è vittima di stupri, mutilazioni genitali, matrimoni forzati, schiavitù, sfruttamento sessuale, abusi, aborti indotti, incesti. Doris Schopper, membro del Comitato internazionale della Croce rossa, ha presentato a Roma negli scorsi giorni durante il congresso dell'Accademia internazionale della riproduzione umana, un rapporto sulle forme di violenza sessuale nel mondo in particolare nelle zone di guerra - stilato proprio dalla Croce rossa internazionale - dal quale emerge una mappa dettagliata di prevaricazione e sfruttamento, che ha i suoi centri nodali nel Sud-est asiatico - dove la media degli stupri è del 37.7 per cento - e in Africa, dove se ne registra un preoccupante incremento in Marocco e in tutta l'Africa centrale, zone in cui, afferma Schopper "è altissima la prevalenza dei suicidi, aborti, aids, infezioni, infanticidi e omicidi conseguenti a uno stupro. Molte donne in seguito abusano di alcool e droghe pesanti, oppure sviluppano disturbi psichiatrici anche perché spesso vengono allontanate e emarginate dalla loro comunità e dalle famiglie. Non potendo sposarsi, trovare un lavoro o andare a scuola a molte vittime di violenza non rimane che prostituirsi per sopravvivere. Anche se tutte le leggi internazionali e umanitarie - continua Schopper - condannano e proibiscono la violenza sessuale specie nelle zone di guerra, purtroppo questo fenomeno rimane perché trova terreno fertile nell'aumento della vulnerabilità personale. Purtroppo ad oggi per combattere la violenza sessuale non esistono soluzioni efficaci”.

La situazione insomma non è cambiata rispetto al passato: siamo ancora nel 1994, in Rwanda dove in tre soli mesi sono state stuprate tra le 100mila e 250mila donne. Anche durante le emergenze sanitarie si registrano picchi nei numeri riguardanti la violenza sessuale: la media mondiale di stupri su donne rifugiate in seguito a emergenze sanitarie è del 21,4 per cento, ma ci sono anche picchi dell'83 per cento. Si potrebbe pensare che le situazioni di crisi - guerre, carestie o epidemie - provochino una sorta di follia collettiva, uno stato di disordine delle cose temporaneo destinato a cessare una volta ritornati alla normalità. Sarebbe, tutto sommato, un pensiero ottimista, quasi rassicurante. Invece la realtà è ben diversa: il dato è sottostimato, ma una revisione effettuata su 10 studi ha rilevato che la violenza sulle donne è più alta tra le pareti domestiche piuttosto che nelle zone di guerra. In Costa d’Avorio, ad esempio, la violenza sessuale viene subita perlopiù da giovani donne di età non superiore i 15 anni e per il 29 per cento ad opera del partner, mentre solo nello 0,3 per cento dei casi è opera di militari. Sempre in questo paese il fenomeno colpisce anche gli uomini: è stato stimato che circa il 6 per cento della popolazione maschile ha conosciuto nella propria vita una violenza sessuale. Ma non si pensi che la violenza sulle donne -  ovvero gli stupri, i matrimoni forzati, la schiavitù, lo sfruttamento sessuale, gli abusi, gli aborti indotti e gli incesti - sia una prerogativa di luoghi lontani da noi, ancora in via di sviluppo economico e civile: in Europa a subire violenza è una donna su quattro.

Paura a Gardaland, la giostra è un incubo: come restano bloccati per mezz'ora / Foto

Gardaland, paura per una famiglia israeliana: bloccata per 30 minuti a testa in giù



Disavventura da incubo per una famiglia israeliana, madre, padre e due adolescenti, rimasti bloccati su una giostra di Gardaland. Alle 13 del primo giorno di apertura, nel parco di divertimento si è verificato un blackout improvviso: "Un problema tecnico temporaneo" ha chiarito l'Ad Aldo Maria Vigevani. Ci sono voluti almeno trenta minuti perché i Vigili del fuoco riuscissero a portare in salvo i quattro malcapitati turisti, dopo che il vagoncino del "Sequoia adventure" era rimasto bloccato proprio nel punto in cui i passeggeri arrivano a testa in giù per un breve tratto a 27 metri d'altezza. Come mostra il video del Corriere Veneto, gli addetti alla sicurezza del parco, addestrati per questo genere di emergenze, e i vigili del fuoco hanno recuperato uno a uno i turisti, rimasti illesi e senza conseguenze.

Secondo i responsabili del parco divertimenti, a causare l'incidente è stato un guasto ai trasformatori del Parco dovuto a "un anomalo straordinario sbalzo di energia da parte di Enel.  Ciò ha comportato un immediato black out - hanno chiarito in una nota - dovuto alla mancanza di energia elettrica; il Parco ha quindi  subito un improvviso blocco di tutte le attività che hanno coinvolto ogni area, le attrazioni e i punti di ristoro. E’ questo il motivo per cui sull’attrazione Sequoia Adventure una famiglia è rimasta bloccata sul convoglio a 20 metri d’altezza ma è stata prontamente evacuata dal personale di sicurezza. I generatori del Parco sono immediatamente entrati in funzione ma, come da protocolli di sicurezza, è stato necessario provvedere allo spegnimento e al successivo riavvio di tutte le attrazioni per poter arrivare alla normalizzazione attraverso le consuete procedure previste in questi casi".

Poco dopo è arrivata un'ulteriore precisazione da parte dell'Ad del parco di divertimenti: "A seguito di ulteriori e più approfondite verifiche effettuate congiuntamente nel corso di tutto il pomeriggio dai tecnici di ENEL e da quelli di Gardaland, è emerso che lo sbalzo di energia verificatosi non è da imputare a ENEL ma ad un guasto sulla rete interna del Parco. Gardaland si scusa con ENEL per aver erroneamente imputato loro, in un primo tempo,  la responsabilità del problema riscontrato".