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venerdì 7 aprile 2017

Siria, Mosca sul raid degli Stati Uniti: "Solo 23 dei 59 missili hanno colpito il bersaglio"

Mosca sul raid degli Stati Uniti: "Solo 23 dei 59 missili hanno colpito il bersaglio"



L'attacco di Donald Trump in Siria? Sarebbe stato un gigantesco flop. I dati vengono snocciolati dal portavoce del ministero della Difesa russo, il generale Igor Konashenkov, il quale afferma che "sono stati solo 23 su 59 i missili americani che hanno raggiunto la base siriana di Shayrat", che l'amministrazione americana ha indicato come il luogo dal quale sono partiti gli attacchi chimici di Bashar Al-Assad.

Cifre forse un poco sospette, poiché rivelate dalla Russia che ha preso una durissima posizione contro l'attacco orchestrato da Washington. Cifre che però, se confermate, tratteggerebbero uno scenario umiliante per Trump. È "sconosciuta" la sorte degli altri 36 razzi, ha aggiunto il generale, che poi ha sottolineato come "l'efficacia bellica del massiccio attacco missilistico americano alla base siriana è estremamente bassa". La Russia, dunque, sparge sale sull'ipotetica ferita, "sfottendo" gli yankees per il presunto flop.

Sempre Konashenkov ha sottolineato che nel raid è stato distrutto un deposito con mezzi tecnici, un centro d’addestramento, una mensa e sei hangar per le riparazioni dei caccia MiG-23, così come una stazione radar. Dunque il generale ha annunciato che "il sistema di difesa aerea dell'esercito siriano sarà rafforzato nel prossimo futuro, per proteggere le più importanti infrastrutture". Un'altra promessa minacciosa, che ha seguito a stretto giro di posta l'interruzione del memorandum d'intesa tra Mosca e Washington sulla Siria. Il quadro, per Trump, si fa sempre più complesso, nonostante il sostegno all'azione del blocco Occidentale. Infine, le cifre snocciolate da Damasco, secondo le quali nel raid americano sono morte 15 persone, quattro delle quali sarebbero bambini.

"CI VUOLE FAR UCCIDERE?" Salvini, il terribile sospetto: "Follia-Trump. E l'Italia..."

Matteo Salvini contro l'attacco di Donald Trump in Siria: "Assist ai terroristi, vuole conseguenze devastanti per l'Italia e l'Europa?"



"Missili Usa sulla Siria pessima idea e regalo all’Isis. Forse per i problemi interni, forse mal consigliato dai guerrafondai che stanno ancora cercando le armi chimiche di Saddam Hussein, Trump in Siria fa la scelta più sbagliata e riapre una guerra contro il terrorismo islamico che era già stata vinta. Forse qualcuno a Washington vuole ripetere i disastri dell’Iraq, della Libia e delle primavere arabe con tutte le devastanti conseguenze per Italia e Europa?". Con queste parole, Matteo Salvini sceglie da che parte stare: con Vladimir Putin e contro Donald Trump. Il segretario della Lega Nord, in una nota, esprime il suo pensiero sull'attacco sganciato nel cuore della notte dagli Stati Uniti alla Siria di Bashar Al Assad.

Un pensiero, quello di Salvini, che di fatto ricalca quello di Marine Le Pen, leader del Front National e favorita per il primo turno delle presidenziali, che si è detta "stupita" per la reazione di Trump all'attacco chimico in Siria. E ancora: "Prima di operare dei bombardamenti in Siria occorreva attendere i risultati di un’inchiesta internazionale. Sono sorpresa da questa reazione", ha affermato in un'intervista alla televisione transalpina France 2. E ancora, ha aggiunto: "Ciò che è accaduto in Siria è spaventoso e lo condanno. Ma serve prima di tutto un’inchiesta internazionale". La Le Pen, che proprio come Salvini è ammiratrice sia di Putin sia di Trump, come il leghista si schiera col fronte russo. La sintonia anti-europeista, dunque, si replica anche in politica internazionale.

Putin, la rappresaglia contro Trump: "Potrebbe verificarsi un incidente..."

Raid Usa in Siria, la Russia reagisce: "Sospeso il memorandum d'intesa". Il rischio: l'incidente e l'escalation militare



Cinquantanove missili, sganciati nel cuore della notte. La prima azione militare di Donald Trump, la rappresaglia in Siria per l'attacco con le bombe sporche attribuito al dittatore Bashar Al-Assad. Una decisione maturata nel giro di poche ore e che ha avuto effetti paradossali. Una sorta di ribaltamento dello scacchiere internazionale. Per il presidente americano sono piovuti i consensi delle Cancellerie europee, che parlano di "operazione comprensibile" (Germania e Francia), così come la Turchia di Erdogan ha espresso "pieno sostegno" all'operazione militare. Al contrario, sostenitori "abituali" quali Matteo Salvini e Marine Le Pen hanno preso le distanze dall'attacco. Ma se le posizioni dei due leader di partito indicano soltanto un "sentiment", ben più pesante è la - durissima - reazione della Russia di Vladimir Putin, la stessa Russia che fino a poche ore fa, pur tra qualche recente tentennamento, aveva rapporti ottimi con la Casa Bianca.

Le indiscrezioni di stampa fatte filtrare dagli organi ufficiali di Mosca riferiscono di un "Putin furibondo" per l'attacco ad Al-Assad: il presidente russo ha sempre sostenuto che il dittatore siriano fosse un "male necessario". L'amministrazione americana ha fatto sapere che "le forze russe sono state informate in anticipo dell'attacco" contro la Siria, ha spiegato il portavoce del Pentagono, Jeff Davis. Ma ovviamente non è bastato. La reazione del Cremlino è stata durissima. In una nota la Russia ha parlato di "aggressione contro uno Stato sovrano, in violazione del diritto internazionale e con un pretesto inventato". E ancora, secondo Mosca l'aggressione "porterà danni considerevoli alle relazioni tra Russia e Stati Uniti".

E dopo le parole, da parte di Putin è arrivata anche la prima mossa concreta, la prima rappresaglia contro gli Stati Uniti. In risposta all'attacco americano contro la base aerea di Damasco, il ministro degli Esteri, Sergey Lavrov, ha fatto sapere che "la Russia ha sospeso il memorandum firmato con gli Stati Uniti per evitare incidenti e garantire la sicurezza dei voli durante le operazioni militari in Siria". Ogni intesa tra Washington e Siria, dunque, viene sospesa. Il rischio, dunque, è quello di un'escalation militare dove si vedano contrapposte in Siria le forze statunitensi e quelle russe, in un crescendo vorticoso le cui conseguenze potrebbero essere imprevedibili e disastrose.

BOMBA HIGUAIN: "De Laurentis mi deve ancora 600 mila euro"

BOMBA HIGUAIN: "De Laurentis mi deve ancora 600 mila euro"



Se nella serata di mercoledì si sono concluse tutte le sfide per la stagione 2016/2017 tra il Napoli e la Juventus, ce n'è ancora una che non accenna a terminare: quella tra Gonzalo Higuain e Aurelio De Laurentiis. Dopo il gesto rivolto al presidente partenopeo nel match di Coppa Italia, l'argentino mostra di avere ancora il dente avvelenato nei confronti del suo ex datore di lavoro. Il Pipita ritiene che De Laurentiis sia in debito con lui di 600 mila euro, secondo il contratto d'immagine della stagione 2015/2016. Dopo aver nominato gli arbitri di parte, adesso discutono sulla nomina di presidente super partes, senza essere minimamente d'accordo. E per tutti coloro che accusano la punta argentina di tradimento improvviso e doloroso, spunta una mail: all'inizio di luglio Higuain avrebbe comunicato al Napoli di esercitare la clausola rescissoria con la Juventus, praticamente un mese prima dell'ufficialità del trasferimento.

È guerra: Trump bombarda la Siria  Ira-Putin: verso il conflitto globale?

Siria, gli Stati Uniti bombardano dopo l'attacco chimico. Furia della Russia: "Aggressione brutale, cambieranno gli equilibri"



Ci ha messo poco. Anzi, pochissimo. Due mesi e mezzo dall'insediamento e poche ore di riflessione dopo l'attacco col gas in Siria. Poi Donald Trump è passato all'attacco. Alla guerra. Nella notte italiana tra giovedì e venerdì da due portaerei al largo del Mediterraneo sono stati lanciati 59 missili Tomahawk contro obiettivi strategici del regime di Bashar Al-Assad, individuato come responsabile certo della strage di Khan Sheikhoun, di martedì mattina, dove sono morte oltre 80 persone, tra le quali 27 bambini. L'attacco è partito alle 2.30 ora italiana. Nel dettaglio, gli Stati Uniti hanno preso di mira la base di Al Shayrat da cui, secondo le loro informazioni, erano partiti gli aerei con le armi chimiche. Prima di colpire, riferiscono fonti del Pentagono ai media Usa, sono stati avvertiti i russi. "Non avevamo nessuna intenzione di colpire i loro aerei" ha detto un funzionario anonimo al New York Times.

Inizia la guerra. E soprattutto arrivano le reazioni della comunità internazionale. Russia su tutte, che parla di "irresponsabile atto di aggressione" in grado di "peggiorare i rapporti con Washington". Il gesto di Trump, dunque, mina alle basi gli equilibri internazionali: i rapporti con Vladimir Putin, da sempre sostenitore di Assad, rischiano di subire drastici scossoni. Da par suo, Trump ha parlato poco dopo l'attacco, dalla Florida, dove si trova per un vertice con l'omologo cinese Xi Jin Ping: "Martedì - ha affermato - il dittatore della Siria, Bashar al-Assad, ha lanciato un terribile attacco con armi chimiche contro civili innocenti, uccidendo uomini, donne e bambini. Per molti di loro è stata una morte lenta e dolorosa. Anche bambini piccoli e bellissimi sono stati crudelmente uccisi in questo barbaro attacco. Nessun bambino dovrebbe mai soffrire tale orrore".

E ancora, il governo russo ha annunciato la richiesta della riunione urgente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Lo ha affermato Victor Ozerov, presidente del Comitato del Consiglio della Federazione russa sulla difesa e la sicurezza: "Questo può essere considerato un atto di aggressione da parte degli Stati Uniti contro uno Stato delle Nazioni Unite".

Durissima la reazione della tv di stato siriana che ha definito il raid missilistico "un'aggressione" da parte degli Stati Uniti. Tra gli obiettivi colpiti, piste, velivoli e zone di rifornimento. Sarebbero rimasti uccisi 4 militari siriani, secondo l'osservatorio siriano per i diritti umani (osdh), ong che si basa sulle testimonianze dirette dalle varie regioni siriane.

Le indiscrezioni relative all'attacco avevano iniziato a circolare giovedì sera, quando era trapelata l'indiscrezione che il Pentagono stesse studiando i piani per un intervento militare in Siria. L'opzione scelta da Trump - un attacco mirato da una portaerei - è secondo gli esperti Usa la più restrittiva fra quelle che gli aveva messo sul tavolo il segretario alla Difesa Jim Mattis. Il Pentagono, infatti, temeva che l'uso di aerei avrebbe fatto scattare la contraerea e l'aviazione russa. Le polemiche, comunque, sono destinate a montare: Trump è intervenuto senza chiedere l'autorizzazione del Congresso, una possibilità prevista dall'11 settembre in poi ma, nella questione, molto irrituale. 

Ristoratore pubblica la foto del ladro Adesso è lui nei guai: che cosa rischia

Desio, ristoratore viene derubato e pubblica la foto del rapinatore su Facebook




È stato derubato ed ora rischia la denuncia per divulgazioni di immagini relative all'attività di indagine. Si tratta di un ristoratore di Desio, Nicola Viganò, che nel tardo pomeriggio della giornata di ieri ha pubblicato sul suo profilo Facebook il volto del ladro che è entrato nel suo ristorante, lo Shabu. La foto era accompagnata da un commento: “Se qualcuno dovesse conoscere questo gentiluomo che la scorsa notte si è introdotto nel nostro ristorante, potreste avvisarlo che ha fatto un errore più grande di lui? Tolleranza zero per chi entra in casa nostra!”. Il web si è subito scatenato con commenti “giustizialisti”, ma le forze dell’ordine gli hanno chiesto di togliere le immagini dalla sua pagina.
Come riporta La Repubblica, subito dopo la rapina, durante la quale 300 euro sono spariti dal registratore di cassa, il ristoratore è andato dai carabinieri per sporgere denuncia facendo così partire le indagini, basate soprattutto sul filmato delle telecamere a circuito chiuso del locale, grazie alle quali sarà possibile identificare il rapinatore. Il titolare del ristorante, però, tornato a casa, ha estratto alcune immagini dal video di sorveglianza e senza oscurare il volto, le ha pubblicate. Purtroppo, ora rischia la denuncia, ma non solo perché, a causa del suo gesto, il rapinatore potrebbe modificare il suo look per rendersi irriconoscibile. 

L'Italia risarcisce le vittime di Bolzaneto G8, quanti soldi si intascano gli attivisti

G8 di Genova, il governo italiano patteggia con le vittime di Bolzaneto



Il governo italiano ha deciso di patteggiare, riconoscendo i propri torti, nei confronti di sei cittadini che hanno subito violenze di Bolzaneto, a Genova, il 21 e 22 luglio del 2001, durante il G8 di Genova. Il caso era arrivato alla Corte europea dei diritti umani che ora, preso atto della risoluzione amichevole tra le parti, ha deciso di chiudere il procedimento. Il governo dovrà risarcire le sei vittime per danni morali e materiali, oltre che per le spese processuali, circa 45 mila euro ciascuno.