Visualizzazioni totali

venerdì 7 aprile 2017

Ristoratore pubblica la foto del ladro Adesso è lui nei guai: che cosa rischia

Desio, ristoratore viene derubato e pubblica la foto del rapinatore su Facebook




È stato derubato ed ora rischia la denuncia per divulgazioni di immagini relative all'attività di indagine. Si tratta di un ristoratore di Desio, Nicola Viganò, che nel tardo pomeriggio della giornata di ieri ha pubblicato sul suo profilo Facebook il volto del ladro che è entrato nel suo ristorante, lo Shabu. La foto era accompagnata da un commento: “Se qualcuno dovesse conoscere questo gentiluomo che la scorsa notte si è introdotto nel nostro ristorante, potreste avvisarlo che ha fatto un errore più grande di lui? Tolleranza zero per chi entra in casa nostra!”. Il web si è subito scatenato con commenti “giustizialisti”, ma le forze dell’ordine gli hanno chiesto di togliere le immagini dalla sua pagina.
Come riporta La Repubblica, subito dopo la rapina, durante la quale 300 euro sono spariti dal registratore di cassa, il ristoratore è andato dai carabinieri per sporgere denuncia facendo così partire le indagini, basate soprattutto sul filmato delle telecamere a circuito chiuso del locale, grazie alle quali sarà possibile identificare il rapinatore. Il titolare del ristorante, però, tornato a casa, ha estratto alcune immagini dal video di sorveglianza e senza oscurare il volto, le ha pubblicate. Purtroppo, ora rischia la denuncia, ma non solo perché, a causa del suo gesto, il rapinatore potrebbe modificare il suo look per rendersi irriconoscibile. 

L'Italia risarcisce le vittime di Bolzaneto G8, quanti soldi si intascano gli attivisti

G8 di Genova, il governo italiano patteggia con le vittime di Bolzaneto



Il governo italiano ha deciso di patteggiare, riconoscendo i propri torti, nei confronti di sei cittadini che hanno subito violenze di Bolzaneto, a Genova, il 21 e 22 luglio del 2001, durante il G8 di Genova. Il caso era arrivato alla Corte europea dei diritti umani che ora, preso atto della risoluzione amichevole tra le parti, ha deciso di chiudere il procedimento. Il governo dovrà risarcire le sei vittime per danni morali e materiali, oltre che per le spese processuali, circa 45 mila euro ciascuno.

"Sappiamo chi è stato a usare il gas" Trump è pronto all'attacco in Siria

Siria, Donald Trump pensa all'azione militare




Il presidente americano Donald Trump è rimasto così sconvolto dall'attacco con gas nella provincia di Idlib che ha causato 86 morti, di cui ritiene responsabile il regime di Bashar Assad, che sta valutando concretamente l'ipotesi di un intervento militare in Siria, oltre ai raid aerei già condotti dalla colazione internazionale in da oltre due anni. Lo riferisce la Cnn citando una fonte militare secondo il quale Trump ne avrebbe parlato con alcuni membri del Congresso.

L'azione militare - Trump, specifica Cnn, non ha ancora deciso di procedere, ma ne sta discutendo con il ministro della Difesa, il generale in congedo James Mattis, del cui giudizio si fida ciecamente. Tra le ipotesi quella di bombardare il restante arsenale di armi chimiche di Assad (che in teoria Damasco avrebbe ceduto tutte nel 2013 per scongiurare i raid aerei minacciati da Barack Obama). Secondo i media Usa, il Pentagono nelle ultime ore ha presentato al presidente i piani per l'intervento militare.

Scopri The Host

Con Leroy Merlin è facile trasformare la tua casa nella casa che tutti vorranno affittare.

Italiana, 29 anni, verso la galera:  il traffico con gli "amici" immigrati

Francesca Peirotti, traffico di immigrati tra l'Italia e la Francia: rischia la galera



Francesca Peirotti, 29 anni, originaria della provincia di Cuneo, è sotto processo in Francia per aver facilitato l’ingresso, il soggiorno e la circolazione di migranti irregolari tra Ventimiglia e il paese transalpino. Non è la sola: c’è anche Herrou, un contadino di Breil-sur-Roya, rappresentate dei migranti che hanno bisogno di aiuto nella valle tra le montagne di Francia e Italia. Alla sbarra, insieme.

Francesca è stata arrestata l’8 novembre sulla A8, all'altezza di Mentone, mentre stava trasportando sette eritrei e un cittadino del Ciad su un furgoncino bianco. Quando martedì si è presentata in tribunale a Nizza aveva una sola idea: non parlare. Ma non è riuscita a tacere quando, di fronte alle obiezioni del suo avvocato sull'emergenza umanitaria, il procuratore ha alzato le spalle: "Io non vedo la frontiera perché non esiste e quindi non c’è nessuna illegalità in quel che faccio - ha tuonato Francesca -. Quand'ero piccola ci passavo sempre d’estate con la mia famiglia e nessuno mi ha mai fermata. Quello è solo un filtro ingiusto e disumano per le persone di colore, così almeno diciamo le cose come stanno". La passionaria, insomma, vuole l'abolizione dei confini. L'emergenza terrorismo e i flussi incontrollati di migranti sarebbero "dettagli" da trascurare. Risultato? Il procuratore ha chiesto per Francesca otto mesi di carcere più due anni di interdizione dalla Francia, mentre Herrou se l'è cavata con una multa.

Scopri The Host

Con Leroy Merlin è facile trasformare la tua casa nella casa che tutti vorranno affittare.

Alfano caccia dal partito il ribelle:  la mossa per salvare Gentiloni


Caso Torrisi, Angelino Alfano lo espelle dal partito




Fino a 48 ore fa il suo non era certo uno dei nomi più conosciuti della politica italiana. Anzi. Ma da ieri, Salvatore Torrisi è diventato il caso per autonomasia nei palazzi del potere. Perchè su di lui sono arrivati i voti di tutti i partiti (eccezion fatta per il Pd e Ap) nella scelta del presidente della commissione Affari costituzionali. Per la cronaca: quella da cui dovrà passare la riforma della legge elettorale. E dove non doveva finire Torrisi, ma uno del Pd.

Fuoco e fiamme, del partito di Renzi, appelli a Gentiloni e Mattarella, minacce di crisi. Perchè Torrisi, appena eletto, ha fatto sapere che lui col cavolo che si sarebbe dimesso. Angelino Alfano, il capo di Ap (ex Ncd), ha cercato di trarsi d'impaccio minacciando Torrisi di espulsione dal partito. E oggi, di fronte alle "spallucce" del ribelle, ha annunciato che Torrisi non fa più parte del suo partito. "Prendo atto della scelta del senatore Torrisi. Amen. Ha scelto la sua strada. La nostra è diversa: il senatore Torrisi non rappresenta Ap al vertice della commissione Affari costituzionali" ha spiegato il ministro degli Esteri. "Sono preoccupato per Alfano. Manco il partito comunista sovietico faceva queste cose - ha aggiunto - Se mi fossi dimesso ieri, oggi non saremmo riusciti a chiudere la discussione generale sul decreto sicurezza e a fissare il termine per gli emendamenti. Io lavoro per le istituzioni".


QUESTIONI DI STATO Toh, il figlio di Mattarella:  sapete che nuovo lavoro farà?

Sergio Mattarella, al figlio Giorgio un incarico dalla British American Tobacco



La British American Tobacco ha commissionato a Bernardo Giorgio Mattarella, figlio del Presidente della Repubblica, un parere legale spedito al ministero del Tesoro. Da diversi giorni, riporta il Fatto quotidiano, i tecnici di Pier Carlo Padoan stanno lavorando per definire l'eventuale aumento di accise sulle sigarette, uno dei provvedimenti immaginati dal governo per la manovra correttiva da 3,4 miliardi di euro chiesta da Bruxelles.

La relazione di Mattarella Jr è datata 5 ottobre, appena tre giorni dopo aver lasciato il ministero della Funzione pubblica di Marianna Madia dove era stato capo dell'ufficio legislativo. Dal 4 ottobre è stato consulente di quel ministero fino a marzo e a titolo gratuito.

Mattarella Jr ha prodotto il parere come "Ordinario di Diritto amministrativo alla Luiss" richiesto dalla Bat per interpretare alcuni commi del decreto legislativo 188 del 2014. Quel testo ha regolamentato la disciplina fiscale dei tabacchi, fissando tre imposte: una uguale per tutti, il carico fiscale minimo e due proporzionali al prezzo, l'accisa e l'aliquota. Il nodo che interessa la Bat riguarda più la quota fissa che, se alzata andrebbe a colpire più i propri prodotti, rispetto agli altri di fascia alta. Secondo il decreto, il ministero potrebbe impostare le tariffe senza limiti e come meglio crede. Secondo invece il parere prodotto da Mattarella Jr, valgono i limiti di 5 euro al chilo, se poi il ministero vuole aumentare le imposte, deve ricorrere a una legge ad hoc, complicando la procedura.

Quel che apre dubbi sull'incarico da 3500 euro (che comprende una consulenza più ampia) al figlio maggiore del Presidente è la cronologia degli eventi. Secondo la Bat, riporta il Fatto, l'incarico per il professor Mattarella è stato conferito il 28 settembre "a valersi con efficacia dal primo ottobre", quando ancora ricopriva il suo ruolo al ministero

Ratzinger, bomba del fedelissimo:  "Il Papa e il suo segreto sull'islam"

L'esperto speciale di Ratzinger sull'islam: "Il papa non sa niente di musulmani"



In tanti dentro e fuori il Vaticano hanno sollevato dubbi sull'opportunità del prossimo viaggio di Papa Francesco in Egitto. In pochi però possono parlare liberamente e con grande conoscenza del mondo islamico come padre Samir Khalil Samir, nato al Cairo, islamologo, gesuita, docente al pontificio istituto orientale e già consigliere speciale di Benedetto XVI sull'Islam. Ed è proprio lui a bacchettare il Papa che "non conosce l'Islam".

A più riprese Bergoglio ha sostenuto quanto l'islamismo sia una religione di pace, sul Giorno padre Samir ribadisce quanto il Papa si sbagli: "Questo è un errore, sicuramente in molti musulmani c'è volontà di pace, ma non posso leggere il Corano e pretendere che sia un libro il cui orientamento è la pace. E neppure la Sunna, il libro dei detti e delle gesta di Maometto".

NX Hybrid ICON. Padrone della scena.

Oggi a 39.500 euro con sedili in pelle Tahara, Cruise Control, Lexus Parking System, trazione integrale e cambio automatico. Lasciati catturare.

Nel suo viaggio al Cairo, Bergoglio incontrerà l'imam di Al-Azhar, una università confessionale che è anche il più grande centro teologico dell'islam sunnita. Non un posto a caso e non un uomo qualunque, ricorda padre Samir: "Quell'imam aveva interroto il dialogo con il Vaticano per sei anni con motivazioni ridicole. Per due volte emissari della Santa Sede non erano stati neanche ricevuti. Grazie all'atteggiamento aperto di Bergoglio, l'imam ha cambiato le sue posizioni e ore è pronto ad accoglierlo al Cairo".

Padre Samir non nega che il dovere del Papa sia cercare il dialogo con il mondo islamico. È anche vero però che parlare con l'imam di al-Azhar non servirà a moltissimo: "Il grande problema oggi dell'islam è proprio la divisione tra sunniti e sciiti. Inoltre al-Azhar non è un'università generalista, ma un centro teologico e di diritto islamico con un insegnamento che si limita alla lettera dei testi senza analisi critica e un'interpretazione aggiornata. Su molte cose è ferma a concetti medievali".

Papa Francesco e padre Samir hanno anche avuto un breve faccia a faccia, Bergoglio ha provato a spiegare le sure ragioni: "dovute alla riconciliazione con lui dopo la rottura dei rapporti innescata dal discorso sull'islam a Ratisbona di Joseph Ratzinger. Questo è necessario - dice padre Samir - è vero ma penso anche che lui non sa molto dell'islam né di al-Azhar e proietta su di loro dei buoni intenti".