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lunedì 3 aprile 2017

"Lui vuole uccidermi e nessuno mi aiuta" Ridotta così dal suo ex, ora torna l'incubo

Sta per tornare libero lo stalker: "Vuole uccidermi e non interessa a nessuno"



Era riuscita a fare arrestare il suo ex compagno dopo che l'aveva sequestrata e quasi ammazzata. Lidia Vivoli, 45 anni, ex hostess Windjet, non è riuscita a scacciare del tutto dalla sua vita l'incubo che lui possa tornare a tormentarla. "Me l'ha giurata - ha detto al Corriere della sera - Lui non si rassegna, non si è mai rassegnato. Mi ha detto in faccia che appena fuori me la farà pagare".

Nel frattempo la donna si è rifatta una vita con un nuovo compagno ed è diventata mamma di due gemelli di un anno. Vive a Bagheria, il suo ex compagno a Terrasini, lontano appena 50 chilometri: "Cinque mesi dopo l'arresto, ottenne i domiciliari, cominciò a mandarmi messaggi su Facebook. Un giorno me lo ritrovai davanti. Mi disse che voleva tornare da me, che lo stavo rovinando, che me l'avrebbe fatta pagare".
Cinque anni fa Lidia aveva visto la morte in faccia. Era il 25 giugno 2012 quando una scenata di gelosia dell'uomo è degenerata in un delirio di violenza: "Ogni appuntamento pensava che celasse un tradimento. Poi no lavorava e praticamente ero io a mantenerlo. Quella notte, dopo l'ennesima discussione, andò in bagno e qualche minuto dopo tornò con una padella di ghisa. Cominciò a colpirmi fino a rompermela in testa. Poi afferrò le forbici e mi colpì al ventre e alla coscia. Lottai - ha raccontato Lidia - cercai di resistere, ma lui mi tenne immobilizzata per tre ore. Mi liberò solo con la promesse che non lo avrei denunciato". Fermato dai carabinieri il giorno dopo, l'uomo ha potuto patteggiare, riducendo notevolmente la pena da scontare. "La sua pena teoricamente finisce a novembre - ha ricordato Lidia - Considerando però i premi di 45 giorni ogni sei mesi e una probabile penalizzazione per una evasione dai domiciliari, prevedo che torni libero tra maggio e luglio. Se domani lui mi ammazza non cambierà nulla. Nessuno si preoccuperà della mia famiglia, degli orfani. Qualche articolo sui giornali, dichiarazioni di circostanza e poi tutto come prima".

Il barista ammazzato a Bologna  Clamoroso: "Chi è il sospetto killer"

Budrio, per l'omicidio del barista Davide Fabbri è ricercato un ex militare dell'Est Europa: è altamente addestrato



È ancora in fuga il killer di Budrio, l'uomo che ha sparato al petto al barista Davide Fabbri, che domenica ha provato a reagire a un tentativo di rapina, perdendo la vita davanti alla moglie. E da fonti vicine all'indagine trapela che il ricercato sarebbe un militare dell'Est Europa, un uomo dunque altamente addestrato, il che spiegherebbe le testimonianze, della moglie e dei clienti, che riferiscono come abbia agito con assoluta efferatezza, in modo quasi automatico. L'uomo era già ricercato dalla procura di Ferrara per altri episodi violenti: la foto del militare è sui cruscotti di tutte le auto delle forze dell'ordine. Potrebbe dunque essere lui il responsabile dell'omicidio, nonché di altre rapine commesse con modalità violente nella provincia ferrarese. Fabbri è stato ammazzato con una pistola Smith & Wesson 9x21, arma rubata a una guardia giurata a Consandolo: tra i reati che potrebbero essere contestati all'uomo in fuga, dunque, c'è anche questo. Inoltre, ora spuntano anche testimonianze di cittadini che, nei giorni scorsi, avevano notato una persona con fucile a tracolla (quello utilizzato nella rapina prima che il barista reagisse) e un giubbotto militare che girava in bicicletta nelle zone di pianura al confine tra le pianure di Bologna e Ferrara: si ipotizzava che si trattasse di un cacciatore, ma ora non si esclude che possa trattarsi del killer.

TRUMP, BOMBE DI NOTTE  L'arma che scatena l'inferno:  è quasi guerra. E la Cina...

Donald Trump alla Cina: "Pronti a risolvere la questione Corea del Nord anche da soli". E a Seul arrivano i super-droni



Donald Trump chiederà al presidente cinese Xi Jinping di "aiutare gli Stati Uniti" a fermare la minaccia nucleare della Corea del Nord. "Se la Cina non risolverà il problema, lo faremo noi. Da soli". Queste le parole di The Donald nell'intervista pubblicata dal Financial Times. Ma queste poche parole sono sufficienti per segnare una svolta importante, in vista del summit del 6 e 7 aprile con il numero uno cinese, nel resort di Mar-a-Lago, in Florida. Già il 16 marzo il segretario di Stato a stelle e strisce, Rex Tillerson aveva dichiarato: "Nei confronti della Corea del Nord tutte le opzioni, inclusa quella militare, sono sul tavolo". La possibilità di un attacco americano al regime di Pyongyang, insomma, si fa sempre più concreta. "Ho grande rispetto per Xi Jinping. Ho grande rispetto per la Cina. Non sarei per niente sorpreso se riuscissimo a fare qualcosa di molto importante e di molto buono per i nostri Paesi", ha aggiunto Trump al Ft.

A far crescere in modo esponenziale le tensioni tra Usa e Corea del Nord, le recenti esercitazioni del regime di Kim-Jong un e il lancio di missili verso il Giappone. In questo contesto, continuano e si intensificano le operazioni congiunte di coreani e statunitensi, che per la prima volta hanno impiegato anche i Navy Seals, i militari d'eccellenza che si occuparono anche del raid in cui fu ucciso Osama Bin Laden. Ma non è tutto. Proprio in Corea del Sud è arrivato il Gray Eagle Unmanned Aerial System, ossia una flotta di super-droni in grado di volare dal Paese fino alla basi della Corea del Nord, per bombardarle e distruggerle, plausibilmente nel cuore della notte. Il dispiegamento di queste unità era prevista unicamente per i piani di guerra: altro indizio del fatto che quando Trump e la sua amministrazione parlano di "opzione militare" non stanno scherzando, affatto. Con o senza l'aiuto della Cina.

Sergio Mei: “qui non si improvvisa in cucina devi sapere quel che fai”

Sergio Mei: “qui non si improvvisa in cucina devi sapere quel che fai”


a cura di Matilde Scuderi



È arrivato il momento di conoscere uno dei presidenti del nostro 'Tribunale del gusto': è attualmente chef consultant e collaboratore di FeelingFood Milano ed è stato executive chef del prestigioso hotel Four Seasons di Milano dal 1994 a gennaio 2015. Nella sua lunga carriera ha insegnato in Francia, ha scritto diversi libri e ha avuto modo di acquisire una sapienza nell'arte culinaria che ben pochi possono vantare. Di chi stiamo parlando? Del maestro Sergio Mei ovviamente!

Come è iniziata la sua carriera di chef?

A 9/10 anni non mi piaceva molto la scuola, preferivo andare nei boschi a imparare altre cose, come accendere il fuoco, pescare, procurarsi la selvaggina, conoscere le erbe e così via. In questo modo ho iniziato a scoprire le materie prime. Poi devo molto a mio padre, che, anche se faceva un altro lavoro, faceva il pane in casa e cucinava benissimo. Credo che la cosa che davvero mi ha portato a diventare chef, la vera radice di tutto, sia la passione. La passione è alla base di qualsiasi mestiere, se poi uno è fortunato e riesce a lavorare con ciò che lo appassiona allora il gioco è fatto. Io rientro tra i fortunati che ci sono riusciti. Ecco, mio padre aveva una vera passione per la cucina, infatti a lui ho dedicato un libro, 'A legna e carbone', chi ha voglia di conoscere il resto della mia storia può trovarlo lì.

Quali sono i suoi consigli per i lettori che intendono cimentarsi ai fornelli?

Personalmente amo la cucina che ha dietro di sè un senso, una storia, quindi amo la cucina mediterranea. Quello che è importante, fondamentale anzi, e che quando si va a preparare una ricetta si sappia ciò che si sta facendo in quel momento e che non si improvvisi: senza un ragionamento dietro, cucinare sarebbe come usare colori su una tela in modo casuale o cercare di suonare un pianoforte senza saper leggere lo spartito. Occorre insomma conoscere i prodotti e rispettarli, perché è più semplice rovinare un grande prodotto che rendere buona una materia prima di scarsa qualità. La conoscenza in questo campo si ottiene con l'esperienza, anche una ricetta apparentemente semplice come il purè di patate può ingannarti la prima volta che la fai: magari la prepari con il minipimer e ti ritrovi una colla invece che un purè. Ma già la seconda volta, avrai fatto tesoro dell'esperienza precedente e con il tempo potrai fare un purè degno di un vero chef. I miei consigli insomma sono rispettare il prodotto e le sue caratteristiche, senza fare abbinamenti casuali, e non fare mai il passo più lungo della gamba: ci vuole allenamento e pazienza. E in cucina quando accendi il fuoco devi sapere già cosa succederà.

'Re.agire': veterinari e allevatori uscire dall’emergenza terremoto

Re.agire: veterinari e allevatori uscire dall’emergenza terremoto


La presentazione del progetto "Re.agire"

Un periodo durissimo e difficile è quello che stanno vivendo da alcuni mesi veterinari e allevatori di Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo, le regioni del centro Italia colpite al cuore dalle innumerevoli scosse che si sono susseguite dopo il primo violento sisma del 24 agosto 2016. Secondo le stime di Coldiretti sono più di 25 mila le aziende agricole e le stalle coinvolte in 131 Comuni, oltre 10 mila gli animali morti o feriti per i crolli, lo stress e il freddo, decine e decine i casi di aborti e malattie infettive segnalati, ridotta del 30 per cento la produzione di latte e ad oggi l’85 per cento degli animali sopravvissuti non ha ancora un ricovero stabile. Una drammatica calamità produttiva, economica e medico-veterinaria per terre, come queste, a forte vocazione agricola e zootecnica. E l’emergenza non è finita. Per questo scendono in campo l’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (Anmvi) e Zoetis, azienda con 60 anni di esperienza nel settore veterinario, con Re.agire, un progetto strutturato e organizzato, che prevede l’organizzazione di una Task Force e diverse iniziative concrete a supporto dei veterinari e degli allevatori delle zone terremotate, tra cui: fornitura di farmaci e prodotti veterinari per migliorare lo stato sanitario degli animali; screening sierologici e batteriologici per gli animali degli allevamenti individuati; un servizio di consulenza affidato ai tecnici Zoetis nell’ambito della fertilità e qualità del latte; alimentazione e nutrizione animale.
Il progetto Re.agire è stato presentato ieri, con il patrocinio del Ministero della Salute, nell’ambito della Fiera nazionale AgriUmbria, la più importante vetrina italiana su agricoltura e zootecnia, con 70mila metri quadri e oltre 500 espositori. «Siamo particolarmente grati all’Associazione Nazionale Medici Veterinari e alla Zoetis per questo progetto a sostegno degli allevatori e dei veterinari delle zone colpite dal terremoto. Un aiuto importante - sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura, Fernanda Cecchini - che si unisce all’impegno della Regione Umbria, di tutte le Istituzioni, delle organizzazioni agricole, di tantissimi volontari con l’obiettivo comune di garantire la continuità produttiva e ridare slancio alla zootecnia, spina dorsale dell’economia e dello sviluppo rurale della Valnerina e della fascia appenninica. In Umbria, che ha pagato il tributo meno pesante in termini di capi di bestiame morti o feriti a causa dal terremoto, abbiamo operato fin dall’inizio per assicurare le condizioni più adeguate di vita e lavoro per gli allevatori, operando allo stesso tempo per la salute e il benessere degli animali, a garanzia anche della qualità delle produzioni. La Regione Umbria investe e crede nella zootecnia: si è dotata di un Piano regionale per la sua crescita sostenibile, con regole e strumenti; ha destinato una specifica misura del Programma di sviluppo rurale al benessere animale, con risorse che sono in pagamento non solo per le imprese del ‘cratere’ del terremoto, ma di tutta l’Umbria. Grazie, dunque, ad Anmvi e Zoetis che con grande generosità mettono a disposizione competenze, professionalità, esperienza per aiutarci nella ricostruzione».

Gli allevamenti, piccoli e grandi, rappresentano la principale fonte di guadagno e di sopravvivenza per gli allevatori di queste zone: la maggior parte delle stalle, dei fienili e dei macchinari per la mungitura è stata devastata dal sisma, che ha avuto un impatto drammatico sulle famiglie degli allevatori, sul bestiame impaurito e indebolito e sui medici veterinari, e gran parte del lavoro per l’impossibilità a raggiungere gli animali. «A sette mesi dalla prima forte scossa siamo ancora in una fase fortemente critica per gli animali, la veterinaria, gli allevamenti e per tutto il tessuto economico-produttivo di queste Regioni - dichiara Marco Melosi, presidente nazionale Anmvi - gli eventi sismici causano decessi, danni strutturali e infrastrutturali che si ripercuotono sulla consistenza demografica degli animali allevati e sul benessere di quelli sopravvissuti. Oltre alle morti avvenute sotto i crolli, sono state distrutte le stalle e i ricoveri, le apparecchiature per la mungitura e la raccolta del latte, i fienili. È stato ed è ancora un periodo molto duro e difficile per gli allevatori, per gli animali costretti a vivere all’aperto o ricoverati in condizioni precarie. Con il progetto Re.agire, Zoetis ci ha dato l’opportunità di andare avanti con una iniziativa che va esattamente nella direzione che abbiamo intrapreso e auspicato: portare aiuti concreti ai veterinari, agli allevatori e ai loro animali. Siamo orgogliosi di condividere un progetto virtuoso come questo e metteremo a disposizione tutta la nostra esperienza e organizzazione».

Grazie alla collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico di Umbria e Marche, è stato possibile individuare le aree di salute veterinaria che sono state più compromesse dagli effetti congiunti delle scosse e del maltempo in seguito al terremoto e sulle quali si concentreranno le attività della Task Force. «L’obiettivo è quello di fornire un servizio diagnostico, di supporto ai problemi sanitari e gestionali delle aziende come aiuto pratico ai veterinari e agli allevatori - spiega Fausto Toni, National Technical Manager Livestock Zoetis - in alcune aree specifiche, come ad esempio il controllo qualità del latte e la diagnostica delle mastiti bovine, saranno messi a punto, assieme ai veterinari di zona, dei protocolli che aiuteranno gli allevatori ad individuare e gestire i problemi quotidiani di salute degli animali da reddito, individuando le soluzioni dal punto di vista sanitario». Zoetis, impegnata nella ricerca, nello sviluppo, nella produzione e nella commercializzazione di un portafoglio diversificato di farmaci e vaccini per uso veterinario per soddisfare le necessità quotidiane di veterinari, allevatori e proprietari di animali da compagnia, ha un’esperienza maturata in oltre 60 anni di attività, rivolta esclusivamente alla salute animale. Ma ha anche una forte impronta etica e sociale, come testimoniato dalle diverse iniziative di Responsabilità Sociale messe in campo, delle quali il progetto Re.agire è solo l’ultima in ordine temporale.

«Il terremoto nel Centro Italia è una vera e propria emergenza medico-veterinaria, davanti alla quale Zoetis non poteva rimanere indifferente, collaborando continuamente con i veterinari sul territorio e avendo a cuore la salute degli animali - dichiara Elisabetta Calvi, direttore Comunicazione Zoetis Italia - Re.agire è un progetto di cui andiamo molto fieri e che rientra nell’ambito della responsabilità sociale che è uno dei pilastri della nostra azienda. Già nei mesi scorsi abbiamo cercato di dare un contributo alla causa delle popolazioni colpite dal sisma: prima supportando l’Addestramento Cani Da Catastrofe Onlus (Acdc) nella creazione del primo campo macerie coperto d’Italia per addestrare le unità cinofile di soccorso; poi con il ‘Natale solidale’, acquistando prodotti alimentari dalle attività produttive delle zone terremotate e devolvendoli alla Comunità di Sant’Egidio per la preparazione dei pasti distribuiti a senzatetto e persone disagiate». Il progetto Re.agire sarà accanto agli allevatori, agli animali da reddito e ai veterinari dei territori devastati dal sisma per oltre un anno. Al termine dell’iniziativa verranno raccolti i dati e i risultati saranno presentati alle Istituzioni e ai cittadini.

Salvini-Meloni boom, fondono i partiti?  Quella voce clamorosa: "C'è il simbolo"

Salvini-Meloni verso la lista unica: c'è già il simbolo




Una lista unica Lega Nord e Fratelli d'Italia tenta i due leader Matteo Salvini e Giorgia Meloni che stanno pensando a una fusione tra i due partiti in vista delle elezioni politiche. Ci sarebbe già una bozza di simbolo, che contiene entrambi i cognomi e un richiamo al tricolore. Secondo un retroscena svelato dal Giornale verrebbero eliminati i simboli di Fdi e Lega per il voto nazionale puntando così al Nord su Salvini e al Sud su Meloni. 

Dietro alla fusione ci sarebbe la possibilità di eleggere, in assenza di una modifica all'attuale legge elettorale alla Camera (Italicum modificato dalla sentenza della Corte Costituzionale), i 100 capilista in tutti i collegi. Tradotto in seggi parlamentari, il piano di Meloni e Salvini punta alla scelta diretta di 100 deputati. Del resto i sondaggi danno la Lega tra il 12 e il 14 per cento e Fratelli d'Italia tra il 4 e 5 per cento: una lista Meloni-Salvini farebbe sbarcare in Parlamento una pattuglia di 115/120 deputati.

Un orto più rigoglioso


I consigli per una coltivazione domestica 
L'operazione è appena cominciata, ma l'intesa politica è ormai consolidata: "Basta ambiguità. Le condizioni che Fratelli d'Italia pone alla base di qualsiasi alleanza sono tre: chiarezza sui contenuti, a partire dal rapporto con l'Europa fino alla difesa dei nostri confini dall'immigrazione incontrollata e alla tutela dei nostri lavoratori dalla globalizzazione senza regole, dalla difesa dei nostri cittadini e delle nostre imprese soffocati dalle tasse alla valorizzazione della famiglia; primarie per far scegliere agli italiani il portabandiera; una clausola anti-inciucio, cioè l' impegno di tutti i partiti che fanno parte della coalizione a non fare mai accordi col Pd", scrive Meloni su Facebook. E Salvini affonda Silvio Berlusconi commentando la sua partecipazione al congresso del Ppe a Malta: "Merkel in questo momento per l' Italia rappresenta disoccupazione e immigrazione fuori controllo, quindi qualcuno dovrà scegliere con i tempi che riterrà opportuno se il futuro passa dalla Lega, dai popoli, dagli italiani, opporre dalla Merkel, dalla Bce, da Strasburgo".

Matteo Renzi si riprende il Pd, la scalata:  Orlando-Emiliano umiliati al primo voto

Pd, il voto nei circoli riconferma Renzi: doppiato Andrea Orlando, Emiliano al 5%



In attesa delle primarie aperte a tutti, fissate in calendario per il 30 aprile, Matteo Renzi inizia la sua nuova scalata ai vertici del Partito democratico. I primi risultati del voto nei circoli Pd parlano chiaro e lo riconfermerebbero segretario senza troppi dubbi, con una forbice tra il 60 e il 69% dei consensi. Doppiato il ministro della Giustizia, l'altro candidato Andrea Orlando, che sarebbe tra il 25 e il 30%, mentre il terzo in corsa, il governatore della Puglia Michele Emiliano, si fermerebbe tra il 5 e l'8%. O comunque sopra la soglia del 5% richiesto per la partecipazione alle primarie vere e proprie.