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martedì 21 marzo 2017

"Arrestate Tulliani": Fini, hai capito? Così il cognatino sfugge alle manette

Fini, altra batosta: ordine d'arresto per il cognato Giancarlo Tulliani




Un'ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata firmata dal gip Simonetta D'Alessandro nei confronti di Giancarlo Tulliani per il reato di riciclaggio nell'ambito dell'inchiesta sui rapporti (ritenuti illeciti) della famiglia con il re delle slot Francesco Corallo. Il genero dell'ex presidente della Camera Gianfranco Fini, anche lui indagato per lo stesso reato, è risultato però irreperibile: è residente da tempo nel Dubai e il provvedimento restrittivo, sollecitato dal pm Barbara Sargenti e dall'aggiunto Michele Prestipino, non è stato eseguito. 

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Lele Mora ha deciso: scende in politica Il nome del suo movimento (e chi c'è)

"Ricomincio dalla politica: è già pronto un movimento"




Lele Mora, ex agente dello spettacolo condannato per evasione fiscale, bancarotta fraudolenta e favoreggiamento della prostituzione, ha scontato la sua pena in carcere ed ora vuole ricominciare, ma lontano dal mondo dello spettacolo. Ai microfoni di Radio Cusano Campus ha raccontato di come nell’ultimo periodo il gossip sia morto e di come tante persone abbiano cercato di prendere il suo posto durante la sua assenza. “Tutti si spacciavano per nuovi Lele Mora, ma erano autisti o orfani di Lele Mora che provavano ad imitarmi, ma in realtà non hanno combinato nulla. Fare l'agente non è una cosa semplice: creare un artista, farlo diventare un personaggio è un lavoro vero, che non si improvvisa", ha spiegato Mora.

E adesso, scendere in politica è il suo nuovo obiettivo. Mora ha rivelato di aver già pronto un movimento tutto suo. "Non voglio candidarmi, neanche potrei essendo residente in Svizzera. Ho già programmato un movimento che scenderà in campo tra un po', con persone meravigliose. Ho voluto tutti giovani affianco a me, con meno di 40 anni e tutti laureati. Il movimento si chiamerà Libertà e Onestà e punterà ad aiutare chi ha bisogno. Siamo un Paese alla disperazione. Il movimento che farò io darà una casa a tutti, da mangiare bene per tutti, una pensione uguale per tutti, di almeno mille euro".


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Legge Grillo: "Non sei d'accordo? Vattene" Poi la mossa: chi incontra dopo il diktat

Grillo si pappa il M5S: "Chi non è d'accordo con me si faccia un altro partito"



"Occorre intendersi su cosa sia la democrazia perché una democrazia senza regole non è democrazia. Noi abbiamo le nostre regole e io da garante le faccio rispettare. Chi non è d'accordo si faccia un altro partito". Dopo il caso Genova (con il candidato sindaco imposto d'imperio dopo che era stato sconfitto nella prima tornata) Beppe Grillo ribadisce chiaramente, senza giri di parole, chi comanda dentro il Movimento 5 Stelle. Lui. Il comico-guru e i grillini più osservanti lo chiamano garante, gli altri (dal Pd a Forza Italia) ironizzano definendolo "monarca" o "marchese" (quello del Io so' io e voi nun siete un cazzo, ricordate Alberto Sordi?) ma la sostanza non cambia. E forse non è un caso che nella giornata che cambia per sempre il Dna del Movimento, nato dal basso e ora in potestà esclusiva dei suoi vertici, Grillo in trasferta alla Camera abbia incontrato i suoi esponenti più fidati. Prima Alessandro Di Battista, durante un convengo sull'acqua pubblica a Montecitorio, salutato con un abbraccio e qualche pacca sulla spalla per allontanare polemiche e presunti malumori (Di Battista era stato uno dei pochi a lamentarsi per la gestione del pasticcio genovese). Poi Luigi Di Maio, il candidato premier dei 5 Stelle e lui sì invece favorevole alla scelta di Grillo di annullare la vittoria di Marika Cassimatis alle comunarie genovesi: "Meglio allontanare certe persone prima di trovarcele al gruppo Misto dopo", ha sottolineato il vicepresidente della Camera.


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Dieci trappole nei conti correnti: la verità che non vi dice la banca

Le dieci trappole nei conti correnti. La verità che non vi dice la banca


di Giulia Cazzaniga



Se firmate ad occhi chiusi quelle clausole scritte in piccolo, rischiate di finire nella trappola. Imbracciate una lente di ingrandimento e leggete con attenzione. È l'unica arma contro la fregatura in agguato, se dovete sottoscrivere un contratto di una banca o di una finanziaria. Godete di un diritto fondamentale: il cliente può «portare con sé una copia di documenti importanti per comprendere le caratteristiche dell'operazione, dopo averla richiesta». Così scrive Banca d'Italia e prevede il testo unico bancario, quindi non lasciatevi mettere fretta per firmare. Ecco dieci clausole tra le tante a cui prestare particolare attenzione.

1. CLAUSOLA FLOOR
Se stipulate un mutuo a tasso variabile, occhio alle clausole "floor": «Stabiliscono un "pavimento", appunto, sotto cui il tasso di interesse non può scendere», spiega Anna Vizzari, esperta di banche e credito per l'ufficio studi di Altroconsumo. «In alcuni contratti, però, la clausola non è chiara e in tanti ci hanno chiamato chiedendo perché, pur con l'Euribor negativo, al posto che rate più leggere veniva applicato il valore zero».

Bankitalia ha sollecitato gli istituti colti in flagrante che applicavano un floor senza averlo previsto in contratto: restituite quanto fatto pagare in più. chiarificatori.

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2. CAMBI IN CORSO
Vincenzo Imperatore è autore di «Io so e ho le prove», il libro di rivelazioni di una gola profonda sulle malefatte delle banche. Documenta che molto spesso le banche applicano le cosiddette manovre massive: «Sono attività», spiega, «poco trasparenti, che innalzano in modo quasi impercettibile ad esempio il tasso di interesse». «Gli istituti "agiscono" di solito all'inizio del trimestre. Il cliente può contestare il cambiamento delle condizioni entro 60 giorni, ma il 97% dei correntisti non presta attenzione a questi aumenti e continua a pagare un tasso diverso da quello concordato».

3. FINANZIAMENTI
Se richiedete un prestito per acquistare un bene, fate massima attenzione. L'avvocato di Federcontribuenti, Marco Alberto Zanetti, racconta infatti che quando si firma un documento di credito al consumo ad esempio al centro commerciale, per comprare una lavatrice o un frigorifero, può succedere che «vengano fatte firmare delle clausole spesso contrarie al principio di buona fede, che liberano da ogni responsabilità la finanziaria». Si rischia quindi di dover pagare anche se per caso non si entrasse in possesso del bene. Zanetti consiglia: «Leggete bene la parte del contratto relativa al cosiddetto "rapporto con il convenzionato". O, in caso di patologie di vendita, l'unica strada per farvi valere sarà passare alle vie legali».

4. OBBLIGO DEL CONTO
C' è poi, spiega Vizzari di Altroconsumo, il caso di una clausola non scritta, ma che in tanti pensano lo sia. Quando si apre un mutuo, infatti, in banca fanno spesso capire che si debba aprire un conto corrente presso di loro. Niente di più falso: «Sul contratto non può essere scritto e la richiesta è illecita secondo il Codice del Consumo: è una pratica commerciale del tutto scorretta delle banche». Potete quindi aprire un mutuo con banca Zeta e avere un conto in banca Ypsilon.

5. ANATOCISMO
L'anatocismo è il meccanismo di calcolo degli interessi sugli interessi. Con le nuove norme dovremmo avergli detto addio, ma secondo Vincenzo Imperatore non è proprio così. «Le banche continuano a calcolare gli interessi sugli interessi con periodicità annuale e non più trimestrale. Gli interessi calcolati alla fine dell'anno solare, per esempio su uno scoperto di conto corrente, si potranno riscuotere non prima del primo marzo dell'anno successivo. Entro questa data il correntista ha due possibilità: o paga l'ammontare degli interessi passivi, o non li paga e se li fa addebitare sul conto.

In questo caso occorre che il cliente manifesti per iscritto questa sua volontà alla banca. A questo punto gli interessi passivi maturati fino al trentuno dicembre dell' anno precedente andranno ad aggiungersi al capitale e sulla somma risultante andranno a essere calcolati nuovi interessi. E dunque - avverte Vincenzo Imperatore - ci può essere il ritorno dell'anatocismo».

6. VENDITA COMBINATA
Le banche non vi possono costringere o indurre a comprare azioni, obbligazioni o altri prodotti di investimento per accedere al finanziamento, o per ottenere condizioni agevolate. È accaduto nelle banche venete, racconta l'esperta di Altroconsumo, ma è «una vendita combinata contraria alle regole».

7. I COSTI
Attenzione ai costi. Il Taeg e l'Isc sono certo due indicatori utili, ma non gli unici. Il Taeg si riferisce a mutui, anticipazioni bancarie, aperture di credito e altri finanziamenti, l'Isc alle aperture di conto corrente. Questi due indicatori, scrive Bankitalia, «non esauriscono tutte le voci di costo che potrebbero incidere sul rapporto: è il caso ad esempio dei costi variabili, legati all' andamento dei tassi o all' attivazione e utilizzo di specifici servizi o operazioni». È quindi bene sempre verificare nei documenti informativi, ad esempio sotto la voce «altre condizioni economiche».

8. QUESTIONARIO MIFID
Se state per fare un investimento, per valutare se il prodotto che la banca vi propone fa al caso vostro, sono obbligati farvi compilare il "questionario MiFid". Leggetelo bene. Come spiega la Consob nel suo sito diffidate degli intermediari che sottovalutano l'importanza della compilazione di queste pagine.

9. RITARDI
«Quando si sottoscrivono prestiti e mutui è importante verificare quale tasso di interesse verrà applicato in caso di ritardo e dopo quante rate l' intermediario potrebbe risolvere in anticipo il contratto e chiedere tutto al cliente», dice Vizzari di Altroconsumo: «In alcuni casi di presti che ci hanno segnalato, nel contratto c'è scritto che basta una rata di ritardo per richiedere indietro l'intera cifra».

10. ONLINE
«Esistono contratti per i conti correnti», continua l'esperta «che inseriscono clausole vessatorie sull'home banking: la banca esclude ogni sua responsabilità in caso di operazioni fraudolente online. Ma se qualcuno entra nel nostro conto online è la banca che deve garantire sistemi di sicurezza adeguati e dimostrare un eventuale comportamento scorretto del cliente, non il contrario».

Denunciato il signore delle pensioni: il grosso guaio con i soldi pubblici

Inps, Boeri denunciato alla Corte dei conti per danno erariale




A grandi responsabilità corrispondono anche grandi rotture di scatole per il presidente dell'Inps, Tito Boeri, denunciato dal Collegio dei revisori dei sindaci dei revisori dell'istituto di previdenza alla Corte dei Conti per danno erariale. Secondo quanto riporta il Fatto quotidiano, a Boeri viene contestata le nomine di due dirigenti di livello generale.

I due grattacapi per Boeri portano i nomi di Luciano Busacca, già suo capo di segreteria, nominato poi dirigente di prima fascia, e Massimo Antichi, collega e amico storico del presidente Inps con il quale ha condiviso anche la partecipazione al think-tank lavoce.info. Antichi è stato direttore generale all'Enpals fino al 2012, poi direttore dell'ufficio Studi e ricerche economiche della Commissione di vigilanza sui fondi pernsione (Covip) e membro di una serie di commissioni ministeriali. Mentre Busacca era stato messo a capo della segreteria tecnico-normativa, che di fatto esautorava il direttore generale, Gabriella Di Michele, dalle sue funzioni, Antichi era stato messo a dirigere il Centro studi dell'Inps oltre che fare l'Amministratore delegato di Sispi, società interna dell'istituto.

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Quelle due nomine sono costate all'Inps un aumento dei costi del lavoro di circa 340 mila euro, una cifra che secondo i revisori poteva essere evitata andando a pescare dirigenti tra le professionalità già presenti all'interno dell'istituto. E invece solo lo scorso febbraio, Boeri aveva spedito sei dirigenti di prima fascia a svolgere ruoli marginali di studio. Al Fatto la portavoce di Boeri avrebbe assicurato che tutte quegli spostamenti porteranno un calo dei costi del lavoro del 20%, oltre alla ricollocazione del personale nei posti più adeguati. 

IL RETROSCENA-BOMBA Che cosa non hanno detto  sulla Perego e il sondaggio

Perego e le donne dell'Est: spunta il retroscena: la cosa che ancora non si sa




Una cosa che non molti sanno, a proposito dell'ormai famigerato sondaggio giudicato "sessista" sulle donne dell'Est, è l'origine del servizio. In studio a Parliamone sabato, ribattezzato ormai "Non parliamone mai più", Paola Perego ha detto: "Su internet ho trovato un articolo che elenca i motivi per cui una donna dell'est è meglio di una donna italiana". Bene, TvBlog ha scoperto che la freddura è stata presa dal sito satirico OltreUomo.

La vicenda ha raggiunto vette davvero surreali. La notizia della cancellazione del programma da parte della Rai è stata ripresa dalla stampa straniera. La Bbc si è occupata della vicenda con un "Italian broadcaster cancels sexist show". Roba da perdere il sonno. 


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FANNO FUORI LA PEREGO La Rai chiude il suo show Il sospetto: vendetta politica 

Vendetta politica su Paola Perego: la decisione drastica della Rai



Costa cara a Paola Perego la gaffe sulle donne dell'Est. Dopo il sondaggio della discordia sui presunti vantaggi per un uomo italiano nel legarsi sentimentalmente con una donna che viene dal freddo, la Rai ha deciso di chiudere Parliamone sabato. Lo scrive lo stesso Lucio "Ai politici che hanno urlato", scrive, "purtroppo ora tocca ritornare a lavorare per davvero".

E subito partono retroscena e movioloni. Dietro la decisione della Rai qualcuno vede dietro una mossa anti-renziana. Presta non ha mai nascosto le simpatie per l'ex premier e le ha sempre esternate. E in questo momento Renzi non gode di tantissimo potere presso i piani alti di viale Mazzini. Nemmeno il suo rapporto con il dg Antonio Campo Dall'Orto sarebbe più idilliaco come un tempo.

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