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lunedì 20 marzo 2017

Salvaguardiamoci dal glaucoma controllando la pressione oculare

Salvaguardiamoci dal glaucoma controllando la pressione oculare


di Matilde Scuderi



Aumenta la durata media della vita e con essa aumenta la diffusione a livello mondiale di patologie legate all'invecchiamento, che in passato avevano una epidemiologia contenuta mentre ai giorni nostri sembrano essere in rapida espansione. Tra queste non possiamo non annoverare il glaucoma, una malattia della seconda e terza età che aggredisce il nervo ottico e può addirittura condurre alla cecità, la cui crescita esponenziale ha portato  l'Associazione italiana per lo studio del glaucoma (Aisg) ha lanciare un vero e proprio allarme-glaucoma nel corso del suo primo congresso internazionale, poiché gran parte delle diagnosi arriva quando l'occhio è ormai compromesso e questo malgrado i grandi passi in avanti fatti dal nostro paese come l'inclusione di un paragrafo riguardante ipovisione e cecità nel piano nazionale di prevenzione (2014-2018), come ricordato dal ministro della salute Beatrice Lorenzin in una lettera nel corso del congresso. “Autorevoli fonti internazionali - rivela il presidente Aisg Stefano Miglior - stimano che nel 2020 ci saranno in tutto il mondo oltre 80 milioni di pazienti colpiti dal glaucoma e in Italia la situazione sarà ulteriormente aggravata dall’aumento costante della durata media di vita e dalla maggiore incidenza della patologia tra le fasce più adulte della popolazione. La cura del glaucoma è molto costosa e incide già notevolmente sulla spesa sanitaria nazionale che, in prospettiva, verrà ulteriormente gravata dai costi socio-assistenziali di sostegno a una fetta così ampia di popolazione che non sarà più auto-sufficiente perché priva della vista”.

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nel mondo sono colpite dal glaucoma circa 55 milioni di persone e 25 milioni circa sono quelle che hanno perso la vista del tutto o in parte. La prevalenza del glaucoma è di circa l’1-2 per cento nei soggetti con più di 40 anni ma aumenta al 5 per cento in chi ha più di 70 anni. In Italia sono circa un milione le persone malate di glaucoma in terapia, ma si stima che almeno la metà non sappiano di averlo mentre 'lui' sta silenziosamente rubando loro la vista. Quando se ne accorgeranno almeno il 40 per cento della loro capacità visiva sarà perduta con gravi conseguenze dal punto di vista lavorativo, sociale e familiare. “Nella maggior parte dei casi la patologia - spiegano Beatrice Brogliatti e Roberto Carassa, membri del direttivo Aisg - è dovuta ad un aumento della pressione interna dell’occhio che causa, nel tempo, danni permanenti alla vista accompagnati da riduzione del campo visivo e da alterazioni della papilla ottica. Se non curata porta inevitabilmente alla perdita della funzione visiva. La sua prevalenza sale al 10 per cento della popolazione oltre i 75 anni”.

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Pur non essendo una malattia esclusiva dell’anziano, la prevalenza della malattia aumenta in maniera lineare con l’età e una percentuale di casi compare già a partire anche prima dei 40 anni. A questa età gli esperti suggeriscono di sottoporsi ad un controllo oculistico che comprenda la misurazione della pressione oculare. “Un momento ideale - spiegano i professori Luciano Quaranta e Luca Rossetti - è rappresentato dall’insorgenza della presbiopia, ovvero della visione sfocata da vicino, eppure solo il 21 per cento degli italiani ha eseguito un controllo della vista negli ultimi 5 anni. Altro fattore di rischio sono i precedenti familiari: tutti coloro con un familiare affetto da glaucoma dovrebbero sottoporsi a frequenti controlli, in quanto questa malattia oculare presenta forti caratteri di ereditarietà, l’anamnesi familiare è positiva tra il 5 e il 40 per cento”. Chi riceve la diagnosi di glaucoma cosa può fare per arrestare la progressione della patologia? Risponde a questa domanda Gianluca Scuderi, professore associato presso La Sapienza università di Roma e responsabile dell'unità operativa complessa (Uoc) di oculistica dell'azienda ospedaliera Sant'Andrea: "Recentemente la prospettiva degli studi sul glaucoma è cambiata, poiché acquista sempre più credito l'idea che si tratti di una patologia neurodegenativa e che il suo agente eziologico non sia esclusivamente l'aumento della pressione oculare, non a caso è stato soprannominato Alzeihmer dell'occhio. Di conseguenza si stanno sviluppando farmaci ad azione neuroprotettiva da affiancare alla classica terapia ipotonizzante che, si spera, possano ritardare o arrestare la progressione della malattia. Esiste poi la possibilità di procedere per vie chirurgiche, in particolare nell'ultimo anno ho sperimentato con successo una nuova procedura chirurgica mininvasiva che consiste nel posizionare uno stent - un piccolo tubicino - all'interno dell'occhio per ridurne la pressione. Rispetto alle operazioni che si praticavano in passato le complicanze sono minori e i tempi di recupero sono notevolmente più brevi. Mi sento tuttavia in dovere di sottolineare che la prevenzione è la più efficace delle terapie contro il glaucoma, poiché si tratta di una patologia subdola i cui sintomi non sono evidenti per lungo tempo e il modo migliore per combatterla è effettuare periodicamente controlli dall'oculista".

Siringhe in cella, la voce su Corona:  "Che cosa fa dentro a quella stanza"

Siringhe di botox in cella: pronto a tutto per essere perfetto quando uscirà..


di Azzurra Noemi Barbuto



La chirurgia plastica ha fatto il suo ingresso persino a San Vittore, ma soprattutto nell’ala maschile del carcere, dove si trova detenuto Fabrizio Corona, soprannominato “re dei paparazzi”. Sappiamo infatti che Pierfrancesco Bove, il chirurgo plastico di fiducia dell’eterno ragazzo più scapestrato d’Italia, si reca periodicamente in carcere per eseguire sul vanesio Fabrizio piccoli interventi di chirurgia estetica, come iniezioni di filler, botox, vitamine, al fine di distendere, tirare e gonfiare nei punti giusti il volto del giovane adone, che in questi mesi ha deciso di scaricare tensione e stress in un allenamento continuo nonché nella cura maniacale del suo corpo. Bove è stato avvistato entrare nel carcere milanese l’ultima volta venerdì scorso.

Insomma, non c’è dato sapere quando Corona uscirà da San Vittore, ma sappiamo che di sicuro ne verrà fuori in grandissima forma, pronto ad essere rilanciato sulle copertine di tutti i giornali di gossip. E chissà cosa direbbe di tutto ciò il suo salvatore, don Mazzi, che proprio a noi di Libero, lo scorso ottobre, a proposito di Fabrizio rilasciò questa dichiarazione: «Andrebbe preso a calci nel sedere a tutto spiano». Attenzione, potrebbe essere rifatto anche quello.

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Già immaginiamo Fabrizio, uscito di galera, conversare amabilmente con le sue ex, Nina e Belen, scambiandosi consigli di medicina estetica. L’esperienza e la pratica assidua non mancano a nessuno dei tre.

Non essendo consentito ai detenuti di ricevere in carcere i propri chirurghi plastici per sottoporsi a trattamenti di medicina estetica (beh, in effetti, non ci sono neanche precedenti, dato che a pochi salterebbe in mente in quella situazione di rendere le labbra più sporgenti), al medico di Corona è permesso l’accesso ufficialmente per trattamenti dermatologici.

La vanità un tempo era donna. Oggi è uomo. Corona ha scoperto che, come canta Paola Turci, il vero piacere è «farsi belli per sé», dato che per ora non lo vedrà nessuno, eccetto gli agenti della polizia penitenziaria, gli altri detenuti ed i suoi avvocati.

Fabrizio ha inaugurato un nuovo modo di vivere il carcere. Forse più sopportabile. Ha trovato un senso alla sua detenzione. Non importa quale esso sia, non esiste un significato più degno e più nobile di un altro. Ciò che conta è che esso ci faccia stare bene. Il senso di Corona è farsi bello in un ambiente dove la bellezza scarseggia.

Speriamo soltanto che, a furia di gonfiarsi, l’uomo non venga trasferito nel reparto femminile del carcere di San Vittore. Potrebbe suscitare le invidie delle altre detenute o dare il via ad una nuova prassi all’interno del sistema penitenziario: l’appuntamento fisso con il chirurgo plastico. È proprio vero che i tempi cambiano. Una volta i preti salvavano le anime dei detenuti. Oggi i chirurghi ne salvano i corpi.

L'incrocio in studio dall'Annunziata: Salvini umilia Giggino. E lui se ne va

In'mezz'ora, Salvini e De Magistris si incrociano in studio: volano parole grosse



A In mezz'ora di Lucia Annunziata gli ospiti erano due: prima Luigi De Magistris, poi Matteo Salvini. I due duellanti delle ultime settimane, dalla "calata" del leghista nel capoluogo partenopeo in poi. I due, nel corso della trasmissione, si incrociano per pochi secondi: Giggino in studio, Matteo in collegamento. E Annunziata chiede: "Almeno un saluto ve lo scambiate?". E il saluto arriva, ma al veleno.

Prima Salvini: "Saluto tutti, ci mancherebbe altro. Mi spiace però che Napoli sia amministrata da una persona come De Magistris, il quale come amministra questa città lo si è capito in questa mezz'ora. Uno che pensa più a Salvini che ai problemi della città...". La risposta di De Magistris? Laconica: "Lo saluto e mi appello all'articolo 27 della Costituzione". Annunziata dunque chiede di cosa si tratti, e il sindaco di Napoli risponde: "Non c'è bisogno che lo dica io di cosa si tratta".

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Dunque, ve lo spieghiamo noi. L'articolo 27 prevede che "la responsabilità penale è personale". In buona sostanza, De Magistirs, si difende e se ne lava le mani: con quella frase afferma che gli scontri a Napoli, nel giorno dell'intervento di Salvini, non sono stati sua responsabilità, così come al contrario gli era stato rinfacciato a causa delle dichiarazioni incendiarie che avevano anticipato l'arrivo del leader della Lega Nord. Poche parole tra i due, dunque, ma moltissima tensione. E la spiegazione di Giggino lascia parecchi dubbi...

Ma tant'è. Dopo la replica di De Magistris, riattacca a parlare Salvini. Altre critiche contro il sindaco di Napoli, il quale, innervosito, si alza e se ne va smozzicando un saluto. Colpito e affondato.

Milano Bimbi ridotti così alla festa dei profughi:  che cosa li costringono a fare / Guarda

Milano, i bambini alla festa dei profughi intonano Bella Ciao



Alla due giorni di festa per gli immigrati ospitati alla caserma Montello, c’erano l’assessore Majorino e mezza sinistra milanese. Poi c’erano i bambini arruolati per cantare “Bella Ciao” ai migranti. Lo hanno fatto davvero ieri mattina gli studenti della scuola media Rinnovata Puecher, che nel bel mezzo della festa hanno intonato l’inno partigiano.

Difficile cogliere il sillogismo tra l’esodo di questi disperati e i moti della Resistenza. Tanto che il genitore di un bambino si è sfogato con Libero: «trovo diseducativo affermare che nessuno è illegale, neppure i clandestini, e non approvo la scelta di assegnare una struttura destinata alle nostre forze dell’ordine a 300 immigrati, la maggior parte dei quali potrebbe non essere formata da profughi». Per questo non ha fatto partecipare il figlio al “concertino”. Interpellata, la professoressa Noemi Morrone, al contrario, difende la scelta: «Il nostro istituto è intitolato al partigiano Giancarlo Puecher, fa parte del nostro Dna. Il brano è parte del repertorio della banda, i ragazzi lo cantano sempre; è successo anche in occasione di Expo». Nella sua difesa d’ufficio l’insegnate spiega anche che «l’orientamento politico degli studenti è una loro scelta personale, ma a scuola continueremo a insegnargli l’Inno di Mameli e Bella Ciao».

La "bomba fiscale" su Beppe Grillo: "Questo come lo spieghi?" / Guarda

Bonifazi sul blog di Beppe Grillo: "Ci sono aspetti fiscali da chiarire. Vedremo..."




Al centro dell'attenzione politica c'è ancora il blog di Beppe Grillo. Tutto è iniziato da Matteo Renzi, che ha annunciato di voler querelare il leader del M5s per alcuni contenuti del sito. Da par suo, Grillo, in un maldestro tentativo di dissociarsi, ha spiegato di non considerarsi responsabile di ciò che compare sul suo blog se non è lui a firmare gli articoli. Caso chiuso? Non proprio. Già, perché ora arriva il "pizzino" di Francesco Bonifazi, il tesoriere del Pd e membro del Giglio Magico renziano, il quale su Facebook ha scritto: "Come funzioni il M5s è ogni giorno di più una incognita". Dunque, dopo un breve accenno al caso delle primarie di Genova, Bonifazi aggiunge: "Ma non vi scrivo per questo! È solo per dire che più studiano l'affaire della titolarità del blog (di Grillo, ndr) e più scopriamo cose interessanti. E per chi come noi sta particolarmente attento al profilo fiscale ci sono molte sorprese interessanti". Una "bombetta", insomma, quella sganciata dal tesoriere democratico: che cosa si nasconde dietro a quel "profilo fiscale"? E ancora: "Non arrivo a dire, come ha fatto Berlusconi, che Grillo ha evaso le tasse. Ma certo che su questa storia siamo ancora all'inizio. Sarà divertente. Noi come Pd siamo sotto attacco da mesi pur essendo totalmente in regola. Adesso - conclude Bonifazi - vediamo se anche il Beppe ha tutte le carte a posto. Vediamo, vediamo". Il messaggio è arrivato. E pare anche piuttosto minaccioso...

Di seguito, il post di Francesco Bonifazi:



Francesco Bonifazi
Sabato
Come funzioni il Movimento 5 stelle è ogni giorno di più una incognita. Tanto per cominciare per gli iscritti a questo movimento: avete visto cosa è accaduto a Genova? Povera candidata vittoriosa e umiliata dal diktat del capo.
Ma non vi scrivo per questo! È solo per dire che più studiamo l'affaire della titolarità del blog e più scopriamo cose interessanti. E per chi come noi sta particolarmente attento al profilo fiscale ci sono molte sorprese interessanti. Non arrivo a dire come ha fatto Berlusconi che Grillo ha evaso le tasse. Ma certo che su questa storia siamo ancora all'inizio. Sarà divertente. Noi come PD siamo sotto attacco da mesi pur essendo totalmente in regola. Adesso vediamo se anche il Beppe ha tutte le carte a posto. Vediamo, vediamo

NAPOLI UNA TRUFFA DEVASTANTE  Bancomat, l'ultima frontiera:  a cosa devi fare attenzione

Napoli, l'ultima truffa: il macchinario che ti ruba la tessera



L'ultima truffa al bancomat? Arriva da Napoli, dove nell'ultima settimana è stato segnalato un boom di denunce. Il copione è sempre lo stesso, ma il modo in cui vi rubano il denaro marca una novità rispetto al passato. La truffa si concretizza nei bancomat allestiti all'interno delle banche, nel momento in cui la vittima abbandona l'istituto. Ma procediamo con ordine. Per accedere alla banca e allo sportello, la vittima striscia il bancomat nell'apparecchio esterno che apre le porte. Dunque, allo sportello, preleva. Ma quando deve uscire dalla banca, la vittima non trova il solito bottone apri-porta, ma un'altro apparecchio dove introdurre la tessera. Ed è questo apparecchio l'epicentro della truffa: già, perché il macchinario restituisce una tessera scaduta, che spesso la vittima non riconosce. E per assicurarsi che la vittima non riconosca lo scambio di tessera, i truffatori si appostano davanti all'istituto, fingendo di dover prelevare e mettendo fretta alla vittima, in modo che infili subito la tessera nel portafogli. Per inciso, il macchinario "legge" il codice della tessera, con il quale poi i truffatori prelevano.



domenica 19 marzo 2017

Si spacca il M5S? Disastro a un passo Incubo scissione, c'è il simbolo / Foto

Si spacca il M5S? Disastro a un passo. Incubo scissione, c'è pure il simbolo




Nel simbolo, il nodo di una rete, a simboleggiare i cittadini che si vogliono attivare col nuovo progetto politico. I colori, giallo e blu, richiamano quelli dello scudo simbolo della città di Parma. "Chi si vuole impegnare in una politica libera, inclusiva, moderna e attiva - spiegano i fondatori - ha un punto di riferimento in cui riconoscersi". Dopo la costituzione nei mesi scorsi del Gruppo di maggioranza in Consiglio comunale, oggi al Modulo Eco di Piazzale della Pace, sono stati presentati il simbolo e la Carta dei valori di Effetto Parma, "atto di nascita" del nuovo soggetto politico che concorrerà alle elezioni amministrative della città sostenendo la candidatura a sindaco di Federico Pizzarotti. All’incontro erano presenti Federico Pizzarotti, Marco Bosi, Cristiano Casa, Andrea Medioli, Paola Ranieri e Leonardo Spadi. "Oggi a Parma - spiegano i fondatori - nasce una forza politica che è punto di riferimento cittadino e al tempo stesso concreto esempio di una politica rigenerata, costruita con le persone e non sugli interessi. Una politica che è un servizio, non un mezzo".

Lontano dall’antipolitica, Effetto Parma punta ad un’ aggregazione sugli stessi valori, peraltro già cari anche al Movimento - dalla sostenibilità ambientale alla politica come servizio civile- ma sostenendo d’europeismo e spirito di inclusione. A Genova, ha spiegato il sindaco di Parma Pizzarotti - che nei mesi scorsi disse polemicamente addio al M5s a suo avviso molto cambiato dalle origini- è già attivo un gruppo che si riconosce in questa carta dei valori. "Il Movimento 5 Stelle aveva aggregato tutto e il contrario di tutto, c’è gente che è tornata sia al Pd che a Fratelli Italia- ha spiegato Pizzarotti interpellato sul tema - Aveva obiettivi troppo vaghi come la lotta alla casta, obiettivi non riconducibili a nessun ideale e sentimento. In questi mesi invece noi abbiamo lavorato per creare un ideale, un sentimento". "Effetto Parma - ha concluso Pizzarotti - non è incentrato su di me: poi inevitabile che la mia figura ci sia, ma non credo - ha concluso - in uomo solo al comando".


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