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giovedì 2 marzo 2017

Ecco la giudice nemica della Lega: cosa faceva prima di condannarla

Martina Flamini, la giudice nemica della Lega: cosa faceva prima di condannarla



Martina Flamini, il giudice del tribunale ordinario di Milano che il 22 febbraio scorso ha condannato la Lega per l' uso «discriminatorio» del termine «clandestini» nei manifesti affissi a Saronno, è sotto accertamento del ministero della Giustizia.

Il Guardasigilli, Andrea Orlando, vuole vederci chiaro sulle frequentazioni del magistrato, che in sei occasioni - tra il 2014 e il 2016 - avrebbe partecipato ad altrettante conferenze organizzate dall'Asgi, ovvero l'Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione. Asgi che poi, insieme ad un' altra sigla - l'Associazione volontaria di assistenza sociosanitaria (Naga) - aveva presentato il ricorso contro il Carroccio per il carattere discriminatorio dell' espressione «clandestini» riferito all'arrivo di 32 richiedenti asilo in provincia di Varese. Orlando comunica l'avvio degli «accertamenti» nei confronti di Flamini rispondendo, nell'Aula di Montecitorio, ad un' interrogazione presentata dal gruppo della Lega (primo firmatario il capogruppo, Massimilano Fedriga). La verifica degli uffici del ministero della Giustizia serve al Guardasigilli per valutare se, «in concreto, la segnalata partecipazione del magistrato a convegni e seminari promossi e organizzati da un'associazione indicata come parte in un procedimento trattato dallo stesso giudice, sia circostanza effettivamente idonea a fondare l'obbligo di astensione».

Ispettori al lavoro - In soldoni: Orlando, attraverso i «competenti uffici ministeriali» - l'Ispettorato generale - vuole capire se Flamini ha violato il principio del «dovere di astensione». Violazione, ricorda il Guardasigilli, che per la toga milanese configurerebbe un «illecito disciplinare». E questo perché «tassative disposizioni normative», scandisce il ministro della Giustizia, impongono al giudice il rispetto «dei valori della terzietà e dell'imparzialità della giurisdizione». Valori, denuncia il Carroccio, che sarebbero venuti meno a causa della vicinanza del giudice Flamini alla Asgi. Nell'interrogazione presentata l' altro ieri, Fedriga denuncia che «Martina Flamini ha più volte, e con continuità, tenuto conferenze» presso l'Asgi «su temi attinenti al diritto della protezione internazionale».

Il capogruppo della Lega indica anche le date della partecipazione del magistrato ai lavori dell'Associazione: 21 febbraio 2014; 18 marzo 2014; 13 marzo 2015; 25 novembre 2015; 7 marzo 2016 e 13 settembre 2016. Poco più di cinque mesi dopo, sarebbe arrivata l'ordinanza di condanna della Lega per i manifesti di Saronno. Quel termine, «clandestini», sui manifesti non doveva essere usato riferito ai richiedenti asilo.

Un'associazione «erronea», con «valenza denigratoria», tale da provocare un «clima intimidatorio e ostile» nei confronti degli stranieri. Da qui la condanna di «Lega nord, Lega lombarda e Lega nord Saronno» al pagamento, «a titolo di risarcimento, della somma di 5mila euro per ciascuna associazione».

"Toghe faziose" - Il Carroccio ringrazia il Guardasigilli: «Ha dimostrato che la libertà di espressione e, oltretutto, la conoscenza del vocabolario italiano, non possono appartenere ai tribunali o a magistrati ideologizzati». Fedriga approfitta della replica a Orlando per lanciare nuove accuse alla Asgi. Nel mirino del capogruppo leghista, stavolta, c' è il «vicepresidente» dell' Asgi, (Gianfranco Schiavone, come emerge dal consiglio direttivo indicato sul web), ovvero «quello che fa i convegni insieme alla magistrata che ci ha giudicati». Schiavone, sostiene Fedriga, «è il presidente di una cooperativa che prende milioni di euro; per che cosa? Per accogliere immigrati clandestini». Schiavone risulta «presidente di Consorzio italiano di solidarietà - Italian Consortium of Solidarity (ICS) - Ufficio Rifugiati, Onlus, Trieste».

Da qui il sospetto del capogruppo della Lega: c'è «una volontà, soprattutto da parte di chi ci guadagna dal business dell' immigrazione clandestina, di sedare le voci che escono dal coro, di negare la verità e di convincere, con le buone o con le cattive, ad esempio le sentenze dei tribunali, che non bisogna opporsi ai miliardi di euro che qualcuno si mette in tasca».

POLITICA E CORRUZIONE BOCCHINO, FINISCE MALE Intercettato, agghiacciante E il giudice lo massacra così

Bocchino intercettato: cosa dice a Romeo. Il giudice lo demolisce con una frase



Era Italo Bocchino a spiegare ad Alfredo Romeo come funzionava la corruzione. È questa la tesi degli inquirenti dell'inchiesta che ha portato all'arresto per corruzione dell'imprenditore, di cui l'ex big di An e Fli era ufficialmente un consulente. Nelle intercettazioni, con alcuni nomi coperti da omissis, come riporta il Corriere della Sera Bocchino avverte Romeo: "Un politico può venire da te e chiederti 60.000 euro che ti ha chiesto omissis, ma i mille pulitori sul territorio sono mille persone che danno 5.000 euro ciascuno... sono mille persone che fanno un'assunzione ciascuno... sono mille persone che quando voti si chiamano i loro dipendenti... tu i tuoi dipendenti manco sai chi sono... non te li puoi chiamare per dire votate a Tizio, a Caio o Sempronio, no? Il pulitore che c'ha cento dipendenti, quello si chiama cento famiglie e dice senti... a sindaco dobbiamo votare questo per questa ragione...". Questo discorso di Bocchino sull'intreccio tra politici, imprenditori e corruzione secondo il giudice che ha disposto l'arresto di Romeo rientra "tra le pagine miliari del rapporto tra cattivo politico e cattivo imprenditore".

"Caro Gramellini...": clamoroso Salvini Scrive al Corriere e lo brutalizza

"Caro Gramellini...": clamoroso Salvini Scrive al Corriere  e lo brutalizza



"Caro Gramellini, accetto e ascolto le critiche come sanno bene il milione e 769.945 amici che mi seguono su Facebook. Lei dice che non ho mai lavorato un minuto in vita mia: in realtà ho iniziato a 16 anni e da 20 faccio il giornalista, che mi sembra sia il suo stesso privilegiato mestiere". Inizia così la lettera che Matteo Salvini ha inviato a Massimo Gramellini e pubblicata ieri dal Corriere della Sera, in risposta alla rubrica di martedì in cui l'opinionista da poco passato dalla Stampa al Corsera criticava il segretario leghista con una bella dose di veleno, quasi fosse un politico di sinistra.

"Ora lei non si spiega perché la gente che mi vota sia tanta - continua il leader della Lega Nord -, anzi sempre di più. Sarà perchè faccio quel che dico, sarà perché mi batto per cambiare dall'interno questa Europa, perché gli italiani tornino ad essere quel popolo sovrano citato in Costituzione. Per inciso, al contrario di quello che lei scrive, in Europa ci vado: le mie presenze nelle votazioni a Strasburgo e Bruxelles sono dell’89% e per produttività ho dietro di me oltre 500 parlamentari (tutto verificabile sul sito www.mepranking.eu)". "Le auguro buona giornata - conclude -, e sono pronto a offrirle un caffè, sicuramente non da Starbucks".

In aula la legge sul testamento biologico Così decideremo (quasi) come morire

Camera, arriva il 13 marzo la legge sul testamento biologico



Sarà discussa il 13 marzo alla Camera la legge sul testamento biologico. Il testo unificato che introduce i Dat, le dichiarazioni anticipate di trattamento, e che prevede inoltre che il paziente possa rifiutare anche la nutrizione e l’idratazione artificiale, ha dovuto subire numerosi rinvii. Ma c’è chi, all’interno della stessa maggioranza, punta a portare il provvedimento su un binario morto. L’area cattolica della maggioranza, infatti, con i deputati di Ap in testa, non condividono alcune norme contenute nel testo base sul Biotestamento. Con i cattolici di Ap sono schierati anche i deputati della Lega - pronti alle barricate - e altre forze di centrodestra. A favore del provvedimento, invece, Pd, M5S e Sinistra italiana.

CONSENSO INFORMATO
Tra le modifiche apportate durante l’esame in commissione, una in particolare ha fatto molto discutere. Ovvero, l’introduzione nel testo del riferimento alla «tutela della vita». L’articolo recita: «La presente legge tutela la vita e la salute dell’individuo». Si dispone poi che nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata. È promossa e valorizzata la relazione di cura e di fiducia tra paziente e medico il cui atto fondante è il consenso informato. Nella relazione di cura sono coinvolti, se il paziente lo desidera, anche i suoi familiari e conviventi o compagni. Il consenso informato è espresso in forma scritta. Ovvero, nel caso in cui le condizioni fisiche del paziente non lo consentano, mediante strumenti informatici di comunicazione anche «attraverso videoregistrazione o dispositivi che consentano alla persona con disabilità di comunicare». Una ulteriore modifica prevede che «il paziente non può esigere trattamenti sanitari contrari a norme di legge, alla deontologia professionale o alle buone pratiche clinico-assistenziali».

NUTRIZIONE E IDRATAZIONE ARTIFICIALE
Ogni persona maggiorenne e capace di intendere e di volere ha il diritto di accettare o rifiutare qualsiasi accertamento diagnostico o trattamento sanitario indicato dal medico per la sua patologia o singoli atti del trattamento stesso. Ha, inoltre, il diritto di revocare in qualsiasi momento il consenso prestato, anche quando la revoca comporti l’interruzione del trattamento, ivi incluse la nutrizione e l’idratazione artificiali. Il rifiuto del trattamento sanitario indicato o la rinuncia al medesimo non possono comportare l’abbandono terapeutico. Sono quindi sempre assicurati il coinvolgimento del medico di famiglia e l’erogazione delle cure palliative.

RESPONSABILITÀ DEL MEDICO
Il testo originario è stato parzialmente così modificato: «Il medico è tenuto a rispettare la volontà espressa dal paziente. Il paziente non può esigere dal medico trattamenti sanitari contrari a norme di legge, alla deontologia professionale e alla buone pratiche clinico-assistenziali».

MINORI E INCAPACI
Il consenso informato è espresso dai genitori esercenti la responsabilità genitoriale o dal tutore o dall’amministratore di sostegno, tenuto conto della volontà della persona minore di età o legalmente incapace o sottoposta ad amministrazione di sostegno.

DAT
Ogni persona maggiorenne e capace di intendere e di volere, in previsione di una propria futura incapacità di autodeterminarsi può, attraverso disposizioni anticipate di trattamento (DAT), esprimere le proprie convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari. Può altresì indicare una persona di sua fiducia (fiduciario) che ne faccia le veci e lo rappresenti nelle relazioni con il medico e con le strutture sanitarie.

REVOCABILITÀ DELLE DATLe Dat devono essere redatte in forma scritta, datate e sottoscritte davanti a un pubblico ufficiale, a un medico o a due testimoni o attraverso strumenti informatici di comunicazione. Con la medesima forma sono rinnovabili, modificabili e revocabili in ogni momento.

PIANIFICAZIONE CONDIVISA DELLE CURENella relazione tra medico e paziente rispetto all’evolversi delle conseguenze di una patologia cronica e invalidante, può essere realizzata una pianificazione delle cure condivisa tra il paziente e il medico, alla quale il medico è tenuto ad attenersi qualora il paziente venga a trovarsi nella condizione di non poter esprimere il proprio consenso o in una condizione di incapacità.

Furto ai disabili, soldi anche ai morti: l'ultimo scandalo della Regione siciliana

Sicilia, aiuti ai disabili: anche i morti godono di assistenza



In Sicilia i morti possono godere di assistenza 24 ore su 24. È quanto emerge da un rapporto dell'Asp, l'azienda sanitaria di Palermo. Il governatore Rosario Crocetta aveva chiesto la verifica dei dati dei tabulati sul numero dei disabili gravissimi, dati in possesso dell'assessorato alla Famiglia. Le liste sono state compilate dalle informazioni fornite dai 55 distretti socio-sanitari dei Comuni.

E così si scopre, per esempio, che nel distretto di Misilmei ci sono più disabili che in tutto il Piemonte. Ma di questi 110, soltanto 47 sono disabili gravissimi e 15 invece sono deceduti. L'Asp, in buona sostanza, conferma i sospetti su anomalie e numeri gonfiati.

Dunque Partinico, dove i disabili gravissimi reali sono 56 e non 151. L'Asp fa sapere che valuterà i casi degli esclusi - entro 15 giorni nel distretto di Misilmeri ed entro 21 giorni in quello di Partinico - "al fine di non incorrere in errori di valutazione dovuti sia alla vetustà della documentazione presentata sia alla eventuale comparsa di un aggravamento della disabilità che nell'ultimo anno potrebbe aver fatto assumere lo status di disabilità gravissima".

Crolla tutto, voce (pazzesca) sulla Rai Dago: "Chi sta per dimettersi" / Guarda

Dagospia, Rai: Antonio Campo Dall'Orto pensa alle dimissioni




Tempesta perfetta sulla Rai. Ancora. In primis la lettera di Monica Maggioni, che ha tacciato di "populismo" chi si scaglia contro gli stipendi dei vertici di Viale Mazzini (e dunque contro il suo, di stipendio, lei che è la direttrice della Rai). Dunque, sul Corriere della Sera, le bordate del sottosegretario Antonello Giacomelli, che picchia duro proprio contro i vertici: dito puntato proprio contro i ritardi sul tetto agli stipendi, sulle troppe assunzioni esterne e sul piano di informazione, che non è mai arrivato. E in questo contesto è Dagospia a sganciare la bomba. Lo fa in nel titolo dell'articolo in cui dà conto di tutto ciò che avete appena letto: "Poltrone roventi a Viale Mazzini. Camposanto Dall'Orto pensa alle dimissioni". Il direttore generale voluto da Matteo Renzi, Antonio Campo Dall'Orto, travolto dalle polemiche starebbe insomma pensando di mollare il vertice di Viale Mazzini.

Il "trucco" per far saltare la Brexit:  il siluro dei Lord contro Theresa May

La camera dei Lord contro il governo May: "Garantire i diritti dei cittadini Ue"



Come previsto la House of Lord ha sfidato il premier conservatore Theresa May sulla Brexit approvando un emendamento che prevede garanzie per i cittadini Ue che vivono già nel Regno Unito. Una mossa che avrà il solo obiettivo di ritardare l’avvio della procedura prevista dall’articolo 50 del trattato di Lisbona per l’uscita di Londra dall'Unione europea. Il testo dovrà tornare ora ai Comuni che avranno comunque l’ultima parola anche se dovesse continuare il disaccordo con i Lord in quanto tra le due assemblee prevale quella elettiva.

La House of Lord, la più pletorica assemblea parlamentare del mondo con 805 componenti (la quasi totalità finanziatori e benemeriti dei partiti, alcuni britannici illustri, 26 vescovi della Chiesa d’Inghilterra e solo 92 di antico sangue blu), ha votato con 358 voti a favore e 256 contrari a favore dell’emendamento che richiede al governo di proteggere i diritti degli oltre 3 milioni di cittadini europei dopo che la Gran Bretagna avrà lasciato l'Unione europea.